Bar dello Sport
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Re: Bar dello Sport
Ti ringrazio per l’intervento, che ho trovato interessante.
Soprattutto
Quella che tu definisci "rifiuto dello stato nazione" ha illuso molti da queste parti, me compreso, ma già nel 2013/15 era più un adeguarsi al non poterlo materialmente perseguire uno stato-nazione da quel che ricordo, mentre adesso siamo addirittura al "non voler contestare i confini geopolitici esistenti".
che è una cosa che penso anch’io.
Perché se è vero che l’assetto politico di Rojava affonda le proprie radici nel pensiero di Bookchin (la lettura principale di Ocalan durante la sua prigionia nei primi anni ‘00), quindi la sua idea di “municipalismo libertario” come organizzazione politica decentrata e bottom up, in opposizione al centralismo dello stato (e in questo senso comunque un po’ diverso dalla Svizzera, con cui però condivide l’idea di democrazia diretta e i cantoni/regioni), al tempo stesso anche a me leggendo sorge il dubbio che questa adozione sia dovuto - più che al riconoscimento di una corrispondenza con la situazione già presente in quelle regione (organizzazione in villaggi e comunità locali) - a una disillusione verso la possibilità di ottenere l’indipendenza di stato pensata in precedenza (con il serio rischio, come giustamente dici, di legittimare i confini geopolitici già presenti in quelle zone).
Poi è vero anche quel che dici sia sulla molteplicità delle situazione curda (sono 40 milioni di persone, molto difficile e ingenuo pensare di generalizzare o di trovare un unico modello valido per tutti) sia sulla priorità di costruire una situazione di pace e stabilità in quelle terre, rispetto al discorso sul mezzo politico con cui si ottiene (anche se temo che Rojava non abbia i mezzi sufficienti né per durare né per estendere la propria influenza ai curdi della Turchia).
Soprattutto
Quella che tu definisci "rifiuto dello stato nazione" ha illuso molti da queste parti, me compreso, ma già nel 2013/15 era più un adeguarsi al non poterlo materialmente perseguire uno stato-nazione da quel che ricordo, mentre adesso siamo addirittura al "non voler contestare i confini geopolitici esistenti".
che è una cosa che penso anch’io.
Perché se è vero che l’assetto politico di Rojava affonda le proprie radici nel pensiero di Bookchin (la lettura principale di Ocalan durante la sua prigionia nei primi anni ‘00), quindi la sua idea di “municipalismo libertario” come organizzazione politica decentrata e bottom up, in opposizione al centralismo dello stato (e in questo senso comunque un po’ diverso dalla Svizzera, con cui però condivide l’idea di democrazia diretta e i cantoni/regioni), al tempo stesso anche a me leggendo sorge il dubbio che questa adozione sia dovuto - più che al riconoscimento di una corrispondenza con la situazione già presente in quelle regione (organizzazione in villaggi e comunità locali) - a una disillusione verso la possibilità di ottenere l’indipendenza di stato pensata in precedenza (con il serio rischio, come giustamente dici, di legittimare i confini geopolitici già presenti in quelle zone).
Poi è vero anche quel che dici sia sulla molteplicità delle situazione curda (sono 40 milioni di persone, molto difficile e ingenuo pensare di generalizzare o di trovare un unico modello valido per tutti) sia sulla priorità di costruire una situazione di pace e stabilità in quelle terre, rispetto al discorso sul mezzo politico con cui si ottiene (anche se temo che Rojava non abbia i mezzi sufficienti né per durare né per estendere la propria influenza ai curdi della Turchia).
Re: Bar dello Sport
Inklings ha scritto: ↑19/10/2023, 11:13 Ti ringrazio per l’intervento, che ho trovato interessante.
Soprattutto
Quella che tu definisci "rifiuto dello stato nazione" ha illuso molti da queste parti, me compreso, ma già nel 2013/15 era più un adeguarsi al non poterlo materialmente perseguire uno stato-nazione da quel che ricordo, mentre adesso siamo addirittura al "non voler contestare i confini geopolitici esistenti".
che è una cosa che penso anch’io.
Perché se è vero che l’assetto politico di Rojava affonda le proprie radici nel pensiero di Bookchin (la lettura principale di Ocalan durante la sua prigionia nei primi anni ‘00), quindi la sua idea di “municipalismo libertario” come organizzazione politica decentrata e bottom up, in opposizione al centralismo dello stato (e in questo senso comunque un po’ diverso dalla Svizzera, con cui però condivide l’idea di democrazia diretta e i cantoni/regioni), al tempo stesso anche a me leggendo sorge il dubbio che questa adozione sia dovuto - più che al riconoscimento di una corrispondenza con la situazione già presente in quelle regione (organizzazione in villaggi e comunità locali) - a una disillusione verso la possibilità di ottenere l’indipendenza di stato pensata in precedenza (con il serio rischio, come giustamente dici, di legittimare i confini geopolitici già presenti in quelle zone).
Poi è vero anche quel che dici sia sulla molteplicità delle situazione curda (sono 40 milioni di persone, molto difficile e ingenuo pensare di generalizzare o di trovare un unico modello valido per tutti) sia sulla priorità di costruire una situazione di pace e stabilità in quelle terre, rispetto al discorso sul mezzo politico con cui si ottiene (anche se temo che Rojava non abbia i mezzi sufficienti né per durare né per estendere la propria influenza ai curdi della Turchia).
Sicuramente non ha i mezzi per estendere alcunché ai curdi in Turchia. La Turchia è un problema abnorme per qualsiasi minoranza e forma di dissenso non da ieri, è lo è ancora di più dal momento in cui gode dell'indifferenza e del beneplacito occidentali per i motivi che tutti ben sappiamo. Il grosso dei curdi apolidi è di origine turca. Credo non sia un caso se questo esperimento, quasi un unicum, muova i suoi passi in Siria. Fondamentalmente perché la Siria è uno stato più che alla deriva, ormai quasi fallito, non so se altrove sarebbe stato anche solo pensabile. La complessità del popolo curdo sta soprattutto nel diverso trattamento che i diversi stati in cui vivono riservano a quelle popolazioni, oltre alle differenze religiose tra curdi stessi. So per certo che in Iraq i curdi erano storicamente più integrati che in altri paesi, non so come sia la situazione attuale. In Iran godono di un riconoscimento formale, come gli zoroastriani, anche se in un paese come quello tra forma e sostanza ci passa un abisso.
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Re: Bar dello Sport
Sulla questione del Rojava si possono dire queste cose. I kurdi sono tra le popolazioni più oppresse del mondo recente la cui condizione recente è anche il risultato del cinismo della Turchia di Ataturk e dell'imperialismo inglese dopo la fine della prima guerra mondiale. L'aspirazione alla soluzione del loro problema nazionale è un tema di grande attualità.
Il modo in cui si sono svolte le storie dei kurdi nei vari stati in cui vivevano ha modellato molto le prospettive dei vari gruppi dirigenti. I kurdi iraqeni, che godono oggi di una relativa e significativa autonomia, ma il gruppo dirigente del KDP non ha nessuna intenzione di lottare per l'emancipazione di tutti i curdi. L'obiettivo strategico è quello di rendere di nuovo la regione quella "nuova Dubai" di cui si parlava 20 anni fa. Un paradiso per pochi ricchi.
Negli ultimi 30 anni poi kurdi turchi e siriani sono stati per motivi diversi un esempio per tutti, i primi per la loro lotta contro l'oppressione in Turchia, i secondi per la loro lotta contro l'ISIS e nel macello della guerra civile siriana.
C'è ovviamente un limite strutturale al confederalismo democratico, che è quello di rinunciare alla battaglia per l'emancipazione di tutti i curdi. Va da sè che l'idea di un autonomismo locale basato sul confederalismo democratico è attuabile in modi molto diversi tra uno scenario in cui hai le armi in mano e difendi il tuo pezzo di mondo in una guerra civile, uno come la Turchia, con cui hai a che fare con un personaggio come Erdogan, una storia di oppressione, di attentati e di arresti e uno come l'Iraq in cui anche dentro gli stessi kurdi, chi è uscito dall'epoca di Saddam con il coltello dalla parte del manico non ha alcuna intenzione di dividere quella fetta di potere che difende. In questo quadro il confederalismo democratico è in termini generali uno strumento che divide e non che unisce i kurdi.
Ma al di là di questo, ci sono anche degli aspetti più concreti.
Le trasformazioni sociali delle zone kurde liberate nella zona siriana sono frenate dalla stessa strategia di fondo del confederalismo democratico.
La Carta del contratto sociale del Rojava del 2014 costruisce una sorta di una sorta di economia mista, basata, nelle intenzioni della dirigenza del PYD, su sistemi di cooperative e comuni.
Il nodo non risolto della questione, è che questo tipo di economia si regge su uno stato di guerra civile, sul mercato nero e di fatto sul controllo politico-militare da parte del PYD e dell'YPG sulla vita della regione.
Il Rojava fino a qualche anno fa, non ho ricontrollato, consumava meno del 30% del grano prodotto e aveva alcune centrali elettriche (con capacità di esportazione) a produzione ridotta intorno al 10% a causa della guerra e dei blocchi.
Ma cosa accadrebbe con la fine della destabilizzazione della regione a causa della guerra e l'auspicabile venir meno di un regime politico inevitabilmente legato ad un contesto militare? In primis ci sarebbe da sciogliere il nodo del rapporto con Turchia e Siria, col rischio che queste vorrebbero spartirsi di nuovo il territorio (non credo ci sia bisogno che dica io che Erdogan ha mirre di annessioni nella regione).
Ancora di più, ci sarebbe il rischio che finito il controllo dell'economia di guerra, le "cooperative e i comuni" vengano annientate sotto l'onda della ripresa del commercio dal risorgere degli interessi economici standard.
Io continuo a pensare che l'emancipazione dei kurdi non possa aggirare il problema dei confini disegnati dall'imperialismo cento anni fa, nel movimento curdo deve riprendere forza quella voce, oggi presente ma minoritaria, per la costituzione di un kurdistan unito, che metta in discussione i confini esistenti oggi.
Il modo in cui si sono svolte le storie dei kurdi nei vari stati in cui vivevano ha modellato molto le prospettive dei vari gruppi dirigenti. I kurdi iraqeni, che godono oggi di una relativa e significativa autonomia, ma il gruppo dirigente del KDP non ha nessuna intenzione di lottare per l'emancipazione di tutti i curdi. L'obiettivo strategico è quello di rendere di nuovo la regione quella "nuova Dubai" di cui si parlava 20 anni fa. Un paradiso per pochi ricchi.
Negli ultimi 30 anni poi kurdi turchi e siriani sono stati per motivi diversi un esempio per tutti, i primi per la loro lotta contro l'oppressione in Turchia, i secondi per la loro lotta contro l'ISIS e nel macello della guerra civile siriana.
C'è ovviamente un limite strutturale al confederalismo democratico, che è quello di rinunciare alla battaglia per l'emancipazione di tutti i curdi. Va da sè che l'idea di un autonomismo locale basato sul confederalismo democratico è attuabile in modi molto diversi tra uno scenario in cui hai le armi in mano e difendi il tuo pezzo di mondo in una guerra civile, uno come la Turchia, con cui hai a che fare con un personaggio come Erdogan, una storia di oppressione, di attentati e di arresti e uno come l'Iraq in cui anche dentro gli stessi kurdi, chi è uscito dall'epoca di Saddam con il coltello dalla parte del manico non ha alcuna intenzione di dividere quella fetta di potere che difende. In questo quadro il confederalismo democratico è in termini generali uno strumento che divide e non che unisce i kurdi.
Ma al di là di questo, ci sono anche degli aspetti più concreti.
Le trasformazioni sociali delle zone kurde liberate nella zona siriana sono frenate dalla stessa strategia di fondo del confederalismo democratico.
La Carta del contratto sociale del Rojava del 2014 costruisce una sorta di una sorta di economia mista, basata, nelle intenzioni della dirigenza del PYD, su sistemi di cooperative e comuni.
Il nodo non risolto della questione, è che questo tipo di economia si regge su uno stato di guerra civile, sul mercato nero e di fatto sul controllo politico-militare da parte del PYD e dell'YPG sulla vita della regione.
Il Rojava fino a qualche anno fa, non ho ricontrollato, consumava meno del 30% del grano prodotto e aveva alcune centrali elettriche (con capacità di esportazione) a produzione ridotta intorno al 10% a causa della guerra e dei blocchi.
Ma cosa accadrebbe con la fine della destabilizzazione della regione a causa della guerra e l'auspicabile venir meno di un regime politico inevitabilmente legato ad un contesto militare? In primis ci sarebbe da sciogliere il nodo del rapporto con Turchia e Siria, col rischio che queste vorrebbero spartirsi di nuovo il territorio (non credo ci sia bisogno che dica io che Erdogan ha mirre di annessioni nella regione).
Ancora di più, ci sarebbe il rischio che finito il controllo dell'economia di guerra, le "cooperative e i comuni" vengano annientate sotto l'onda della ripresa del commercio dal risorgere degli interessi economici standard.
Io continuo a pensare che l'emancipazione dei kurdi non possa aggirare il problema dei confini disegnati dall'imperialismo cento anni fa, nel movimento curdo deve riprendere forza quella voce, oggi presente ma minoritaria, per la costituzione di un kurdistan unito, che metta in discussione i confini esistenti oggi.
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Re: Bar dello Sport
Ma sono due volte che becco la mia vicina nubile con l'hijab slacciato e quindi col viso scoperto per qualche secondo.
Non dovremmo essere costretti a sposarci?
Non dovremmo essere costretti a sposarci?

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Re: Bar dello Sport
E che fattezze ha? C'ha il muso ulmano?Emperador Horace ha scritto: ↑27/10/2023, 12:42 Ma sono due volte che becco la mia vicina nubile con l'hijab slacciato e quindi col viso scoperto per qualche secondo.
Non dovremmo essere costretti a sposarci?![]()

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Re: Bar dello Sport
Cruciani con la Bandiera di Israele alla Zanzara
Ma è lo stesso che per anni ha ospitato complottardi che sostenevano il pluricomplotto Ebraico tra Massoni e Banchieri o un Omonimo ?
Per non parlare di quando disse che gli Ebrei si atteggiavano a vittime campando sulla follia di Hitler
Ora capisco che tra Tv , Youtube e Radio uno si possa fondere il cervello essendo un Tuttologo ,ma dovrebbero mettere un limite alle giravolte e alle cazzate che uno può dire e fare

Ma è lo stesso che per anni ha ospitato complottardi che sostenevano il pluricomplotto Ebraico tra Massoni e Banchieri o un Omonimo ?

Per non parlare di quando disse che gli Ebrei si atteggiavano a vittime campando sulla follia di Hitler

Ora capisco che tra Tv , Youtube e Radio uno si possa fondere il cervello essendo un Tuttologo ,ma dovrebbero mettere un limite alle giravolte e alle cazzate che uno può dire e fare
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Re: Bar dello Sport
E perché? Tanto lo ascoltate lo stesso.
C'è il film su Howard Stern, "Private Parts", che spiega benissimo Cruciani e chi spreca il proprio tempo ascoltandolo.
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Re: Bar dello Sport
C'è un canale su Twitch che trasmette i lavori del cantiere del Camp Nou da telecamera fissa.
È un anno che penso a quali contenuti trasmettere per un canale Twitch, quando basterebbero cantieri e funerali.
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Re: Bar dello Sport
Sto guardando un documentario su Bojan Krkic su Rakuten TV.
Porca miseria, se c'è gente che butta soldi su progetti come questo quasi quasi richiamo qualche vecchio amico operatore e ci mettiamo a intervistare a tutto spiano.
Andiamo da Pietro Maiellaro e ci facciamo raccontare tutto il suo campionato disastroso in Messico. Poi cerchiamo la redemption facendolo diventare un grande fan dell'IWRG.
Poi andiamo nella bottega di Piovanelli, ci scoliamo il suo vino e spezziamo l'intervista con scherzi telefonici agli altri ex giocatori del Pisa.
Porca miseria, se c'è gente che butta soldi su progetti come questo quasi quasi richiamo qualche vecchio amico operatore e ci mettiamo a intervistare a tutto spiano.
Andiamo da Pietro Maiellaro e ci facciamo raccontare tutto il suo campionato disastroso in Messico. Poi cerchiamo la redemption facendolo diventare un grande fan dell'IWRG.
Poi andiamo nella bottega di Piovanelli, ci scoliamo il suo vino e spezziamo l'intervista con scherzi telefonici agli altri ex giocatori del Pisa.
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Re: Bar dello Sport
Se vuoi conosco personalmente Damiano Longhi e Gabrieli e ci facciamo un bel documentario sull'ultimo Padova in AEmperador Horace ha scritto: ↑28/12/2023, 15:23 Sto guardando un documentario su Bojan Krkic su Rakuten TV.
Porca miseria, se c'è gente che butta soldi su progetti come questo quasi quasi richiamo qualche vecchio amico operatore e ci mettiamo a intervistare a tutto spiano.
Andiamo da Pietro Maiellaro e ci facciamo raccontare tutto il suo campionato disastroso in Messico. Poi cerchiamo la redemption facendolo diventare un grande fan dell'IWRG.
Poi andiamo nella bottega di Piovanelli, ci scoliamo il suo vino e spezziamo l'intervista con scherzi telefonici agli altri ex giocatori del Pisa.

Oppure Valeriano Fiorin con cui mi sento settimanalmente e via di speciale su Genoa 2-0 Liverpool dove Valeriano segnò

- Emperador Horace
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Re: Bar dello Sport
Io un documentario sull'ultimo Padova in A lo guarderei, ma credo sarei l'unico.
Lo inizierei con Sandreani che porta fiori sulla tomba di Nereo Rocco, poi un lungo viaggio in cui si vanno a ricercare tutti i protagonisti di quel Padova, dal grattacielo dove vive Alexi Lalas, alla comune puzzolente dove dorme van Utrecht.
Anche se il sogno sarebbe raccontare meteore e pipponi vari facendo leva sul campionario di sogni infranti, promesse non mantenute, tritacarne mediatico e scuse varie che fanno presa sul pubblico woke-ish.
Lo inizierei con Sandreani che porta fiori sulla tomba di Nereo Rocco, poi un lungo viaggio in cui si vanno a ricercare tutti i protagonisti di quel Padova, dal grattacielo dove vive Alexi Lalas, alla comune puzzolente dove dorme van Utrecht.
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Re: Bar dello Sport
Io direi di partire con questo poker d'assi:
Ciro Muro
Francesco Grandolfo
Marino Magrin
Eli Louhenapessy
Ciro Muro
Francesco Grandolfo
Marino Magrin
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Re: Bar dello Sport
Non mi va di rispolverare questo thread
viewtopic.php?t=45722 , ma se qualcuno vuole si accomodi.
Comunque a inizio anno blocco le liste musicali. Intanto posto la Top 500 Italo Disco, anche se non ha grandi variazioni nelle prime posizioni dato che l'anno scorso non ho potuto ascoltare molti dischi nuovi, e nemmeno comprarli, che sono stato impegnato tutto l'anno coi malanni della mia cagnetta storica.
Sono in lista solo brani usciti prima del 1990, e tutti i brani hanno almeno ***1/4.
viewtopic.php?t=45722 , ma se qualcuno vuole si accomodi.
Comunque a inizio anno blocco le liste musicali. Intanto posto la Top 500 Italo Disco, anche se non ha grandi variazioni nelle prime posizioni dato che l'anno scorso non ho potuto ascoltare molti dischi nuovi, e nemmeno comprarli, che sono stato impegnato tutto l'anno coi malanni della mia cagnetta storica.
Sono in lista solo brani usciti prima del 1990, e tutti i brani hanno almeno ***1/4.
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Re: Bar dello Sport
Amadeus ha annunciato Gigi Dag come superospite del venerdì di Sanremo.
Se la ragione è che Gigi è guarito è già la notizia dell'anno per me.
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- Emperador Horace
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Re: Bar dello Sport
Un mese avevo letto un articolo per nulla rassicurante sulle due condizioni. Speriamo.
Comunque è un aggancio per postare la mia Top 500 dei brani dance italiani degli anni '90.
È ancora una bozza grezzissima, non mi riconosco in almeno 100-150 posizioni.
- c'era un doppione qui di i brani sono 499, non mi andava di modificare di nuovo il malloppone
- tutti i brani partono da ***1/5
Comunque è un aggancio per postare la mia Top 500 dei brani dance italiani degli anni '90.
È ancora una bozza grezzissima, non mi riconosco in almeno 100-150 posizioni.
- c'era un doppione qui di i brani sono 499, non mi andava di modificare di nuovo il malloppone
- tutti i brani partono da ***1/5
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