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Jeff Hardy 18 ha scritto:No vabbè, "Hai Paura del Buio?" degli After e "Canzoni da spiaggia deturpata" delle Luci sono oggettivamente due capisaldi per la musica italiana.
E non si può negare il ruolo di certi artisti della generazione 0, come un Brondi, Dente, Brunori o anche Lo Stato per la rinascita di un certo tipo di musica a livello mainstrem.

Ecco, un'analisi che assolutamente non mi aspettavo. Il fatto che tu la definisca musica prettamente mainstream mi fa completamente essere d'accordo con te.
Odio chi cerca di fare sembrare questa nuova ventata di indie come una roba musicalmente ricercata o paragonabile alla poetica (ad esempio) deandreistica. Trovo che, la piega che sta prendendo (ossia il diventare il nuovo tipo di musica da radio andando a soverchiare il primato del pop), sia la sua giusta di dimensione.

Ma assolutamente, che poi l'ultimo disco di Calcutta sembra appunto indicare questa netta distinzione, usando il termine "indie mainstream" che sembra non voler dire un cazzo, ma che in realtà rappresenta altro.
Non mi permetterei mai di dire che Lo Stato sia musica di alto livello, mi piaciono perchè quando vado ai loro concerti mi diverto un casino e ne ho visti negli ultimi 3-4 anni almeno una ventina.
Per dire basta vedere la fine fatta dagli Afterhours e dai TARM che ora sono diventati da "pionieri" della ventata indipendente negli anni '90 un gruppo da Reality o da radio con Jovanotti.
Credo che gli unici non "venduti" sotto questo punto di vista siano i Verdena e, in parte, i Marta Sui Tubi.

Che poi rimanga una corrente più autoriale, come per dire "Die" di IOSONOUNCANE è un album straordinario, proprio a livello musicale o gente tipo gli Zu, Calibro 35 o Il Teatro Degli Orrori che continuano a fare un tipo di musica più ricercata a livello di sonorità che non siano i 4 accordi e frasi d'effetto di un Dente (per quanto i suoi testi mi piaciono molto, tanto che quando m'hanno regalato il libro di poesie sue le ho trovate interessanti per come giochi molto con le parole).

Io degli ultimi anni in italia né riesco ad ascoltare pochini, giusto i baustelle (ma neanche tutta l'opera, giusto la Malavita e i Mistici dell'occidente ) i FASK (più per il fattore gasante che altro ) e Caso (chi non ascolta l'album Cervino è un criminale ). Roba come Brondi, i Cani, lo Stato sociale, l'officina non mi dice nulla. Calcutta e Pop x mi stanno anche simpatici ma mi sanno di handicappati gravi (e la voce di Calcutta è un pugno nei coglioni ).
Mi han parlato bene di Dente e dei Gazebo. Come sono?

Jeff, i Calibro 35 sono quelli che fanno strumentale e riprendono le sigle dei polizotteschi anni 70?

Baustelle, ecco loro sono proprio la definizione perfetta di indi snob, mi piaciono anche, ma sono troppo pretenziosi e lo fanno pesare.
FASK li adoro, altri i cui concerti sono una scarica di adrenalina stupenda.

L'Officina è strana, per me o li adori o ti stanno sul culo, non mi spiace ascoltarli (sia live che disco) ma non sono tra i miei preferiti.
I Cani li odio proprio, ho pure avuto la sfortuna di beccarli due volte (entrambe al MIAMI a distanza di anni) e la sensazione che non sappiano suonare mi è rimasta, sicuro quest'anno rispetto al primo disco hanno imparato a suonare meglio, ma tutta questa mania per loro non la capisco.

Pop X sentiti ma non sentiti, come un altro che sta andando adesso, Francesco Motta.

I Calibro sono loro, da un paio di dischi hanno abbandonato le cover e si sono messi a fare pezzi propri, infatti sono molto apprezzati all'estero, un altro gruppo del genere con un chitarrista mostruoso sono la Bud Spencer Blues Exlopion.
Dente, mah, è quel tipo di cantautore tipo Brunori che cerca di riprendere un po' lo stile anni '60 di un DeAndrè, Dente gioca molto con le parole (un lato che me lo fa apprezzare parecchio) roba di testi giocati su un gioco di parole (tipo "Quel Mazzolino"), Brunori è più narrativo, racconta storie, soprattutto nei primi due dischi (chessò "Il Giovane Mario"), dello stesso filone di un DiMartino o di un Colapesce (il primo lo adoro, il secondo ho apprezzato il concerto disegnato che ha portato in giro con Boranciani).
Gazebo non mi piaciono, sentiti perchè un gruppo che invece mi piace molto Il Buio gli apriva ma non mi hanno detto nulla.

Comunque se ti piaciono i FASK se non li hai mai sentiti dovrebbero piacerti gli Zen, l'ultimo singolo lo trovo grandioso (che per dire a me Appino in singolo non piace, sentito live credo 4-5 volte, i testi di alcune canzoni mi piaciono "Il Testamento" o "Rockstar" ma dal vivo meh):

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=ns7X0k54VSA[/youtube]


Poi vabbè io per varie cose ho seguo parecchio la scena bergamasca, ci sono alcuni che meritano un ascolto: Pinguini Tattici Nucleari, Minosse Sexy Club, Pesci Solubili, Montag, Claudia is on the Sofa o Giorginess.

Non ho avuto modo di leggere le ultime pagine, ma avete già parlato dei Fine Before You Came? Ché secondo me si mettono nel tascapane gran parte dei gruppuscoli citati e suonano pure alla sagra della melanzana a funghetto se necessario:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=YPOSBTnmO6U[/youtube]

Ah sì, i Fine li conosco e apprezzo.
Altro gruppo da sagre di paese (dove paradossalmente suonano e si divertono molto ma molto di più che in un Alcatraz) sono i Marta, sentiti nel giro di un mese in un festival dove comunque il pubblico li consoceva e hanno suonato bene per carità ma meno intensamente rispetto all'altra data in una sagra paesana dove a conoscerli eravamo in una decina, il resto vecchietti e giovani del posto.

Scusate se mi intrometto, ma visto che la musica è la mia più grande passione, voglio anche io dire la mia.
Diciamo che questa invasione del mondo indie anche nel mercato mainstream (per quanto mi facciano cagare entrambi come definizione, visto che il mio concetto di musica è qualcosa che non va in base alla "commmerciabilità", ma in base ad altre cose), da una parte è buona, ma dall'altra è stata deleteria.
Per me la musica indipendente ha avuto tre fasi ben distinte in Italia. La prima fase è stata quella della "creazione", nato tutto con il successo di quel genio di Lindo Ferretti che ha saputo portare l'attenzione su di un tipo di musica che, fino a quel momento, era considerata quasi per nulla, e che ha visto il suo sviluppo con il sacro Quartetto Verdena - Afterhours - Marlene - TARM che hanno saputo prendere in mano una scena praticamente inesistente (che è nata grazie sia ai già citati CCCP, sia al The Great Complotto e a tutto ciò che è successo a Pordenone alla fine degli anni 80, capitanati da Toffolo), e portare attenzione sulla scena indipendente. Poi, la seconda face è stata quella della "semina", ossia i Bluvertigo, i primi Subsonica, Dente, Bugo, Baustelle e così via che tra la fine degli anni 90 e l'inizio del nuovo millennio hanno portato nuovi modi di parlare e di suonare, portando la contaminazione, ma anche la semplicità. E poi c'è stata la terza fase, che per me è coincisa con l'esplosione dei Social Network e, allo stesso tempo, di Contessa, Brondi e dello Stato (a me i Cani piacciono, mentre lo Stato, per quanto apprezzi certi loro testi, proprio non li riesco a digerire, mentre Brondi mi è indifferente), dove si è spaccata quella sensazione di essere musica "di serie B" (intendo a livello di successo di pubblico e di conoscenza), e hanno iniziato ad avere proseliti anche da persone che mai avrebbero pensato di ascoltare un determinato tipo di musica. Si è persa, a mio avviso, un po' di "profondità" dei testi per avere la frase ad effetto o per usare le metafore che magari sembrano poetiche o profonde ma non ti lasciano nulla. E, se da un lato questo è un bene, visto che si è fatta finalmente luce su gruppi ed artisti che erano fin troppo ignorati o tralasciati, dall'altro si è portato al fatto che ormai nel mondo indie puoi trovare di tutto, e quindi trovi catalogati come tali gente come Di Leo o Pop_X, gente come Barro o come Motta, ossia canzoni, gruppi, artisti che spesso sono tutto e il contrario di tutto. C'è torppo sopraffolamento, e quindi è più difficile trovare gente che vale in un mare di gente mediocre o almeno sufficiente.
Questo è quello che penso, Agnelli ha avuto successo perchè, quando sono esplosi, lui era l'unico a fare quel tipo di musica (e che musica, direi), ora avrebbero molte più difficoltà a uscire fuori.
Non so se è stato chiaro come discorso.

E i Quintorigo don Di Leo, kristo!

georges bataille ha scritto:E i Quintorigo don Di Leo, kristo!

Si, ma per quanto io ami i Quintorigo, c'è da dire che comunque, già negli anni 90, venivano considerati di meno rispetto al sacro quartetto che ho citato sopra. Però, per me, questo è pure per il fatto che comunque i Quintorigo, per un certo tipo di pubblico, erano più "difficili" da apprezzare, e quindi ci stava che magari non arrivavano a tutti subito.
Un po' come gli Area, apprezzati a pieno solo anni dopo.

Per dire io sull'inserimento nella categoria "indie" o "indie/mainstream" vedo un attimo dove suonano e quanta gente fanno.
Parliamo di Garrincha, tralasciando L'Orso che sta cercando il salto nel secondo gruppo ma senza riuscirci appieno (apprezzo i loro primi EP, ma gli ultimi due dischi li trovo robetta, non a caso formazione ex novo tranne Mattia Barro), tu hai in contemporanea Lo Stato che fa sold-out all'Alcatraz sul palco grande e poche settimane dopo l'Officina che suona al Lio Bar di Brescia dove ti fanno 100 persone se va bene. Ecco questa la vedo come una netta distinzione tra un catalogamento più legato alla vendibilità che alla sonorità.

Non commento altrimenti partirebbe un flame violentissimo

Jeff Hardy 18 ha scritto:Per dire io sull'inserimento nella categoria "indie" o "indie/mainstream" vedo un attimo dove suonano e quanta gente fanno.
Parliamo di Garrincha, tralasciando L'Orso che sta cercando il salto nel secondo gruppo ma senza riuscirci appieno (apprezzo i loro primi EP, ma gli ultimi due dischi li trovo robetta, non a caso formazione ex novo tranne Mattia Barro), tu hai in contemporanea Lo Stato che fa sold-out all'Alcatraz sul palco grande e poche settimane dopo l'Officina che suona al Lio Bar di Brescia dove ti fanno 100 persone se va bene. Ecco questa la vedo come una netta distinzione tra un catalogamento più legato alla vendibilità che alla sonorità.

NE ragionavo l'altro giorno con una persona che è dentro, per un paio di motivi, la gestione di band e di eventi live, e mi ha detto che attualmente l'unico "genere" che ti porta gente al pubblico e ti da i sold-out, escludendo ovviamente i grandi eventi o la gente che viene dall'estero, è proprio l'indie, che sta crescendo a dismisura, anche più dell'esplosione del rap che sta, lentamente, scemando. Ormai certi numeri che fanno determinate band o artisti una buona parte degli artisti pop di oggi li invidia, e molto. Il punto è questo, è che il pubblico "indie", è un pubblico che magari si fa sentire meno a livello di vendite di dischi, ma che compensa con una grandissima presenza ai concerti delle loro band, che è, attualmente, l'unico vero modo che ha un cantante o un gruppo per fare soldi, visto che di dischi in Italia, esclusi quelli dei grandi nomi, se ne vendono ben pochi (e i numeri su Itunes sono MOOOOLTO più bassi di quanto uno ci si aspetta, anche per i grandi nomi).

Se di dischi CD se ne vendono pochi pensate quanti ne bastino per arrivare al primo posto nella classifica di vendite del vinile.
Bugo è arrivato al primo posto, quanti ne avrà venduti? Secondo me nemmeno 200.

Depeche boy ha scritto:Se di dischi CD se ne vendono pochi pensate quanti ne bastino per arrivare al primo posto nella classifica di vendite del vinile.
Bugo è arrivato al primo posto, quanti ne avrà venduti? Secondo me nemmeno 200.

Conta che la classifica Itunes tanto decantata da certi artisti è una mezza truffa, visto che gli artisti più quotati, per essere ai primi posti, basta che vendono canzoni nell'ambito delle migliaia, una media di 2.000-3.000 scaricamenti e ci sei in classifica tra i primi 10. Che è praticamente zero.

La situazione CD è un attimo più complessa, in quanto ormai le grandi vendite li fanno giusto quei 15-20 nomi ormai nell'olimpo della musica italiana e poco altro, escludendo mostri sacri come Mina, Celentano o Vasco Rossi che andrebbero ai primi posti pure se fanno un album di soli rutti.
Certo, ci sono stati degli exploit, tipo il primo posto (meritatissimo, visto il disco meraviglioso fatto) di Fabi qualche tempo fa o quello anche degli Afterhours, ma poi sono praticamente usciti subito dalla classifica.
E i giovani ormai non hanno la cultura del disco, anche se si sta riscoprendo sempre più il vinile, ma più per una questione di colleionismo e perché fa figo, che per una vera voglia di ascoltare dischi in vinile.

Bugo cazzo.
°_°