Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
ecco come si spiega che sembrano più rotondette rispetto a 4 mesi fa?
Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Non penso abbian potuto fare molta attività fisicaBiada ha scritto:ecco come si spiega che sembrano più rotondette rispetto a 4 mesi fa?
- Jolly
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
12lefthook ha scritto: spiegati ragazzo. Tutto quello che ho scritto arriva da testate nazionali e regionali e interviste dei genitori fatte mesi fa prima del silenzio stampa. Ma del resto pensare che internet sia fatto solo da blogger e siti sugli illuminati fa fighi. La demagogia tira sempre.
Certo

Ma dimmi, da te i volontari sono tutti specializzati in fisica nucleare?
D'altronde è da sempre il requisito fondamentale per dare una mano

- Mds32
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Però non penso neanche che abbiano fatto lauti banchetti, a meno che con il cambiare dei tempi gli aguzzini adesso abbiano l'abitudine di rimpinzare la gente che minacciano di uccidereThe Fake ha scritto: Non penso abbian potuto fare molta attività fisica
Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
La questione è molto semplice:
hanno fatto una mega pirlata, in quellezone di GUERRA non si va come a fare una scampagnata a cernusco sul naviglio...
chi parla di riscatto non è stato pagato:
(se siete cosi mentecatti da pensare che ve lo dicano che hanno pagato dei terroristi meehhhhhhhhhhhhh)
chi paragona marò a ste due incoscenti :
Siccome qualcuno le ha aiutate ad andare li , loro sono più responsabili di queste 2 ragazze che anceh se animate da buoni motivi hanno fatto una pirlata. chi le ha aiutate ad entrare in siria sono da prendere a calci nelle gengive.
Ps: per quello che riguarda i marò immagino che sia prassi andare a pesca in india con un AK47 e che è notoriamente il mare più tranquillo del mondo (i pirati li mica ci sono), come andare a pesca ad alba adriatica...
e immagino che sia anche regolare rompere i coglioni alle navi in acque internazionali... 
hanno fatto una mega pirlata, in quellezone di GUERRA non si va come a fare una scampagnata a cernusco sul naviglio...
chi parla di riscatto non è stato pagato:

chi paragona marò a ste due incoscenti :

Siccome qualcuno le ha aiutate ad andare li , loro sono più responsabili di queste 2 ragazze che anceh se animate da buoni motivi hanno fatto una pirlata. chi le ha aiutate ad entrare in siria sono da prendere a calci nelle gengive.
Ps: per quello che riguarda i marò immagino che sia prassi andare a pesca in india con un AK47 e che è notoriamente il mare più tranquillo del mondo (i pirati li mica ci sono), come andare a pesca ad alba adriatica...


- Delphi
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Va bene: avete ragione voi.
Due hipster da centro sociale che la danno a tutti e che vanno ai cortei gridando "ACAB!" e "NO TAV!" hanno pensato "ehi, che ne dici se andiamo in un posto del terzo mondo così possiamo tirarcela facendoci i selfie con i bambini negretti?" "ottima idea! ma dove possiamo andare?" "mah, ultimamente parlano di un posto... la Siria... un posto nell'Africa, sai... che ne dici?" "ok!", e poi una volta arrivate là "oh cazzo ma qui c'è la guerra!"
E poi sono state brave a fingere un rapimento per ottenere 12 milioni e diventare una star
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Il ministro Paolo Gentiloni, protagonista in Parlamento di una difesa a spada tratta di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, avrebbe fatto meglio a consultarsi prima con i carabinieri del Ros. Carabinieri che, magari, avrebbero potuto mostrare pure a lui le intercettazioni delle telefonate, pubblicate da Il Fatto Quotidiano , tra le due suffragette lombarde e alcuni fiancheggiatori dei gruppi jihadisti siriani.
Telefonate assai scomode e imbarazzanti. Telefonate da cui emerge con chiarezza come le due ragazzine non ambissero al ruolo di crocerossine neutrali, ma piuttosto a quello di militanti schierate e convinte.
Militanti tradite dai propri stessi «amichetti» e riportate a casa solo grazie al trasferimento nella cassaforte della formazione al qaidista di Jabat Al Nusra, o di qualche altro gruppetto jihadista, di una decina di milioni di euro sottratti ai cittadini italiani. Milioni con cui i fanatici siriani, o quelli europei passati per le loro fila, potrebbero ora organizzare qualche atto di terrorismo in Italia o altrove nel Vecchio Continente.
Che Greta e Vanessa progettassero di mettere in piedi qualcosa di diverso da una normale organizzazione umanitaria, Il Giornale lo aveva intuito subito dopo il sequestro. Esaminando su Facebook le gallerie fotografiche di «Horryaty» - l'associazione creata assieme al 46enne fabbro di Varese Roberto Andervill - quel che più saltava agli occhi era l'aspetto chiaramente «militare» dei «kit di pronto soccorso» distribuiti da Greta e Vanessa in Siria. I kit, contenuti in tascapane mimetici indossabili a tracolla, assomigliavano più a quelli in dotazione a militanti armati o guerriglieri che non a quelli utilizzati da infermieri o personale paramedico civile. Anche perché la prima attenzione di medici e infermieri indipendenti impegnati sui fronti di guerra non è quella di mimetizzarsi ma piuttosto di venir facilmente identificati come personaggi neutrali, non coinvolti con le parti in conflitto. Un concetto assolutamente estraneo a Greta Vanessa.
Nelle telefonate scambiate prima di partire con Mohammed Yaser Tayeb - un 47enne siriano trasferitosi ad Anzola in provincia di Bologna ed identificato nelle intercettazioni del Ros come un militante islamista - Greta Ramelli spiega esplicitamente di voler «offrire supporto al Free Syrian Army», la sigla (Esercito Libero Siriano) che riunisce le formazioni jihadiste non legate al gruppo alaaidista di Jabat Al Nusra o allo Stato Islamico. L'acquisto dei kit di pronto soccorso mimetici da parte di Greta e Vanessa è documentato dalle ricevute pubblicate sul sito di Horryaty il 12 maggio di quest'anno, subito dopo la prima trasferta siriana delle due «cooperanti». La ricevuta, intestata a Vanessa Marzullo, certifica l'acquisto in Turchia di 45 kit al costo di 720 lire turche corrispondenti al cambio dell'epoca a circa 246 euro. La parte più interessante è però la spiegazione sull'utilizzo di quei kit. Nel rapporto pubblicato su Horryaty, Greta e Vanessa riferiscono con precisione dove hanno spedito o portato latte, alimenti per bambini, medicine e ogni altro genere di conforto non «sospetto». Quando devono spiegare dove sono finiti quei tascapane mimetici annotano solo l'iniziale «B.» facendo intendere di parlare di un avamposto militare dei gruppi armati il cui nome completo non è divulgabile per ragioni di sicurezza.
Nelle telefonate con l'«amichetto» Tayeb registrate dai Ros, Greta Ramelli si spinge invece più in là. In quelle chiacchierate Greta spiega che i kit verranno distribuiti «a gruppi di combattimento composti solitamente da 14 persone». Spiegazione plausibile e circostanziata visto che in ambito militare una squadra combattente, dotata di uno specialista para-medico, conta per l'appunto dalle 12 alle 15 unità. L'elemento più inquietante, annotato dai Carabinieri del Ros a margine delle intercettazioni, sono però i contatti tra l'«amichetto» Tayeb e Maher Alhamdoosh, un militante siriano iscritto all'Università di Bologna e residente a Casalecchio del Reno. Con Maher Alhamdoosh s'erano coordinati - guarda un po' il caso e la sfortuna - anche Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabous, i giornalisti italiani protagonisti nella primavera 2013 di un reportage in Siria conclusosi anche in quel caso con un bel sequestro. Un sequestro seguito da immancabile ed esoso riscatto pagato, anche allora, dai generosi contribuenti italiani.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 83856.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Telefonate assai scomode e imbarazzanti. Telefonate da cui emerge con chiarezza come le due ragazzine non ambissero al ruolo di crocerossine neutrali, ma piuttosto a quello di militanti schierate e convinte.
Militanti tradite dai propri stessi «amichetti» e riportate a casa solo grazie al trasferimento nella cassaforte della formazione al qaidista di Jabat Al Nusra, o di qualche altro gruppetto jihadista, di una decina di milioni di euro sottratti ai cittadini italiani. Milioni con cui i fanatici siriani, o quelli europei passati per le loro fila, potrebbero ora organizzare qualche atto di terrorismo in Italia o altrove nel Vecchio Continente.
Che Greta e Vanessa progettassero di mettere in piedi qualcosa di diverso da una normale organizzazione umanitaria, Il Giornale lo aveva intuito subito dopo il sequestro. Esaminando su Facebook le gallerie fotografiche di «Horryaty» - l'associazione creata assieme al 46enne fabbro di Varese Roberto Andervill - quel che più saltava agli occhi era l'aspetto chiaramente «militare» dei «kit di pronto soccorso» distribuiti da Greta e Vanessa in Siria. I kit, contenuti in tascapane mimetici indossabili a tracolla, assomigliavano più a quelli in dotazione a militanti armati o guerriglieri che non a quelli utilizzati da infermieri o personale paramedico civile. Anche perché la prima attenzione di medici e infermieri indipendenti impegnati sui fronti di guerra non è quella di mimetizzarsi ma piuttosto di venir facilmente identificati come personaggi neutrali, non coinvolti con le parti in conflitto. Un concetto assolutamente estraneo a Greta Vanessa.
Nelle telefonate scambiate prima di partire con Mohammed Yaser Tayeb - un 47enne siriano trasferitosi ad Anzola in provincia di Bologna ed identificato nelle intercettazioni del Ros come un militante islamista - Greta Ramelli spiega esplicitamente di voler «offrire supporto al Free Syrian Army», la sigla (Esercito Libero Siriano) che riunisce le formazioni jihadiste non legate al gruppo alaaidista di Jabat Al Nusra o allo Stato Islamico. L'acquisto dei kit di pronto soccorso mimetici da parte di Greta e Vanessa è documentato dalle ricevute pubblicate sul sito di Horryaty il 12 maggio di quest'anno, subito dopo la prima trasferta siriana delle due «cooperanti». La ricevuta, intestata a Vanessa Marzullo, certifica l'acquisto in Turchia di 45 kit al costo di 720 lire turche corrispondenti al cambio dell'epoca a circa 246 euro. La parte più interessante è però la spiegazione sull'utilizzo di quei kit. Nel rapporto pubblicato su Horryaty, Greta e Vanessa riferiscono con precisione dove hanno spedito o portato latte, alimenti per bambini, medicine e ogni altro genere di conforto non «sospetto». Quando devono spiegare dove sono finiti quei tascapane mimetici annotano solo l'iniziale «B.» facendo intendere di parlare di un avamposto militare dei gruppi armati il cui nome completo non è divulgabile per ragioni di sicurezza.
Nelle telefonate con l'«amichetto» Tayeb registrate dai Ros, Greta Ramelli si spinge invece più in là. In quelle chiacchierate Greta spiega che i kit verranno distribuiti «a gruppi di combattimento composti solitamente da 14 persone». Spiegazione plausibile e circostanziata visto che in ambito militare una squadra combattente, dotata di uno specialista para-medico, conta per l'appunto dalle 12 alle 15 unità. L'elemento più inquietante, annotato dai Carabinieri del Ros a margine delle intercettazioni, sono però i contatti tra l'«amichetto» Tayeb e Maher Alhamdoosh, un militante siriano iscritto all'Università di Bologna e residente a Casalecchio del Reno. Con Maher Alhamdoosh s'erano coordinati - guarda un po' il caso e la sfortuna - anche Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabous, i giornalisti italiani protagonisti nella primavera 2013 di un reportage in Siria conclusosi anche in quel caso con un bel sequestro. Un sequestro seguito da immancabile ed esoso riscatto pagato, anche allora, dai generosi contribuenti italiani.
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
..Gasparri
..sto morendo
..ha letto un fake di piovegovernoladro e ha pensato fosse talmente vero da commentarlo su twitter , ma quanto bisogna essere rintronati ???
ex ministro delle comunicazioni
hhahahahahahaha


..sto morendo




..ha letto un fake di piovegovernoladro e ha pensato fosse talmente vero da commentarlo su twitter , ma quanto bisogna essere rintronati ???
ex ministro delle comunicazioni

hhahahahahahaha
Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Delphi ha scritto:Va bene: avete ragione voi.
Due hipster da centro sociale che la danno a tutti e che vanno ai cortei gridando "ACAB!" e "NO TAV!" hanno pensato "ehi, che ne dici se andiamo in un posto del terzo mondo così possiamo tirarcela facendoci i selfie con i bambini negretti?" "ottima idea! ma dove possiamo andare?" "mah, ultimamente parlano di un posto... la Siria... un posto nell'Africa, sai... che ne dici?" "ok!", e poi una volta arrivate là "oh cazzo ma qui c'è la guerra!"![]()
E poi sono state brave a fingere un rapimento per ottenere 12 milioni e diventare una star
molto più semplicemente 2 ragazzine piene di ideali vengono sfruttate per fare soldi facili tramite un riscatto.
Punto
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Gasparri ad un giornalista de La Repubblica: "Io sono contrario al pagamento del riscatto. Anzi, scriva che se rapiscono me, non voglio che il governo, di destra o di sinistra, paghi."
Cosa aspettano?
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Sono felice per le due ragazze e per le loro famiglie, ma pagare il riscatto (se le hanno liberate hanno avuto qualcosa in cambio) è una cosa sbagliata.
Non per i 12 milioni, potrebbero essere anche 200.000 euro o 20 milioni e non cambierebbe nulla, l'italia non va certo in fallimento per cifre cosi infime rispetto ad un pil ancora altissimo nonostante la crisi, il problema è che adesso quando una cellula terroristica vorrà finanziarsi saprà chi andare a cercare. Chiunque operi in quelle zone, se ha il passaporto italiano, è un bancomat con due gambe.
Non per i 12 milioni, potrebbero essere anche 200.000 euro o 20 milioni e non cambierebbe nulla, l'italia non va certo in fallimento per cifre cosi infime rispetto ad un pil ancora altissimo nonostante la crisi, il problema è che adesso quando una cellula terroristica vorrà finanziarsi saprà chi andare a cercare. Chiunque operi in quelle zone, se ha il passaporto italiano, è un bancomat con due gambe.
Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
di trovare qualcuno disposto a rapire gasparri e soprattutto a tenerselo...Delphi ha scritto:Gasparri ad un giornalista de La Repubblica: "Io sono contrario al pagamento del riscatto. Anzi, scriva che se rapiscono me, non voglio che il governo, di destra o di sinistra, paghi."
Cosa aspettano?

- Jeff Hardy 18
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Dal 2001 a oggi hanno rapito 60 italiani.Corilo1 ha scritto:Sono felice per le due ragazze e per le loro famiglie, ma pagare il riscatto (se le hanno liberate hanno avuto qualcosa in cambio) è una cosa sbagliata.
Non per i 12 milioni, potrebbero essere anche 200.000 euro o 20 milioni e non cambierebbe nulla, l'italia non va certo in fallimento per cifre cosi infime rispetto ad un pil ancora altissimo nonostante la crisi, il problema è che adesso quando una cellula terroristica vorrà finanziarsi saprà chi andare a cercare. Chiunque operi in quelle zone, se ha il passaporto italiano, è un bancomat con due gambe.
Non è che "da adesso ci rapiranno tutti!!1111111!!!one".
- FoleyIsGod
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Re: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo libere
Dopo Libero che chiede se Greta e Vanessa devono lavorare e restituire i soldi del riscatto, pure Il Giornale cavalca l'onda del processo popolare del web presentando un articolo pieno di pregiudizi: da quando la prova delle loro amicizie jiadhiste è una semplice tracolla color verde mimetico (ignorando poi l'adesivo della protezione civile turca) ? Se li volevano aiutare segretamente non credo che pubblicavano le foto su FB. Per il giornalista poi gli oppositori al regime siriano sarebbero tutti jiadhisti. D'altronde un articolo che usa parole come "ragazzine" e "amichetto" cosa ci si può aspettare.Mds32 ha scritto:Il ministro Paolo Gentiloni, protagonista in Parlamento di una difesa a spada tratta di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, avrebbe fatto meglio a consultarsi prima con i carabinieri del Ros. Carabinieri che, magari, avrebbero potuto mostrare pure a lui le intercettazioni delle telefonate, pubblicate da Il Fatto Quotidiano , tra le due suffragette lombarde e alcuni fiancheggiatori dei gruppi jihadisti siriani.
Telefonate assai scomode e imbarazzanti. Telefonate da cui emerge con chiarezza come le due ragazzine non ambissero al ruolo di crocerossine neutrali, ma piuttosto a quello di militanti schierate e convinte.
Militanti tradite dai propri stessi «amichetti» e riportate a casa solo grazie al trasferimento nella cassaforte della formazione al qaidista di Jabat Al Nusra, o di qualche altro gruppetto jihadista, di una decina di milioni di euro sottratti ai cittadini italiani. Milioni con cui i fanatici siriani, o quelli europei passati per le loro fila, potrebbero ora organizzare qualche atto di terrorismo in Italia o altrove nel Vecchio Continente.
Che Greta e Vanessa progettassero di mettere in piedi qualcosa di diverso da una normale organizzazione umanitaria, Il Giornale lo aveva intuito subito dopo il sequestro. Esaminando su Facebook le gallerie fotografiche di «Horryaty» - l'associazione creata assieme al 46enne fabbro di Varese Roberto Andervill - quel che più saltava agli occhi era l'aspetto chiaramente «militare» dei «kit di pronto soccorso» distribuiti da Greta e Vanessa in Siria. I kit, contenuti in tascapane mimetici indossabili a tracolla, assomigliavano più a quelli in dotazione a militanti armati o guerriglieri che non a quelli utilizzati da infermieri o personale paramedico civile. Anche perché la prima attenzione di medici e infermieri indipendenti impegnati sui fronti di guerra non è quella di mimetizzarsi ma piuttosto di venir facilmente identificati come personaggi neutrali, non coinvolti con le parti in conflitto. Un concetto assolutamente estraneo a Greta Vanessa.
Nelle telefonate scambiate prima di partire con Mohammed Yaser Tayeb - un 47enne siriano trasferitosi ad Anzola in provincia di Bologna ed identificato nelle intercettazioni del Ros come un militante islamista - Greta Ramelli spiega esplicitamente di voler «offrire supporto al Free Syrian Army», la sigla (Esercito Libero Siriano) che riunisce le formazioni jihadiste non legate al gruppo alaaidista di Jabat Al Nusra o allo Stato Islamico. L'acquisto dei kit di pronto soccorso mimetici da parte di Greta e Vanessa è documentato dalle ricevute pubblicate sul sito di Horryaty il 12 maggio di quest'anno, subito dopo la prima trasferta siriana delle due «cooperanti». La ricevuta, intestata a Vanessa Marzullo, certifica l'acquisto in Turchia di 45 kit al costo di 720 lire turche corrispondenti al cambio dell'epoca a circa 246 euro. La parte più interessante è però la spiegazione sull'utilizzo di quei kit. Nel rapporto pubblicato su Horryaty, Greta e Vanessa riferiscono con precisione dove hanno spedito o portato latte, alimenti per bambini, medicine e ogni altro genere di conforto non «sospetto». Quando devono spiegare dove sono finiti quei tascapane mimetici annotano solo l'iniziale «B.» facendo intendere di parlare di un avamposto militare dei gruppi armati il cui nome completo non è divulgabile per ragioni di sicurezza.
Nelle telefonate con l'«amichetto» Tayeb registrate dai Ros, Greta Ramelli si spinge invece più in là. In quelle chiacchierate Greta spiega che i kit verranno distribuiti «a gruppi di combattimento composti solitamente da 14 persone». Spiegazione plausibile e circostanziata visto che in ambito militare una squadra combattente, dotata di uno specialista para-medico, conta per l'appunto dalle 12 alle 15 unità. L'elemento più inquietante, annotato dai Carabinieri del Ros a margine delle intercettazioni, sono però i contatti tra l'«amichetto» Tayeb e Maher Alhamdoosh, un militante siriano iscritto all'Università di Bologna e residente a Casalecchio del Reno. Con Maher Alhamdoosh s'erano coordinati - guarda un po' il caso e la sfortuna - anche Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabous, i giornalisti italiani protagonisti nella primavera 2013 di un reportage in Siria conclusosi anche in quel caso con un bel sequestro. Un sequestro seguito da immancabile ed esoso riscatto pagato, anche allora, dai generosi contribuenti italiani.
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Posso capire non essere d'accordo sul riscatto pagato o sull'opportunità di andare in zone critiche del continente ma insultare (perchè questo non è criticare) Greta, Vanessa e le loro famiglie lo trovo ignobile.