conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
- ektor baboden81
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Il fatto che un wrestler finisca in posizione per subire la finisher lo posso capire... ma devono essere posizioni credibili. Un pò come quelle dei videogiochi, per intenderci: in piedi stordito, accasciato, contro il paletto, alle corde eccetera eccetera... La 619 è proprio una porcata, la peggior finisher che io abbia mai visto: se sai che stai lottando contro Rey basta non finire MAI in quella posizione, e non ditemi che è impossibile...
Ogni tanto altre piccole cose mi fan cascare le palle.
Piccolezze, ma che rendono lo spettacolo meno godibile a mio parere.
Per dirne una: Jericho che per tutta la durata del suo stint tenta praticamente in ogni match il Lionsault non andando MAI a segno. Ma che è, sei scemo che continui a farlo?
Ogni tanto altre piccole cose mi fan cascare le palle.
Piccolezze, ma che rendono lo spettacolo meno godibile a mio parere.
Per dirne una: Jericho che per tutta la durata del suo stint tenta praticamente in ogni match il Lionsault non andando MAI a segno. Ma che è, sei scemo che continui a farlo?
- Straight Edge
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Ma è Rey che ti manda in quella posizione, non è che si mette lì per sfizio.uomodelmonte88 ha scritto:Il fatto che un wrestler finisca in posizione per subire la finisher lo posso capire... ma devono essere posizioni credibili. Un pò come quelle dei videogiochi, per intenderci: in piedi stordito, accasciato, contro il paletto, alle corde eccetera eccetera... La 619 è proprio una porcata, la peggior finisher che io abbia mai visto: se sai che stai lottando contro Rey basta non finire MAI in quella posizione, e non ditemi che è impossibile...
L'unica cosa che mi da fastidio oltre all'Hot Tag è l'arbitro che si sveglia solo per contare il pin vincente.
- uomodelmonte88
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Eh, capisco, però come posizione è abbastanza "casuale" e evitabile per ipotizzare che in ogni singolo match Rey riesca a mandarci l'avversario...Straight Edge ha scritto:
Ma è Rey che ti manda in quella posizione, non è che si mette lì per sfizio.
- KingOfHell1984
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Mi ricordo uno steel cage di Rey contro Eddie quando Latino Heat finì apposta in quella posizione e guardava Rey col suo ghigno beffardo perché non poteva fare la 619...potrebbero fare più steel cage con Rey così si evita quella finisher assurda.uomodelmonte88 ha scritto:
Eh, capisco, però come posizione è abbastanza "casuale" e evitabile per ipotizzare che in ogni singolo match Rey riesca a mandarci l'avversario...
- eric cantona
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
nn è una finisher...semmai è una trademark move...rey chiude con il frog splash...KingOfHell1984 ha scritto:
Mi ricordo uno steel cage di Rey contro Eddie quando Latino Heat finì apposta in quella posizione e guardava Rey col suo ghigno beffardo perché non poteva fare la 619...potrebbero fare più steel cage con Rey così si evita quella finisher assurda.
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
innanzitutto ringrazio per aver citato una mia risposta e averla usata come thread (è la prima volta che mi succede)
beh ovviamene non posso che "ri quotarmi" ed essere d'accrodo con quanto avevo già detto.
I discorsi che ne sono seguiti sono tutti giusti perchè ok lo sappiamo E' WRESTLING e certe scelte sceniche aiutano i comeback, sono clichès che inducono subito nel pubblico un certo stato d'animo e facilitano quindi la "digestione dello storytelling".
Però esiste un limite..cioè dai, certe cose sono sempre TROPPO prevedibili, anche dal lato mark mi viene da pensare che non ci sia "strategia" da parte di un atleta che ne affronta un altro.
ma io mi studierei i pti di forza del mio avversario (almeno in PPV) cercando di azzerare i suoi momentum!
non a caso sarebbe d'uopo cercare di costruire diversi tipi di "sequenza d'ingresso", ok la finisher è quella (e anche qui ne avrei da discutere perchè fino a qualche anno fa si fregavano le finsiher a vicenda che era un piacere e oggi sono tutti ben piantati in un moveset che non "se ne esce ma proprio una roba guarda io c'ho provato niente" [cit. maccio]).
Cioè se le mosse di joMo (cito uno dei miei preferiti perchè non volevo flammare contro Cena) sono la ginocchaita in corsa, lo springboard reverse enzuigiri (o quel che è), lo starship pain etc etc...ma io farò di TUTTO per non ritrovarmi in certe condizioni.
traducendo smart: insomam condurrei il match cercando di raccontare che in certe mosse non ci voglio prorpio finire, metterei dell'elasticità del mio comportamento in ring...certo è che questo costringerebbe il mio avversario a essere elastico pure lui e quindi magari a dover inserire delle mosse nuove (oh ma guarda...orton che fa la powerbomb e l'olympic slam da niente!).
cioè insomma..credo che alla fine il vero problema sia la riduzione (la fine di trademarkizzare un lottatore lo so) eccessiva del moveset che comporta inevitabilmente una serie di matches tutti identici.
EDIT: scrivo di merda!
beh ovviamene non posso che "ri quotarmi" ed essere d'accrodo con quanto avevo già detto.
I discorsi che ne sono seguiti sono tutti giusti perchè ok lo sappiamo E' WRESTLING e certe scelte sceniche aiutano i comeback, sono clichès che inducono subito nel pubblico un certo stato d'animo e facilitano quindi la "digestione dello storytelling".
Però esiste un limite..cioè dai, certe cose sono sempre TROPPO prevedibili, anche dal lato mark mi viene da pensare che non ci sia "strategia" da parte di un atleta che ne affronta un altro.
ma io mi studierei i pti di forza del mio avversario (almeno in PPV) cercando di azzerare i suoi momentum!
non a caso sarebbe d'uopo cercare di costruire diversi tipi di "sequenza d'ingresso", ok la finisher è quella (e anche qui ne avrei da discutere perchè fino a qualche anno fa si fregavano le finsiher a vicenda che era un piacere e oggi sono tutti ben piantati in un moveset che non "se ne esce ma proprio una roba guarda io c'ho provato niente" [cit. maccio]).
Cioè se le mosse di joMo (cito uno dei miei preferiti perchè non volevo flammare contro Cena) sono la ginocchaita in corsa, lo springboard reverse enzuigiri (o quel che è), lo starship pain etc etc...ma io farò di TUTTO per non ritrovarmi in certe condizioni.
traducendo smart: insomam condurrei il match cercando di raccontare che in certe mosse non ci voglio prorpio finire, metterei dell'elasticità del mio comportamento in ring...certo è che questo costringerebbe il mio avversario a essere elastico pure lui e quindi magari a dover inserire delle mosse nuove (oh ma guarda...orton che fa la powerbomb e l'olympic slam da niente!).
cioè insomma..credo che alla fine il vero problema sia la riduzione (la fine di trademarkizzare un lottatore lo so) eccessiva del moveset che comporta inevitabilmente una serie di matches tutti identici.
EDIT: scrivo di merda!
- James Butler
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Era meglio quando si stava peggio. Meglio gli incontri settimanali contro dei jobber qualsiasi oppure le sfide odierne tra superstar? Edge vs Undertaker, con la rated r superstar maga delle reverse, non è successo tanto tempo fa. Il wrestling si muove attraverso un codice. Ci piaccia o no. Negli anni, più o meno, rimasto invariato. Il codice permette ai performer di affrontarsi sul ring. C'è chi il codice lo legge, lo digerisce e lo interpreta nel migliore dei modi (i grandi storyteller), c'è chi lo 'usa' semplicemente per mettere in scena il proprio compito settimanale. In letteratura si potrebbe tranquillamente accostarlo allo stile indiretto libero (la maggior parte dei romanzi è scritta in questa maniera). Che differenza passa tra un modesto scrittore di romanzi d'avventura a la Clive Cussler (non me ne vogliano i suoi numerosi estimatori) e Henry James? A parte l'ovvietà della risposta mi concentrerei sul minimo comune denominatore che questo paragone può avere con la nostra disciplina. E sapete quale è? Che lo stile indiretto libero è alla sua massima potenza quando è invisibile o impercettibile. Cioè quando stai guardando il match, e l'ultima cosa a cui stai pensando è a quanto è buffo che tizio non faccia nulla per evitare di stare a penzoloni appeso alle corde, perchè si sa che di li a poco arriverà Rey con la 619. E allora? Si è già discusso più volte su queste pagine di quanto il pro-wrestling ci chieda per essere goduto appieno, e di cosa è legittimo aspettarci e chiedere dallo stesso. Solo su una cosa non posso soprassedere (ma anche di questa si è trattato abbondantemente), la coerenza. Se in un sistema o codice, accettiamo un determinato numero di azioni altrimenti impossibili (per la già citata sospensione dell'incredulità), altrettanto è vero che le stesse azioni si devono mantenere coerenti con il contesto in cui esse si svolgono. Incoerenza è vedere un Cena ricevere una ddt sul cemento e rialzarsi quasi senza danni. Coerenza è vedere Austin rimanere saldo al suo essere tutto d'un pezzo e, piuttosto che cedere alla sharpshooter di Hart, preferire svenire dal dolore. La reazione di Cena fa male al suo personaggio (perchè si avverte la forzatura e dunque il codice diviene visibile, si percepisce chiaramente), la reazione di Austin fa bene al suo personaggio (perchè rimane nel codice, ed è per l'appunto invisibile e impercettibile), oltre che coerente (dinuovo) con il character stesso del rattlesnake.
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Grazie. Ne profitto e ti faccio gli auguri!ektor baboden81 ha scritto:Uh, complimenti.
Davvero perfetto.
Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
applausi a scena aperta!James Butler ha scritto:
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
:faccinachemettegiuilcappello:James Butler ha scritto:Era meglio quando si stava peggio. Meglio gli incontri settimanali contro dei jobber qualsiasi oppure le sfide odierne tra superstar? Edge vs Undertaker, con la rated r superstar maga delle reverse, non è successo tanto tempo fa. Il wrestling si muove attraverso un codice. Ci piaccia o no. Negli anni, più o meno, rimasto invariato. Il codice permette ai performer di affrontarsi sul ring. C'è chi il codice lo legge, lo digerisce e lo interpreta nel migliore dei modi (i grandi storyteller), c'è chi lo 'usa' semplicemente per mettere in scena il proprio compito settimanale. In letteratura si potrebbe tranquillamente accostarlo allo stile indiretto libero (la maggior parte dei romanzi è scritta in questa maniera). Che differenza passa tra un modesto scrittore di romanzi d'avventura a la Clive Cussler (non me ne vogliano i suoi numerosi estimatori) e Henry James? A parte l'ovvietà della risposta mi concentrerei sul minimo comune denominatore che questo paragone può avere con la nostra disciplina. E sapete quale è? Che lo stile indiretto libero è alla sua massima potenza quando è invisibile o impercettibile. Cioè quando stai guardando il match, e l'ultima cosa a cui stai pensando è a quanto è buffo che tizio non faccia nulla per evitare di stare a penzoloni appeso alle corde, perchè si sa che di li a poco arriverà Rey con la 619. E allora? Si è già discusso più volte su queste pagine di quanto il pro-wrestling ci chieda per essere goduto appieno, e di cosa è legittimo aspettarci e chiedere dallo stesso. Solo su una cosa non posso soprassedere (ma anche di questa si è trattato abbondantemente), la coerenza. Se in un sistema o codice, accettiamo un determinato numero di azioni altrimenti impossibili (per la già citata sospensione dell'incredulità), altrettanto è vero che le stesse azioni si devono mantenere coerenti con il contesto in cui esse si svolgono. Incoerenza è vedere un Cena ricevere una ddt sul cemento e rialzarsi quasi senza danni. Coerenza è vedere Austin rimanere saldo al suo essere tutto d'un pezzo e, piuttosto che cedere alla sharpshooter di Hart, preferire svenire dal dolore. La reazione di Cena fa male al suo personaggio (perchè si avverte la forzatura e dunque il codice diviene visibile, si percepisce chiaramente), la reazione di Austin fa bene al suo personaggio (perchè rimane nel codice, ed è per l'appunto invisibile e impercettibile), oltre che coerente (dinuovo) con il character stesso del rattlesnake.
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Ma Bryan che fa cedere wrestler più grossi di lui con una presa tirata fuori dal nulla dopo aver subito tutto il match non è incoerente con ciò che il wrestling ci insegna, ovvero che è il più forte a vincere sempre?
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
[MARK]Forza e tecnica. Non scordarlo. Un wrestler come Daniel Bryan che fa della tecnica il suo punto di forza, non cade certo nell'incorerenza se per vincere fa ricorso ad essa, anzi il contrario. Sarebbe infatti incoerente se egli cominciasse a vincere con power slam su power slam contro i suoi avversari, che siano questi grandi o piccoli. Esiste un'accezione di forza più vasta di quella a cui tu di solito fai riferimento, e spesso non ha a che fare con la mera massa muscolare.[/MARK]Colosso ha scritto:Ma Bryan che fa cedere wrestler più grossi di lui con una presa tirata fuori dal nulla dopo aver subito tutto il match non è incoerente con ciò che il wrestling ci insegna, ovvero che è il più forte a vincere sempre?
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Re: conduzione di un match, ciò che ci da fastidio
Colosso non hai mai visto un match in cui un heel vince barando ?Colosso ha scritto:Ma Bryan che fa cedere wrestler più grossi di lui con una presa tirata fuori dal nulla dopo aver subito tutto il match non è incoerente con ciò che il wrestling ci insegna, ovvero che è il più forte a vincere sempre?
Per di più, il fatto di vincere dopo aver "resistito", non insegna forse che saper incassare è altrettanto importante che saper "distribuire" ?
Inoltre, se il wrestling è uno sport, e non semplicemente un esibizione, anche la strategia con cui ciascun lottatore entra in un incontro può essere fondamentale. Anche la più forte squadra di football del mondo, se sbaglia a scegliere gli schemi, perde. (Vedi i Giants che fanno un punt a un minuto dalla fine contro gli Eagles [Che cazzo gli sarà venuto in mente...] , e DeSean Jackson li punisce con uno sprint di 65 yards e un touchdown per la vittoria.)