Formula 1, terra di falsi miti e cialtroni assortiti
Il trionfo del ridicolo. Basta questa semplice frase per connotare la vera essenza della attuale F1. Gare senza anima, regolamenti strampalati voluti da dirigenti dissennati e avallati da team codardi e complici. Il GP d’Australia è stato un autentico guazzabuglio, peraltro molto noioso. Tante le verità venute a galla. Verità scomode da accettare: è bastato sentire la telecronaca prima ed i commenti post-gara poi dei giornalisti ed opinionisti RAI per averne la conferma.
Definire brutta la gara australiana appare riduttivo. Di gradevole solo il bel tracciato e la bellezza di Melbourne. Stop. 58 giri di eterno nulla, soporifero caos. Un GP che fa già primavera, sebbene sia solo il primo. Un GP che, alla faccia degli esperti formula 1-dipendenti, della FIA, di Ecclestone e di tutti coloro i quali si ostinano a rappresentare la attuale F1 con toni trionfalistici e servili, ha invece esaltato tutti i limiti di siffatta F1.
Stringi, stringi, cosa rimane in mano? Una rinnovata, obbligatoria, forzosa, coatta ed interminabile sequela di pit-stop per cambiare pneumatici, i quali, per imposizione della FIA, debbono durare poco e deteriorarsi presto (a meno che non si viaggi piuttosto calmi e beccare oltre 1 minuto alla bandiera a scacchi…). E poco importa se di mescola dura o morbida. Risultato: soste per cambi gomme a ripetizione. Non si faceva in tempo a delineare una classifica aggiornata che subito iniziava un nuovo turno di soste, con conseguenti stravolgimenti. È una roba stancante per essere gare di 1 ora e mezza, massimo 2. Un irritante circolo vizioso. Un disordine fine a sé stesso. Come, del resto, ampiamente preannunciato da chi scrive su queste stesse pagine. Spettacolo? Suvvia, non raccontiamoci balle!
Le domande sorgono spontanee. Giova alla immagine della FIA, della F1 e della Pirelli realizzare pneumatici volutamente scadenti? Si contengono i costi fabbricando una quantità immane di gomme dalla durata limitata? Si contengono i costi inscenando 2-3 pit-stop forzati per ciascun pilota? A buon intenditore…
Abbiamo, inoltre, capito (ma non ci voleva tanto…) che KERS e ala mobile servono a poco, anzi, a nulla. Non serve essere geni, ma è necessario conoscere un po’ di tecnica e masticare un po’ di corse. Il KERS, per l’ennesima volta, si è rivelato per ciò che è realmente: una sola, una buffonata, una presa in giro, una fregatura, una spesa folle, un non-senso tecnico. A vincere (anzi, a dominare!) è stata la Red Bull, sprovvista di KERS. La FIA, ci scommettiamo, riuscirà ad imporre il sedicente recupero d’energia. Tuttavia, la verità e una ed incontrovertibile: si va più veloci senza KERS. Brawn GP e Red Bull insegnano…
Il capitolo “ala mobile” incarna l’ennesima presa per i fondelli. Dopo l’abolizione dei flap mobili anteriori, buoni solo a complicare inutilmente le vetture e a scriverci un paragrafetto regolamentare, la FIA introduce l’ala mobile posteriore: la panacea alla mancanza di lotta, secondo i geni della Federazione Internazionale. Risultato: Button fa una fatica immane a passare Massa (e lo fa solo dopo aver tagliato la “esse”!), Webber non riesce a scavalcare Alonso (anzi, si allontana!), velocità di punta solo di pochissimi chilometri orari superiori a chi davanti non può usare il miracoloso congegno! E, come se non bastasse, i sorpassi (fini a sé stessi, perché poi ti devi fermare ai box…) verificatisi sono stati descritti dai mitici telecronisti RAI come frutto dell’ala mobile. Che frottola clamorosa! Fino allo scorso anno chi superava lo faceva sfruttando la scia o tirando una bella staccata, da quest’anno è tutto merito dell’ala mobile. Suvvia…!
In più, la complessità regolamentare circa le modalità di impiego si siffatta ala rende il tutto ancor più farsesco.
Infine, chiudiamo con un ultimo appunto. Ebbene, avete visto tutti le convincenti prestazioni delle McLaren, tanto in qualifica quanto in gara, ed il ritardo complessivo lamentato dalle Ferrari. Eppure, a sentire e leggere i commenti di fior fiori di esperti e giornalisti del settore, le McLaren erano date per spacciate, morte, non pervenute, e le Ferrari in linea con le Red Bull. Questa è la conferma che i test pre-campionato sono poco indicativi.
Certo è che la F1, sai che novità, sta attraversando un momento di crisi profonda, interminabile, incurabile. Vetture brutte, goffe, sgraziate, sproporzionate ed omologate, regolamenti tecnici e sportivi ignobili ed indegni, gare senza logica, ricerca ossessiva e forzosa del cosiddetto spettacolo, Todt ed Ecclestone che perdono tempo in sterili polemiche e balorde proposte tutt’altro che remote in salsa “pioggia artificiale” (e noi che ci scherzavamo su…).
Il primo decennio di F1 degli Anni 2000 si è consumato in silenzio, consegnando una eredità storica alquanto discussa e discutibile: poche, pochissime le cose da salvare, molte, moltissime quelle da buttare senza remore. Siamo ad un bivio. Le intenzioni della FIA e di Ecclestone sono chiare e manifeste: e quelle di pubblico e stampa? Una domanda lecita e legittima: a sentire la platea che segue la F1, il malcontento è palpabile e concreto, nonostante gli autodromi siano incredibilmente colmi e gli ascolti TV premino il “prodotto Formula 1″.
Il diritto di informazione e di cronaca delle vicende della F1 non può impedire ai media di esprimere il proprio dissenso; possono nasconderlo per convenienza, ma c’è, esiste e a microfoni spenti e penne ferme si fa sentire in tutto il suo fragore. Un maggior senso critico non guasterebbe affatto.
Per quanto riguarda il pubblico, be’, le sole armi sono il boicottaggio o la plateale protesta. Magari, chissà, tra un pit-stop e l’altro…
http://www.circusf1.com/2011/03/formula ... f0bfed%2C0