Continuo ad essere convinto che pochissimi sappiano i motivi di questo fantomatico blocco... consiglio quindi la lettura di quanto segue:
Come nasce lo sciopero del 9 dicembre 2013?
Tutto parte dalle associazioni di categoria dell’autotrasporto, che indicono, per il 9 dicembre 2013, un fermo nazionale.
Solo che poi succede, come capita spesso, che le medesime associazioni incontrano il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e il sottosegretario Rocco Girlanda.
Dopo l’incontro, Unatras e Anita revocano il fermo. E spiegano con un comunicato:
«Gli organi decisionali del coordinamento unitario UNATRAS (Unione Nazionale delle Associazioni dell’Autotrasporto Merci), e Anita (Associazione Nazionale Imprese Trasporti), valutate positivamente le risposte ricevute dal Ministro Lupi, in particolare sul ripristino delle agevolazioni sulle accise e sulla riduzione del costo del lavoro (INAIL) ed acquisito il protocollo d’intesa che impegna il ministero su tutte le altre criticità rappresentate, revocano il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto.
Nel risultato ottenuto c’è la consapevolezza di aver conseguito quanto principalmente richiesto dalla base associativa e che, in un Paese che vive in una situazione di drammatica emergenza ed instabilità, non si possono fare proclami che esulano dalle cose perseguibili se non si vuole scivolare nell’irresponsabilità o peggio, utilizzare l’autotrasporto per rivendicare interessi diversi».
In sostanza, si è ottenuto che lo stanziamento a favore del settore autotrasporti di 330 milioni di ero per l’anno 2014 è stato mantenuto; che verranno ripristinate le agevolzioni sulle accise per il gasolio e applicate misure per ridurre il costo del lavoro. Per quanto riguarda la situazione in Sicilia e Sardegna, scrive LiveSicilia:
«Le parti si sono altresì impegnate ad aprire un tavolo tematico sui problemi delle Isole. La Fita Regionale Cna esprime soddisfazione per il risultato, che arriva, comunque, nel contesto di una crisi forte e persistente, che penalizza, in particolare, il settore, anche a causa delle mancate risposte della politica ai problemi irrisolti legati alle carenza di infrastrutture, alla pressione fiscale, alla malaburocrazia, alla difficoltà di accesso credito e alla scarsa sicurezza».
Insomma, gli autotrasportatori delle principali sigle nazionali annullano la protesta. Tutto finito? No.
I forconi (ricorderete i “moti” siciliani dello scorso anno, gennaio 2012) non ci stanno. E decidono di proseguire.
Il tam tam si diffonde. Come? Quando chiedo all’esercente valsusina come abbia saputo dello “sciopero” mi dice che «se ne parla fra negozianti da qualche giorno», e che oggi al mercato «davano dei volantini».
Tipo?
Chi è interessato può continuare a leggere da questo sito:
http://www.polisblog.it/post/183149/lo- ... -ce-dietro
Io ho letto tutto il lungo articolo. Mai mi farei affiancare da "persone" del genere se dovessi reclamare una maggior democrazia in Italia.
Mi ricordano tanto quei miei concittadini commercianti che in questi ultimi anni sono i primi a sventolare la bandiera della legalità contro i nord-africani ambulanti che vendono in spiaggia, "dimenticando" quanto hanno rubato, mangiato e ladrato fino alla fine degli anni '80 nella mia città, lasciandola senza piani turistici a medio-lungo termine e portandola irresponsabilmente, "grazie" a quel magnifico ed italico pensiero del "giardinetto mio", alla crisi attuale.
Se ne vadano affanculo loro, i forconi, tutti coloro che non sono nemmeno capaci di leggere due righe su internet e che prendono per oro colato frasi erroneamente attribuite a Pertini.