Around the Whole World: Batigol, Gabriel Batistuta

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Celticwarrior87
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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da Celticwarrior87 »

Rated Tiger S.star ha scritto:
l'ha preso perchè era un affare e lo ha fatto: convincere i crucchi a venire in italia ormai è dura ma lui lo ha fatto. io mi tolgo il cappello....
Secondo te Lotito ha fiutato l'affare...boh io penso che se non stava a parametro zero non l'avrebbe mai preso,l'unica cosa è che stato bravo con le tempistiche.

Che poi due estati fa a Roma si puntava molto di più su Cissè come uomo della provvidenza.
Poi Miro ha smentito tutto e tutti.



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Mystogan
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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da Mystogan »

Roberto Carlos
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Roberto Carlos ha scritto:Semplice. Il Real Madrid è venuto con una buona offerta e mi ha preso. Parlai con il presidente Moratti e lui capì, mi capì benissimo: lui è un signore, poi al Real avrei avuto occasione di giocare fisso da terzino sinistro. Anche i tifosi, a cui sono ancora molto legato, mi capirono. Però confesso, l'Italia mi è mancata tantissimo.
Roberto Carlos ha scritto:Sia all'Inter che al Real ho fatto un po' la storia, magari all'Inter meno. Ma devo dire che in quell'anno in nerazzurro mi sono divertito moltissimo: giocavo come volevo, come piaceva a me, ho fatto diversi gol.
Roberto Carlos, parla la storia, è il terzino sinistro (alla pari con Maldini) della storia del calcio, non a caso inserito da Pelè nella lista dei 125 calciatori viventi più forti nella storia di questa manifestazione. Pochi centimetri, tanta sostanza per un giocatore che faceva della rapidità di movimento la sua arma migliore. Impossibile non citare anche la sua abilità fuori dal comune al tiro, specialmente da calcio piazzato, ma non solo. Per alcuni, magia, per altri, miracoli della fisica. Ne vedremo un esempio più avanti.

Nato a Garça, una poco nota citta Brasiliana, debutta a 18 anni nel Campionato Paulista, tra le fila dell'Uniao Sao Joao. Non me ne vogliate, ma non si hanno stime precise delle sue presenze con la squadra di Araras. Si sa per certo che ha disputato 68 partite, ufficiali e non. Un solo anno prima di trasferirsi: trascorre un periodo in Spagna con l'Atletico Mineiro, ma stranamente non viene tesserato. Errore grave. Carlos finisce così al Palmeiras, dove fa incetta di titoli in soli due anni. Anche qui non si hanno stime precise sulle presenze, per certo sappiamo che per due anni di fila vince a livello personale il Bola de Prata, titolo assegnato ai migliori undici del campionato, a livello di squadra invece conquista due Campionati Paulisti e due Brasileraos. Nell'estate del '95 (mentre nascevo io :/ ) Carlos è pronto per le grandi sfide in Europa. Direzione Milano, sponda Inter, per soli cinque milioni. Un affare che l'Inter riuscirà a non sfruttare. La stagione dei Nerazzurri è pessima, caratterizzata da due cambi di allenatori che condividono lo stesso denominatore: l'insuccesso. In questa annata difficoltosà (da notare Marco Branca capocannoniere dell'Inter con 17 reti), Carlos si guadagna facilmente un posto da titolare. Al suo debutto contro il Vicenza sega un gol proprio su punizione. A fine anno saranno 7 i centri per il giovane Brasiliano.

Il tecnico Nerazzurro Roy Hodgson non è soddisfatto però del Brasiliano, che ritiene "indisciplinato tatticamente", preferendogli il meno appariscente Alessandro Pistone. Carlos viene ceduto al Real Madrid per meno di 3 milioni. Il più grande errore nella storia del calciomercato, a gran distanza. Nei Galacticos Carlos diventa il campione che sarebbe tanto servito all'Inter negli anni a venire. Il Real è reduce da un sesto posto che lo ha lasciato incredibilmente fuori dalla coppe Europee, grazie anche al contributo del Brasiliano conquista la Liga, superando di poco la concorrenza del Barcellona di Ronaldo. In estate vince il suo primo trofeo con la maglia della Selecao, la Copa America del 1997. Altri trionfi lo attenderanno al suo ritorno in Spagna. La stagione inizia con la vittoria della Supercoppa di Spagna, in due Clasici segnati dal fenomeno Raul Gonzalez Blanco, autore della doppietta decisiva nella gara di ritorno al Bernabeu. Non riesce il bis nella Liga, in compenso il Real s'aggiudica la Champions League sconfiggendo in finale la Juventus. Nella manifestazione Carlos segna due gol, entrambi nella fase a gironi. Nell'estate del 1998 sfiora l'ultimo trofeo che gli manca, il Mondiale in Francia, perso proprio contro i Transalpini. La Supercoppa Europea sfugge per un gol di Poyet nel finale che regala il trofeo al Chelsea, mentre la Coppa Intercontinentale finisce nelle mani dei Blancos, decisivo ancora Raul. La stagione si conclude senza gloria, né in Europa né in Spagna. Per Carlos, cinque reti in 35 presenze. A dargli soddisfazioni sarà ancora la Nazionale, con cui conquista la sua seconda Coppa America.

Nuovi successi lo aspettano a inizio millennio: sacrificato il campionato nel nome della Champions, in Europa i Blancos arrivano a giocarsi la finalissima Spagnola contro il Valencia. La partita finirà in trionfo (netto 3-0), e Carlos si prenderà la sua seconda Champions League, in cui ha realizzato quattro gol nelle due fasi a gironi. Due doppiette stenderanno il Real nelle coppe dell'anno successivo: Jardel nella supercoppa persa contro il Galatasaray, Palermo nella coppa Intercontinentale persa contro il Boca Juniors. Nella prima la rete del successo Turco arriva nei supplementari, mentre nella seconda Palermo si scatena con una doppietta nei primi cinque minuti. Sarà inutile il gol di Roberto Carlos, che serve solo a ridurre un parziale inglorioso. Altri cinque gol di Carlos porteranno il Real a vincere la Liga, la seconda del Brasiliano. La corsa per il bis Europeo s'interrompe in semifinale, dove il Real s'arrende ai futuri campioni del Bayern Monaco. Nella stagione seguente registra "solo" 31 presenze (minimo con la maglia dei Blancos) in Liga e segna due reti (anche in questo caso, il minimo nel Real Madrid). La Liga è dominio del Valencia, ma arriva la terza Champions League della carriera di Roberto Carlos, l'ultima delle Merengues. In una finale contro i Tedeschi del Leverkusen, il Real vince 2-1, sollevando al cielo la Nona coppa dalle grandi orecchie. Per Carlos due gol nella prima fase a gironi e soprattutto l'assist per il celebre gol di Zidane che vale il titolo. Per lui anche la nomina di miglior difensore della competizione e inclusione nel migliore 11 della competizione. L'ultima soddisfazione se la toglie nell'estate 2002, quando con il Brasile si aggiudica il Mondiale Corea-Giappone. Carlos a 30 anni ha ormai conseguito tutti i successi che un calciatore può desiderare. Ma ha ancora parecchio da dare al suo Real Madrid.

Finalmente riesce ad aggiudicarsi la sua prima e unica Supercoppa Europea, segnando il secondo gol nel 3-1 al Feyenoord. Da lì a poco arriva la coppa Intercontinentale, vinta con un secco 2-0 all'Olimpia. In Liga Carlos si conferma realizzatore decisivo segnando il gol che sancisce la prima vittoria di un Clasico della Liga da 20 anni a quella parte. La corsa Europea s'interrompe nelle storiche semifinali contro la Juventus. Carlos segna il gol vittoria nella gara d'andata, ma il Real soccombe nel ritorno a Torino. Il Brasiliano si consola con la riconferma personale di miglior difensore Uefa e soprattutto con la vittoria della Liga, conquistata in un testa a testa contro l'incredibile Real Sociedad. Importantissimo per il trofeo fu il gol su punizione che firma all'Atheltic Bilbao all'ultima giornata. Quell'anno firma il suo massimo numero di presenze in campionato, ben 37, condite da 5 reti. La successiva Supercoppa di Spagna vinta sul Mallorca sarà l'ultimo titolo per i successivi tre anni, in cui Carlos ritocca il record personale di gol in campionato portandolo a sei. Il fallimentare Mondiale Tedesco segnerà il suo addio alla Nazionale, all'età di 34 anni. Nell'anno seguente il suo numero di presenze cala vertiginosamente, ma il Real di Capello vince la Liga per differenza reti negli scontri diretti, grazie anche al gol dell'infinito Roberto Carlos a tre gare dalla fine con cui il Real stende sul finale il Recreativo de Huelva e permette ai Blancos di rimanere in corsa per il titolo. Questo sarà l'ultimo anno di Roberto Carlos con la camiseta Blanca, che lascia dopo 527 partite e ben 69 gol segnati. A sancire la rottura con il club furono non indifferenti le critiche irrispettose piovute al Brasiliano, colpevole dell'errore che portò allo storico gol di Makaay (il più veloce di sempre) che sancì l'eliminazione in Champions League. Nel finale di carriera, cercherà fortuna altrove.

Approda dunque al Fenerbahce, con cui conquista subito la SUpercoppa Turca. Sarà l'unica soddisfazione con la maglia Gialloblu, con cui trascorre due anni e mezzo, sufficienti però a creargli un legame forte con i tifosi Turchi, che al suo addio gli reagaleranno una standing ovation d'eccezione. La prossima tappa è il Brasile, nel Corinthians. Con il Timao dimostra di poter essere ancora un fattore importante, vincendo la terza Bola de Prata. La sua esperienza Brasiliana finisce però male, e Carlos lascia dopo poco più di un anno, minacciato da tifosi scontenti delle sue prestazioni nell'inizio della seconda stagione. La sua ultima squadra è l'Anhzi, con cui disputa 25 incontri prima di prendere la carica di allenatore-giocatore in attesa di Hiddink. All'arrivo del tecnico Olandese annuncia il ritiro, per intraprendere la nuova carriera di assistente allenatore.

Uno dei migliori tiratori del calcio Mondiale, chi non conosce questo suo gol?:
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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da Santino's fan »

Giocatore fantastico,strapotenza devastante.Un tiro pauroso,telecomandato.
A mio parere quand'era in attività,il miglior terzino mancino del mondo.

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Cena 4 Ever
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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da Cena 4 Ever »

Manco in holly e benji! Incredibile.
Terzino mostruoso,mammamia.

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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da 3:16 »

Lo avrei voluto al milan. Grandissimo giocatore.

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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da SJGould »

Guardate che non era un fenomeno delle punizioni eh

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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da Rocks »

Giocatore normale che l'inter ha giustamente scaricato per Pistone.
Batteva delle punizioni normalissime, colpa dei portieri se non vedevano mai il pallone.

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Re: Around the Whole World: Il Panzer, Miroslav Klose

Messaggio da DolphFF »

Secondo la lista della mia pagina precedente, è un ottimo giocatore; leggendo su wiki ha una media di 4/5 gol all'anno, che per un terzino (offensivo, ok) è molto.
Non andrebbe ricordato solo per la potenza del tiro, ma anche per una buona tecnica individuale, in particolare in un periodo calcistico in cui il difensore "tecnico" non era molto diffuso.

Quella punizione l'ho sempre adorata. A volte perdo le mezzore a guardarmela di continuo.
Barthez messo male, che non vede la palla.. verissimo.. ma la forza e l'effetto che è riuscito a dare quella volta, credo che sia qualcosa quasi fuori dalla fisica.

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Re: Around the Whole World: Roberto Carlos Da Silva

Messaggio da Rated Tiger S.star »

l'inter lo ha venduto per colpa di moggi, mi pare ovvio :justwatching:

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Re: Around the Whole World: Roberto Carlos Da Silva

Messaggio da Celticwarrior87 »

Grandissimo terzino sinistro.
Corsa eccezzionale,gran tiro ma soprattutto gran crossatore (ricordo l'azione che portò al gol di Zidane nella finale Champions tra Real e Bayer Leverkusen).

Sulle punizioni concordo con l'utente che non lo definisce un cecchino infallibile,Carlos non ha una grandissima percentuale realizzativa sui calci piazzati.
Ricordo una frase di Mihajlovic in un'intervista in cui disse:
"Roberto butta giù le barriere,io butto giù le porte".

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Re: Around the Whole World: La Pulga, Leo Messi

Messaggio da Mystogan »

Lionel Messi
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Lionel Messi ha scritto:Ho il massimo rispetto per campioni come Pelè, Maradona o Di Stefano e non voglio essere accostato a loro adesso. Ne riparleremo quando mi ritirerò.
Roberto Carlos ha scritto:Prima di tutto preferisco vincere titoli con la squadra piuttosto che titoli individuali o stabilire record di reti. Però mi preoccupo più di essere una brava persona che il miglior giocatore al mondo.
Antonio Cassano ha scritto:Messi è dieci spanne su tutti gli altri. Negli ultimi cinque anni ha fatto centinaia di gol ed ha una continuità devastante.
Diego Alberto Milito ha scritto:Messi? È il miglior giocatore di tutti i tempi, ha fatto la storia del Barcellona e del mondo in generale. Sono felice, perché è un grande calciatore ma soprattutto una grande persona.
Stiamo parlando del calciatore più forte della storia del calcio? Chi può dirlo. Certo non sono qui per stilare classifiche per le quali non avrei la minima competenza. Quello che mi importa in questo momento è descrivere un grande giocatore di cui posso ammirarne la classe in prima persona. Posso chiamarlo l'erede di Maradona? Questo, sì, non c'è dubbio.

La sua è la classica storia che ti fa innamorare: nasce a Rosario, da famiglia di modeste condizioni sociali. Un ragazzino con tanto talento e tanti problemi: soffre infatti di ipopituitarismo, per profani mancanza di ormoni della crescita. Il River Plate mette gli occhi sul talento Argentino, ma reputa troppo alte le spese per trasferimento (Messi infatti giocava nelle giovanili del Newells Old Boys) e cura della malattia. Le disponibilità economiche non sono un problema invece per il Barcellona, che conquistato dalle doti della 16enne promessa del calcio Sudamericano. Decisione felice. Aggregato nel Barcellona C, ci mette poco a ripagare i blaugrana della fiducia e del denaro necessario per continuare il suo sogno: nella gara interna di Gennaio contro il Gramenet firma il suo primo, secondo e terzo gol in gare ufficiali, portando i suoi a vincere per 3-2. La sua esperienza nella quarta serie si conclude a Marzo, dopo aver disputato 10 incontri e segnato 5 gol. Per lui arriva la promozione nel Barcellona B. Sul finire di campionato gioca 5 partite senza segnare. L'anno successivo approda in prima squadra dopo sole 7 presenze e due reti. Il debutto avviene proprio nel derby d'Ottobre contro l'Espanyol, subentrando a Deco. Messi fa la storia, e il giocatore più giovane a debuttare in Liga, record poi battuto dal "cugino" Bojan. Il suo primo gol all'Albacete è un altro record spezzato da Bojan: Ronaldinho inventa per il gol di Leo Messi, Leo Messi inventa per il gol di Bojan Krkic. A Barcellona funziona così.

La stagione si conclude alternando prima e seconda squadra: con la maglia B gioca 17 partite segnando 6 gol, in maglia A 7 partite e un gol. L'anno seguente gioca stabilmente in prima squadra, ovviamente come riserva, vista la concorrenza di campioni come Eto'o e Ronaldinho. Ciononostante trova spazio per segnare sei gol, prima di finire la sua stagione per una lacerazione del muscolo della gamba destra. Lo stop gli costa i festeggiamenti del suo primo titolo della Liga e della sua prima Champions League, ma non la convocazione al Mondiale 2006. Convocazione Mondiale, già. Piccola digressione: il debutto nazionale di Leo Messi è sorprendente. Subentrato al 63', saluta il campo tra le lacrime dopo 40 secondi, espulso per aver colpito con il gomito Vanczak, che gli tirava la maglia. Il suo vero debutto è altrettanto amaro, l'Argentina perde contro il Paraguay nelle qualificazione Mondiali. Fattosta che Messi si presenta in Germania da spettatore al debutto della sua Nazionale, per poi debuttare nel quarto d'ora finale contro la Serbia. Assist, gol, e riscatto. Che chiedere di più. Il Mondiale finisce poi ai quarti, quando i rigori saranno fatali alla Seleccion.

Di ritorno a Barcellona, si procura ben presto una frattura del metatarso, che lo tiene fuori tre mesi. Al suo ritorno Rijkaard lo schiera sempre più frequentemente. A un mese dal rientro, con il Barcellona in 10 uomini, firma una tripletta al Real, pareggiando nel recupero una partita già persa. Altro record, il più giovane marcatore del Clasico. E questa volta se lo tiene, in barba a Bojan. Il mito del paragone Messi-Maradona nasce nella Primavera di quell'anno: chi non conosce il gol del secolo di Maradona? Quello in dribbling dalla sua metàcampo fino al gol. Messi lo emula nella doppietta al Getafe. Incredibile, ma vero. La stampa esplode, nascono i primi appellativi Messidona (orribile, lo so, ma l'hanno inventato loro). Stessa distanza di corsa, stessi avversari saltati, stesso tiro, stessa esultanza. Come biasimare chi accosta il nuovo fenomeno al Pibe de Oro. A Giugno poi succede l'apoteosi: anche qui, chi non conosce la Mano de Dios? Il celebre tocco di mano con cui Maradona stese l'Inghilterra. Messi segnò un gol molto simile nel derby con l'Espanyol. E storia. Messi conclude l'annata in crescendo, tant'è che 11 dei suoi 14 gol in Liga li mette a segno nelle ultime 13 partite. Un incontenibile Messi non basta a riconfermarsi campioni. Basta però a partecipare alla Copa America 2007: dopo una fase a gironi senza reti, esplode nell'eliminazione diretta, segnando al Perù ai quarti e al Messico insaccando un delizioso pallonetto. In finale però il blackout, l'Argentina viene travolta dal Brasile per 3-0. La stagione che lo consacra al grande calcio si conclude senza trofei.

Il debutto di stagione eccezionale accresce la considerazione mondiale verso di lui. In tanti cominciano a vedere in lui il prossimo Pallone d'Oro. La sua quarta lacerazione del muscolo della gamba in tre anni chiude la sua stagione a inizio Marzo, con un bilancio di 16 reti in 40 presenze. L'ultima stagione sotto i 30 gol. Il suo Palmares già ricco si allarga in Estate con la vittoria dell'Oro Olimpico a Pechino, ma soprattutto con il triplete conseguito nella prima stagione di Pep Guardiola alla guida del Barcellona. Ronaldinho e Rijkaard partono, in compenso Messi si prende la numero 10 e Guardiola la guida tecnica della prima squadra. A lui si deve l'affermazione tra le leggende di Leo Messi, che disputa una stagione da vero trascinatore su tutti i fronti: in campionato porta i suoi al trionfo con 24 gol, in Copa del Rey firma un gol e due assist nella finale contro l'Athletic, in Champions League realizza 9 gol, uno più importante dell'altro, tra cui quello di testa con cui il Barcellona chiude la finale contro il Manchester United. Messi fa la storia, diventa miglior giocatore della Champions League e Pallone d'Oro dopo un'annata d incorniciare. Ma Messi ha appena iniziato.

Il cerchio si chiude con la vittoria della Supercoppa di Spagna (doppietta al ritorno), la Supercoppa Europea e il Mondiale per Club (gol vittoria nel supplementare della finale contro l'Estudiantes). La stagione è caratterizzata da una doppia sfida Portoghese: da una parte il duello interno con Cristiano Ronaldo, nuova stella del Real Madrid, dall'altra il duello a distanza con Mourinho, che non ha mai risparmiato le frecciate al fenomeno Argentino e che ritrova nella fase a gironi di Champions League. Il primo scontro è vinto su tutta la linea: il Real dei Galacticos affonda in Champions agli ottavi di finale, mentre in Spagna s'inchina al Barcellona per due volte. La trasferta al Bernabeu che decide il campionato è segnata da Messi che con una doppietta divina consegna la Liga a Guardiola. In Champions League il Barcellona super il girone da capolista, battendo l'Inter per 2-0 al Camp Nou, ma Messi non riesce a togliersi la soddisfazione del gol. Poco male, perché nei quarti di finale contro l'Arsenal Messi riscrive la storia firmando un poker che stende i Londinesi per 4-1, dopo il 2-2 firmato doppiamente da Ibrahimovic. In semifinale riappare l'Inter di Mourinho: il Barcellona si porta in vantaggio a Milano, ma la notte magica dell'Inter si compie con la rimonta firmata dal connazionale Milito, decisivo con due assist e un gol. Il ritorno è un assedio, ma il Barcellona non riesce a trovare i due gol necessari alla qualificazione, non ripetendo la remuntada dell'anno precedente. All'Inter del Portoghese andrà dunque l'alloro continentale, ma le sfide con Mourinho non sono affatte finite, anzi...

I Mondiali 2010 in Sudafrica rappresentano il primo grande flop dell'Argentino: Messi non riesce a trascinare i suoi oltre i quarti di finale, arrendendosi a una Germania devastante, che s'impone 4-0. Messi non trova nemmeno un gol in tutta la competizione. Per una Nazionale che delude, c'è un club, il suo Barcellona che continua a regalargli gioie. A Madrid intanto Ronaldo e Mourinho si ritrovano per formare uno dei connubi più spaventosi di tutti i tempi. La sfida al Portoghese è riniziata. In Spagna Messi ritorna il fenomeno di sempre e riesce, dopo aver rifilato una manita alla sua nemesi Ronaldo nel primo Clasico dell'anno, ad aggiudicarsi un controverso Pallone d'Oro, in cui viene misteriosamente a mancare Diego Milito dalla lista dei migliori 30 al Mondo (avessi detto 3...). Per Messi è il secondo Pallone d'Oro, vinto su i compagni Xavi e Iniesta. Messi non sa alle critiche, e conclude la stagione migliorando le già folli cifre dell'anno passato, riportando Guardiola al trionfo Nazionale ed Europeo. Mourinho è battuto ancora dopo delle discusse semifinali di Champions League, in cui ancora Messi fa da padrone. La tripletta non riesce perché il Real conquista nella finale di Copa del Rey un'insperata vittoria nel segno di Ronaldo, che si prende la sua prima vittoria contro l'Argentino. L'incubo Nazionale è però alle porte: l'Argentina si presenta alla Copa America casalinga con l'obbiettivo dichiarato di vincere. Messi gioca quattro partite, segna zero gol, e la sua Nazionale esce tra i fischi e le critiche perdendo a rigori contro l'Uruguay.

Il ciclo vincente del Barcellona è destinato a chiudersi. Continua invece la leggenda di Messi. Il disegno tattico di Pep Guardiola comincia a mostrare fratture, e pur se Messi ritocca il suo record di reti arrivando a segnare la cifra folle di 73 reti, il Barcellona si arrende in Liga al Real Madrid, in Europa al Chelsea, tradito proprio da Messi che sbaglia un rigore nella gara decisiva. La maledizione Europea di Messi, a secco nelle trasferte Inglesi, continua. A Dicembre comunque Messi vince il terzo Pallone d'Oro di fila, eguagliando campioni come Platini. Il sorpasso è dietro l'angolo. Guardiola lascia a fine stagione per concedersi un anno di riposo. Messi non se lo può permettere, e con i suoi gol trascina il Barcellona di Vilanova a riprendersi la Liga. Intanto arriva per l'Argentino il quarto Pallone d'oro, impresa unica nella storia del calcio. Come d'altra parte unico è il giocatore di cui stiamo parlando. La débâcle contro il Bayern nelle semifinali non ferma la sete di trionfi di Messi, che l'anno prossimo è pronto a rilanciare la sfida, magari contro il Bayern del suo maestro Pep Guardiola...

Scegliere un solo goal non è facile, ma ci proverò. Godetevi i paragoni con Maradona e gustatevi questa perla:
[youtube][/youtube]
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Re: Around the Whole World: La Pulga, Leo Messi

Messaggio da christian4ever »

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Re: Around the Whole World: La Pulga, Leo Messi

Messaggio da Santino's fan »

Il più forte del mondo.

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Re: Around the Whole World: La Pulga, Leo Messi

Messaggio da Celticwarrior87 »

Santino's fan ha scritto:Il più forte del mondo.
Dopo Kozak.

Comunque Pulga si è dimostrato un buon allenatore.

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Re: Around the Whole World: La Pulga, Leo Messi

Messaggio da Santino's fan »

celticwarrior87 ha scritto: Dopo Kozak.

Comunque Pulga si è dimostrato un buon allenatore.
Ah beh quello era sottinteso :party:

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