THEREALUNDERTAKER ha scritto:shawn micheals-undertaker ha l apice della loro sfida personale nei 10 minuti di rumble 2007. La loro storia è quella.
Voglio specificare meglio il senso di questo post.
La contrapposizione tra i due è storica: entrambi anche nelle interviste off air lo hanno sempre confermato. Due personalità totalmente diverse, con una visione del business totalmente diverse e lettura delle politiche di backstage totalmente diverse.
Due personaggi totalmente diversi, con un modo di porsi al pubblico totalmente diverse, con due finalità narrative totalmente diverse.
Eppure.. cosi' incredibilmente compenentranti l'un l'altro.
E questa cosa, traspariva.. anche nel pubblico. Coloro che hanno sempre apprezzato Micheals, difficilmente riuscivano ad apprezzare il Becchino.. e viceversa.
Dal ritorno di Micheals nel 2002, ed al ritorno di Taker nel 2004 come becchino, anche la scelta del brand di riferimento è stata diversa. Micheals a Raw, Taker a Smackdown.
Un equilibrio anche in tal senso nel non intaccarsi e calpestarsi i piedi. La zona di interesse di entrambi non è avere il titolo a tutti i costi, anzi. Ma semplicemente essere il perno, il centro dello show.. dovunque e comunque.
Undertaker era più abituato di Micheals ad essere l'attrazione in tal senso, a prescindere dalla card. Micheals ha sempre sofferto il suo non essere un main eventer in passato, brigando e giocando politicamente in tal senso: la sua contrapposizione con Hart, la creazione della Cliq, il giocarsi il posto con Austin con la DX per chi fosse più antieroe e quant altro. QUando Micheals si rese conto che non avrebbe avuto lo show alla sua mercè.. si fece da parte.
Quel periodo di lontananza, lo ha fatto cambiare: aveva capito una cosa: che diventare leggenda era più remunerativo, di diventare il volto di una compagnia.
Nel 2002 ha iniziato a lavorare in tal senso. la wwe colse questa occasione; non c era più la corsa all'oro, a quell ultimo pubblico della wcw. La guerra era finita, tutto era in mano di McMahon, il quale ora aveva l'esigenza di riscrivere la storia. I suoi cavalli di battaglia.. erano i migliori.
Austin, che a breve si sarebbe ritirato per l infortunio.. colui che ha fatto guadagnare alla wwe cifre mai viste.
The Rock, il megafono, colui che aveva messo la wwe al centro del villaggio sul piano mediatico extra ring con il suo istrionismo.
Foley, il pazzo, il nuovo momento iconico della wwe disposta a tutto pur di vincere, anche a voli assurdi ed andare contro gli infortuni.
HHH, il prediletto, colui che stava già studiando come capo del baraccone
e c era lui.. Undertaker: la colonna.
Che posto poteva avere Micheals in tutto questo: a chi poteva assomigliare? A lui.. a Mark Calaway. Ed ecco che nel 2002 inizia la costruzione della seconda vera colonna della wwe
i Feud ad alto livello con Jericho, con HHH, con McMahon stesso (perchè per diventare leggendario DEVI feudare con il capo della baracca), il revival della Dx, Ric Flair; mancava l'ultimo tassello.
E quell ultimo tassello non poteva.. non poteva non passare, per la colonna portante dell intero baraccone.
Si arriva al 2007. Royal Rumble: siamo in Texas: i due performer giocano in casa. O meglio. A giocare ufficiosamente in casa è Shawn Micheals, di Sant Antonio (ma Hickenbottom è dell'Arizona), mentre Mark Calaway è Texano, ma Undertaker è della Death Valley (California).
10 anni prima, nel 1997, Shawn Micheals ed Undertaker erano stati protagonisti del primo HIAC della WWE, premiato con le 5 star da Meltzer (avremmo aspettato il 2011 per il prossimo five star wwe). Micheals a breve avrebbe perso il sorriso, si sarebbe ritirato come wrestler attivo, limitandosi a qualche comparsata come commissioner e come arbitro speciale, fino al suo ritorno per iniziare il suo cammino da leggenda.
Le dirette fanno tanto, nella percezione di un match. E le live ancor di più. Se c è un evento che rimpiango di non aver visto live, è proprio la Royal Rumble del 2007, ed in particolare quei dieci minuti.
Dieci minuti che hanno raccontato l'epicità, che sono stati la chiusura ideale del senso dei due performer, delle loro carriere, e che hanno anche avuto la capacità poi di costruire tutt altro. Dieci minuti definitivi che sono stati poi l'inizio di un altra storia, il ritiro di Hbk, la vera legittimazione di Hbk come leggenda: con il tributo finale a quel ritiro dato proprio da Undertaker, che significa tanto.
Ma come detto, tutto parte in quei dieci minuti. E tutto parte con l'andamento di quella rissa. Micheals che entra con il numero 23; vuole rimettersi al centro del villaggio, vincendo la sua terza Rumble: è dato tra i favoriti, nonostante Edge, nonostante Benoit, nonostante Orton.. e consapevole che sarebbe arrivato lui... il becchino, la sua nemesi, l unico vero grande scoglio tra lui e la storia.
Ed il destino è il miglior scrittore di una sceneggiatura.
Undertaker entra, il numero 30.. la maledizione di quel numero: mai nessuno ha vinto con quel numero. é un vantaggio, questo, ma se c è un essere in grado di andar contro le maledizioni... è il servo della morte, colui che è ineluttabile.
é l unico che può togliere da mezzo il mostro Khali. Nessuno delle 7 persone presenti nel ring era riuscito a farlo fuori. Ma Taker si. Taker può.. tutto.
Edge ed Orton, sanno.. sanno che quei due sono un pericolo per il loro intento: e vogliono contrastare ciò che il destino ha già scritto sulle tavole. Ma non sono cosi' forti.. non quanto la morte.. non quanto il destino. Puoi lottare per allontanare il momento della tua final destination, ma non puoi stoppare. E cosi' è stato.
la stanchezza si fa sentire: per tutti e quattro. Orton caccia Micheals fuori ring dalla seconda corda, Undertaker contro i due Rated Rko le prova tutte, Edge salva Orton con una Spear, e chiamano il con-chair-to per farlo fuori definitivamente... ma non si può far fuori colui che non può essere ucciso perchè.. non si può uccidere ciò che è già morto.
Ed il destino ha deciso. La bilancia pende per i due texani. Sono loro.. a dover scrivere il finale. Il finale perfetto.
Micheals si arranca alle corde, in silenzio, con quel poco di forze che gli restano. I due sono distratti. Perchè il loro focus è il becchino apparantemente cadavere. Micheals risale: le corde sono l'appiglio in un burrone, confine tra il diventar leggenda e lo sprofondo definitivo. Edge si accorge di Micheals, chiede ad Orton di finirlo, Orton vi si avventa: errore, Micheals abbassa la terza corda, Orton è out. Edge va di sedia, Micheals evita, e con un ultimo slancio lo accompagna fuori con un superkick. Edge è fuori. Micheals è dentro.
Energie finite. crolla. a Terra.
Cadavere.
Vicino a lui, un altro cadavere. Su una sedia. Insanguinato.
Non è mezzogiorno di fuoco, è sera, quasi sul tardi. Non ci sono rovi spostati dal vento, ma urla dannate, del pubblico, che non aspettava altro.
il C'era una volta, l'inizio di ogni fiaba che si rispetti..... il destino lo aveva appena impresso sulla carta gialla con il suo bel pennino d'oca.
E come ogni c'era una volta che si rispetti, deve introdurre la storia nel migliore dei modi.
Specie quando la storia, deve farsi leggendaria.
C'era una volta... un ring, e due cadaveri sul ring. O meglio.. cosi' sembrava. Erano due cadaveri di due atleti, due gladiatori, talmente spompati dalla loro vita vissuta su quel quadrato, che sembrava avessero voluto finire i loro giorni li, come a testimoniare: siamo nati qua sopra, siamo morti qua sopra.
Ma in realtà, era solo l'inizio della storia.
Il destino voleva iniziare a scrivere il tutto, non terminare il tutto. per quello c è tempo.. ancora. Ed il tempo sarebbe partito proprio da li. Da quei due cadaveri su quel ring.
E cosa migliore, se non farli resuscitare.. insieme... con i loro sguardi, il loro senso.. il loro significato: da far percepire anche a quelle persone che magari non li conoscevano.. o che ne avevano perse le tracce.. o che non erano a conoscenza.. di cosa significassero.. quei due su quel ring.
Sit Up... il primo cadavere si alza: ha la fronte insanguinata, lo sguardo cupo, di chissà che è tornato a respirare solo per uno scopo: l unico vero scopo della sua vita: mietere vittime, fare la storia.. ancora una volta: creare un capitolo finale che non avrà mai fine finchè non sara lui stesso.. a piazzarla sul librone.
Subito dopo, il tempo di un sospiro, il secondo cadavere si alza: e lo fa alla sua maniera. Con un salto, come a dire... io la morte la scavalco, perchè anche quando spezzi i cuori, hai in qualche modo superato la morte.
Si alzano.. face to face.. Si guardano.. si chiamano.. ed inizia la lotta.. quella definitiva. Di chi non intende cedere, di chi non intende fare una brutta fine.
Il resto.. lo lascio a quei dieci minuti... da rivedere. Con l'intensità, le urla, gli sguardi, i sospiri.. di chi tiene scritto LEGGENDA vivente, di questo business.