KanyeWest ha scritto: ↑10/12/2019, 16:31
Non vorrei sembrare eccessivo, ma il segmento iniziale tra Rusev e Lana è probabilmente uno dei più importanti della storia della federazione, degna chiusura di questo decennio.
Partiamo dalla descrizione dei personaggi in causa
•Jerry Lawler utilissimo a ricordare una cosa che spesso diamo per scontata: la sua esistenza, e quanto poco fosse mancato per la gioia dei suoi numerosi possessori al fantamorto (quando ancora era uno scazzo divertente e non la merda inventata da Commander Cul) 6-7 anni fa.
Era appunto dai tempi dell'attacco di cuore (ottima occasione per il turn face di Michael Cole) che non veniva coinvolto in una storyline di questa dimensione, e la citazione all'evento quando il grande Rusev ha fatto finta di strozzarlo nella sua entrata trionfale mi ha triggerato i lacrimoni ed il pensiero che tutti siamo mortali, anche e soprattutto se sei un commentatore di wrestling del Tennessee ormai settantenne;
•Lana, ad oggi, è la donna più emancipata della WWE, non c'è nemmeno da discutere. Vadano a fare in culo NXT, le Horsewomen, Becky Two Belts, Bayley con quel caschetto ridicolo da donna in menopausa, la versione femminile ed astemia di Ric Flair, Sasha Banks turnata Bluetista e tutte le asiatiche su cui la metà di chi leggerà questo post si sarà segato pensando alla loro controparte mangaanime.
Lana è una donna che ha scelto di tradire il marito e non giustificarsi per questo, e lo ha fatto mettendosi con una persona totalmente diversa da lei per abbracciare il multiculturalismo che dovrà essere la soluzione dei 20s all'ondata mondiale di ultradestra di fine decennio (se pensate che il nero muscoloso e palestrato sia uno stereotipo razzista della WWE, beh, mi dispiace dirvelo ma siete in torto voi).
Vestendosi come la moglie dei russi che parcheggiano lo yacht a Viareggio e spendono 10.000 euro a serata in cene di pesce al Piccolo Principe e scegliendo di farsi rappresentare da un avvocato maschile, Lana fa una cosa che alle donne odierne oppresse dal nazifemminismo e dalla noiosissima retorica della Boldrini sembra non essere più concessa: ebbene, Lana sceglie. Lana sceglie di fare ciò che vuole, di vestirsi come le pare e di gestire la rottura come desidera, in questo ricorda molto la splendida Juliette Binoche del capolavoro firmato Krystof Kieslowski "Film Blue".
Lana, come la Binoche, è libera. E questo è solo il primo passo verso l'automazione, bastardi.
•Rusev è l'unico motivo per cui voterò agli inutili Slammy di quest'anno, che sicuramente vedranno premiati quel cesso di Rollins, la sua fidanzata maleodorante e qualche stronzo a caso con un look orribile della AEW.
Già la sua gimmick da hypebeast sovietico delle ultime due settimane era incredibile, oggi si presenta con una bella giacca, un orologio con il cinturino in coccodrillo (esatto, in culo voi, i Rolex, gli Omega, James Bond ed in generale i cinturini in acciaio), un modello non meglio definito di Stan Smith e, soprattutto, la T-Shirt spaziale di Paperino. Questa è una chiara citazione all'orribile cardigan di Gucci indossato da Insigne due anni fa, che riporto qui sotto

Ed è qui che sta la grande differenza tra Utiraggir e il bulgarian brute: il primo, evidentemente, non è abbastanza uomo da rendersi conto che il matrimonio è una istituzione vetusta, retorica e paternalista, mentre il buon Rusev è semplicemente un eroe moderno: ha sicuramente visto Blue Valentine di Derek Cianfrance, sa che il matrimonio è una rottura di coglioni e quindi entra in scena trionfante sapendo che è finita e che adesso può scopare con chi vuole, perché è diventato una star e sta pure simpatico al pubblico pagante che lo sta (non a caso) acclamando più del cosplay di Jon Snow che fa i suicide dive mosci.
Non è comunque questa magnifica caratterizzazione dei personaggi a rendere l'opening il segmento più bello dei 10s.
Spesso la WWE è parsa anacronistica agli occhi dei propri pubblico, ma stavolta è stata avanti rispetto alla stampa specializzata americana.
Da quanti anni non si vedeva un film sul divorzio mainstream della caratura di Marriage Story di Baumbach, in cui "Hollywood si manda over da sola" (parole di uno più saggio di me) e finalmente un regista mette nero su bianco quanto detto da Lesnar tramite Heyman nel Raw post WM31, ovvero che tutti gli avvocati sono dei pezzi di merda e che si starebbe tanto meglio senza di loro?
In questo la WWE è stata persino meglio di Netflix, perché Rusev è un buono sicuramente più credibile di Adam Driver / Kylo Ren, Lana è oggettivamente più hot di una Johansson che sembra 40enne e con un taglio che sarà il futuro di Bayley quando le daranno la gimmick della lesbica emotiva e il compostissimo avvocato è molto meglio di una Laura Dern scritta male, macchiettistica e gesticolante. Mancherebbe solo il corrispettivo di Alan Alda (senza dubbio la cosa migliore del film) perché Lawler è molto meno versatile e decisamente meno simpatico, ma per il resto non possiamo lamentarci.
Segmento capolavoro, mi ha fatto nuovamente innamorare del wrestling.