Questione ripescaggio:
Martedì 7 giugno, ore 15, in via Allegri a Roma. L’appuntamento è cerchiato in rosso sul calendario dell’Alma, anche se il club del patron Gabellini non è invitato all’atteso Consiglio Federale in programma la prossima settimana nella sede della FIGC. Il popolo granata ne aspetterà però con trepidazione gli esiti, che potrebbero già orientare il futuro del Fano. All’ordine del giorno figura infatti la questione dei ripescaggi in C, un tema che sta alimentando una ridda di voci soprattutto sullo spinoso nodo del fondo perduto. L’anno scorso a corredo della domanda di ripescaggio vennero pretesi 500 mila euro, oggi si vocifera di una cifra inferiore (300 mila euro) e magari pure dilazionabile se non addirittura di una cancellazione di tale tassa qualora dovesse passare la linea del presidente della Lega Pro Gravina. A spingere affinché venga comunque mantenuta è invece il numero uno del calcio italiano Tavecchio, al quale proprio Gravina sarebbe pronto ad opporsi nelle prossime elezioni di fine 2016 per il rinnovo della presidenza della Federcalcio. Probabilmente la lunga volata elettorale è già scattata e questo non è altro che un braccio di ferro, una prova di forza in vista della grande sfida finale. Gabellini non ha mai nascosto la propria riluttanza rispetto al versamento di una somma a fondo perduto, da lui stesso definita alla stregua di una tangente, ma ha anche detto che si esprimerà in merito solamente una volta che saranno definite le regole evitando di commentare le indiscrezioni. L’Alma (che attende l'avvio dei lavori di adeguamento del "Mancini" da parte del Comune come da accordi e successiva delibera comunale) è attualmente quarta nella graduatoria delle ripescabili, posizione che migliorerebbe nel caso in cui chi la precede dovesse uscire dai giochi per problematiche di carattere logistico o economico. Ipotesi non così remota, considerando che Caronnese e Campodarsego rispettivamente prima e terza nella griglia non hanno un campo a norma (non sarebbero concesse deroghe per giocare altrove) ed il Lecco secondo è in odore di fallimento oltre ad avere il proprietario accusato di bancarotta fraudolenta. E non sarebbero messe meglio le retrocesse dalla C, con Pro Patria, L’Aquila, Savona, Ischia e Lupa presumibilmente tagliate fuori per via delle penalizzazioni subite in stagione e l’Albinoleffe in quanto già ripescata. Ci sono poi da verificare le effettive iscrizioni al campionato di Lega Pro delle nove neopromosse dalla serie D, ed in questo senso si parla ad esempio di una possibile rinuncia del Bellinzago. Una vicenda seguita con attenzione dalla Caronnese, che essendo giunta seconda nel girone D alle spalle del Bellinzago sarebbe chiamata a sostituirla come riammessa e non da ripescata evitando esborsi extra e con l’opportunità di trovare un altro campo per le sue gare casalinghe.
Commenti sulla stagione conclusa:
<Se il buongiorno si vede dal mattino…”. Lo avranno pensato in tanti dopo aver assistito all’esordio in granata di Ambrosini e Marianeschi, arrivati all’Alma a pochi giorni dal derby di andata con la Vis e subito gettati nella mischia da mister Alessandrini. Una scelta che pagò, visto che Ambrosini da sostituito dello squalificato Gucci sbloccò il risultato e si procacciò il rigore del 2-0 e che Marianeschi fu tra i migliori in campo. Il primo aveva lasciato la Civitanovese in fuga verso il traguardo della promozione in D, il secondo aveva invece deciso di separarsi dal Gubbio per ritagliarsi un ruolo da protagonista in prestito al Fano. Con gli eugubini il centrocampista di Marsciano giocava infatti ad intermittenza, mentre nella sua parentesi fanese è partito titolare sedici volte su diciannove. Comprese le due sfide playoff con Fermana e Campobasso, disputate da Marianeschi dall’inizio con la voglia matta di alimentare le speranze di ripescaggio dei granata e raggiungere così in Lega Pro i suoi ex compagni nel frattempo trionfatori nel girone E. All’Alma ha agito da trequartista, un ruolo non semplice per come lo intende Alessandrini. Non era il classico numero 10 con licenza di inventare, bensì un elemento fondamentale per l’equilibrio dell’intero assetto. Sguinzagliato in pressing alto sui portatori di palla avversari, il suo compito era anche quello di indurre gli avversari all’errore e cercare di innescare rapide e ficcanti ripartenze. Un lavoro dal notevole dispendio di energie, interpretato con grande generosità e spirito di sacrificio dal ventiseienne umbro.
<Non ho avuto la gioia di segnare sotto quella bellissima curva – commenta Francesco Marianeschi (immortalato nella foto di Mauro Pucci nel giorno del vittorioso debutto con la Vis), entrato ben presto nelle grazie dei tifosi granata – ma mi sono sempre impegnato al massimo facendo tutto quello che il mister mi chiedeva e credo che questo sia stato apprezzato.
Peccato aver vissuto qui giusto pochi mesi, perché a Fano mi sono trovato alla grande sotto ogni punto di vista. Già dal secondo allenamento ho capito la forza di questo gruppo, con qualità tecniche fuori discussione e soprattutto con valori umani non comuni. E quando sei in campo non ci sono solamente il lancio, il gol e la parata. C’è molto di più, ed i miei compagni hanno dimostrato di averlo tutti. Anche quelli che hanno giocato un po’ meno, come Ambro (ndr Ambrosini) ad esempio che entrando ha risolto più di una partita. Sono queste cose a fare la differenza, a permetterti di raggiungere certi obbiettivi. Come squadra siamo diventati sempre più uniti e affamati domenica dopo domenica man mano che si avvicinava la fine del campionato, poi quando siamo riusciti a conquistare il derby in rimonta, pur non dicendocelo, penso che in ognuno di noi sia subentrata la convinzione di poter davvero arrivare fino in fondo.
Fano non c’entra nulla con la D e spero quindi che torni dove meriti aldilà di quello che sarà il mio futuro, del quale ancora non ho parlato con nessuno. Non si può mai sapere, magari ci rivediamo a luglio>.
Appena un gol subito nelle prime sei giornate con un record di 450’ di imbattibilità, poi tante pezze messe qua e là nel momento di sbandamento dell’Alma fino all’infortunio del 13 dicembre col Matelica. Una bruttissima tegola per Paolo Ginestra, costretto a trascorrere i successivi mesi di campionato guardando i compagni giocare. Una situazione difficile da sostenere per uno abituato ad essere sempre in prima linea, ma l’esperto portierone non si è lasciato sopraffare dai cattivi pensieri concentrando invece tutte le proprie energie in un duro allenamento quotidiano di recupero tra palestra, piscina e campo di calcio. Quando è uscito di scena era nettamente in testa al 4^ Trofeo Corriere Adriatico, con una media voto che induceva a scommettere sul suo secondo trionfo consecutivo. La sua stagione purtroppo è finita lì, c’è però da essere certi che la sua grinta ed il suo fisico da super-atleta gli consentiranno di tornare presto ai suoi livelli. L’ingrato compito di sostituirlo è toccato a Gianluca Marcantognini, promosso titolare con le incognite che accompagnano un under in quel ruolo. Il ventenne di Orciano non si è tuttavia fatto schiacciare dal peso delle responsabilità, portando a termine l’annata con numeri che parlano per lui: prima dei playoff ha subito solamente 12 reti in 18 incontri, chiudendone ben 10 con la propria porta inviolata. <Personalmente ho vissuto un’annata bellissima – commenta Marcantognini – e oltre a mister Alessandrini ed al preparatore dei portieri Spuri non finirò mai di ringraziare Paolo (ndr Ginestra), che mi è stato sempre vicino dispensandomi consigli>.
Qual è stato il frangente più delicato?
<E’ coinciso col momento più critico per la squadra, perché quando si vince si vince tutti ed è lo stesso quando si perde. C’è stato un periodo in cui le cose non andavano come avremmo voluto, ma la squadra ha dimostrato di avere una grande forza caratteriale. Questo ci ha permesso di uscirne e di andare a compiere una prepotente risalita>.
Quello più esaltante?
<Non nego che il rigore parato a Pedalino in casa della Folgore mi abbia dato una gran gioia personale e sia stato una grossa iniezione di autostima.
Il più esaltante in assoluto però è stato domenica scorsa, col successo sul Campobasso nella finale playoff. Un successo che mi inorgoglisce molto, in quanto ha alimentato le speranze di riportare il Fano in una categoria che questa società e i suoi tifosi meritano ampiamente. Tutto ciò senza ovviamente dimenticare i due vittoriosi derby con la Vis>.
Che effetto ha fatto ad un giovane come lei giocare davanti a così tanta gente?
<Una sensazione fantastica, quello che avevo sempre sognato sin da bambino. E penso che non debba essere un motivo d’ansia, bensì un ulteriore stimolo a dare ogni volta il massimo e anche di più. E’ veramente straordinario vedere con quanta passione queste persone ci seguano, facendo chilometri e chilometri a dispetto dei risultati>.
Un giudizio su questo campionato da parte dell’Alma?
<Non era facile ripetersi dopo un’annata esaltante come la precedente, ed abbiamo anche incontrato sulla nostra strada una Samb che è stata capace di fare ben 81 punti. Eravamo partiti forte, siamo caduti e ci siamo rialzati facendo leva sullo spirito di gruppo. Un valore aggiunto che ci ha permesso di riprenderci il secondo posto e aggiudicarci i playoff contro due squadroni come Fermana e Campobasso>.
E adesso?
<Adesso speriamo si concretizzi un altro sogno, che poi sarebbe il giusto premio per due stagioni del genere>.
Cinque vittorie e un pareggio nelle prime sei giornate, ed attorno un entusiasmo dilagante. A Fano, con l’Alma indicata tra le favorite nella corsa alla promozione dopo l’esaltante cavalcata della stagione precedente conclusa al secondo posto dietro all’imbattibile Maceratese, si poteva davvero sognare ad occhi aperti. Poi però una macchina che pareva perfetta improvvisamente si inceppa: 1-4 al Mancini contro la Samb, sconfitta 2-0 a Jesi, pari in casa col Chieti con un super Ginestra ad evitare un altro stop e il pesantissimo 5-1 di Teramo col San Nicolò. Un punto in quattro turni e le certezze che svaniscono, un brusco risveglio prima di piombare in un incubo. Qui si rischiava di rompere il giocattolo, perché tutto sembrava accanirsi contro. Il totem difensivo Torta fuori per quasi tre mesi per un infortunio muscolare e campionato finito a dicembre per il portierone Ginestra messo KO da una lussazione alla spalla, capitan Nodari squalificato per tre gare e bomber Gucci per due, divieto di trasferta ai tifosi per le sfide esterne con Jesina e San Nicolò. <Quella partenza lasciava presupporre ad una stagione da assoluti protagonisti – commenta il cecchino granata Andrea Sivilla (nella foto l'esultanza natalizia con selfie studiata con Maurizio Chiacchiarelli per il gol nel derby di andata con la Vis), a segno diciassette volte nella regular season dopo le venti della scorsa annata e decisivo nella finale playoff – ma poi siamo come finiti dentro un tunnel. Ci avremo messo pure del nostro, però è anche vero che diverse cose non ci hanno detto bene in quel periodo nel quale squalifiche e infortuni ci hanno ridotto all’osso. Abbiamo comunque tenuto botta limitando i danni, ed il fatto di essere un gruppo molto unito e con la cultura del lavoro ci ha consentito di tirarci fuori da quella situazione. Dispiace che qualcuno abbia parlato allora di squadra senza gli attributi e di un allenatore non adatto a reggere certe pressioni, ma penso sia stato smentito sul campo. Siamo infatti riusciti a risalire la china, riprenderci il secondo posto e vincere i playoff dimostrando in più di un’occasione di avere un grande cuore. La verità è che abbiamo sempre dato tutto, solo che ci sono anche gli altri e c’è chi ha speso assai più del Fano per provare a vincere. Sostanzialmente rispetto all’anno scorso siamo un po’ mancati negli scontri diretti, andando meglio tuttavia dacché col mercato di riparazione la rosa è stata rimpolpata e c’era maggiore scelta.
Adesso speriamo nel ripescaggio, che credo sia meritato per quanto fatto in questi due anni. Non solamente da parte nostra ovviamente, ma anche da società e tifosi. Non nascondo che mi attira parecchio l’idea di tornare a misurarmi tra i professionisti, dove nei quattro anni in cui sono stato con Val di Sangro e Campobasso mi avevano schierato o da esterno di centrocampo nel 4-4-2 o da terzino. In questo senso vorrei ringraziare Alessandrini, che mi ha schierato da attaccante puro permettendomi di togliermi delle belle soddisfazioni. E un grazie ai miei compagni, perché non sono Cristiano Ronaldo o Messi e senza di loro non avrei potuto segnare così>.
