complimenti blingoKing of Bling Bling ha scritto:
Non credo tu ci veda qualcosa di sbagliato nel vedere Undertaker umanizzato (ovviamente il taglio di capelli è un dettaglio, l'umanizzazione è in altro), ma credo che sbagli nel ritenere che non possa essere così. Ormai siamo consci tutti del fatto che Mark Callaway sia al tramonto della sua carriera, sul finire della stessa (e chi sa che non sia proprio quest'anno l'ora di appendere gli stivali al chiodo?). L'umanizzazione dell'Undertaker non è una novità, cominciò molto probabilmente contro Steve Austin nel lontano 1998 e tra alti e bassi si è sempre evoluta per portare a quella che sarà l'inevitabile fine della carriera di Mark "Undertaker" Callaway, non del becchino, Deadman o comunque lo si voglia chiamare (basti pensare all'enorme differenza che intercorreva tra l'Undertaker del 1991, che non veniva abbattuto nemmeno a cannonate e anche solo l'Undertaker che affrontò Giant Gonzales).
Questa nuova resa "umana" del Phenom è cominciata, se vogliamo, con quel gesto di compassione nei confronti di Shawn Michaels a WrestleMania XXVI. Ma anche volendo considerare quel gesto come completamente a se stante, è stato comunque Triple H lo scorso anno ad umanizzare il Phenom: basta gimmick, basta poteri sovrannaturali, basta mind games... Undertaker è una figura rispettata e venerata nel backstage, colui che dà consigli ai giovani, che li indirizza, che li rimprovera, che li aiuta a crescere. Undertaker è il vecchio guerriero alla sua ultima sfida e nel corso della sua ultima sfida viene letteralmente reso umano dal match stesso contro Triple H (l'uscita in barella è assolutamente emblematica). Quest'anno il portare l'umanizzazione ad un altro livello, con Undertaker che non fa i soliti mind games ma provoca verbalmente Triple H nell'orgoglio, come qualunque altro essere umano avrebbe fatto, è la naturale evoluzione di ciò che si sta raccontando fondamentalmente da quando Undertaker è nato e si è evoluto per la prima volta: l'uomo al di là della gimmick. Prendi qualsiasi ritiro avvenuto nella storia del wrestling, di quelli strappalacrime e con il discorso d'addio: noterai che tutti i protagonisti escono sempre dal personaggio, chi più chi meno (a seconda di quanto fosse marcata la gimmick stessa).
Farlo ritirare come l'Undertaker sovraumano e non il Mark Callaway uomo, a mio avviso, è uno sbaglio che la WWE non può permettersi di commettere e che, di fatto, sminuirebbe l'atleta stesso, il cui talento verrebbe messo in secondo piano rispetto alla gimmick interpretata. Il giusto ritiro per me è proprio questo ibrido che si è presentato nelle ultime settimane: è Mark Callaway (umano) che interpreta Undertaker (sovrannaturale). La chiusura del cerchio. E il taglio dei capelli non è che l'ultimo "sacrificio" di un guerriero che sa doversi lasciare alle spalle le debolezze dello scorso anno, quelle che lo hanno quasi visto perdere la preziosissima streak, e il presentarsi sul ring rinnovato e più determinato di prima perché spinto dal sentimento umano per eccellenza: la volontà di riscattare il proprio orgoglio, la vendetta.
L'ultimo rappresentante di un'Era che si spoglia delle vesti che lo hanno visto dominare quell'Era e indossa i panni di colui che vi era dietro quel personaggio: forse la migliore storia che potessero raccontare.


:cowboy