christian4ever ha scritto:1)Che problema hanno gli juventini di questo forum?
2)La Premier è destinata ad uscire dalla palude tattica in cui stava affondando? In questo senso, quanto conta avere lì allenatori con idee di gioco ben specifiche come Guardiola o Klopp? Senza dimenticare Conte e Pochettino.
3)Come sta lavorando Mou allo United?
4)2 partite contro Gasperini, 2 contro Juric, una sola vittoria. Come mai Sarri ha patito così tanto Atalanta e Genoa(che hanno dei punti in comune nel loro gioco)?
1)
Lo stesso problema che hanno i tifosi di tutte le altre squadre.. sono tifosi
Soffrono di un certo vittimismo perché per molti soloni non devono parlare di arbitraggi
e non possono difendersi dalle accuse di furti (anche da gente che vede le partite a proprio modo
) [cit. El Bamba)
2) Questa è proprio una domanda per GGG che vedo più ferrato di me in materia, ti rimanderei a lui in futuro per una rispsta migliore
Attualmente non li vedo più di tanto in "pantano", non sono al livello della Liga né della Bundes, ma del resto neanche noi lo siamo, la questione la vedo più che altro relativa: è assolutamente il campionato in cui girano più soldi e con la potenzialità di attrarre i calciatori migliori, ma non il migliore. Il problema fondamentale in Premier, detto dai calciatori stessi quando "ne escono" è che il campionato si gioca a ritmi talmente alti che ti
costringe a non pensare, ad attuare in costruzione quelle manovre standard, tipo i lanci, che qualsiasi calciatore ha in dotazione. Ranieri l'anno scorso ha schierato una squadra che riusciva a stare corta e non concedere spazio fra le linee e vincere vari duelli individuali grazie alle doti atletiche dei calciatori (Wes Morgan e Huth sono virtualmente in grado di vincere qualsiasi duello aereo, Kanté è una bestia, Okazaki corre per 20, Vardy è un treno, Mahrez è molto esplosivo e l'anno scorso è riuscito sempre a dribblare verso l'interno con qualità e trovare soluzioni), quando una squadra in Premier riesce a stringere con efficacia e vincere i duelli individuali che di solito sono appannaggio delle grandi, le grandi vanno in difficoltà, e serve occupare bene tutta l'ampiezza del campo per allargare le maglie. Mi ricollego anche alla domanda successiva (a cui rispondo comunque autonomamente fra un attimo): è un'operazione che Guardiola, Conte, Klopp e Mourinho e Pochettino hanno cercato di compiere e più o meno tutti in maniera differente.
Ma se Conte e Klopp possono contare su una squadra con molte opzioni in transizione e un notevole strapotere fisico, Mourinho ha dalla sua il fisico ma mancano le opzioni offensive, Guardiola ha invece calciatori che non sanno ancora muoversi come dovrebbero, ma può contare comunque su prestazioni individuali di alto livello (Silva per esempio è ancora ai vertici in Premier League nella conduzione in avanti delle azioni sia palla al piede che con i passaggi), Pochettino può contare sulla giusta dose di intensità in tutte le fasi di gioco e ha in Eriksen (mio personale calciatore preferito in Premier) e Alli due calciatori intelligenti in grado di trovare sempre la posizione giusta.
L'unico modo in cui i calciatori possono abituarsi giocare in maniera più organizzata è farli giocare in maniera più organizzata per un po' di tempo. Nelle giovanili in Premier (ma anche in Serie A, e questo è un grosso problema anche per noi) gli unici ad emergere sono i ragazzi che, da molto giovani, sono già fisicamente pronti per le categorie superiori, ne viene fuori che ragazzi di 17 o 18 anni con poca esperienza di gioco alle spalle e zero lavoro tattico passeggiano sui coetanei che non sono fisicamente pronti come loro, e il loro sviluppo tattico ma anche tecnico si ferma.
Quindi per una reale maturazione, più che un approccio "top-down" come quello attualmente in corso, ci vorrebbe un approccio "bottom-up", cioè si dovrebbero sfornare ragazzi con una certa educazione tattica.
Perché così, realisticamente, i grandi manager presi finiscono solo per farsi comprare calciatori adatti al loro gioco dall'estero.
3) Mourinho si trova di fronte, come detto un po' sopra, a diversi e profondi problemi strategici. La squadra con 4-2-3-1 è sconnessa e statica, riesce a dominare fisicamente le partite ma si arena sulla trequarti perché i calciatori migliori in un sistema di gioco basato sulle individualità come è il solito di Mourinho, sono incompatibili. Ibra è un calciatore associativo e si porta al guinzaglio i difensori lontano dall'area, ma con Rooney trequartista questi resta sulla trequarti e vuole il pallone fra i piedi, i calciatori sulle fasce restano isolati, Pogba resta eccessivamente arretrato e fatica a leggere il gioco di quelle posizioni, specie alla velocità che vorrebbe Mou. Con Pogba sulla trequarti e Carrick dietro sono migliorati, ma Pogba si andava a schiacciare sull'esterno o sulla punta, il triangolo di centrocampo restava scollegato. Il periodo migliore è stato col 4-3-3 con Herrera, la formazione naturale della squadra secondo me.
Il problema è che col 4-3-3 la presenza in area era debolissima e il Manchester faticava (relativamente, ovvero fatica per una grande di Premier che ha quella rosa a disposizione) a creare occasioni, Mkhitarian, Mata, Pogba e Ibra si ammassavano tutti troppo sulla trequarti, gli inserimenti di Valencia sono stati un'ottima arma ma il cross su sovrapposizione non può essere la tua principale arma offensiva (a meno che tu non sia l'Inter), Martial è stato abbastanza deludente e usato male: probabilmente, in un gioco più lento e ragionato come quello dello United con Carrick e il 4-3-3, lo vedrei più vicino alla punta. Le occasioni si sviluppavano quasi tutte sull'asse Pogba-Ibrahimovic e la combinazione, una volta fermata (o fermato il suo innesco Carrick come ha fatto Klopp) la squadra non funziona offensivamente.
In pratica col 4-3-3 faticano a creare occasioni come vorrebbero, ma hanno avuto una lunga striscia di vittorie e risultati utili, Mourinho è tornato al 4-2-3-1 e sono tornati i problemi di prima.
In tutto questo non ha ancora trovato la quadra, la prossima stagione sarà fondamentale per lui, non dovesse qualificarsi alla Champions il campionato assumerebbe un'importanza diversa e lui è stato preso per rendere la squadra competitiva immediatamente e non al termine di un progetto.
4) ne parlai anche dopo la partita col Real Madrid: il Napoli soffre sostanzialmente due situazioni: quando un'avversaria occupa il campo in ampiezza e riesce sempre a trovare un esterno nello spazio fra ala e terzino perché costringe l'ala a stare larga e il terzino a stare basso, e quando l'avversario riesce a forzare duelli individuali con i nostri calciatori, che raramente hanno le qualità per saltare l'uomo e per vincere il contrasto fisicamente. Quando questi due aspetti sono separati riusciamo a contrastare, rispettivamente, stringendo molto le ali (es: contro il Benfica in Champions o contro Roma e Fiorentina in campionato e Coppa Italia) e attraverso uno stile di gioco più verticale (questa credo sarà la soluzione che proveremo contro il Real Madrid, l'abbiamo provata anche all'andata e ha parzialmente pagato).
Ma l'Atalanta ha entrambe queste caratteristiche.
Teoricamente i nostri giocatori sarebbero anche in grado di superare i loro in duello, ma in nessuna delle due partite ci sono riusciti, hanno subito i diretti avversari fisicamente e non sono stati in grado di liberarsi.
La partita poteva essere preparata meglio, ma eravamo fra Juventus, Roma e Real e Sarri non avrebbe di certo usato una settimana intera per provare la partita contro l'Atalanta al San Paolo, specie con una partita col Real Madrid alle porte.