Perchè...?

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Depeche boy
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Re: Perchè...?

Messaggio da Depeche boy »

The monster Abyss ha scritto:Se metti al comando di un azienda o di una società un uomo hai più garanzie di una donna.
La donna troppo spesso si lascia dominare dalle passioni e si mette a licenziare tutti e diventa stronza in poco tempo.
L'uomo generalmente è più equilibrato.



Questa è una teoria interessante.

Opinione personale poi è che la donna ha molta più difficoltà a dedicarsi ad un obbiettivo.La donna quando si innamora purtroppo non riesce a fare nient'altro.La donna poi è interiormente più fragile e meno forte dell'uomo.
Di fronte alle difficoltà la donna si abbatte e tende ad essere anche orgogliosa.L'uomo ha più umiltà e capacità di reagire.
WTF?
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Stan
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Re: Perchè...?

Messaggio da Stan »

Abyss, dette così sono abbastanza sparate a caso.

Lasciando da parte la questione biologica, su cui BomberDede mi ha dato informazioni interessanti ma che non mi hanno del tutto convinto, credo sia un discorso simile a ''i calciatori neri sono scemi''. E' vero. Ma non perché i neri sono scemi. E' perché sono più dotati fisicamente e quindi nel calcio imparano a fare affidamento più su quell'aspetto che sull'abilità tattica. La donna è più dotata nelle relazioni, in quanto più ambita, e si siede sugli allori sotto altri punti di vista. In adolescenza, il periodo in cui si costruisce la personalità, pensano ''ho la fila di ragazzi, sto sempre in giro, non ho bisogno di granché, magari tra tutti questi trovo pure uno di famiglia benestante / con un bello stipendio che mi fa togliere degli sfizi...''.

@ Bomber

Avete risposto tutti a favore delle donne, poi c'è stato Abyss e poi ci saranno tutte le donne femministe fuori dal forum che penseranno che gli uomini sono degli insetti. E' una situazione quantomeno equilibrata.

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BomberDede
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Re: Perchè...?

Messaggio da BomberDede »

qui degli spunti interessanti:
https://www.psychologytoday.com/blog/ho ... en-genders" onclick="window.open(this.href);return false;

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BomberDede
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Re: Perchè...?

Messaggio da BomberDede »

Stan ha scritto:
Lasciando da parte la questione biologica, su cui BomberDede mi ha dato informazioni interessanti ma che non mi hanno del tutto convinto, credo sia un discorso simile a ''i calciatori neri sono scemi''. E' vero. Ma non perché i neri sono scemi. E' perché sono più dotati fisicamente e quindi nel calcio imparano a fare affidamento più su quell'aspetto che sull'abilità tattica

:horrific: :horrific: :horrific: :horrific:
adesso viene fuori che pelè era bianco

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Sonoio
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Re: Perchè...?

Messaggio da Sonoio »

qualcuno chiuda sto cesso per favore

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Stan
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Re: Perchè...?

Messaggio da Stan »

BomberDede ha scritto:

:horrific: :horrific: :horrific: :horrific:
adesso viene fuori che pelè era bianco
Ma intendevo in generale, mica tutti. A esser meno abili tatticamente sono i giocatori forti fisicamente, e i giocatori forti fisicamente sono più tra i neri che tra i bianchi.

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Delphi
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Re: Perchè...?

Messaggio da Delphi »

Dipende dal tipo di società e dai ruoli prestabiliti, che persistono anche inconsapevolmente e in modo recondito. Nella società attuale c'è una progressiva emancipazione della figura femminile, anche se non totale, ma è inevitabile, poiché il processo (purtroppo) è lento. Però, al giorno d'oggi una frase come quella di Tavecchio sulle calciatrici viene disprezzata, mentre pochi decenni fa l'avrebbero condivisa (forse anche alcune donne).
Questo va esteso a qualsiasi porzione della popolazione: minoranze sociali, etniche o religiose, colore della pelle, fasce d'età. Per esempio, in America un nero (ormai generalmente emancipato, per quanto permanga ancora del razzismo) può diventare presidente, mentre qui in Italia se un nero riveste un ruolo pubblico crolla il mondo.

Ps: ho letto ora il post di Abyss :manineicapelli: :boccaaperta1: :perplesso: :horrific: :perso: :esterefatto: :disgustato2:

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Delphi
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Re: Perchè...?

Messaggio da Delphi »

Stan ha scritto:Abyss, dette così sono abbastanza sparate a caso.

Lasciando da parte la questione biologica, su cui BomberDede mi ha dato informazioni interessanti ma che non mi hanno del tutto convinto, credo sia un discorso simile a ''i calciatori neri sono scemi''. E' vero. Ma non perché i neri sono scemi. E' perché sono più dotati fisicamente e quindi nel calcio imparano a fare affidamento più su quell'aspetto che sull'abilità tattica. La donna è più dotata nelle relazioni, in quanto più ambita, e si siede sugli allori sotto altri punti di vista. In adolescenza, il periodo in cui si costruisce la personalità, pensano ''ho la fila di ragazzi, sto sempre in giro, non ho bisogno di granché, magari tra tutti questi trovo pure uno di famiglia benestante / con un bello stipendio che mi fa togliere degli sfizi...''.

@ Bomber

Avete risposto tutti a favore delle donne, poi c'è stato Abyss e poi ci saranno tutte le donne femministe fuori dal forum che penseranno che gli uomini sono degli insetti. E' una situazione quantomeno equilibrata.
Sei troppo ancorato al tuo schema culturale, ma se guardassi a realtà differenti dalla nostra (e cioè società non industrializzate e moderne) ti accorgeresti di quanto le distinzioni di genere e le credenze che siamo abituati a credere quasi naturali (per esempio "la donna è più sensibile") siano semplici costrutti sociali di un particolare contesto storico-sociale, e che non risiedano nella natura umana. Non è una critica, sia chiaro: io queste cose che ti sto dicendo le ho scoperte solo dopo aver iniziato a studiare antropologia, mentre prima anch'io ero ingabbiato agli schemi della nostra società. E' incredibile quanto sia diverso l'uomo di società in società, e molti dei nostri capisaldi vengono prontamente smentiti da casi attuali e passati. Per esempio, l'adolescenza è una fase "inventata" nella società industriale occidentale tra fine '800 e inizio '900 (se non ricordo male, corigetemi se sbaglio). Questo fra l'altro lo scoprii in psicologia dello sviluppo.

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pingumen96
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Re: Perchè...?

Messaggio da pingumen96 »

Delphi ha scritto:
Sei troppo ancorato al tuo schema culturale, ma se guardassi a realtà differenti dalla nostra (e cioè società non industrializzate e moderne) ti accorgeresti di quanto le distinzioni di genere e le credenze che siamo abituati a credere quasi naturali (per esempio "la donna è più sensibile") siano semplici costrutti sociali di un particolare contesto storico-sociale, e che non risiedano nella natura umana. Non è una critica, sia chiaro: io queste cose che ti sto dicendo le ho scoperte solo dopo aver iniziato a studiare antropologia, mentre prima anch'io ero ingabbiato agli schemi della nostra società. E' incredibile quanto sia diverso l'uomo di società in società, e molti dei nostri capisaldi vengono prontamente smentiti da casi attuali e passati. Per esempio, l'adolescenza è una fase "inventata" nella società industriale occidentale tra fine '800 e inizio '900 (se non ricordo male, corigetemi se sbaglio). Questo fra l'altro lo scoprii in psicologia dello sviluppo.
Mi sapresti consigliare qualche testo per imparare qualcosa su questi argomenti? Mi piacerebbe approfondire.

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Delphi
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Re: Perchè...?

Messaggio da Delphi »

pingumen96 ha scritto: Mi sapresti consigliare qualche testo per imparare qualcosa su questi argomenti? Mi piacerebbe approfondire.
Eh... ce ne sono tantissimi, perché tantissimi sono gli oggetti.
Tra i libri che, nella mia carriera universitaria, finora mi hanno aperto di più ci sono sicuramente due di Francesco Remotti (docente della mia università), "Fare Umanità" e "Contro Natura", ma consiglio qualsiasi suo lavoro perché anche solamente leggendo o ascoltando estratti degli altri suoi libri che ancora non ho letto ho capito che fossero degni di nota.

Il primo parla del concetto di "antropopoiesi" ("antropos" = "uomo", "poiein" = "fare", "modellare"), ovvero del modo in cui le varie culture forgiano la propria idea di essere umano (sia in senso "spirituale", cioè composto da un'anima, da due anime, tre anime eccetera, sia in senso fisico, e quindi tatuaggi, segni esteriori sul corpo, circoncisioni eccetera). Forse hai sentito parlare di "riti di passaggio": sostanzialmente parla di quello, ma non solo.

Il secondo invece prende spunto da alcune frasi di Benedetto XVI sulla "famiglia naturale" (ovviamente, secondo il pontefice, quella monogamica uomo + donna), e fa vedere come in realtà nel mondo (sia nel presente che nel passato) esistano innumerevoli casi di famiglie e parentele differenti, e che ognuno abbia il suo senso all'interno della propria cultura di riferimento. Inoltre esamina il concetto di "natura" e mostra come esso sia sostanzialmente un costrutto sociale, e che ogni cultura definisca la propria idea di "natura". Accenna anche a forme di omosessualità presenti anche nel mondo animale (e rimanda alla specifica bibliografia, qualora ti interessasse anche questo argomento).

Consiglio anche, sempre di Remotti, "Cultura. Dalla complessità all'impoverimento", che anche se non ho letto so di cosa parla, e cioè di come la cultura esista per creare un ordine al mondo che in sé appare complesso, e che quindi la cultura sia sostanzialmente un processo di "impoverimento" della complessità della realtà, definendo schemi particolari. Tali schemi non sono universali, perché sono sempre relativi ad una determinata cultura ed al contesto ambientale nella quale vive.

Un altro di Remotti interessante è "Contro l'identità", che invece è più "politico", nel senso che mette in discussione l'idea di "identità" (etnica, politica, religiosa eccetera), e del fatto che sia una categoria fragile, precaria, costruita socialmente, particolare, mentre la si intende come qualcosa di "naturale", di definito, e valida eternamente. Inoltre mostra come le culture siano elastiche e predisposte al mutamento. E' un libro che dovrebbero leggere tutti quelli preoccupati per il futuro della nostra "identità" italiana e cristiana.

Cito Remotti perché i suoi libri sono scritti in modo molto chiaro, sono abbastanza generali per le tematiche che affronta, e poi presenta molto spesso teorie di autori cardine dell'antropologia (quindi se ti interessa un autore o una tematica in particolare puoi cercare il riferimento bibliografico).

Un altro libro abbastanza "generale" (il difetto degli antropologi è che si occupano troppo spesso di campi ristretti, e che difficilmente osino fare qualche panoramica generale su un argomento) e ben scritto è "Il mondo fino a ieri" di Jared Diamond (del quale consiglio il bellissimo "Armi, Acciaio e Malattie"), dove affronta numerose tematiche (famiglia, infanzia, anzianità, guerra, economia, politica, religione, spazio domestico eccetera) e presenta modalità differenti di come vengano affrontate dalle varie culture. E' però stato criticato perché sembra che veda le culture un po' troppo rigide, immutabili, e poco elastiche ed aperte al cambiamento (d'altronde lui non è un antropologo culturale), ma rimane bello perché mette in discussione molte nostre convinzioni.

Per quanto questi libri contengano molto, sono la punta dell'iceberg di un mondo vasto e complesso. Man mano che ci si addentra sempre più nel microcosmo, analizzando casi specifici, si comprendono meglio queste differenze.
Non ricordo dove lo avevo letto, ma, per fare un esempio, ricordo di una tribù della foresta pluviale africana che non aveva il senso della prospettiva. Questo non perché fossero stupidi, ma perché vivevano in fitte foreste dove non vedevano cose troppo in lontananza. Un giorno, uno studioso ha portato uno di loro a fare un giro fuori dalla foresta e l'ha portato a vedere la prateria, e, nel vedere animali all'orizzonte, l'indigeno si era stupito di vedere animali così piccoli, e allungava la mano per poterli toccare. Era sempre vissuto nella foresta, e non aveva mai concepito la prospettiva. E' dovuto venire uno "da fuori" per fargliela vedere.

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Re: Perchè...?

Messaggio da pingumen96 »

Grazie mille.
Magari non leggerò tutti libri (almeno per adesso) però conto di informarmi e di capire qualcosa su questo mondo che mi affascina ma di cui ho letto poche volte.

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Re: Perchè...?

Messaggio da Stan »

Ma infatti Delphi parlavo della società in cui vivo io (/viviamo noi).

Per curiosità: cosa studi?

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Re: Perchè...?

Messaggio da Delphi »

pingumen96 ha scritto:Grazie mille.
Magari non leggerò tutti libri (almeno per adesso) però conto di informarmi e di capire qualcosa su questo mondo che mi affascina ma di cui ho letto poche volte.
Prego ;)
Stan ha scritto:Ma infatti Delphi parlavo della società in cui vivo io (/viviamo noi).

Per curiosità: cosa studi?
Antropologia Culturale.
Ma anche la società in cui viviamo noi è una società fatta di costrutti sociali precari e soggetti al mutamento, quindi anche un'idea data per assodata come "le donne sono più sensibili" può precipitare (difatti basta guardarsi intorno per accorgersi che ci sono molti uomini più sensibili rispetto ad altre donne).
Di genetico non c'è nulla, a parte la forza biologica dell'uomo, che ha fatto sì che egli fosse il cacciatore e non il raccoglitore. Da lì molti credono che siano derivati in modo "naturale" i ruoli e le caratteristiche di genere che ancora oggi sopravvivono, ma in realtà i ruoli di genere (e le supposte caratteristiche distintive) sono, per l'appunto, costruzioni sociali, soggette a mutamenti.
Infatti, se guardiamo fuori dalla nostra realtà, ci accorgiamo di quanto sia diverso il mondo rispetto a noi, anche nelle cose che credevamo più ovvie e scontate.

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Re: Perchè...?

Messaggio da Stan »

Interessante. E dopo cosa fai? Io volevo studiare sociologia ma ho rinunciato perché insicuro sulle opzioni lavorative successive.

Ma quello che ho scritto io non può esser modificato, almeno non continuando il percorso che stiamo seguendo di parità assoluta tra uomo e donna. Anzi sarà acuito. Se lasci culturalmente uomo e donna ugualmente liberi dal punto di vista sessuale la donna si beerà fin da adolescente fra decine di pretendenti e diventerà frivola mentre l'uomo, o meglio il ragazzo sarà più solo e crescerà cercando e coltivando più interessi, sviluppando la propensione di cui parlavo inzialmente.

''Di genetico non c'è nulla, solo la forza biologica dell'uomo'' è sbagliato, perché c'è sicuramente un'altra differenza, non da poco, ed è nella sfera sessuale.

Tu vedi un modo in cui uomo e donna possano diventare pari da questo punto di vista?

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Re: Perchè...?

Messaggio da Sonoio »

Ma quello che ho scritto io non può esser modificato, almeno non continuando il percorso che stiamo seguendo di parità assoluta tra uomo e donna. Anzi sarà acuito. Se lasci culturalmente uomo e donna ugualmente liberi dal punto di vista sessuale la donna si beerà fin da adolescente fra decine di pretendenti e diventerà frivola mentre l'uomo, o meglio il ragazzo sarà più solo e crescerà cercando e coltivando più interessi, sviluppando la propensione di cui parlavo inzialmente.
Ah ma sei Colosso, ora capisco. Immagine

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