Locke è un filmettino, inserito molto bene nella scena britannica, ma senza alcuna rilevanza artistica (e quando mi si cita Beckett...) e vabbè negli States giustamente non se lo sono cagato
manud(x)20 ha scritto:
Il successone intanto ha avuto già 2 nomination al GG, mentre Hardy stava ancora a seguire quel piscione handicappato di Refn, altro fascista del linguaggio. JGL comunque è molto connotato con un immaginario un po' in deperimento ora come ora, ma giustamente ste cose un coglione come te non le recepisce.
Ho mai parlato del passato? Diobono oh non c'è niente da fare te boh chissà che Gattopardo hai letto ma il fatto che alla fine vinca Selma o The Artist mica annulla il fatto che Boyhood sì e Kubrick no, perchè non è che i premi abbian smesso da un momento all'altro di guardare al lato commerciale, è solo che ora c'è libertà di scelta che prima non c'era ed il mercato inizia a guardare e valorizzare pure le nicchie. Ma per te tanto presente e passato coincidono, le cose che abbiamo e costruiamo non ci formano, tutto è fermo e viva Verga e la tecnocrazia.
Ti pare che mi lamentavo per Selma? Ma zio li leggi i post o vuoi continuare all'infinito a fare post a vuoto? Ti pare che mi lamentassi? lol. Era una constatazione: era citato come papabile su indiewire (non so perchè dietro a Boyhood e Birdman boh) a due mesi dall'uscita, è stato nominato prima dell'uscita, sarà mica che vince? Comprensione del testo a livelli assurdi.
Eh sì, zì, il più delle volte. Tipo Boyhood. Tipo Her. Tipo Nebraska. Tipo The Social Network. (ci manca Blue Valentine ed è la mia top 5 dell'ultimo lustro lol). Il più delle volte.
Io a farmi spiegare cosa sia umano e sincero e se sia aperto o chiuso da uno che non sa manco pronunciare Dardenne non ci penso proprio.
Esci da Roma, incontra l'"altro" e magari potrai fare l'omo vissuto.
kanyewest ha scritto:
Conviene a molta gente catalogare le cose. Gli viene poi molto più facile inserirle nel proprio Mondo in modo asettico e distaccato giustificandone la propria lontananza con concetti predefiniti frutto della propria culturalmente determinata visione. Le cose sono lì, piatte e van bene, non turba nessuno. Così Boyhood diventa un esperimento e non il cinema d'oggi, un mostro informe nato dall'idea d'un folle e fattosi solo idea, non esperienza cinematografica. Non ci si chiede mai perchè l'altro esperisce ed io no, è sempre l'altro il limitato. Perchè le cose che si esperisce le si vede piatte, dove l'altro vede i sostrati. Questo non vuol dire che a chiunque sia piaciuto abbia goduto dell'esperienza degli strati, è ovvio che la maggior parte dell'interesse sia nell'esperimento in sè e senza quello l'Academy avrebbe continuato a cagarsi Linklater quando pareva loro. Ma, ripeto, è roba da conservatori che han paura dell'altro, perchè effettivamente altro c'è, dovunque, perchè tutto è stratificato, a parte Interstellar, ma quello non capisce il proprio tempo, Boyhood sì, ed infatti di strati ne ha, ma solo se li si vuole vedere, solo se si ha coscienza critica. CIAO SABBAROSAURO. Smettiamola di catalogare le cose.
E' un unicum: l'esperimento in sè ovviamente non è riproducibile ma il riprodurlo vorrebbe dire copiarne il linguaggio, perchè qualcuno dovrebbe farlo? Non siam mica nell'era dei Pif. Pure Truffaut fece un esperimento del genere e fosse così interessata la gente alla sperimentazione perchè non vedersi Benning ed i suoi meraviglioserrimi cieli su cui si sega pure l'Azzolin? E' ovvio che ci debba essere altro, di per sè. C'è Linklater ed il suo cinema, ma ok non tutti l'hanno capito o lo vogliono capire, a partire da Yorick. C'è il neoreal... no ok quella è una stronzata inventata dal Pochesci tanto per giustificare il fatto che non l'avesse già visto e che tanto, quando ne avrà l'opportunità, continuerà a ritenere meglio Interstellar. Kanye, c'è il contesto, c'è il tempo e c'è il tempo che modella il contesto. Ma soprattutto c'è il contesto, un mondo di immaginari, quel Mondo stratificato di, mi scuserà il Caccia, Waking Life, che si fa esperienza cinematografica. Questo ha percepito il pubblico, quel che è veramente il film, il tempo che passa, distrugge e ricostruisce. Una delle maggiori critiche al film è: a parte l'esperimento, è un film indie qualunque. Ed è vero, ma è quello l'immaginario, il contesto da cui nasce tutto, i mille Mondi di Waking Life. Ed è solo da lì che può sorgere qualcosa di più profondo, una forza che lacera silenziosamente, ma profondamente. Che angoscia c'è ad ogni cambio di scena, la si sente? No, perchè non la evidenzia, perchè è già evidenziato, non servono pippotti della Hathaway, sappiamo riconoscere dove qualcosa si evidenzia da sola, siamo intelligenti e responsabili tanto quanto Linklater e se mi dà un immaginario io non ti accuso di avermi dato un immaginario e non averlo distrutto, poetizzato e fatto tuo (CIAO MALICK), mi chiedo piuttosto perchè non l'abbia fatto. Non l'ha fatto perchè il film non si basa su quell'immaginario di per sè, il protagonista non è Mason, mero alter ego di noi stessi, il film non ha una trama. E ciò non toglie il fatto che non abbia drama perchè il dramma c'è ed è l'unico vero protagonista della storia a crearlo, il tempo. Il tempo crea il dramma ad ogni cambio di scena e lo spettatore, immedesimato nell'esperienza d'un contesto già vissuto fattosi immaginario, lo percepisce. Ora: ciò è un unicum? Non credo proprio, cambia il linguaggio ma il principio è sempre quello. Le stratificazioni di Her e Nebraska non mi sembran partire da principi poi così differenti, seppur le modalità sian diverse. Il dramma scaturisce sempre dal profondo, da un sistema compatto che emerge lentamente, rendendosi evidente naturalmente, attraverso un'interazione con lo spettatore, non necessariamente sotteso alle volontà della trama. Tutto ciò Interstellar lo spazza via trattando lo spettatore come un incapace contemplatore d'azioni consequenziali da guidare step by step verso un contenuto suo-di-Nolan e mai mio, mai vita.
Dialogo & intrattenimento: sarebbe abbastanza futile risponderti ora, visto che, come detto, il film non segue una trama, non gli importa del bel dialogo, nè dell'intrattenimento che poi intrattenimento il cazzo se poi ti becchi Matt Damon e l'afro che more zio che bell'intrattenimento. Quindi perchè il film non è Benning ma ci sono dialoghi ed intrattiene? Perchè c'è un immaginario da rappresentare per creare l'identificazione di cui prima. I dialoghi sono banali, boh zì ma perchè nel cinema vuoi l'altro e nella vita lo ripudi? Ed alla fine ti pigli sempre Spielberg. C'è qualcosa che non va. Quindi o non l'hai mai esperito o non conosci l'immaginario. Per fortuna c'è un bel film chiamato Stand By Me, vattelo a guardare. Ma anche i Peanuts vanno bene, vojo dì. Un bel dialogo è un dialogo complesso e ingegnoso? O la purezza dell'evidenza? E l'intrattenimento cos'è? Sinceramente Hawke che fa rubare ai figli i cartelli pubblicitari di McCain mi intrattiene miliardi di volte di più di boh qualunque cosa di quell'abominio di action fascistoide. Non ha la potenza visiva di Nolan? Boh ancora, dell'immagine piatta che ce ne facciamo? L'immagine di Linklater è un immaginario cioè un già vissuto perchè effettivamente è un già vissuto-filmato, cioè è quello che è, quella è sincerità. E' da lì che nasce la potenza dei 12 anni, non dai 12 anni in sè.
Me so scassato il cazzo.
SaintJust ha scritto:
Toninowub
Non nascondo che l'ideologia imperante mi stia parecchio sulla minchia, ma è tale proprio perchè nasce da un progetto autorializzato (cosa presa inspiegabilmente come un merito e non come un dato di fatto, "eh ma è Hollywood" lel), le due cose convivono. Sto qui parla di tecnocrazia ce ne rendiamo conto sì? Pure l'altra influenza inevitabilmente la visione del film, tanto che il Fasciochesci esaltava solo il contenuto quando manco l'ha capito. Finchè faceva il fascista eversivo (la trilogia e Inception eh, mica prima) a me Nolan andava bene, poi ovvio, era un Cameron, non aveva rilevanza artistica. Poi oh lo stato di polizia e Batman fascista son delle cacate da grillini su (ed infatti Rises parla del fallimento della democrazia grillina).
Futilissimo infatti parlare dei premi, ma vedi come escono le checche isteriche. Ricordo lo scorso anno Manu che rompeva i coglioni solo perchè mi sono fatto il live degli Oscar per vedere gli Arcade Fire. E se la tirava che fosse superiore a tutto ciò. E ancora con Kubrick non l'ha vinto. Boh.
Sulla morte del cinema ci penso ogni volta che penso a Synecdoche New York. Kaufman è un genio e ci è già arrivato, è ovvio che sia inevitabile, ma quel film sostanzialmente è stato percepito come brutto, oltre che geniale. Ciò mi fa credere che il cinema si rifugerà nel brutto prima di morire (la Ciavoni Era) e rivaluteremo Synecdoche New York come il capolavoro che è, ma no, non è ancora morto, ha ancora tanto da dire. Solo i borghesi e gli avanguardisti non lo capiscono. Il Cazzin (e la sua specificità) invece morirà come il verme solitario che è.
Toninowub vivrà per sempre. In povertà.