Stasera su History Channel alle 21.00 fa Enigmi Alieni. Ah sì poi c'è anche quella cagata di mistero.MassiveMolecule ha scritto:Dal momento che l'argomento sembra interessare un sacco di gente (me per primo), facciamone un topic apposito;
Ergo, parliamone, dibattiamone, trasmettiamoci informazioni utili e magari scanniamoci anche un poco, che è sempre fun.
Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
- Kingos
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Caro dodici per,12X ha scritto:Caro MM, sono 12X dall'Isola di Wight.
Ho sentito parlare del suo articolo sulle linee di Nazca.
Vorrei chiederle precisamente come i progettisti delle opere potessero valutare la qualità delle stesse dall'alto (ci sono montagne attorno?)
E in secondo luogo, ma molto più importante, esistono al mondo altre "opere" su questa falsariga, oppure è una peculiarità di questa civiltà sudamericana?
Grazie per la risposta
Arrivederci
12x
Spesse volte si sente dire che è impossibile tracciare le linee nella Pampa senza un aiuto dall'alto. Ciò non è vero: basta un progetto ben definito, e saper tracciare accuratamente linee geometriche precise, con l'utilizzo accurato di corde e paletti; come ho detto nel wallpost precedente, sappiamo che i Nazca lavoravano in scala, il che sicuramente aiutava nella loro precisione. Inoltre, se è vero che la complessità globale delle linee di nazca si può cogliere solo da alcune centinaia di metri di altezza, il significato dei geoglifi zoomorfi e specialmente quelli geometrici non solo è visibile da molte delle colline circostanti (basta essere sollevati una decina di metri), ma può essere compreso facilmente tracciando un disegno della figura mentre la si percorre. Se è vero che nelle linee si facevano processioni, probabilmente questo non è un fatto casuale.
Si sente anche talvolta affermare che i geoglifi di Nazca sono un fenomeno unico al mondo. Non è vero neppure questo: ne puoi osservare un paio di esempi nello stesso sudamerica nel deserto di acatama, in cile, o, a 200 km dalla piana di Nazca, il candelabro di Paracas:

Sempre nelle americhe, sono dei geoglifi gli Effigy Mounds, presenti nell'Ohio,creati probabilmente dagli Anasazi, gli antenatidi degli odierni indiani d'america

Sebbene la tecnica per costruirli sia leggermente diversi.
Infine, in europa, abbiamo altri analoghi, celtici in origine, tra cui lo stupendissimo Cavallo di Uffington e il Gigante di Cerne:


Spero che questa risposta ti illumini un poco.
Buon proseguimento
DoppiaEmme
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Un uomo con più capelli che dignità.Baboden ha scritto:Non quoto.
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Grazie per la risposta MM.
Certo che per pensare a bufale del genere bisogna essere proprio dei gran farabutti.....

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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Cosa è misterioso ? Che indipendentemente più di un popolo sia arrivato a costruire qualche tipo di piramide ?Baboden ha scritto:E le piramidi sparse in tutto il mondo? :mistero:
Cioè si può indipendentemente inventare alfabeti, agricoltura, ceramica, lavorazione dei metalli, l'arco, i mattoni, le architravi a V, il falso arco e l'arco a tutto sesto, e miliardi di altri esempi, senza suscitare mistero, ma il fatto che si scelga di costruire il solido platonico più semplice possibile è misterioso ?
E' per caso misterioso, anche, non so, il fatto che tutte le civiltà abbiano inventato i tetti ? E' misterioso che abbiano inventato le torri ? Cosa ha di speciale ?
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Un piccolo post sull'isola di Pasqua e i Moai, dedicato a Rocks.
Intorno al 400 d.C, una flottiglia di piroghe polinesiane, che probabilmente arrivavano dalle isole marchesi, sbarcarono su una piccola isola nel pacifico, formatasi circa un milione di anni prima e prima di allora inabitata dall'uomo. Secondo le leggende locali, gli scopritori chiamarono l'isola Te-Pito-Te-Henua, che, nella lingua locale, significa " L'ultima delle terre".
1300 anni dopo, il lunedì di pasqua del 1722, il capitano olandese Jacob Roggeveen mise per primo piede su quel triangolo di poco più di 160 km quadrati, che da quel giorno sarebbe stato noto come l'isola di pasqua.
Conosciamo qualcosa della storia dell'isola grazie non soltanto a dati archeologici ma sopratutto ad analisi genetiche e paleobotaniche: sull'isola esisteva infatti una forma di scrittura, chiamata Rongo-Rongo, ma sopravvivono purtroppo pochissimi reperti in seguito alla distruzione della cultura indigena da parte degli europei.
La colonizzazione originale dell'isola di Pasqua faceva parte di una ondata di espansione marittima che portò i Polinesiani a colonizzare Tahiti, le isole marchesi, e infine le Hawaii e la nuova zelanda, come mostrano le analisi genetiche e paleobotaniche delle loro migrazioni.
L'isola di Pasqua, che oggi è quasi completamente spogliata di piantagioni, era ricca al tempo del primo insediamento di palme da cocco e uccelli; i polinesiani introdussero la banana, e riuscirono a costruire un'economia fiorente e a far crescere la popolazione fino a circa 10mila individui, un numero sconvolgente per un isola così piccola (che infatti è ora permanentemente scarificata dal "consumo" intensivo).
Isolata dal resto della Polinesia, sull'isola di pasqua nacque un culto basato sull'adorazione delle famose teste di pietra giganti, i Moai. Lo sforzo collettivo necessario per ergere queste creazioni di pietra era enorme, ed ha probabilmente iniziato la distruzione delle risorse dell'isola, dal momento che quantità spropositate di legno di palma furono necessari per spostare e piazzare le palme. La popolazione è collassata intorno al 1600 d.C, e con essa la produzione di statue, fermate probabilmente dalla scomparsa delle foreste.
La situazione sembra riecheggiare quello che stiamo facendo noi al resto del mondo, ma c'è una differenza con la situazione attuale: prove archeologiche suggeriscono che, forse messi l'uno contro l'altro della carenza di risorse, forse per ragioni religiose, gli abitanti dell'isola abbiano iniziato una guerra fratricida. Alcuni dei Moai sono stati intenzionalmente abbattuti durante i combattimenti, e la popolazione si ridusse drasticamente. La religione dei moai scomparì, e fu sostituita dal culto dell'"uomo uccello", documentato anche dalle prime cronache europee, e che ebbe sede principalmente ad Orongo, nella punta meridionale dell'isola, dove si trovano petroglifi che rappresentano questo uomo uccello e la disperata ricerca per le sue uova.
Una volta arrivati gli europei, moltissimi degli indigeni furono presi schiavi e deportati in Perù, riducendo ulteriormente la popolazione. Quello che popola ora l'isola di Pasqua sono letteralmente i Moai: ce ne sono più che persone.
I moai sono statue monolitiche antropomorfe con tratti stilizzati e allungati, probabilmente (ma non sicuramente) di individui maschili; a volte sono abbelliti da rilievi che rappresentino lobi, orecchini, vestiti e altri oggetti.
Tutti i monoliti vengono da roccia cavata da uno dei vulcano morti dell'isola, noto come il Rano Raraku, che era un'enorme cava all'aperto. Molte statue restano ancora parzialmente scolpite nella cava o sui pendii del vulcano. I grossi massi ignei venivano pazientemente scavati usando martelli di pietra, e lavorando contemporaneamente su estrazione e incisione: mentre la base stava ancora essendo scavata, la cima veniva scolpita. Le statue venivano poi trasportate in giro per l'isola, e una volta raggiunta la sede gli veniva aggiunto in cima un copricapo cavato dal corallo rosso, probabilmente per rappresentare i capelli della figura. Alcuni moai sembra avessero anche occhi corallo bianco, a giudicare da alcuni frammenti che sono stati ritrovati nel 76, infilati nelle orbite delle statue.
Sull'isola di Pasqua ci sono precisamente 887 Moai: tra questi, 397 sono ancora nelle cave, e almeno 288 sono stati portati alla loro destinazione finale: altri sono stati apparentemente abbasttuti per strada. Il Moai medio pesa 12 tonnellate e è alto circa 4 metri. Il più grande Moai conosciuto non è mai stato finito, è rimane della cava di Rano Raraku, e pesa circa 170 tonnellate.
Sappiamo che alcuni si son persi per strada perché questi giganti di pietra venivano eretti su piattaforme dette Ahu, a loro volta piattaforme di diverse decine di tonnellate; in alcune di queste si vedono persino pezzi di Moai reciclati come materiali di costruzione. Alcune piattaforme sono scolpite in maniera riminescente di certe costruzioni inca, il che supporta l'idea per la prima volta portata avanti da Thor Heyerdal, che l'isola di pasqua sia stata raggiunta anche da popolazioni sudamericane. La storia di Thor Heyerdal e della spedizione Kon Tiki è troppo epica da spiegare in un breve post,e il documentario a proposito ha vinto un premio oscar nel 1955: ve lo consiglio vivamente.
Che significavano queste statue ? La maggior parte degli studiosi ritiene che i moai siano collegati ad un culto degli antenati, rappresentati dalle statue. Queste sono simili, ma non perfettamente identiche, come a rappresentare uno stile, un rigido canone, piuttosto che dei ritratti specifici di persone. A questo si somma la distribuzione degli Ahu, le piattaforme su cui si ergono i moai: tutte queste si trovano lungo la costa, ma i volti puntano verso l'interno dell'isola, non l'esterno; formano una sorta di frontiera tra il paesaggio naturale e il paesaggio sacro, un po' come i nuraghi in sardegna: servono a stabilire che sono un luogo speciale, e i Moai sono visitatori, che sbarcano dalle loro navi, e iniziano un cammino attraverso l'isola.
Dove stanno andando ? Verso Ranu Ranaku, la loro madre rocciosa. Il volto dei moai ha dei lineamenti stilizzati per riprodurre parzialmente il profilo del vulcano, da cui, del resto, i moai stessi sono stati estratti. Il fatto che ci siano Moai incompleti non è solo dovuto a problemi di trasporto e di fratture nelle rocce (anche se ce ne sono molti bloccati per questo motivo), ma alcuni sono intenzionalmente lasciati incompiuti, perché stanno rientrando nel grembo materno.
Intorno al 400 d.C, una flottiglia di piroghe polinesiane, che probabilmente arrivavano dalle isole marchesi, sbarcarono su una piccola isola nel pacifico, formatasi circa un milione di anni prima e prima di allora inabitata dall'uomo. Secondo le leggende locali, gli scopritori chiamarono l'isola Te-Pito-Te-Henua, che, nella lingua locale, significa " L'ultima delle terre".
1300 anni dopo, il lunedì di pasqua del 1722, il capitano olandese Jacob Roggeveen mise per primo piede su quel triangolo di poco più di 160 km quadrati, che da quel giorno sarebbe stato noto come l'isola di pasqua.
Conosciamo qualcosa della storia dell'isola grazie non soltanto a dati archeologici ma sopratutto ad analisi genetiche e paleobotaniche: sull'isola esisteva infatti una forma di scrittura, chiamata Rongo-Rongo, ma sopravvivono purtroppo pochissimi reperti in seguito alla distruzione della cultura indigena da parte degli europei.
La colonizzazione originale dell'isola di Pasqua faceva parte di una ondata di espansione marittima che portò i Polinesiani a colonizzare Tahiti, le isole marchesi, e infine le Hawaii e la nuova zelanda, come mostrano le analisi genetiche e paleobotaniche delle loro migrazioni.
L'isola di Pasqua, che oggi è quasi completamente spogliata di piantagioni, era ricca al tempo del primo insediamento di palme da cocco e uccelli; i polinesiani introdussero la banana, e riuscirono a costruire un'economia fiorente e a far crescere la popolazione fino a circa 10mila individui, un numero sconvolgente per un isola così piccola (che infatti è ora permanentemente scarificata dal "consumo" intensivo).
Isolata dal resto della Polinesia, sull'isola di pasqua nacque un culto basato sull'adorazione delle famose teste di pietra giganti, i Moai. Lo sforzo collettivo necessario per ergere queste creazioni di pietra era enorme, ed ha probabilmente iniziato la distruzione delle risorse dell'isola, dal momento che quantità spropositate di legno di palma furono necessari per spostare e piazzare le palme. La popolazione è collassata intorno al 1600 d.C, e con essa la produzione di statue, fermate probabilmente dalla scomparsa delle foreste.
La situazione sembra riecheggiare quello che stiamo facendo noi al resto del mondo, ma c'è una differenza con la situazione attuale: prove archeologiche suggeriscono che, forse messi l'uno contro l'altro della carenza di risorse, forse per ragioni religiose, gli abitanti dell'isola abbiano iniziato una guerra fratricida. Alcuni dei Moai sono stati intenzionalmente abbattuti durante i combattimenti, e la popolazione si ridusse drasticamente. La religione dei moai scomparì, e fu sostituita dal culto dell'"uomo uccello", documentato anche dalle prime cronache europee, e che ebbe sede principalmente ad Orongo, nella punta meridionale dell'isola, dove si trovano petroglifi che rappresentano questo uomo uccello e la disperata ricerca per le sue uova.
Una volta arrivati gli europei, moltissimi degli indigeni furono presi schiavi e deportati in Perù, riducendo ulteriormente la popolazione. Quello che popola ora l'isola di Pasqua sono letteralmente i Moai: ce ne sono più che persone.
I moai sono statue monolitiche antropomorfe con tratti stilizzati e allungati, probabilmente (ma non sicuramente) di individui maschili; a volte sono abbelliti da rilievi che rappresentino lobi, orecchini, vestiti e altri oggetti.
Tutti i monoliti vengono da roccia cavata da uno dei vulcano morti dell'isola, noto come il Rano Raraku, che era un'enorme cava all'aperto. Molte statue restano ancora parzialmente scolpite nella cava o sui pendii del vulcano. I grossi massi ignei venivano pazientemente scavati usando martelli di pietra, e lavorando contemporaneamente su estrazione e incisione: mentre la base stava ancora essendo scavata, la cima veniva scolpita. Le statue venivano poi trasportate in giro per l'isola, e una volta raggiunta la sede gli veniva aggiunto in cima un copricapo cavato dal corallo rosso, probabilmente per rappresentare i capelli della figura. Alcuni moai sembra avessero anche occhi corallo bianco, a giudicare da alcuni frammenti che sono stati ritrovati nel 76, infilati nelle orbite delle statue.
Sull'isola di Pasqua ci sono precisamente 887 Moai: tra questi, 397 sono ancora nelle cave, e almeno 288 sono stati portati alla loro destinazione finale: altri sono stati apparentemente abbasttuti per strada. Il Moai medio pesa 12 tonnellate e è alto circa 4 metri. Il più grande Moai conosciuto non è mai stato finito, è rimane della cava di Rano Raraku, e pesa circa 170 tonnellate.
Sappiamo che alcuni si son persi per strada perché questi giganti di pietra venivano eretti su piattaforme dette Ahu, a loro volta piattaforme di diverse decine di tonnellate; in alcune di queste si vedono persino pezzi di Moai reciclati come materiali di costruzione. Alcune piattaforme sono scolpite in maniera riminescente di certe costruzioni inca, il che supporta l'idea per la prima volta portata avanti da Thor Heyerdal, che l'isola di pasqua sia stata raggiunta anche da popolazioni sudamericane. La storia di Thor Heyerdal e della spedizione Kon Tiki è troppo epica da spiegare in un breve post,e il documentario a proposito ha vinto un premio oscar nel 1955: ve lo consiglio vivamente.
Che significavano queste statue ? La maggior parte degli studiosi ritiene che i moai siano collegati ad un culto degli antenati, rappresentati dalle statue. Queste sono simili, ma non perfettamente identiche, come a rappresentare uno stile, un rigido canone, piuttosto che dei ritratti specifici di persone. A questo si somma la distribuzione degli Ahu, le piattaforme su cui si ergono i moai: tutte queste si trovano lungo la costa, ma i volti puntano verso l'interno dell'isola, non l'esterno; formano una sorta di frontiera tra il paesaggio naturale e il paesaggio sacro, un po' come i nuraghi in sardegna: servono a stabilire che sono un luogo speciale, e i Moai sono visitatori, che sbarcano dalle loro navi, e iniziano un cammino attraverso l'isola.
Dove stanno andando ? Verso Ranu Ranaku, la loro madre rocciosa. Il volto dei moai ha dei lineamenti stilizzati per riprodurre parzialmente il profilo del vulcano, da cui, del resto, i moai stessi sono stati estratti. Il fatto che ci siano Moai incompleti non è solo dovuto a problemi di trasporto e di fratture nelle rocce (anche se ce ne sono molti bloccati per questo motivo), ma alcuni sono intenzionalmente lasciati incompiuti, perché stanno rientrando nel grembo materno.
Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini

Doveva essere massacrante scolpire e trasportare oggetti di tali dimensioni.
Quindi la storia che le rocce con le quali sono state scolpite quelle teste enormi, non fossero originarie dell'isola è un falso?
Ma è davvero fattibile per delle persone dell'epoca aver trasportato più di 200 statue così grosse e così pesanti in quel modo?
Okay che gli egizi hanno costruito piramidi imponenti usando metodi assai simili ma in questo caso....non parliamo di montagne di schiavi sfruttati ma di volontari operai o mi sbaglio?
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Beh, sì, considerato che abbiamo la cava con dentro ancora i moai, e sappiamo la composizione dei moai ed è verificato che venga da quella cava, è una totale fabbricazione.Rocks ha scritto:![]()
Doveva essere massacrante scolpire e trasportare oggetti di tali dimensioni.
Quindi la storia che le rocce con le quali sono state scolpite quelle teste enormi, non fossero originarie dell'isola è un falso?
Ma è davvero fattibile per delle persone dell'epoca aver trasportato più di 200 statue così grosse e così pesanti in quel modo?
Okay che gli egizi hanno costruito piramidi imponenti usando metodi assai simili ma in questo caso....non parliamo di montagne di schiavi sfruttati ma di volontari operai o mi sbaglio?
20 Persone erano in grado di scolpire un moai in 5-6 anni. Devi anche considerare che i 900 moai sparsi per l'isola sono stati eretti nell'arco di quasi 1 millennio. Così come roma non è stata costruita del giorno, lo stesso vale per l'isola di pasqua.
Screen da Magli (2008):

I moai sono tendenzialmente considerati semplici da spostare. Con dei tronchi su cui rotolare, servivano solo una 30ina di uomini. E anche se ne fossero serviti di più (ibid:)

Etnograficamente parlando, non sarebbe strano, ne impossibile.
(La maggior parte della manodopera impiegata nella costruzione delle piramidi, tra l'altro, era composta principalmente da operai specializzati e salariati, e non schiavi.)
Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini

Operai specializzati per costruire le piramidi e non schiavi?!
Ma dai, a questo ci credo poco, quanto sarebbe costato pagare così tanta gente solo per una piramide di normali dimensioni?
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
E' praticamente un fatto acclarato. Ci sono i cimiteri degli operai, e i registri dei salari. Per la piramide di Giza, a seconda della fase di costruzione, erano impiegate tra le 10 mila e le 40 mila persone. C'erano persino operai che migravano stagionalmente per lavorare alla piramide, come si sa dai registri della costruzione della piramide di Amenemhat II, con i palestinesi che facevano l'equivalente dei lavoratori stagionali moderni.Rocks ha scritto:![]()
Operai specializzati per costruire le piramidi e non schiavi?!
Ma dai, a questo ci credo poco, quanto sarebbe costato pagare così tanta gente solo per una piramide di normali dimensioni?
http://en.wikipedia.org/wiki/Amenemhat_II
C'erano quasi certamente schiavi coinvolti, ma solo nel trasporto dei blocchi dalle cave al sito: l'estrazione e la costruzione era opera di operai.
Erodoto dice che erano tutti schiavi, ma bisogna anche tener presente che Erodoto, in Egitto, non c'è mai stato, e dice tante cose che sappiamo essere false.
E' dalla fine degli anni 80 almeno che il consenso archeologico generale è che le piramidi non siano state costruite da schiavi, con la scoperta della città degli operai
http://ancientegyptonline.co.uk/giza.html#workers
E quando sei l'incarnazione di un Dio in un mondo che funziona per lo più con l'agricoltura di sussistenza, i soldi sono l'ultimo dei problemi.
-
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Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
il Gigante di Cerne anche conosciuto come il Gigante Fetish:MassiveMolecule ha scritto:
il Gigante di Cerne:
![]()
da notare come il caro gigante sia completamente nudo salvo indossare dei collant(ed è un dato di fatto, guardate quelle due righe che separano il busto dalle gambe: indicano chiaramente il bordo delle calze!) mentre nella mano destra agita un enorme vibratore(e vista la mancanza di una gigantessa di cerne temo per dove abbia intenzione di introdurre il suddetto). Ed è evidente come lo stimato Cerne sia eccitato dalla cosa(lo avete già notato tutti quanto il suo "augello" sia erettissimo).
pare che -Miz- teorizzi che questo è un chiaro segno di come la Merkel già allora dominasse l'Europa(e per questo gli uomini si erano dati a queste forme "particolari" di piacere)
Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Insomma per anni ho creduto dei fatti completamente sbagliati, vabbè che non mi sono mai interessato in modo particolare a queste questioni, però cavolo meno male che l'ho scoperto evitando una figuraccia.MassiveMolecule ha scritto:
E' praticamente un fatto acclarato. Ci sono i cimiteri degli operai, e i registri dei salari. Per la piramide di Giza, a seconda della fase di costruzione, erano impiegate tra le 10 mila e le 40 mila persone. C'erano persino operai che migravano stagionalmente per lavorare alla piramide, come si sa dai registri della costruzione della piramide di Amenemhat II, con i palestinesi che facevano l'equivalente dei lavoratori stagionali moderni.
http://en.wikipedia.org/wiki/Amenemhat_II
C'erano quasi certamente schiavi coinvolti, ma solo nel trasporto dei blocchi dalle cave al sito: l'estrazione e la costruzione era opera di operai.
Erodoto dice che erano tutti schiavi, ma bisogna anche tener presente che Erodoto, in Egitto, non c'è mai stato, e dice tante cose che sappiamo essere false.
E' dalla fine degli anni 80 almeno che il consenso archeologico generale è che le piramidi non siano state costruite da schiavi, con la scoperta della città degli operai
http://ancientegyptonline.co.uk/giza.html#workers
E quando sei l'incarnazione di un Dio in un mondo che funziona per lo più con l'agricoltura di sussistenza, i soldi sono l'ultimo dei problemi.
Okay sulle ricchezze del faraone però mi sembrava assurdo pagare per costruire piramidi così imponenti quando potevi costringere della gente a farlo gratis.
PS:Neanche Nietzsche è mai stato in Grecia se è per questo.

- Riccazz000
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- Località: Avevo già capito che The Carolina Panther non era Danielson, volevo vedere se ci cascavate ancora...
Re: Archeologia, pseudoarcheologia, antichi alieni e affini
Ok quindi, alla luce dei fatti riportati, dato per accertato e scontato che sono stati gli alieni.
Sappiamo quindi di questa civiltà così evoluta, al punto di dominarci, conquistarci, probabilmente farci nascere e che usa mezzi così avanzati da permettere il volo e il disegno.
la domanda è: Come mai non sapevano disegnare manco un pulcino?
Oggettivamente fanno cagare...
Ecco perchè usano Zanfretta come soggetto studio...
Sappiamo quindi di questa civiltà così evoluta, al punto di dominarci, conquistarci, probabilmente farci nascere e che usa mezzi così avanzati da permettere il volo e il disegno.
la domanda è: Come mai non sapevano disegnare manco un pulcino?
Oggettivamente fanno cagare...
Ecco perchè usano Zanfretta come soggetto studio...