Allora allargo, ma Ankie mi deve pagare gli straordinari da Supplente Trespolo altrimenti chiamo Hard is Ono.The Prizefighter ha scritto:Colpa vostra che l'avete trattato male
Comunque sarebbe interessante leggere il discorso allargato
Il nostro amico Prizefighter ha esposto un suo postulato: l'aspetto fisico conta quanto l'aspetto interiore.
Per cominciare a nerdare per bene inizio subito a scindere l'argomento in due tronconi: l'aspetto esteriore e l'aspetto interiore che visto che so parlare in italiano chiamerò personalità.
Visto che i discorsi più succosi e redpillosi sono sull'aspetto, parto con la personalità così ce la leviamo dai coglioni.
Per dire che l'aspetto e la personalità rivestono la stessa importanza serve definire le due cose, concorderemo tutti nel dire che giudicare l'aspetto fisico di una persona è piuttosto facile, in genere basta una manciata di secondi (e in genere l'analisi si conclude con: vabbè niente di che ma una botta dopo un paio di drink gliela do volentieri) e tutto ciò di cui si ha bisogno è uno o più occhi funzionanti.
Ma la personalità?
Facendo un po' di scienza ingenua, ricercare tratti della personalità di nostro gradimento è un'operazione che compiamo spesso, non a caso tutti definiamo una buona parte dei nostri amici "simpatici", "sufficientemente intelligenti", "divertenti" e altre robe amene del genere. Non è difficile pensare che ognuno abbia una personale idea di cosa trova "simpatico", faccia conoscenza con una persona e se questa possiede tale qualità, può risultare simpatica o meno, secondo una personale definizione di simpatia che varia da persona a persona.
Ma siamo davvero così rigorosi?
È difficile trovare due persone che concordino perfettamente sulle definizioni di "simpatia", "intelligenza" o "divertimento", ma a ben vedere molti dei rapporti più stretti con altre persone hanno altri punti in comune.
Uno di questi, molto importante, si chiama vicinanza funzionale.
Cos'è la vicinanza funzionale? È un indicatore del livello di impegno che serve per mantenere un rapporto. Vicinanza è inteso sia in senso spaziale (cioè se sto tizio abita vicino a me o vicino a un luogo che frequento spesso, o frequenta gli stessi luoghi) che, appunto, funzionale (cioè quanto mi devo attivare per raggiungere questa persona. Se è amico/a di amici, se vive in culo al mondo sul cucuzzolo della montagna, se ha tempo libero quando ce l'ho io, roba così).
E in genere i rapporti che vengono mantenuti a lungo hanno un alto livello di vicinanza funzionale. Cioè: gli amici che uno si tiene stretto non sono decisi in base alla loro personalità, ma in base a quanto mi devo sbattere per andarli a trovare. Che detto così fa abbastanza schifo.
Quindi cosa succede se chiedo ai tizi, anche fossero amici solo dei loro vicini (e quindi hanno scelto, ovviamente a loro insaputa, solo in base alla vicinanza funzionale) di definirmi la personalità dei loro amici?
Quelli sono simpatici, intelligenti, divertenti, bla bla bla.
Ovvero?
Ovvero spesso "simpatico" è difficile da definire perché, sorpresa, non definisce nulla. E viene affibbiata più o meno casualmente a quelli che hanno la fortuna di essere nostri amici/compagni/amanti/quellochevipare.
Inoltre, la maggior parte dei nostri comportamenti non sono nemmeno così personali. Pensateci bene: cosa facciamo in un supermercato? In uno stadio? In un bar? A un funerale? Ti puoi aspettare comportamenti molto simili da qualunque persona in situazioni come queste. Cioè il comportamento spesso è decretato più dal contesto in cui la persona si trova che da un qualcosa che la persona ha dentro.
Ma quindi tutte le persone sono uguali e scegliamo sempre solo a caso? No e nì. È stupido pensare che tutte le persone siano uguali, è ugualmente stupido pensare che il nostro best friend o la nostra fidanzata siano qualche specie di eletto, perfetto per noi, che abbiamo trovato per miracolo in mezzo a sette miliardi e mezzo di persone.
E dunque come funziona?
È difficile e lungo da dire, e com'è ovvio non esiste un modo univoco: ognuno fa conoscenze a modo suo e si attiva quanto trova tollerabile attivarsi per mantenere i rapporti. Ognuno ha criteri personali costruiti in molto tempo su cosa trova piacevole e cosa no.
Una parte fondamentale è data dall'impressione data nel primo incontro: è molto molto difficile far cambiare idea su un'impressione fatta al primo incontro e spesso finisce per influenzare tutte le idee successive che ci facciamo di una persona.
E cos'è la prima cosa che vediamo? Bam, l'aspetto fisico ovviamente.
L'aspetto fisico è una delle più grandi influenze in qualsiasi interazione sociale. Red pill a manetta proprio. Determina ciò a cui decidiamo di prestare attenzione, è una calamita di attributi positivi, dalla simpatia alla bontà all'intelligenza alla competenza (!!!). Fin dall'infanzia, i professori e i maestri mostrano una preferenza nel trattamento dei bambini più belli & carini. Spesso accade che le qualità di una persona vengano eccessivamente magnificate sulla base del suo aspetto fisico. Andate a leggervi il topic sull'infortunio di Paige o la vecchia pagina di apprezzamento per AJ Lee se non ci credete. Certo, è difficile che queste qualità vengano inventate da zero, ma è davvero impressionante cosa un bell'aspetto riesce a fare per noi.
Quindi bone alla riscossa e noi povero popolino a raccogliere le briciole? No.
Andando avanti con questa logica ci aspetteremmo che la felicità massima derivi dal rapporto con una donna/uomo che sia di aspetto fisico perfetto, di gran lunga migliore del nostro.
E invece non è così.
Esistono (a dispetto di quanto Sonoio voglia credere) moltissime coppie "squilibrate", in cui un partner è di gran lunga più bello dell'altro. Vi aspettereste che quest'ultimo passi la vita a gongolare e voglia tenersi stretto la/il partner il più a lungo possibile.
Invece le coppie più durature e più felici sono, con le dovute eccezioni, quelle con aspetto fisico simile. In questo momento vi starete immaginando una casta di bellocci superfighi in cima, che stanno solo con altri bellocci superfighi, e poi via a scendere. E allora lo stereotipo della troiona ventenne che sta col 60enne ricco con la barca?
Consideriamo l'aspetto fisico come una qualità, qualcosa che ci può convincere a dare alla persona una possibilità.
Non è l'unica qualità. Una di queste qualità può essere la sicurezza economica, un'altra può essere che giudichiamo l'altro come un possibile ottimo genitore.
Nessuno pensa esplicitamente "baratto un po' del mio aspetto fisico per i tuoi soldi", ma non è lontanissimo da quello che succede.
Quindi: aspetto fisico, prima impressione, vicinanza funzionale, qualità evolutive, conoscenza alla fine.
L'aspetto fisico conta quanto la personalità?
Conclusione sulla personalità: è difficilmente definibile, oscura, spesso dice più su chi giudica che su cui è giudicato.
Conclusione sull'aspetto fisico: costruisce da sé una prima impressione e automaticamente ci fa affibbiare un certo tipo di personalità a un altro, a seconda che questo sia bello o brutto.
Allo stesso modo l'uomo considera un certo tipo di aspetto fisico come "appropriato" per lui e/o per il luogo e il ruolo che ricopre. Un impresario di pompe funebri con l'aspetto di Adriana Lima ci sembrerebbe strano. Allo stesso modo una fidanzata splendida può intimidire, farci sentire in colpa, minare la nostra autostima, produrre eccessive reazioni di gelosia. Possiamo auto-sabotare il rapporto considerandola una "gallina" al primo sguardo per toglierla subito dalle possibilità e risanare la ferita all'autostima che costituisce il pensare di non avere possibilità con lei. E così si genera esattamente l'effetto opposto: invece di affibbiare caratteristiche positive a caso per l'aspetto, per difendere la nostra autostima facciamo esattamente l'inverso, affibbiando caratteristiche negative sulla base di niente.
Il risultato è? Pensate, troie. La prima impressione non è mai giusta.