Un disastro. Solo così viene da definire la terna arbitrale di Inter-Olympique Marsiglia, tutt'altro che all'altezza per la fase finale di Champions League. Il direttore di gara Pedro Proença, assistito da Bertino Cunha Miranda e Riccardo Jorge Ferreira Santos, parte subito male: Nagatomo diventa il nemico numero uno della terna che nei primi dieci minuti non fischia mezzo fallo al giapponese. Il primo vero errore è al 19', quando Lucio ferma Remy in ripartenza in maniera regolare: l'attaccante si lascia andare e Proença fischia senza motivo. Questo sarà solo il primo di una lunga serie di tuffi dei francesi. Giusto il giallo a Javier Zanetti quando al 23', dopo un'incomprensione con Forlan, colpisce duro Diarra; cartellino giallo che meriterebbe anche Valbuena quando tre minuti dopo si tuffa su un contatto inesistente con Lucio. Proença lo invita a rialzarsi ma non ammonisce.
Stesso discorso quando al 28' il protagonista di una clamorosa simulazione è André Ayew che, fermato regolarmente in area da Zanetti, cerca di procurarsi un rigore svenendo: Proença non cade nel tranello, ma la simulazione è netta quanto la perdita di tempo, perché il ghanese resta a terra senza motivo e si fa poi soccorrere. Il tutto senza alcuna motivazione valida. E il giallo non c'è, i minuti che passano sì. L'altro errore marchiano di Proença arriva al 41', quando dopo tre scontri fisici appena fuori dall'area dell'OM è Stankovic l'unico ad essere punito: perché? Dejan si dispera, ha ragione. Il primo tempo si conclude con il grande interrogativo: perché, dopo continue simulazioni e perdite di tempo dei francesi, solo due minuti di recupero? Se lo chiedono tutti, da Julio Cesar ai tifosi. Proença sorride. Contento lui...
Inconcepibile poi nella ripresa il giallo a Samuel per spinte al 52' (dovrebbero darne 5 ogni corner, con tale criterio), mentre al 62' Zanetti si infila in area beffando Morel ma viene fischiato un fallo al capitano: l'assistente di Proença vede male, non c'era assolutamente nulla. Al 67', contrasto Diawara-Poli al limite dell'area: ammonizione forse esagerata al difensore francese, ma ci poteva stare. Come giusto è il successivo giallo a Mandanda, che nella fiera delle perdite di tempo ci si mette per il rinvio dal fondo: lo stesso tempo che si impiega per festeggiare un gol.
Al 75', arriva la fiammata del gol di Milito: in fuorigioco di un laccio, forse, giusto lasciar correre da regolamento in situazioni simili. Il finale diventa incandescente, in un doppio scontro all'81' Diawara e Obi vanno sul pallone e Proença in tal caso è bravo a lasciar proseguire, ma poi è disastroso dopo il gol di Brandao, a proposito del quale va segnalata una spinta dell'attaccante su Lucio: giusto non fischiare, non sono falli da chiamare. Ma il recupero è ancora qualcosa di nauseabondo, dopo il primo tempo: arrivano 3 minuti di recupero, Brandao realizza però arriva l'episodio del rigore di Pazzini. Il fallo di Mandanda è netto così come il doppio giallo e l'espulsione, ma perché non far giocare l'altro minuto regolamentare da sommare dopo i due gol nel recupero in seguito al gol del Pazzo? Al momento del fallo da rigore, il cronometro si blocca a 92:30. Ergo: mancavano ancora 30 secondi, più altri 30 per il gol nel recupero di Brandao, più altri 30 per la sostituzione del portiere. Non sarebbe cambiato nulla, verosimilmente, ma il regolamento va applicato