Il più grande di tutti i tempi

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Jeff Hardy 18
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Jeff Hardy 18 »

DenisPirola ha scritto:Hogan - Rikidozan - El Santo

Tra questi nomi c'è quello che si stava cercando.
Gotch-Thesz-Misawa



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TheJack
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da TheJack »

Ok visto che siamo andati OT permettetemi di replicare a questo post, spero che i moderatori non ne abbiano a male.

Tu fai una analisi precisa, circostanziata e storicamente apprezzabile. Hai molti riferimenti e ti ci affidi giustamente in modo concreto e ponderato. Mi piace discutere in questi termini anche se, magari, adesso potremmo risultare un po' troppo lunghi e pretenziosi.

Io ho fatto un semplice rimando senza dare troppe definizioni (per la verita' nessuna) ma visto che sei andato sul "tecnico" provo a dare la mia sullo stesso tenore. Cominciamo.
vecchio-snaporaz ha scritto: Mi spiace uscire così tanto dal topic ma per chiarire la questione Beatles penso sia indispensabile.
Qualsiasi storico musicale - e bada bene che non ho detto 'critico' - in buona fede può dirti che le opere che hanno veramente costituito un'infinita e rivitalizzante fonte di ispirazione per le generazioni successive sono state poche, anzi pochissime, perché ad influenzare la musica più che singole opere sono le tendenze, le mode, le evoluzioni di uno stile, il confronto fra musicisti, l'influenza reciproca fra generi ed altri di questi elementi.
Questo e' un modo per vedere la cosa ma ti posso dire, per esperienza diretta, che non sempre e' stato cosi'. Ovviamente non mi riferisco al periodo in questione, quello dei Beatles e' molto prima del mio coinvolgimento piu' o meno diretto in questo mondo, quello musicale, ma dai primi anni ottanta in poi ci sono stati diversi 'sommovimenti' in questo ambito da dare un sostanziale supporto a varie tesi riguardo l'evoluzione musicale e la pertinenza del momento in cui si sono verificati i vari "fenomeni" che hanno, chi piu' chi meno, contribuito a creare nuovi generi o a modificare, anche sostanzialmente, quelli gia' esistenti.

L'errore che molto spesso fanno i cosidetti storici, anche quelli che citi tu, e' di giocare al passo del gambero, dove c'e' una evoluzione (passo avanti) c'e' qualcosa a cui viene indissolubilmente legato (due passi indietro). In questo modo possiamo far risalire tutto piu' o meno all'inizio dell'uso della parola. Ma questo e' un semplice esercizio di stile, ci sono innegabilmente dei capisaldi universalmente riconosciuti che hanno una importanza primordiale, chi e' venuto dopo ha piu' o meno rielaborato la lezione appresa. Sminuire pero' l'importanza di un gruppo o un artista a fronte di quello che realmente gli e' riconducibile e' spesso, purtroppo, esercizio di chi non ha particolare simpatia per questo o quel musicista. In un campo permeato dal gusto soggettivo come quello musicale e' fin troppo facile definirsi super partes senza poi intimamente esserlo. Nei tanti anni trascorsi a parlare di musica io non sono mai riuscito a definirmi come un ascoltatore neutrale, anche se il mio ruolo dell'epoca, per deontologia professionale, magari lo richiedeva. Ma andiamo avanti.
Ma tra quelle poche opere lo stesso storico musicale in buona fede potrà assicurarti che album dei Beatles non ce ne sono, né per meriti strumentale né per meriti linguistici. Quei dischi che possiamo considerare importanti in termini di influenza ed eredità musicale sono stati "Freak Out" di Frank Zappa, "Ascension" e "A Love Supreme" di John Coltrane, "Kind of Blue" e "Bitches Brew" di Miles Davis, "The Doors" dei Doors, "Bringin' it all back home", "Highway 61 Revisited" e "Blonde on Blonde" di Bob Dylan, "Safe as Milk" e "Trout Mask Replica" di Captain Beefheart, "Exile on Main Street" dei Rolling Stones, "The Velvet Underground & Nico" e "White Light/White Heat" dei Velvet Underground e pochi altri.
Ti premetto che questa che segue non e' una critica rivolta a te, ci mancherebbe ma permettimi di dire che sento fin troppo spesso questi nomi associati alla classica lista degli artisti fondamentali. Dissentisco con energia e vigore pero'. Indubbiamente hai messo in campo artisti di primo livello, indiscutibilmente dei precursori e degli ideatori di enorme valore, musicale e storico. Ma sono pur sempre, molti di loro, degli artisti di nicchia come Zappa o ancor di piu' Coltrane. Artisti 'difficili' che hanno fatto breccia tra coloro che magari di musica masticano piu' di altri, certo hanno avuto giustamente la loro grande audience e i loro lavori sono spesso alla base della "cultura musicale" di artisti successivi, ma e' altresi' vero che restano artisti per cosi' dire "chic", elitari e di difficile comprensione per l'ascoltatore occasionale. Gli altri invece hanno poca ragione di stare in quella lista, i Doors sicuramente meno di altri. Anche qui non metto assolutamente in discussione il loro valore artistico e compositivo e posso tranquillamente mettere da parte la mia personalissima antipatia per il loro leader, ma quanto da loro proposto seppure in modo originale era preso comunque a piene mani dal blues, dal jazz e da altri elementi rielaborati soprattutto da Manzarek e Densmore. Purtroppo pero' converrai con me che, negli anni, e' stato soprattutto l'aspetto mediatico di Jim Morrison a dettare il successo, anche postumo, del gruppo. Le sue parole i suoi testi piuttosto che la musica. I Doors, ingiustamente, erano Jim Morrison. Questo ovviamente non significa che il loro lascito non sia stato ugualmente determinante. Ma se metti loro nel novero degli artisti influenti non possono mancare i Beatles e visto che fai anche nomi di dischi io ti cito il solo "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", disco musicalmente di una varieta' unica e con elementi innovativi anche a livello di suoni e arrangiamenti. Il problema secondo me e' che purtroppo i Beatles vengono per lo piu' ricordati attraverso le loro canzoni piu' popolari, e magari piu' semplici, e non per una "Helter skelter" o qualche altro brano preso dal "White album". Bada che la mia non e' una invettiva pro-Beatles, mi piacciono indubbiamente ma non sono un loro fan, anzi... il mio genere preferito e' decisamente... meno soft!. La lista che hai postato pero' ha il difetto, se me lo concedi, di essere eccessivamente selettiva a livello di audience, ad esclusione di Doors e Dylan, mentre la musica e', da sempre, fenomeno di massa e di cultura e costume come tu stesso hai detto, quindi i Beatles universalmente riconosciuti come uno dei fenomeni piu' trasversali di sempre non vedo come possano essere assenti da tale classificazione.
Difatti l'eredità lasciata dai Beatles - che è quella più perniciosa e pericolosa - è quella di carattere culturale. Riciclo una citazione dello storico musicale Piero Scaruffi: "I Beatles vennero alla luce all'apice della reazione nei confronti del rock and roll, quando innocui "teen idols" (rigorosamente bianchi) prendevano il posto dei selvaggi rocker neri che avevano scosso le radio e le coscienze di mezza America. L'arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente per la middle-class bianca, terrorizzata all'idea che il rock and roll rappresentasse una vera rivoluzione di costume. I Beatles tranquillizzarono quella vasta fascia di pubblico e conquistarono i cuori di tutti coloro (soprattutto al femminile) che volevano essere ribelli ma senza violare i codici imperanti. Ai volti contorti e lascivi dei neri del rock and roll si sostituiro i sorrisi innocenti dei Beatles; ai ritmi scatenati dei primi si sostituirono le cadenze orecchiabili dei secondi. Il rock and roll poteva finalmente essere accettato nelle classifiche del "pop". I Beatles rappresentarono la quintessenza della reazione a una rivoluzione musicale che non era finita, e per qualche anno riuscirono ad arenarne l'impeto.
I Beatles rappresentarono anche la reazione a una rivoluzione sociale e politica. I Beatles vennero alla luce negli anni dei disordini studenteschi, di Bob Dylan e degli hippies. I Beatles sostituirono le immagini di quei giovani arrabbiati col pugno chiuso con i loro visi simpatici e le loro dichiarazioni amabili. I Beatles sostituirono le parole d'accusa di quei musicisti militanti con filastrocche corrive. Anche in questo i Beatles servirono a tranquillizzare la middle-class, che la nuova generazione non era composta soltanto da ribelli, sbandati e maniaci sessuali."
Ecco ci mancava Scaruffi... perdonami ma da sempre sono allergico ai 'tromboni' che pretendono di avere la verita' in tasca. Il fatto di infilare per forza una matrice proto-razzista nel successo dei Beatles e' ridicola quando quelli che hai citato finora sono prevalentemente artisti bianchi o quando tra i "selvaggi rockers" c'erano Johnny Lee Lewis o Elvis Presley a rappresentarli, certo c'erano di contrappasso anche Chuck Berry o Little Richards e i Beatles non erano certo i soli, in quegli anni, ad incarnare il fenomeno rock. La frase che citi e' pretestuosa e denota una pesante avversione per i Beatles, per carita' legittima sia chiaro, circostanziata anche, ma palesemente sovraddimensionata visto che di tutte queste non c'e' traccia di quello che stiamo discutendo: il valore e l'importanza _musicale_ del gruppo in questione. All'epoca erano meglio loro di Hendrix o dei Cream? A questo punto a noi non importa assolutamente visto che quei tempi sono belli che passati e l'eredita' dei quattro di Liverpool e' ancora fortissima e assolutamente presente, cosa impossibile se non fondata su un comparto artistico di tutto rispetto.

Vedi qualunque movimento musicale e' legato al momento, alla cultura e ai suoi cambiamenti. Il rock nasce dalla voglia di veicolare in modo piu' semplice la lezione impartita da blues e jazz, a sua volta si e' evoluto in altre forme, si e' riciclato e con lui i generi da cui partiva, quindi poco importa se, per esempio, Joe Jackson e' considerato un pioniere della fusion, la musica da lui lasciata e' stata la base per tanti, tantissimi artisti successivi. Il trio di fine anni sessanta e inizio anni settanta costituito dai grandi mostri sacri dell'hard rock: Led Zeppelin, Deep Purple e Black Sabbath sono stati la base per tutto quello che e' venuto dopo ma loro stessi devono molte delle loro fortune a quanto fatto prima di loro, alla commistione di generi e dalla scoperta di come proporli in modo innovativo. Hendrix suonava come nessuno ma il suo genere e' strettamente legato a quello di suoi predecessori.

La prova del tempo e' essenziale e in pochi l'hanno passata come i Beatles, tutt'oggi in grado di essere palesemente trovati nelle chiare influenze di gruppi piu' o meno validi.
Da un punto di vista invece prettamente musicale l'influenza dei Beatles è stata assai ridotta per il semplice motivo che questi per gran parte della loro carriera furono emuli di uno stile ormai più che obsoleto e superato - quello della canzone dall'ossatura tipica "strofa-ritornello-strofa" - proprio nel periodo in cui si intravedevano le prime avvisaglie delle avanguardie future, delle grandi invenzioni e scoperte musicali dell'epoca, che sono ciò che ci permette di definire il rock una conquista culturale e artistica dell'uomo occidentale di grande importanza e sostanza.
Dimentichi di circostanziare questa tua affermazione. I Beatles non sono il rock. I Beatles non sono neppure il male da cui il rock e' fuggito pero'. Detta come la dici tu classifichi i Beatles come una sorta di venticello passeggero nel grande tifone della musica moderna, cosa che appare assolutamente fuori ogni contesto storico visto che i fatti sono li a provarlo. Tu metti in campo la forma-canzone classica, e' vero che i quattro se ne sono appropriati e ne hanno fatto un grande uso, ma hanno anche sperimentato parecchio fuori da essa, e il disco che ti citavo prima ne e' una prova inconfutabile visto che e' li in attesa di essere ascoltato. E poi permettimi una ulteriore digressione, alcuni artisti o presunti tali, all'epoca cercarono di fuggire nettamente da questa forma che ritenevano limitante, ma questo a cosa ha portato? Chi ama ascoltare musica dissonante, esperimenti al limite del rumorismo, tecnicismi complicati e assenze totali di melodia? Fai un conto e prova a confrontarli con chi ama ascoltare musica basata su melodie non necessariamente facili o ruffiane ma semplicemente melodie. Ora mi risponderai che e' musica piu' facile, che e' "commerciale" magari. Ma io non credo sia cosi' facile sentenziare una netta superiorita' della scoperta a tutti i costi a sfavore di una grande composizione che risponde a canoni piu' comuni.

La musica e' fondamentalmente comunicazione e se raggiungi tante persone significa inevitabilmente che qualcosa di buono o di giusto da dire lo hai, se questo poi ha la capacita' di 'vivere' di vita propria per oltre 50 anni allora il fenomeno, permettimi, non puo' essere sminuito da nessuna frase ad effetto, tantomeno se detta da uno Scaruffi qualsiasi (perdonami la schiettezza).
I Beatles conobbero una grande evoluzione solo in occasione della scoperta del Rock Psichedelico ed in effetti l'album Sgt. Peppers non si può negare che abbia risentito di un notevole impatto culturale e musicale, questo lo ammetto senza problemi. Poi però è ridicolo che musicisti, critici ("I critici musicali sono persone che non sanno scrivere che intervistano persone che non sanno parlare per un pubblico che non sa leggere" - Frank Zappa) e tanti altri finti espertoni parlino di un'immensa e preziosa eredità musicale lasciataci gentilmente dagli Scarafaggi. Questo non è proprio credibile.
In ambito psichedelico hanno esercitato una certa influenza, sì, ma molto inferiore a quella di altri artisti e complessi americani come Hendrix, Jefferson Airplane e inglesi come i Pink Floyd e i Soft Machine. Perché allora sono stati così spropositatamente sopravvalutati? A causa di quell'insopportabile fenomeno di isteria sociale noto come Beatlemania, architettato e studiato alla perfezione da quell'"evil genius" di George Martin.
Scusa ma come fai a parlare di "credibilita'" quando l'intento e' quello di minimizzare un fenomeno enorme e longevo come quello dei Beatles? E' una contraddizione in termini, chiedi un po' quanti conoscono una canzone qualuque degli scarafaggi e quanti sanno anche solo di nome chi era Frank Zappa. E' una cosa forse poco popolare da dire, ma non sempre l'arte difficile o complessa e' quella migliore, in campo musicale io credo che sia veramente difficile sostenere realmente che John Lennon e soci siano stati fondamentalmente "inutili" tanto piu' che tantissimi anche oggi li annoverano tra i loro ispiratori e altrettanti in modi piu' o meno legittimi ne "prendono" le linee melodiche per tesserci su le loro creazioni.

Tu come altri tendi a confondere l'effetto con la causa. E' innegabile che l'isteria da fanatismo che contraddistinse la loro carriera ne inficia agli occhi dei puristi la reale vena creativa relegandoli, diciamolo finalmente chiaro e tondo, ad una proto boy-band moderna. Ma cosi' non e'. Chi si ricorda i Take That o i Backstreet Boys per citare due infami ensemble di questa triste devianza musical-culturale fatta di vuoto assoluto? Adesso pochi, tra qualche anno decisamente nessuno. I Beatles continuano a vivere *nonostante* questo assioma che li affligge ora piu' che ieri, a quella continua comunanza con un fenomeno che nulla aveva di musicale. Il fanatismo e' sempre un ricettacolo di elementi negativi, sempre. Forzare la mano su paragoni totalmente fuori luogo come quelli con Pink Floyd o i Soft Machine e' ancora peggio. Mi piacerebbe sapere quanti presunti fan dei Pink Floyd conoscano realmente "Piper at the gates of dawn" o "A saucesful of secrets" e dire che sono i lavori in assoluto piu' innovativi e magici del gruppo. Poi pero' arriva "The Wall" (straordinario concept sia chiaro) e tutti ad osannarli, i Soft Machine poi? Chi conosce piu' di una o due canzoni di quel gruppo ma ama infilarli negli esempi (non sto dicendo che sei tra questi, ti vedo bello ferrato in materia) perche' "fa figo" (passami la frasetta da teenager)?

Sminuire il semplice, il diretto per esaltare il complesso o l'elitario e' da sempre il male che affligge il mondo della critica musicale e non solo. E' un po' come il film espressionista polacco che per definizione e' superiore a Star Wars. Semplicemente esiste un modo diverso e meno asettico di vedere le cose, questo e' quello che avviene quando si e' scevri da posizioni preconcette e tendenti allo snobismo (e ti ripeto, per non essere frainteso, che non mi riferisco direttamente a te).
Sempre a proposito di Sgt. Peppers, album tutto sommato arricchito da bei brani e di notevole influenza in campo psichedelico, propongo una citazione di Dylan, che seppur breve riesce a sottolineare subito il principale lato oscuro di questo disco: "Non sapevo come fare per realizzare quel genere di dischi che stavano registrando gli altri, e neanche mi interessava. I Beatles avevano appena pubblicato "Sgt. Pepper" che non mi piaceva proprio per niente... Pensavo fosse un album oltemodo autoindulgente, anche se le canzoni in esso contenute erano valide. Mi sembrava che ci fosse un eccesso di produzione, forse perchè i Beatles non avevano mai fatto niente del genere prima di allora" (1978) (Fonte: http://www.maggiesfarm.it/isaidthat2.htm).
Andrei avanti molto a scrivere ma il mal di testa mi costringe a premere sul pedale del freno... attendo curioso tue risposte :)

Saluti, Jacopo.
Dylan e' sempre stato un simpaticone, e la sua vena artistica di notevole spessore sociale e di protesta rimane funestata da una capacita' compositiva nella norma (e bada che a me Dylan piace moltissimo), certe dichiarazioni sono sempre state il suo forte, tuttavia non le trovo minimamente importanti in quanto opinioni di una singola persona su un argomento molto vasto e non sintetizzabile in quattro parole. Ti racconto un breve anedotto che chiarisce bene il mio pensiero. Intervistavo (eh si) Frank Marino, chitarrista dei Mahogani Rush che, visto quanto te ne intendi di musica, dovresti ben conoscere (per esplicitare meglio a chi non conosce all'epoca i Rolling Stones aprivano i concerti per loro...) e, alla mia domanda di cosa ne pensasse dei moderni guitar heroes, mi rispose laconicamente che "...se sai battere a macchina 500 caratteri al minuto non e' detto che sai anche scrivere una bella storia...". Il modo, il metodo e il risultato per me sono indissolubilmente legati, se Frank Zappa risulta piacevole a molte meno persone a cui risultano piacevoli i Beatles anche a distanza di tantissimi anni un motivo ci sara' e non e' necessariamente liquidabile alla bella e meglio con il fenomeno di isterismo che caratterizzava i secondi. Per me hanno avuto tutti e due un posto prominente nella storia e nell'evoluzione della musica e non mi piace l'idea di escludere qualcuno realmente meritevole solo perche' si e' portato dietro un fenomeno scomodo o antipatico come successo per i Beatles.

Uff non ho mal di testa ma m'hai fatto fare un faticaccia... :)
Ultima modifica di TheJack il 09/08/2011, 0:42, modificato 1 volta in totale.

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da LukeIsWrestling »

TheJack porca puttana quanto ci hai messo a scriverlo?? :LOL:

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da zittino bob »

Oddio finalmente iniziano ad apparire finalmente chi se ne intende di musica di vecchia data. :cry: Mi sentivo solo :cry:

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Rocks
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Rocks »

Oh mio dio,leggendo sti mallopponi che scrivete sulla musica degli anni dei Beatles mi fate sentire un ignorante totale in materia. :LOL:

Son tutti concordi nel dire che i Beatles come Hogan,sono un fenomeno di massa che è stato apprezzato da grandi numeri non perchè fossero i migliori ma perchè piacevano,perchè erano alla loro portata e anche il messaggio che mandavano. Non so perchè ma non percepisco questa idea(che ritengo giusta)come tanto bella....mi ricorda un pò certi votanti politici. :bleah:

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TheJack
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da TheJack »

LukeTNAonly ha scritto:TheJack porca puttana quanto ci hai messo a scriverlo?? :LOL:
Maremma boia... decisamente TROPPO! :D

Comunque mi piace poter parlare liberamente di argomenti che, in genrale, da tempo non potevo affrontare ad un determinato livello... :)
Mi sono fatto un po' prendere la mano in effetti... :P

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Archer
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Archer »

vecchio-snaporaz ha scritto:
Dipende sulla base di quali criteri e unità di misura è compiuta l'analisi: Angle è l'unico wrestler della storia a vantare una medaglia d'oro alle olimpiadi nella lotta libera e inoltre è pure un virtuoso della lotta greco-romana e ovviamente del prowrestling; è il solo quindi a poter vantare una formazione e un curriculum di questo livello e nessuno - secondo questi parametri - gli si avvicina, contando anche grandissimi technicians come i fratelli Hart o Flair. Infatti questi ultimi hanno avuto - correggimi se sbaglio - una formazione squisitamente da wrestling tradizionale, cioè si sono sempre mossi all'interno dei confini del prowrestling (soprattutto Hart perché figlio del mitico preparatore Stu Hart e membro della più famosa famiglia di wrestler insieme ai Von Erich). Quindi Angle può benissimo essere considerato il più completo dei technicians, se consideriamo il suo identikit di lottatore.

Eppure dei quattro citati (Owen, Bret, Angle e Flair) il Nature Boy è stato in assoluto il più innovativo, avendo egli ideato o comunque reso famose molte manovre di sottomissione, soprattutto alle gambe; senza esagerare si potrebbe dire che tra i menzionati Flair è stato in assoluto la più illuminante fonte di ispirazione per i colleghi delle generazioni successive; basti pensare all'influenza che ha esercitato su Sting, Triple H, Steambot ed altri ancora.

Ma gli amanti dell'autentico stile canadese preferirebbero un talento come quello di Bret Hart, vero emblema e bandiera non solo dello stile della famiglia Hart ma più in generale di tutto il wrestling canadese, noto per la sua tecnica sofisticata ed elaborata. Senza nulla togliere ovviamente alle capacità del fratello, ingiustamente privato della possibilità di portare alla vita un alloro massimo.

Quindi, come si capisce, dipende alla fine tutto dai punti di vista e dai parametri adoperati, anche perché esistono prove e ragionamenti validissimi per sostenere tesi a favore di ciascuno dei quattro lottatori citati - e probabilmente anche di altri - ed è pressoché impossibile sceglierne uno globalmente superiore agli altri.

Resta comunque il fatto che - come da te detto - Angle è l'esempio perfetto di wrestler completo a 360 gradi: fantastico al microfono, grande entertainer in grado di interpretare benissimo sia il face che l'heel, grandissimo tecnicamente e dall'immenso carisma e appeal sul pubblico... forse è non solo il wrestler più completo degli ultimi 12 anni ma anche quello proprio con più Attitude.

Saluti, Jacopo ;)
Indubbiamente ogni valutazione va ponderata e riclassifica secondo determinati parametri, che a nostro avviso possono sembrare importanti o meno.
In molte discussioni ho notato che alcuni prediligono il mat wrestling, altri la pulizia d'esecuzione, altri ancora danno maggior spessore all'ampio repertorio e così via.
Io preferisco considerare tutte queste categorie sullo stesso piano, anche se modificherei la voce "pulizia" con "perfezione", visto che non necessariamente una mossa deve essere bella a vedersi per essere ben eseguita (pensiamo ai wrestler stiff).

Come hai detto tu, il palmare di Angle è sicuramente notevole vista la sua preparazione nel campo della lotta greco-romana e la sua medaglia olimpica, obiettivo impressionante.
Ma osserviamo la situazione sotto un altro punto di vista. Kurt Angle è partito dal "top", la sua vera e propria carriera da wrestler inizia in WWE, ottimo posto per affilare la psicologia e la capacità di intrattenere il pubblico, non esattamente il massimo per formare un ampio bagagliaio.
Prendi invece wrestler come Owen Hart, Chris Jericho, Chris Benoit e Dean Malenko (ho preso 4 wrestler occidentali volontariamente), che hanno combattuto in gran parte del globo assimilando stili diversi che tra federazioni canadesi, messicane e giapponesi. Un Kurt Angle, ma anche un Bret Hart, non posso vantare di un background così ricco e variegato.
La domanda "e se anche loro avessero girato il mondo?" è più che lecita, ma preferisco attenermi ai fatti, in fondo rimangono due wrestler fenomenali.

Sempre parlando della coppia Bret-Owen, non ho mai fatto mistero di preferire il secondo. Come ho appena illustrato, non solo lo preferisco sotto il piano tecnico, ma lo apprezzo maggiormente proprio a 360% grazie alle forti contaminazioni high flying. Ma si può discutere sulla mia affermazione, vista la pulizia (o perfezione) che ha reso famoso il suo soprannome Excellence of Execution, solo non basta per raggiungere il fratello. In compenso il fratello maggiore era dotato di una psicologia molto più curata, la differenza la fa il carisma che però esula dalle in ring skills.
Globalmente sul ring li metto più o meno alla pari, pur preferendo Blue Blazer, uno dei pochi casi nei quali il nome l'ha danneggiato più che aiutato. Poi sì, il fratellone aveva un personaggio più interessante ed era maggiormente carismatico, ma ci si poteva lavorare (il King Of Harts era una gimmick da urlo).

Ric Flair è indubbiamente imprescindibile per lo sviluppo dei technicians, uno dei migliori esponenti dell'old school insieme al buon Bob Backlund (nella WWE odierna Regal ne è un ottimo baluardo). Questo lo rende il più tecnico (ammesso che abbia senso come domanda)? Probabilmente no. È facile dare la vittoria al classico, assai più arduo è il riconoscere l'abilità di quei geni che hanno saputo raccogliere l'eredità sviluppandola e globalizzandola.
Con tutto il rispetto per Ric, non me la sento di porlo al di sopra di un Benoit che ha saputo unire tanti stili diversi e si è migliorato costantemente. Non nego fosse proprio Chris il mio tecnico preferito, in quanto univa la sua maestria ad una grinta senza eguali. Meglio voltare pagina.
Poi bisogna ricordare che parliamo di atleti americani o quantomeno occidentali, i Giapponesi penso abbiano bisogno di tutto fuorché lezioni di tecnica.

Ma comunque la rosa dei wrestler tecnici è enorme ed erigerne uno su un pilastro è dannatamente difficile, ci sono anche oggi grandissimi atleti che nulla hanno da invidiare ai mostri sacri, basti citare Davey Richards o Bryan Danielson.
Se dovessi scegliere pochi candidati per il trono di miglior puro/technician wrestler dell'occidente, Angle non sarebbe tra questi. Se parliamo invece di wrestler a 360°, come abbiamo ribadito entrambi, sarebbe la mia prima scelta.

Pardon se mi sono dilungato.
Anche la discussione sui Beatles è interessante (e trovo entrambi i punti di vista meritevoli di rispetto), ma mi sentirei un terzo incomodo. lol

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da LukeIsWrestling »

TheJack ha scritto:
Maremma boia... decisamente TROPPO! :D

Comunque mi piace poter parlare liberamente di argomenti che, in genrale, da tempo non potevo affrontare ad un determinato livello... :)
Mi sono fatto un po' prendere la mano in effetti... :P
No no vai tranquillo...hai fatto bene :)

Purtroppo io sono totalmente ignorante in materia.... :(

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TheJack
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da TheJack »

LukeTNAonly ha scritto:
No no vai tranquillo...hai fatto bene :)

Purtroppo io sono totalmente ignorante in materia.... :(
La musica e' li che ti aspetta... fortunatamente per certe cose c'e' sempre tempo... :)

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da pjorn e stambeit »

Scaruffi era quello che sparava merda sui Beatles e definiva fenomenali gli Aqua. Questo fa capire che merda umana è.

Sminuisce l'importanza che hanno avuto i Beatles usando la fiera dei luoghi comuni.


Comunque Hogan lo vedrei più come un Elvis Presley del wrestling.

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Colosso »

pjorn e stambeit ha scritto:
Comunque Hogan lo vedrei più come un Elvis Presley del wrestling.
Io come Presley, i Beatles e Michael Jackson combinati.

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da LukeIsWrestling »

Colosso ha scritto:
Io come Presley, i Beatles e Michael Jackson combinati.
Ahahaha WIN!!!! :EHEH

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Archer »

Vabbé, offendere un critico per le sue opinioni mi pare alquanto esagerato.
Poi nemmeno io adoro i Beatles e in certi ambiti penso si sia voluto gonfiare il loro status con meriti non propri (neanche ne avessero avuto bisogno visto che sono tra i perni del pop), non amo particolarmente nemmeno Sgt. Pepper (sempre preferito il buon Abbey Road), ma dissento dai pareri di Scaruffi che si aggrappa a qualsiasi cosa pur di screditarli (la teoria degli arrangiatori, basata su una diceria del tempo, ne è un caso più che lapalissiano). Però ripeto, non è la musica una buona ragione per offendere la gente, a prescindere dai gusti, le critiche costruttive invece sono sempre valide.

Se non altro, il buon Piero ha un ottimo database, ho scoperto artisti jazz di qualità anche grazie a lui.

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da TheJack »

Archer ha scritto:Vabbé, offendere un critico per le sue opinioni mi pare alquanto esagerato.
Poi nemmeno io adoro i Beatles e in certi ambiti penso si sia voluto gonfiare il loro status con meriti non propri (neanche ne avessero avuto bisogno visto che sono tra i perni del pop), non amo particolarmente nemmeno Sgt. Pepper (sempre preferito il buon Abbey Road), ma dissento dai pareri di Scaruffi che si aggrappa a qualsiasi cosa pur di screditarli (la teoria degli arrangiatori, basata su una diceria del tempo, ne è un caso più che lapalissiano). Però ripeto, non è la musica una buona ragione per offendere la gente, a prescindere dai gusti, le critiche costruttive invece sono sempre valide.

Se non altro, il buon Piero ha un ottimo database, ho scoperto artisti jazz di qualità anche grazie a lui.
Mah, se ti determini come personaggio pubblico ti prendi il buono e pure il non buono. Se viene di tanto in tanto anche ripreso vivacemente (leggasi insultato) e' anche per colpa del suo atteggiamento...

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Archer
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Iscritto il: 28/07/2011, 19:29
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Archer »

TheJack ha scritto:
Mah, se ti determini come personaggio pubblico ti prendi il buono e pure il non buono. Se viene di tanto in tanto anche ripreso vivacemente (leggasi insultato) e' anche per colpa del suo atteggiamento...
Ma che Scaruffi sia la quintessenza personificata del radical chic è risaputo, solo non mi piace vedere volare insulti per argomenti come la musica, tutto qua. Questo topic è la dimostrazione di quanto piacevole possa essere una discussione musicale con toni pacati e argomentazioni solide.
Le critiche ai modi di fare ci stanno tutte invece, sia chiaro.

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