Il più grande di tutti i tempi

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Archer
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Archer »

vecchio-snaporaz ha scritto:Ragazzi, la verità è che Hogan sta al wrestling come i Beatles stanno alla musica: sono stati la band che ha venduto più dischi e ha reso la musica rock un fenomeno commerciale e culturale di massa, ma non si può certo dire che siano stati i più talentuosi della storia (potrei elencare migliaia di band migliori di loro)
Ahi, ridimensionare sia Hogan sia i Beatles nello post vuol dire gettarsi nella tana dei leoni, complimenti per il fegato.


Hogan è il wrestling? No.
Hogan rappresenta il wrestling americano? Sì, ci sta.

Ma ricordate che esistono scene indipendenti dagli USA, a meno che non vogliate dirmi che l'Hulkster sia imprescindibile pure in Messico o in Giappone (dove ha combattuto, ma scompare dinnanzi ad un Misawa).

(ed effettivamente il tuo paragone con i Beatles regge, basta cambiare USA con pop)



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vecchio-snaporaz
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da vecchio-snaporaz »

Colosso ha scritto:
Come è allora che io mi identifico in Hogan nonostante non sia americano, mentre per Austin provo solo fastidio e insofferenza?
Colosso, sono fottuti gusti personali: non puoi trarre dalle preferenze di un singolo delle affermazioni dall'inoppugnabile veridicità epistemologica.

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da vecchio-snaporaz »

Archer ha scritto:Ahi, ridimensionare sia Hogan sia i Beatles nello post vuol dire gettarsi nella tana dei leoni, complimenti per il fegato.


Hogan è il wrestling? No.
Hogan rappresenta il wrestling americano? Sì, ci sta.

Ma ricordate che esistono scene indipendenti dagli USA, a meno che non vogliate dirmi che l'Hulkster sia imprescindibile pure in Messico o in Giappone (dove ha combattuto, ma scompare dinnanzi ad un Misawa).

(ed effettivamente il tuo paragone con i Beatles regge, basta cambiare USA con pop)
Grazie per i complimenti!
Guarda, di litigate e diatribe me ne intendo come pochi dopo aver bisticciato con gente di destra e di sinistra, con credenti e miscredenti, hoganiani ed antihoganiani e via dicendo.
So che nel mondo della musica il culto (e il mito) dei Beatles ha raggiunto proporzioni interstellari di bigottismo culturale assoluto. Se semplicemente fai notare come il termine "mainstream" sia perfetto per i Beatles rischi la pelle; stesso discorso su TuttoWrestling per Hogan.

Per me resta il più grande comunicatore (e non entertainer) che il wrestling abbia mai avuto, con grande carisma, grande fascino - che però non mi ha mai colpito, devo essere onesto -, grande stile, grande intensità e tutto quello che vuoi; ma resterà sempre il re della Quantità e non della Qualità, che secondo me invece potrebbe essere Ric Flair.
Va bene riconoscere Hogan come il wrestler più famoso di sempre, ma occhio a farlo passare per un talento per palati fini, per amanti del gusto raffinato, dacché è dimostrato che qualitativamente e tecnicamente è inferiore a molti altri suoi colleghi. Per me il wrestler ideale, il migliore mai visto finora - ritornando quindi al discorso del topic - è appunto il Nature Boy: tecnica sopraffina, carisma, mic skills irraggiungibili, grande intrattenitore, ottimo face, impareggiabile heel, capace di grandi promo, match, feud ecc. ecc.

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Archer
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da Archer »

vecchio-snaporaz ha scritto:
Grazie per i complimenti!
Guarda, di litigate e diatribe me ne intendo come pochi dopo aver bisticciato con gente di destra e di sinistra, con credenti e miscredenti, hoganiani ed antihoganiani e via dicendo.
So che nel mondo della musica il culto (e il mito) dei Beatles ha raggiunto proporzioni interstellari di bigottismo culturale assoluto. Se semplicemente fai notare come il termine "mainstream" sia perfetto per i Beatles rischi la pelle; stesso discorso su TuttoWrestling per Hogan.

Per me resta il più grande comunicatore (e non entertainer) che il wrestling abbia mai avuto, con grande carisma, grande fascino - che però non mi ha mai colpito, devo essere onesto -, grande stile, grande intensità e tutto quello che vuoi; ma resterà sempre il re della Quantità e non della Qualità, che secondo me invece potrebbe essere Ric Flair.
Va bene riconoscere Hogan come il wrestler più famoso di sempre, ma occhio a farlo passare per un talento per palati fini, per amanti del gusto raffinato, dacché è dimostrato che qualitativamente e tecnicamente è inferiore a molti altri suoi colleghi. Per me il wrestler ideale, il migliore mai visto finora - ritornando quindi al discorso del topic - è appunto il Nature Boy: tecnica sopraffina, carisma, mic skills irraggiungibili, grande intrattenitore, ottimo face, impareggiabile heel, capace di grandi promo, match, feud ecc. ecc.
Da amante di gruppi come Velvet Underground, Red Crayola e Amon Duul con me sfondi una porta aperta, guarda.
Io sono pure d'accordo nel definire Hogan una delle più grandi leggende del wrestling e probabilissimamente l'emblema di questa disciplina negli USA (pure io preferisco Flair, per la cronaca), voglio solo far capire che ciò non è universale e in altri contesti Hogan non rappresenta assolutamente IL wrestling. Certo, sempre non si voglia credere che il fenomeno dell'hulkamania sia stato fondamentale per il puro o la lucha.

Per il resto a me l'Hulkster piace, mi sono goduto i suoi match contro André, Savage e Warrior e non ho niente contro la sua figura.

Dovessi scegliere in base ai gusti direi Kurt Angle. Non il miglior technician, ma diamine quanto è completo.

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TheJack
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da TheJack »

Per me il discorso (bello in effetti) dell'assoluto non esiste per troppe ragioni ed elencarle tutte sarebbe impossibile. Esiste pero' sicuramente un gotha di personaggi che hanno dato un contributo innegabilmente superiore ad altri, io direi che motivare ognuno sarebbe l'ideale piuttosto che sparare un nome a caso. Nel frattempo lo faccio io partendo da una considerazione, ho letto degli esempi trasversarli ed ho sentito citare i Beatles. Allora ragazzi esiste il gusto personale e l'oggettivita' delle cose. Ci sta tutto a dire che i quattro di Liverpool non piacciono ma negare la loro mostruosa importanza musicale e' una cosa sciocca e priva di senso, qualsiasi sia il proprio gusto musicale. Hogan e' sullo stesso piano. Quindi inizio proprio da lui:

HULK HOGAN: il suo personaggio marcatamente americano, la sua trasformazione in Hollywood Hogan e le sue catch phrase hanno stabilito dei parametri, non si diventa cosi' amati dal pubblico per caso. Hogan ha sdoganato il wrestling verso il mainstream e verso l'era altamente munifica attuale, ha dato anche ai singoli wrestlers una dimensione molto piu' ampia di quella precedente, e' stato lui il primo a passare sul grande schermo e sul piccolo tanto per dire.

BRET HART: il suo stile e la sua eccellente tecnica ne ha fatto uno dei punti di riferimento per tantissimi wrestlers successivi e contemporanei a lui stesso, ha rappresentato anche l'intrasigenza di un carattere forte e la capacita' di eccellere anche in tag quando la categoria era degna di tale nome. Alcuni dei suoi match sono tra quelli migliori di sempre in casa WWF/WWE.

SHAWN MICHAELS: imparata la lezione di Hogan sullo starpower Shawn ha miscelato il tutto con una attitudine simisurata e con una capacita' in ring e al microfono di altissimo livello, portanto talmente in alto l'asticella da superare che ben pochi possono dirsi alla sua altezza.

STEVE AUSTIN: Stone Cold e' l'essenza del bad guy with big heart, una figura amatissima dall'immaginario collettivo americano, il texas rattlesnake ha costruito un'era WWE come mai piu' ce ne sono state e forse ce ne saranno, lui e' stato talmente influente da cambiare la federazione e entrando nel vivo se non proprio creando delle storyline epiche ed avvincenti. Le sue prestazioni sul rettangolo pur non supportate dalla classe di HBK o Bret Hart restano di livello assoluto grazie alla grandissima predisposizione allo storytelling, al pari dell'altro grande di quel periodo: The Rock.

THE ROCK: l'essenza dello starpower, l'unico che in questo aspetto sia in grado di rivaleggiare con Sting, Hogan e Austin. Pur non avendo indissolubilmente legato la sua carriera al wrestling The Rock e' riuscito a stabilire dei parametri di mick skill insuperati.

CHRIS JERICHO: lui ha rappresentato l'intensita' e la completezza, tra lui e Angle c'e' l'imbarazzo della scelta, se Kurt eccelle di piu' sotto il profilo tecnico Jericho lo supera in quello off ring, Chris poi e' riuscito a dimostrare a dispetto del gap fisico di essere credibile come campione assoluto nonostate gente piu' possente di lui.

KURT ANGLE: l'assoluto della tecnica, la sua provenienza dalla lotta libera lo porto' a mettere sul quadrato un wrestling assolutamente credibile, l'intensita' e la completezza del suo repertorio e' probabilmente la piu' ampia del circuito.

STING: fantastico in tutto e per tutto. Grandioso al microfono, eccellente sul ring, grandissimo fisico (ora meno ma c'e' anche una certa eta') e per di piu' sempre in grado di rivaleggiare con i piu' grandi di sempre, da Hogan a Flair. Uno di quelli che ha segnato questo sport-intrattenimento in modo piu' profondo pur non passando per la federazione piu' nota e vista.

RICK FLAIR: Flair e' stato l'anello di congiunzione tra il "vecchio" wrestling e il nuovo, diciamo quello dei grandi Harley Race e Hulk Hogan, e l'unico che si e' saputo reinventare anche come showman. Un palmares impressionante e una capacita' innata ad attirare sia cose buone che problemi. E' innegabilmente uno dei wrestler piu' famosi e riconoscibili di sempre.

ANTONIO INOKI: qui il discorso e' piu' particolare, per chi come me ha iniziato con il "catch" e poi ha proseguito conserva un ricordo indelebile di questo grosso giapponese dal mento storto, tecnicamente eccellente e grandissimo carisma, le sue comparsate in WWF furono poche e sporadiche per farlo realmente apprezzare ma la sua importanza in questo sport e' assoluta.

TIGER MASK: il primo, l'unico e l'inimitabile. Lui come pochi altri ha espresso quella fusione di fantasia e spettacolo, quante mosse fatte da lui sembravano non essere proprio possibili? Dopo di lui una schiera di lottatori mascherati hanno provato (qualcuno riuscendo qualche altro no) a catturare lo stesso impatto emotivo, lui resta in assoluto il numero uno in questo aspetto.

THE UNDERTAKER: impossibile non parlare anche di lui, il primo UT in particolare, il primo big man in grado di fare cose quasi da high flyier, un carisma unico, una capacita' rarissima di dettare legge anche fuori dal ring per gente non legata alla famiglia McMahon. Una delle leggende di questo sport.

HHH: innegabilmente aiutato nella seconda parte di carriera alla famiglia cui si e' legato, ma questo troppo spesso diminuisce i meriti di un performer di altissimo livello, non tanto tecnicamente quanto come storyteller in ring, battaglie epiche e successi enormi, amatissimo dal pubblico e capace di contrastare chiunque con un microfono in mano.

REY MISTERIO: qui in molti storceranno il naso ma si diano pace, Rey Rey oltre ad essere uno straordinario performer (e chi lo segue dal tempo della WCW o della ECW lo sa perfettamente) e' un'altro dei pochissimi catalizzatori di pubblico che ci sono stati e ci sono nel wrestling, atleticamente pochissimo da dire penso, ovviamente penalizzato dall'essere il piu' piccolo del gruppo, tuttavia tutti si ricorderanno di lui anche molto dopo che avra' smesso, e questo credo sia un fatto inoppugnabile.

ANDRE' THE GIANT: "IL" big man per eccellenza e l'unico in grado di rimanere per sempre nell'immaginario collettivo.

MICK FOLEY: beh qui ce ne sarebbero a pacchi da dire, il wrestling deve moltissimo a questo personaggio poliedrico come nessun'altro, la sua mick skill e' leggendaria cosi' come le sue tantissime nature schizzoidi o proprio completamente pazze. Io amavo Mankind ma tutte le sue incarnazioni sono state assolutamente eccellenti a partire dalle follie fatte come Cactus Jack.

EDGE: lui rappresenta il 'nuovo' e quello che dopo tanta gavetta riusci' a fare cose strabilianti vincendo molte volte il titolo assoluto e risultando credibile oltremodo anche senza un fisico alla Rick Rude. Edge ha catalizzato per anni la categoria tag team dando vita ad incontri leggendari, poi da singolo e infine da main eventer fisso dando una chiara immagine di se stesso e diventando amatissimo anche passando la maggior parte del tempo da heel.

Mi verrebbe da aggiungere un tizio tatuato attualmente sulla bocca di tutti ma preferisco aspettare ancora un po', dovrei inserire anche John Cena onestamente ma con lui ho una idiosincrasia incurabile. Sicuramente dimentico qualcuno ma credo di aver gia' scritto troppo... :)

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vecchio-snaporaz
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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da vecchio-snaporaz »

Archer ha scritto:Da amante di gruppi come Velvet Underground, Red Crayola e Amon Duul con me sfondi una porta aperta, guarda.
Io sono pure d'accordo nel definire Hogan una delle più grandi leggende del wrestling e probabilissimamente l'emblema di questa disciplina negli USA (pure io preferisco Flair, per la cronaca), voglio solo far capire che ciò non è universale e in altri contesti Hogan non rappresenta assolutamente IL wrestling. Certo, sempre non si voglia credere che il fenomeno dell'hulkamania sia stato fondamentale per il puro o la lucha.
Per il resto a me l'Hulkster piace, mi sono goduto i suoi match contro André, Savage e Warrior e non ho niente contro la sua figura.
Dovessi scegliere in base ai gusti direi Kurt Angle. Non il miglior technician, ma diamine quanto è completo.
Dipende sulla base di quali criteri e unità di misura è compiuta l'analisi: Angle è l'unico wrestler della storia a vantare una medaglia d'oro alle olimpiadi nella lotta libera e inoltre è pure un virtuoso della lotta greco-romana e ovviamente del prowrestling; è il solo quindi a poter vantare una formazione e un curriculum di questo livello e nessuno - secondo questi parametri - gli si avvicina, contando anche grandissimi technicians come i fratelli Hart o Flair. Infatti questi ultimi hanno avuto - correggimi se sbaglio - una formazione squisitamente da wrestling tradizionale, cioè si sono sempre mossi all'interno dei confini del prowrestling (soprattutto Hart perché figlio del mitico preparatore Stu Hart e membro della più famosa famiglia di wrestler insieme ai Von Erich). Quindi Angle può benissimo essere considerato il più completo dei technicians, se consideriamo il suo identikit di lottatore.

Eppure dei quattro citati (Owen, Bret, Angle e Flair) il Nature Boy è stato in assoluto il più innovativo, avendo egli ideato o comunque reso famose molte manovre di sottomissione, soprattutto alle gambe; senza esagerare si potrebbe dire che tra i menzionati Flair è stato in assoluto la più illuminante fonte di ispirazione per i colleghi delle generazioni successive; basti pensare all'influenza che ha esercitato su Sting, Triple H, Steambot ed altri ancora.

Ma gli amanti dell'autentico stile canadese preferirebbero un talento come quello di Bret Hart, vero emblema e bandiera non solo dello stile della famiglia Hart ma più in generale di tutto il wrestling canadese, noto per la sua tecnica sofisticata ed elaborata. Senza nulla togliere ovviamente alle capacità del fratello, ingiustamente privato della possibilità di portare alla vita un alloro massimo.

Quindi, come si capisce, dipende alla fine tutto dai punti di vista e dai parametri adoperati, anche perché esistono prove e ragionamenti validissimi per sostenere tesi a favore di ciascuno dei quattro lottatori citati - e probabilmente anche di altri - ed è pressoché impossibile sceglierne uno globalmente superiore agli altri.

Resta comunque il fatto che - come da te detto - Angle è l'esempio perfetto di wrestler completo a 360 gradi: fantastico al microfono, grande entertainer in grado di interpretare benissimo sia il face che l'heel, grandissimo tecnicamente e dall'immenso carisma e appeal sul pubblico... forse è non solo il wrestler più completo degli ultimi 12 anni ma anche quello proprio con più Attitude.

Saluti, Jacopo ;)

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da vecchio-snaporaz »

TheJack ha scritto:Per me il discorso (bello in effetti) dell'assoluto non esiste per troppe ragioni ed elencarle tutte sarebbe impossibile. Esiste pero' sicuramente un gotha di personaggi che hanno dato un contributo innegabilmente superiore ad altri, io direi che motivare ognuno sarebbe l'ideale piuttosto che sparare un nome a caso. Nel frattempo lo faccio io partendo da una considerazione, ho letto degli esempi trasversarli ed ho sentito citare i Beatles. Allora ragazzi esiste il gusto personale e l'oggettivita' delle cose. Ci sta tutto a dire che i quattro di Liverpool non piacciono ma negare la loro mostruosa importanza musicale e' una cosa sciocca e priva di senso, qualsiasi sia il proprio gusto musicale. Hogan e' sullo stesso piano. Quindi inizio proprio da lui:
Mi spiace uscire così tanto dal topic ma per chiarire la questione Beatles penso sia indispensabile.
Qualsiasi storico musicale - e bada bene che non ho detto 'critico' - in buona fede può dirti che le opere che hanno veramente costituito un'infinita e rivitalizzante fonte di ispirazione per le generazioni successive sono state poche, anzi pochissime, perché ad influenzare la musica più che singole opere sono le tendenze, le mode, le evoluzioni di uno stile, il confronto fra musicisti, l'influenza reciproca fra generi ed altri di questi elementi. Ma tra quelle poche opere lo stesso storico musicale in buona fede potrà assicurarti che album dei Beatles non ce ne sono, né per meriti strumentale né per meriti linguistici. Quei dischi che possiamo considerare importanti in termini di influenza ed eredità musicale sono stati "Freak Out" di Frank Zappa, "Ascension" e "A Love Supreme" di John Coltrane, "Kind of Blue" e "Bitches Brew" di Miles Davis, "The Doors" dei Doors, "Bringin' it all back home", "Highway 61 Revisited" e "Blonde on Blonde" di Bob Dylan, "Safe as Milk" e "Trout Mask Replica" di Captain Beefheart, "Exile on Main Street" dei Rolling Stones, "The Velvet Underground & Nico" e "White Light/White Heat" dei Velvet Underground e pochi altri.
Difatti l'eredità lasciata dai Beatles - che è quella più perniciosa e pericolosa - è quella di carattere culturale. Riciclo una citazione dello storico musicale Piero Scaruffi: "I Beatles vennero alla luce all'apice della reazione nei confronti del rock and roll, quando innocui "teen idols" (rigorosamente bianchi) prendevano il posto dei selvaggi rocker neri che avevano scosso le radio e le coscienze di mezza America. L'arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente per la middle-class bianca, terrorizzata all'idea che il rock and roll rappresentasse una vera rivoluzione di costume. I Beatles tranquillizzarono quella vasta fascia di pubblico e conquistarono i cuori di tutti coloro (soprattutto al femminile) che volevano essere ribelli ma senza violare i codici imperanti. Ai volti contorti e lascivi dei neri del rock and roll si sostituiro i sorrisi innocenti dei Beatles; ai ritmi scatenati dei primi si sostituirono le cadenze orecchiabili dei secondi. Il rock and roll poteva finalmente essere accettato nelle classifiche del "pop". I Beatles rappresentarono la quintessenza della reazione a una rivoluzione musicale che non era finita, e per qualche anno riuscirono ad arenarne l'impeto.
I Beatles rappresentarono anche la reazione a una rivoluzione sociale e politica. I Beatles vennero alla luce negli anni dei disordini studenteschi, di Bob Dylan e degli hippies. I Beatles sostituirono le immagini di quei giovani arrabbiati col pugno chiuso con i loro visi simpatici e le loro dichiarazioni amabili. I Beatles sostituirono le parole d'accusa di quei musicisti militanti con filastrocche corrive. Anche in questo i Beatles servirono a tranquillizzare la middle-class, che la nuova generazione non era composta soltanto da ribelli, sbandati e maniaci sessuali."


Da un punto di vista invece prettamente musicale l'influenza dei Beatles è stata assai ridotta per il semplice motivo che questi per gran parte della loro carriera furono emuli di uno stile ormai più che obsoleto e superato - quello della canzone dall'ossatura tipica "strofa-ritornello-strofa" - proprio nel periodo in cui si intravedevano le prime avvisaglie delle avanguardie future, delle grandi invenzioni e scoperte musicali dell'epoca, che sono ciò che ci permette di definire il rock una conquista culturale e artistica dell'uomo occidentale di grande importanza e sostanza. I Beatles conobbero una grande evoluzione solo in occasione della scoperta del Rock Psichedelico ed in effetti l'album Sgt. Peppers non si può negare che abbia risentito di un notevole impatto culturale e musicale, questo lo ammetto senza problemi. Poi però è ridicolo che musicisti, critici ("I critici musicali sono persone che non sanno scrivere che intervistano persone che non sanno parlare per un pubblico che non sa leggere" - Frank Zappa) e tanti altri finti espertoni parlino di un'immensa e preziosa eredità musicale lasciataci gentilmente dagli Scarafaggi. Questo non è proprio credibile.
In ambito psichedelico hanno esercitato una certa influenza, sì, ma molto inferiore a quella di altri artisti e complessi americani come Hendrix, Jefferson Airplane e inglesi come i Pink Floyd e i Soft Machine. Perché allora sono stati così spropositatamente sopravvalutati? A causa di quell'insopportabile fenomeno di isteria sociale noto come Beatlemania, architettato e studiato alla perfezione da quell'"evil genius" di George Martin.
Sempre a proposito di Sgt. Peppers, album tutto sommato arricchito da bei brani e di notevole influenza in campo psichedelico, propongo una citazione di Dylan, che seppur breve riesce a sottolineare subito il principale lato oscuro di questo disco: "Non sapevo come fare per realizzare quel genere di dischi che stavano registrando gli altri, e neanche mi interessava. I Beatles avevano appena pubblicato "Sgt. Pepper" che non mi piaceva proprio per niente... Pensavo fosse un album oltemodo autoindulgente, anche se le canzoni in esso contenute erano valide. Mi sembrava che ci fosse un eccesso di produzione, forse perchè i Beatles non avevano mai fatto niente del genere prima di allora" (1978) (Fonte: http://www.maggiesfarm.it/isaidthat2.htm).
Andrei avanti molto a scrivere ma il mal di testa mi costringe a premere sul pedale del freno... attendo curioso tue risposte :)

Saluti, Jacopo.

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da zittino bob »

vecchio-snaporaz ha scritto: Andrei avanti molto a scrivere ma il mal di testa mi costringe a premere sul pedale del freno... attendo curioso tue risposte :)

Saluti, Jacopo.
E meno male che avevi mal di testa. :LOL2:

Concedetemi un piccolo OT: sugli oasis che considerazione hai? Bada bene alla risposta

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Messaggio da dannoCDF »

vecchio-snaporaz ha scritto:Se semplicemente fai notare come il termine "mainstream" sia perfetto per i Beatles rischi la pelle
darei una libbra di carne per avere i beatles nel mainstream adesso

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Messaggio da vecchio-snaporaz »

zittino bob ha scritto:
E meno male che avevi mal di testa. :LOL2:

Concedetemi un piccolo OT: sugli oasis che considerazione hai? Bada bene alla risposta
Nessuna considerazione, non li ho mai ascoltati approfonditamente e non giudico!

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da zittino bob »

vecchio-snaporaz ha scritto:
Nessuna considerazione, non li ho mai ascoltati approfonditamente e non giudico!
E che cacchio, volevo una tua considerazione :cry: . Vabbè fa niente :yeah:

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Re: Il più grande di tutti i tempi

Messaggio da 12X »

vecchio-snaporaz ha scritto:
Mi spiace uscire così tanto dal topic ma per chiarire la questione Beatles penso sia indispensabile.
Qualsiasi storico musicale - e bada bene che non ho detto 'critico' - in buona fede può dirti che le opere che hanno veramente costituito un'infinita e rivitalizzante fonte di ispirazione per le generazioni successive sono state poche, anzi pochissime, perché ad influenzare la musica più che singole opere sono le tendenze, le mode, le evoluzioni di uno stile, il confronto fra musicisti, l'influenza reciproca fra generi ed altri di questi elementi. Ma tra quelle poche opere lo stesso storico musicale in buona fede potrà assicurarti che album dei Beatles non ce ne sono, né per meriti strumentale né per meriti linguistici. Quei dischi che possiamo considerare importanti in termini di influenza ed eredità musicale sono stati "Freak Out" di Frank Zappa, "Ascension" e "A Love Supreme" di John Coltrane, "Kind of Blue" e "Bitches Brew" di Miles Davis, "The Doors" dei Doors, "Bringin' it all back home", "Highway 61 Revisited" e "Blonde on Blonde" di Bob Dylan, "Safe as Milk" e "Trout Mask Replica" di Captain Beefheart, "Exile on Main Street" dei Rolling Stones, "The Velvet Underground & Nico" e "White Light/White Heat" dei Velvet Underground e pochi altri.
Difatti l'eredità lasciata dai Beatles - che è quella più perniciosa e pericolosa - è quella di carattere culturale. Riciclo una citazione dello storico musicale Piero Scaruffi: "I Beatles vennero alla luce all'apice della reazione nei confronti del rock and roll, quando innocui "teen idols" (rigorosamente bianchi) prendevano il posto dei selvaggi rocker neri che avevano scosso le radio e le coscienze di mezza America. L'arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente per la middle-class bianca, terrorizzata all'idea che il rock and roll rappresentasse una vera rivoluzione di costume. I Beatles tranquillizzarono quella vasta fascia di pubblico e conquistarono i cuori di tutti coloro (soprattutto al femminile) che volevano essere ribelli ma senza violare i codici imperanti. Ai volti contorti e lascivi dei neri del rock and roll si sostituiro i sorrisi innocenti dei Beatles; ai ritmi scatenati dei primi si sostituirono le cadenze orecchiabili dei secondi. Il rock and roll poteva finalmente essere accettato nelle classifiche del "pop". I Beatles rappresentarono la quintessenza della reazione a una rivoluzione musicale che non era finita, e per qualche anno riuscirono ad arenarne l'impeto.
I Beatles rappresentarono anche la reazione a una rivoluzione sociale e politica. I Beatles vennero alla luce negli anni dei disordini studenteschi, di Bob Dylan e degli hippies. I Beatles sostituirono le immagini di quei giovani arrabbiati col pugno chiuso con i loro visi simpatici e le loro dichiarazioni amabili. I Beatles sostituirono le parole d'accusa di quei musicisti militanti con filastrocche corrive. Anche in questo i Beatles servirono a tranquillizzare la middle-class, che la nuova generazione non era composta soltanto da ribelli, sbandati e maniaci sessuali."


Da un punto di vista invece prettamente musicale l'influenza dei Beatles è stata assai ridotta per il semplice motivo che questi per gran parte della loro carriera furono emuli di uno stile ormai più che obsoleto e superato - quello della canzone dall'ossatura tipica "strofa-ritornello-strofa" - proprio nel periodo in cui si intravedevano le prime avvisaglie delle avanguardie future, delle grandi invenzioni e scoperte musicali dell'epoca, che sono ciò che ci permette di definire il rock una conquista culturale e artistica dell'uomo occidentale di grande importanza e sostanza. I Beatles conobbero una grande evoluzione solo in occasione della scoperta del Rock Psichedelico ed in effetti l'album Sgt. Peppers non si può negare che abbia risentito di un notevole impatto culturale e musicale, questo lo ammetto senza problemi. Poi però è ridicolo che musicisti, critici ("I critici musicali sono persone che non sanno scrivere che intervistano persone che non sanno parlare per un pubblico che non sa leggere" - Frank Zappa) e tanti altri finti espertoni parlino di un'immensa e preziosa eredità musicale lasciataci gentilmente dagli Scarafaggi. Questo non è proprio credibile.
In ambito psichedelico hanno esercitato una certa influenza, sì, ma molto inferiore a quella di altri artisti e complessi americani come Hendrix, Jefferson Airplane e inglesi come i Pink Floyd e i Soft Machine. Perché allora sono stati così spropositatamente sopravvalutati? A causa di quell'insopportabile fenomeno di isteria sociale noto come Beatlemania, architettato e studiato alla perfezione da quell'"evil genius" di George Martin.
Sempre a proposito di Sgt. Peppers, album tutto sommato arricchito da bei brani e di notevole influenza in campo psichedelico, propongo una citazione di Dylan, che seppur breve riesce a sottolineare subito il principale lato oscuro di questo disco: "Non sapevo come fare per realizzare quel genere di dischi che stavano registrando gli altri, e neanche mi interessava. I Beatles avevano appena pubblicato "Sgt. Pepper" che non mi piaceva proprio per niente... Pensavo fosse un album oltemodo autoindulgente, anche se le canzoni in esso contenute erano valide. Mi sembrava che ci fosse un eccesso di produzione, forse perchè i Beatles non avevano mai fatto niente del genere prima di allora" (1978) (Fonte: http://www.maggiesfarm.it/isaidthat2.htm).
Andrei avanti molto a scrivere ma il mal di testa mi costringe a premere sul pedale del freno... attendo curioso tue risposte :)

Saluti, Jacopo.

Da qui semplicemente si può arrivare alla dichiarazione che loro (o chi per loro) abbiano praticamente inventato il pop come lo conosciamo oggi. E cioè un fenomeno di massa.

Non necessariamente il meglio, ma qualcosa fruibile da tutti e senza controindicazioni.

Come Hogan.

Ma per quanto non siano i miei preferiti (Beatles e Hogan), se qualcuno mi dicesse che sono stati i più grandi (bada bene, non i migliori), non so se potrei dire di no, almeno da un punto di vista prettamente "pop".

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Re: Il più grande di tutti i tempi

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zittino bob ha scritto:
E che cacchio, volevo una tua considerazione :cry: . Vabbè fa niente :yeah:
Mi fa piacere che ti interessi il mio parere, ma proprio non li conosco!
Ma si sono sciolti, no?

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Messaggio da vecchio-snaporaz »

12X ha scritto:

Da qui semplicemente si può arrivare alla dichiarazione che loro (o chi per loro) abbiano praticamente inventato il pop come lo conosciamo oggi. E cioè un fenomeno di massa.
Non necessariamente il meglio, ma qualcosa fruibile da tutti e senza controindicazioni.
Come Hogan.
Ma per quanto non siano i miei preferiti (Beatles e Hogan), se qualcuno mi dicesse che sono stati i più grandi (bada bene, non i migliori), non so se potrei dire di no, almeno da un punto di vista prettamente "pop".
Esatto, il più easy di tutto l'easylistening... anche se l'unica controindicazione è il declino della morale e dei sani valori occidentali, ma non voglio sembrare un vecchio trombone sulla panchina di qualche parchetto di periferia.
Dipende da cosa si intende per "grandi". Se grandi è riferito all'impatto culturale e mediatico sia i Beatles che Hogan allora possono tranquillamente essere definiti così, certo.
Però restano comunque campioni in quantità e non in qualità (sessantottordicimillesima volta che lo dico... vecchio trombone mode: on!)

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Capt.Spaulding
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Re: Il più grande di tutti i tempi

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