FAST 9 ★★★★½
Avrei voluto commentare il nono capitolo di questa saga immortale con un passaggio dai Vangeli[1] accompagnato dallo schema classico "Praticamente film x con le macchine, attrice y mega fia"[2] come avevo fatto per gli altri: sarebbe stato sicuramente più facile, ma parafrasando quello che dice la Theron a Vin Diesel all'inizio dell'8 subito dopo il Miglio Cubano trovo adrenalina non tanto nei pochi secondi prima di una corsa, ma nei pochi secondi prima di premere invio nei commenti su Letterboxd.
Pertanto, mi tocca parlare più approfonditamente di questa opera che è già secolare, con buona pace dei perbenisti, dei soloni e dei nerd che l'hanno criticata incessantemente fin dall'uscita (ma ci torneremo).
Che dire, insomma, di questo F9? Le persone normali (quelli che non sanno cosa sia Letterboxd insomma) potrebbero semplicemente riferire di aver riso di gusto alle battute e alle scene più dogmatiche della pellicola, e già questa sarebbe una recensione più genuina di quanto si legge quotidianamente sulle riviste specializzate; stavolta però ho deciso di dare un contributo più tangibile, e mi appresto a parlare del film attraverso quattro macro-argomenti che trovo molto attinenti.
LA SIMBOLOGIA CRISTIANA
Senza considerare l'abusato concetto della Famiglia, occorre innanzitutto soffermarsi un attimo sui tre cardini cattolici su cui poggia l'universo di Fast and Furious e che sono protagonisti anche stavolta: la birra Corona[3]/il Padre, la Croce/il Figlio, e il BBQ finale/lo Spirito Santo.
Se la presenza della Croce si dimostra il vero leitmotif della saga, perché non è certo un caso che Jakob/John Cena ne abbia una per dimostrare il legame con la Famiglia, il binomio BBQ/Corona nel finale si arricchisce di altri due simboli: la preghiera del piccolo Brian, sebbene non significativa come quella del 6, e la Resurrezione che qui ha un duplice significato. A risorgere non è solamente un personaggio diegetico, ma anche un attore extradiegetico: avevamo lasciato Han alla fine del terzo come un probabile scintoista con forti simpatie ebraiche a causa della relazione con la splendida Gisele, ma già nel già citato splendido BBQ alla fine del sesto sembrava chiaramente destinato ad una conversione al cristianesimo. Per questo motivo il buon Han è risorto come Lazzaro, e la scena finale con Brian sr. dovrebbe farci pensare che anche Paul Walker dovrebbe tornare in vita come sorpresa finale dell'undicesimo ed ultimo capitolo, grazie ai progressi dell'ingegneria genetica e della ricerca sulle staminali che già stanno salvando la pellaccia a Silvio Berlusconi.
Manco a dirlo, il film è pieno di altri simboli, primo tra tutti l'acqua[4] in cui Dom, come Giuseppe nel libro della Genesi, rivede tutta la sua vita e matura la decisione di perdonare Jakob, perché una seconda chance deve essere concessa a tutti (a differenza di ciò che pensano i paladini dell'ultra-destra europea, portatori di un cattolicesimo subdolo e di facciata aspramente criticato per tutto il corso della pellicola). Grossa attenzione viene data anche al fuoco[5], che come nella Pentecoste illumina i discepoli attraverso lo Spirito Santo, ovvero il barbeque: ricordiamoci che Mosè aveva riconosciuto Dio nel roveto ardente.
L'ultimo commento lo merita la sequenza a Montequinto: il sapiente Justin Lin, più che ai maestri di slow cinema suoi connazionali (Hou Hsiao-Hsien, Edward Yang e Tsai Ming-Liang), si rifà alla tradizione occidentale per rappresentare il connubio panteista tra uomo e natura. La location è un chiaro riferimento ai lavori di Herzog in Sudamerica, in particolare Fitzcarraldo, che rappresenta l'opera più vicina a F9 a livello concettuale: Vin Diesel altro non è che un novello Klaus Kinski. Come quest'ultimo riuscì a far attraversare il Pongo de Mainique alla sua nave, grazie alla forza della Fede e della Famiglia Dom riesce nell'impresa epocale di portare una macchina nello spazio (e di questo parleremo ora).
LO SPAZIO
Qualche tempo fa girava in rete la battuta per cui alla Fast Saga mancasse solamente di andare nello spazio per terminare la serie di idee over the top e saltare definitivamente lo squalo.
Ebbene, lo squalo non solo è stato saltato, ma Roman e Tej lo hanno direttamente trapassato con una Pontiac Fiero attaccata al motore di razzo: non mancano, prima di questa impresa, disquisizioni filosofiche sulla mortalità dell'uomo con citazioni più o meno dirette a Feuerbach[6], al camaleonte di Tivùsat in orbita[7] e ai Simpson[8]
Cosa vuole dirci il film con la scena nello spazio? C'è chi ipotizza sia il culmine della già florida meta-memistica della saga, chi reputa sia un omaggio alle vecchie auto americane che non esistono più (colpa dell'importazione) ed altri che la additano di bieco fanservice: per me, la verità è un'altra ed ha più a che fare con la fortissima consapevolezza che Fast 9 ha come prodotto cinematografico.
Trovo sempre più frequente che film di fantascienza partano su basi molto scientifiche ma finiscano per non sviluppare appieno le proprie teorie e finiscano su binari più metafisici e dogmatici: ne sono esempi Interstellar e Arrival, che per questa incoerenza di fondo risultano due film globalmente molto più deboli di Fast 9. Justin Lin sbeffeggia quindi questi prodottoni sci-fi d'autore, dichiarando il suo dogmatismo fin dall'inizio e perculando pure il viaggio sensoriale di Gravity facendo galleggiare Roman e Tej gonfiati come palloni nello spazio. Questa scena è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per un target particolare, oggetto del prossimo paragrafo.
L'ANTINERDISMO
Ecco chi sono i maggiori sconfitti da questo meraviglioso capitolo, umiliati all'uscita dalla sala dopo anni di squallidi cinecomic e di anime presentati come film evento in cui non erano riusciti a fare i conti con le loro debolezze. Ma la vera forza di F9 è nel suo essere parola di Dio, e quindi veicolo di rivelazione: non è un caso che i nerd brutti e brufolosi si siano indignati di fronte a scene "poco credibili" (come se lo fosse un rachitico in costume che spara ragnatele dai polsi) e lamentandosi dei buchi di sceneggiatura, ignari della enorme portata cattolica della saga perché crogiolanti nel loro squallido ateismo da regime.
Ottime le continue umiliazioni alle saghe da veri nerd come Harry Potter e Star Wars[9], citazioni fatte apposta per non essere colte dal pubblico medio dell'action muscolare: il silenzio dei palestrati di fronte alla battuta su Yoda, insieme alle lacrime di Matioski e degli youtuber come lui, è la più grande vittoria del franchise, e i nerd non saranno certo risparmiati quando verrà il Giudizio Universale[10].
LA FEDE
La fede è da sempre stata il vero fulcro della saga, fin dalla prima pellicola in cui Brian chiede a Mia di fidarsi di lui nonostante le abbia appena detto di essere uno sbirro.
L'atto di fede, in questo caso, è chiesto allo spettatore cattolico: non importa se quello che vedremo è poco plausibile, se gli ingorghi di trama finiscono per inglobare le scene d'azione o se il character development non è del tutto coerente, basta avere fede.
Nel fare questo, Fast 9 si conferma il più grande film sulla fede cristiana dai tempi di Winter Light di Ingmar Bergman, schiacciando la concorrenza delle ultime opere di Mel Gibson e Paul Schrader[11]. Non serve la testa quando abbiamo Fede, ed è solo così che riusciremo a salvarci[12]
Per tirare le somme, un capolavoro. Non metto cinque stelle unicamente perché i produttori hanno ascoltato le lamentele della quarta ondata di femministe rompicoglioni tutte Laura Boldrini e schwa[13] ed hanno deciso di non presentare le donne libere di esprimere sicurezza nei confronti del proprio corpo nelle corse clandestine, così come hanno scelto di non mostrare Cardi B e le altre strafiche dell'Interpol andando contro alla tematica della Rivelazione e, quindi, al cattolicesimo insito nel film.
Fast 9, però, rappresenta in sostanza il maggior capolavoro cattolico del XXI secolo, un film consigliato a tutte le persone che vorrebbero ritrovare la luce della Fede in un momento di smarrimento.
[1]Se pensate che faccia riferimento a quella robaccia di Evangelion o a qualsiasi altro cartone giapponese che vi piace, potete pure tornare a lamentarvi del doppiaggio di Cannarsi o a guardare il viaggio a Tokyo di Dario Moccia
[2]Nel caso, sarebbe stato tipo così: Praticamente Fitzcarraldo con le macchine, Anna Sawai mega fia
[3]La morte (?) del Sig Nessuno, in questi termini, è una dichiarazione di intenti cattolici fin dall'inizio: è lui che, nel 7, rivela di preferire le birre belghe alla Corona, e difatti verrà punito per aver nominato il nome di Dio invano.
[4]"Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete, ma chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete" (Giovanni 4,13-14).
[5]"Egli (Gesù) vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco". (Matteo 3,11)
[6]Si prenda spunto dal suo saggio "Pensieri sulla morte e l'immortalità"
[7]
www.youtube.com/watch?v=9244QOhEkeU
[8]Deep Space Homer, S5E15
[9]Testimonianza della supremazia della Paramount su Warner Bros e su quei criminali della Disney
[10]"Perché ha fissato un giorno, nei quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito." (Atti 17:31)
[11]Che nel suo Facebook avrà sicuramente apprezzato il femminismo dei capitoli precedenti
www.facebook.com/paul.schrader.900
[12]"Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza." (Romani 10:10)
[13]Praticamente Phil is Crying