***CALCIO ANNO ZERO - FANFICTION SUL MERCATO 2020***

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KanyeWest
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***CALCIO ANNO ZERO - FANFICTION SUL MERCATO 2020***

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MONZA, 15 AGOSTO 2020
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È la mattina di Ferragosto: le allodole cinguettano allegre in lontananza, il sole splende fiero nel cielo e finalmente si può respirare a pieni polmoni, dopo mesi di orrore e paura. Sandro Sabatini aggira ancora intontito sul balcone della camera da letto, intento ad accendersi una sigaretta: a fargli compagnia, piuttosto che la moglie, ancora addormentata, è la lieve brezza mattutina. Il giornalista di SportMediaset è contento: lo stato di emergenza è cessato, non è più costretto a fare le dirette Facebook con le maglie delle squadre di Serie A che aveva esaurito a inizio aprile e può tornare a pedalare sulla sua amata mountain bike.
Dopo aver consumato la classica colazione a caffellatte e macine del Mulino Bianco (sei, in onore di Franco Baresi) e dopo essersi aggiustato la mosca ed i baffi con il nuovissimo Gillette Skinguard (omaggio di Bobone Vieri, da lui incontrato l’ultima volta a Tiki Taka a fine giugno), consapevole di aver già comprato il vino da portare al grande pranzo di ferragosto organizzato nel giardino di Mino Taveri (tre bottiglie di Sauvignon Blanc neozelandese, Mino da buon pugliese ha promesso la grigliata di pesce e c’è da festeggiare il rientro da Londra del vecchio amico Sandro Piccinini) il buon Sabatini si appresta ad effettuare un breve ripasso di ciò che è avvenuto in questi ultimi, pazzi mesi di calcio internazionale: non vuole farsi trovare di nuovo impreparato di fronte alle pungenti domande di Stefano Borghi, dal momento che l’anno precedente confuse Pablo Sarabia con Giovani Lo Celso (errore imperdonabile per l’ex telecronista di Sportitalia). Sandro accende il fidato Macbook, apre Chrome e digita le fatidiche lettere “T R A N S F E R M A R K T” (ha imparato a scriverlo dopo diversi tentativi a vuoto, non prima di aver automatizzato il corretto spelling di Emily Ratajkowski).
Ebbene, cosa è successo in questi pazzi mesi dopo il lockdown globale dovuto al Coronavirus?

QUI MILANO- A una quarantina di chilometri di distanza dalla casa del nostro, Antonio Conte è l’unica anima presente ad Appiano Gentile anche in questo giorno di festa: come ogni mattina, non può fare a meno di versare più di una lacrima quando arriva nel parcheggio e trova vuoto il posto C12, un tempo riservato alla Porsche Boxster GTS di Lautaro Martinez. Il mister sta ancora aspettando il sostituto del Toro, ed è visibilmente spazientito con la dirigenza: sfumato il grande sogno dell’estate Gabriel Jesus, Zhang sta temporeggiando con l’Arsenal per Aubameyang, che pare abbia sviluppato una forma prodromica di PTSD in seguito al sanguinoso errore contro l’Olympiakos in Europa League (guidata dal neo presidente Aritz Aduriz e i cui diritti sono stati rinnovati a cifre faraoniche dal nuovo direttore di Sky Sport Daniele Manusia, già a capo di Ultimo Uomo). Sembra che non siano serviti a niente i continui piagnistei in conferenza stampa prima, durante e dopo la ripresa del campionato, in cui sottolineava come aver avuto Lukaku i primi di giugno (pochi giorni dopo la sua firma) avrebbe aiutato il centravanti a chiudere con un bottino più corposo dei comunque dignitosissimi (parola di Paolino di Canio, che ha altresì definito “stellare” lo score di Ilicic che ha fatto 4 reti in meno del belga) 23 gol in campionato. Il colpo da novanta, secondo le malelingue, è già stato piazzato: sbarca finalmente a Milano Luka Modric, dopo due intere stagioni di corteggiamento più o meno velato; la “10” di Lautaro non rimarrà incostudita a lungo, sebbene i più scettici abbiano già puntato il dito contro il pesante esborso per il cartellino (circa 30 milioni di euro per un classe ’85 ai margini del progetto di Zidane) e l’esoso ingaggio del croato (oltre 10 milioni annui). Hanno salutato anche Sanchez (scommessa del TIRMB[1]), Godin (in Qatar a svernare), Icardi e Nainggolan, tornato a Cagliari tagliandosi lo stipendio in un atto di amore immenso nei confronti dei sardi; è arrivato finalmente Marcos Alonso per una trentina di milioni, mentre a parametro zero Vertonghen, un po’ bollito in realtà, il tanto atteso Giroud come vice-Lukaku (per la goia del già citato Di Canio) e un Jack Bonaventura che non ha dovuto spostarsi molto da Milanello…

A proposito, in casa rossonera c’è stata una vera e propria rivoluzione: via Boban, via Maldini, via Pioli, dentro Rangnick dirigente-allenatore plenipotenziario à là Doc Rivers i primi anni ai Clippers (il fondo Elliot si augura fortemente che i risultati siano diversi). Ibra è rimasto a sorpresa un altro anno, convinto dal corposo contratto di sponsorizzazione offerto da Puma che per il lancio della maglietta gialloviola e delle nuove Future vuole fare una gigantografia di Zlatan in Piazza Gae Aulenti, mentre oltre a Bonaventura hanno salutato Kjaer, Begovic, Paquetà (nuovo acquisto del Gasp dopo aver ceduto Pasalic a 50 milioni al Manchester United), Calhanoglu (ormai diventato insopportabile ai livelli di Jerry Calà) e Rebic, non riscattato dopo le insistenti richieste della nuova dirigenza di costruire tutto attorto a Rafael Leao. I soldi dalle parti di via Turati, purtroppo, sono quelli che sono, e la sognante estate 2017 targata Fassone-Mirabelli è solo un lontano ricordo: per fare cassa, il Milan è costretta a cedere anche Gigio Donnarumma, salutato in maniera trionfale dalla Fossa all’ultima di campionato dopo la commovente conferenza stampa di addio in cui accusava la società di scarsa chiarezza sul futuro e annunciava di essere stato praticamente già venduto alla Juve. Per sostituirlo i rossoneri hanno preso Musso: in caso di infortunio o scarso rendimento, potranno comunque fare affidamento su Antonio Donnarumma e sul suo milione di euro di ingaggio. Per puntellare la difesa è stato acquistato Christiansen del Chelsea dopo i tentativi vani per Milenkovic, rimasto a Firenze a giocarsi lo scudetto: i colpi principali però arrivano dal centrocampo in su, perché grazie ai contatti in Germania Rangnick è riuscito a strappare Mario Gotze dalla concorrenza (neanche così serrata, onestamente) dell’Union Berlin e del Werder Brema; inoltre, daranno una mano a centrocampo i piedi sapienti di Fernandinho, solo uno dei tanti esuberi della diaspora citizen in seguito all’esclusione dalla Champions League. Entrambi i giocatori si presentano in ritiro sovrappeso, provocando l’ira di Daniele Brogna, Fred e il RAS della Fossa, arricchitosi nel periodo coronavirus come Cottard ne La Peste di Albert Camus. Il colpaccio, però, è piazzato in attacco: arriva a Milano l’ultimo giustiziere di Champions dei rossoneri, quel Diego Costa che sarebbe sembrato utopia solo pochi anni fa. Chissà se si regge ancora in piedi…

QUI FIRENZE- Dante. Boccaccio. Brunelleschi. Cimabue. Lorenzo il Magnifico. Leonardo. Michelangelo. Machiavelli. ROCCO COMMISSO. Preparatevi, perché con i soldi di Chiesa e sotto la sapiente guida di Luciano Spalletti torneremo a esser campioni, come nel ’56. Sarà la più grande estate di sempre per il popolo fiorentino, anche perché finalmente qualche brava persona sgancerà una bomba All’Antico Vinaio.

QUI NAPOLI- Altra rivoluzione è quella che vede protagonisti i partenopei. Dopo un’estate 2019 all’insegna di colpi mai arrivati (tra tutti James Rodriguez e Pepè, il cui futuro verrà discusso in seguito), il neo incoronato Re del Regno delle Due Sicilie (stato formatosi in seguito al colpo di stato leghista effettuato, in maniera molto beffarda, il 2 giugno 2020) Sceriffo Vincenzo De Luca dichiara legge marziale per tutti coloro che tramanderanno notizie di mercato false sugli azzurri: manco a dirlo, a farne le spese sono subito Le bome di Vlad, SQUAD e pure l’ormai famigerato Spud, in seguito viene fucilato in pubblica piazza anche Auriemma a causa della sua ormai evidente piemontesizzazione. Rimane in vita solamente il simpatico Carlo Alvino, che segue in religioso silenzio il ritiro di Dimaro per paura di esporsi troppo e fare la fine dei cosiddetti “colleghi”. Pare evidente che il Napoli si sia ridimensionato dopo l’ottavo posto in campionato: è rimasto Gattuso perché DeLa non se l’è sentita di ingaggiare un altro allenatore, ma sono cambiate tante facce. Niente più Koulibaly, volato a Dortmund, Fabian Ruiz, comprato da voi-sapete-chi, Callejon, tornato in patria al Siviglia, Allan, voluto dal Carletto nel suo Everton, e Milik, andato alla Roma come futuro Dzeko: sono rimasti solamente Insigne, anche se sempre più ai ferri corti con il San Paolo, e Mertens, che dopo aver superato il record di Hamsik si è detto felice di aiutare il Napoli a crescere in un momento di difficoltà. Rrahmani e Petagna si stanno ambientando bene nella squadra, così come i due nuovi acquisti dell’Est Europa, ma la rivoluzione è appena cominciata…

QUI BERGAMO- Dopo la cavalcata trionfale in Champions League che ha visto la Dea fermata solamente contro il Bayern Monaco in semifinale, tutta Europa vuole i gioielli orobici: rimangono solamente Ilicic, Gomez, Castagne e Malinovsky, con Gosens che va al Real Madrid per 70 milioni, Pasalic allo United per 50 e Zapata al Borussia Dortmund per 90. Con quei soldi, Percassi decide di ricostruire lo stadio e finanziare la ripresa delle attività commerciali nella provincia di Bergamo messa in ginocchio dall’epidemia, scommettendo solamente su el Coco Lamela e su giovani di belle speranze ma ancora acerbi agli occhi del grande calcio perché tanto c’è Re Mida Gasperini, la cui antipatia nelle altre zone del Bel Paese è seconda solo a quella provata per Equitalia, Oliviero Toscani e Fabio Rovazzi.

QUI ROMA- Nella parte biancoceleste della città si festeggia ancora lo scudetto conquistato nella finale secca a Doha contro la Juve grazie alla bordata da fuori area di Sergei Milinkovic-Savic a fine primo tempo: il tricolore sembra il giusto premio per una squadra che non ha mollato mai, nonostante siano ancora vive le polemiche in seguito alla scelta della federcalcio di far giocare le final 4 in Qatar invece che assegnare direttamente lo scudetto alla Juve, decisione che pare essere stata presa sotto la forte pressione di Lotito. Il presidente ha promesso di blindare oltre a Inzaghi la rosa attuale, perché “squadra che vince non si cambia”, e pare esserci riuscito: ha richiesto 100 milioni come base d’asta per gli XI titolari, e ha da poco rifiutato un’offerta da 75 milioni per Marusic da parte di un TIRMB. L’unico acquisto di spessore è stato Sandro Tonali, strappato alla Juve pochi giorni dopo Doha: oltre al danno, la beffa.

Anche i giallorossi festeggiano oggi: Friedkin ha rilevato la società al posto di Pallotta da qualche giorno, e già si vedono i primi frutti del nuovo corso romanista. Pellegrini ha rinnovato, Milik è arrivato nell’ultima possibile stagione ad alti livelli di capitan Dzeko, hanno salutato Perotti, tornato nel suo Genoa, l’armeno e soprattutto Kolarov e Pastore, finiti entrambi nel vulcanico Bologna di Walter Sabatini. Alla notizia della dipartita del Flaco, a Testaccio si è liberato un boato pari a quello dell’annuncio del via libera della Raggi di poche settimane prima.

QUI TORINO- Spoiler: il Toro di Longo si è salvato, Belotti è rimasto un altro anno e Cristian Ansaldi ha deciso di appendere le adidas al chiodo dopo l’ennesimo infortunio e diventare prete per aiutare i bisognosi nella periferia di Torino ormai attanagliata da Casa Pound, seguendo le orme di Padre Quintana in To The Wonder di Terrence Malick.

La Juve, manco a dirlo, è la grande sconfitta della stagione: dopo l’uscita ai quarti di Champions con il Barcellona e la beffa di Doha, il primo a farne le spese è stato Sarri, che guarderà questa stagione sul divano nell’attesa della chiamata riappacificatrice con De Laurentiis. Anche a Ronaldo è venuto il mal di pancia, ma con l’annuncio del nuovo allenatore sembra essersi convinto a tentare un’ultima cavalcata verso la Champions: non Guardiola, come sembrava all’inizio, ma Zinedine Zidane, separatosi dalla Casa Blanca in seguito alla burrascosa conferenza stampa con tanto di lite con Florentino Perez ed i giornalisti dopo il secondo posto in Liga all’ultima giornata (anche in questo caso, c’è chi attribuisce la sceneggiata ad una cena con Agnelli e Paratici all’indomani del pareggio a Manchester che ha causato l’eliminazione dalla Champions). È un’occasione quasi unica per la Juve, lo sanno tutti, e con Zizou inizia un cambiamento radicale nella rosa: via le mezze seghe a centrocampo tipo Rabiot (Arsenal), Khedira (MLS), Matuidi (Marsiglia) e Pjanic (di cui ci occuperemo dopo), arrivano Gundogan in saldo dal Manchester City, Fabian Ruiz (già pupillo del mister) e soprattutto Thiago Alcantara, nonostante le continue richieste del francese per Paul Pogba. Inoltre, cambiati totalmente anche i terzini: via De Sciglio e Danilo (tornato in Brasile al Flamengo), Alex Sandro viene scambiato con il Manchester City per il cavallo di ritorno Cancelo (!) mentre Cuadrado viene dirottato a sinistra perché a Zidane ricorda Marcelo per via dei capelli. Davanti però avviene il vero botto: via gli inconsistenti Douglas Costa (Lipsia), Higuain (TIRMB) e Bernardeschi, tornato non senza polemiche a Firenze nell’operazione che lega Chiesa alla Juventus con la speranza che diventi il futuro del calcio italiano. Il colpo da novanta, ovviamente, è Maurito Icardi, arrivato a Torino con circa un anno di ritardo rispetto alla tabella di marcia: il feeling con Dybala e Ronaldo è già ottimo, ma riuscirà Wanda a rovinarlo pure qui?

SITUAZIONE ESTERO

QUI MANCHESTER- Risulta ovvio cominciare dall’epicentro del terremoto che sta caratterizzando questa stagione di calciomercato: in seguito alla decisione della UEFA che ha sancito l’esclusione del City dalle coppe europee da Manchester è avvenuta una vera e propria diaspora, nonostante le parole apparentemente rassicuranti di Guardiola anche dopo la dolorosissima uscita ai quarti di Champions contro l’Atletico Madrid. Pep non è ancora tornato al campo di allenamento perché impegnato a dare una mano ad Open Arms insieme a Marc Gasol (cosa che ha suscitato le ira di Diego Fusaro, presentatosi nella puntata finale de La Zanzara con la maglietta dello United ed autore del gusto siparietto con Parenzo e Meluzzi), ma la situazione è quantomeno critica: dall’anno precedente, per un motivo o per un altro, sono rimasti solo Ederson, Laporte, Walker, Mendy, Zinchenko, Rodri, Foden, De Bruyne (ancora alla ricerca del Pallone d’oro), Mahrez ed Aguero. Sané è fuori squadra dopo essere quasi arrivato alle mani con Guardiola, un “pagliaccio arrogante” (sue stesse parole) per avergli preferito David Silva nella sanguinosa partita al Wanda Metropolitano che ha sancito l’ennesima uscita prematura dei citizen: c’era stato il vivo interesse del Bayern, ma lo sceicco Mansour non vuole deprezzare il giocatore preferito (ed amico personale) di suo figlio Muhammad. Il City deve ripartire, ed ha scelto di farlo con l’allenatore catalano: il suo contratto è stato prolungato di due anni, con la speranza che il TAS di Losanna ribalti la sentenza e permetta al City di partecipare alle competizioni europee almeno dal 2021. Intanto, è sbarcato tra loro il primo fuoriclasse del nuovo corso citizen: le petit diable Antoine Griezmann, la cui coabitazione con Messi a Barcellona è durata quanto quella di Ibra e che si è rassegnato a non giocarla proprio più la Champions perché tanto sta diventando una chimera anche per lui. Ancora brucia al francese l’uscita in semifinale contro la sua ex squadra, l’Atletico Madrid già carnefice della sua nuova squadra: quest’anno, sicuramente, non rischierà uno smacco simile…

Se la passano decisamente meglio i cugini Red Devils, che hanno guadagnato un posto in Champions proprio ai danni dei concittadini nonostante il quinto posto finale in classifica: al timone è rimasto saldamente Ole Gunnar Solskjaer, entrato ancora di più nel cuore dei tifosi dopo l’ormai famosissimo episodio con Pogba nella finale di Europa League contro il Wolverhampton a Danzica. Il mondo del web è esploso dopo il suo testa a testa con il francese per colpa del modo troppo sornione con cui questi si stava preparando al riscaldamento, prossimo ad entrare al posto di uno stranamente brillante Fred che aveva appena subito una contrattura: dal labiale “Get your ass up and run, you motherfucker” perfettamente catturato dalle telecamere è nato uno dei meme simbolo di questo 2020 calcistico, che per mesi ha contaminato r/soccer e numerosi gruppi Facebook di mattacchioni del pallone. Pogba è andato, così come Mata (direzione Betis), ma la squadra sembra più forte dell’anno precedente: confermati Martial e Rashford nel nuovo tridente, a centrocampo sono arrivati due giocatori simbolo di due delle quattro finaliste delle Final 4 italiane a Doha, ovvero Pjanic e Pasalic, entrambi pagati 50 milioni e fortemente voluti dal mister norvegese. È però in attacco il vero colpo del mercato United, forse una delle bombe più clamorose dell’intera Europa: in seguito al feroce alterco con Guardiola all’ultima giornata di Premier sembrava scontato che il futuro di Gabriel Jesus sarebbe stato lontano da Manchester, ma così non è stato. Con la mossa inversa di Tevez più di dieci anni fa, il brasiliano compie un turn heel con i controcoglioni e firma con i rivali cittadini dello United, diventando al contempo la persona più odiata nella parte meno operaia della città e negli Emirati Arabi Uniti: uniti nel disprezzo nei suoi confronti, Noel e Liam Gallagher si riavvicinano e, finalmente, organizzano l’ennesima reunion degli Oasis all’Etihad. Inutile dire che il concerto va in sold out in poche ore, che durante l’esecuzione di Live Forever tutto lo stadio è in lacrime e che il documentario sul concerto prodotto da Netflix diventa il titolo più cliccato del catalogo tra luglio e agosto 2020 in tutto il mondo.

QUI LONDRA- dopo il discreto quarto posto ottenuto l’anno prima con una squadra fatta interamente di giovani, Lampard può già lavorare per limare il gap con le altre big: acquistato Ziyech per dare imprevedibilità ed antifascismo là davanti, sono stati tenuti tutti i giovani ed i tre tenori di centrocampo Kanté, Kovacic e soprattutto Jorginho, ormai stabilmente tra i migliori centrocampisti al mondo. Barkley (TIRMB), Willian (Zenit) e Pedro (Betis Siviglia) se ne sono andati insieme a Christiansen e Marcos Alonso entrambi in direzione Milano, e non saranno troppo dimenticati: è notizia recente l’ufficialità di Declan Rice, Luka Jovic (molto deprezzato dopo lo scandalo coronavirus e la ancor più scandalosa, se vogliamo, stagione al Real) e soprattutto John Stones, colpaccio voluto fortemente da un John Terry da poco approdato in società. Il Chelsea è pronto a tornare rilevante dopo qualche anno un po’ balbettante, sarà così anche per le altre big della capitale?

All’Arsenal si sono visti tempi migliori, Aubameyang è prossimo a partire attratto dalle sirene nerazzurre ed è stato già individuato Rodrigo (sotto esortazione di Arteta) come possibile sostituto (basterà?), ma oggi è un giorno storico perché finalmente i Gunners si emancipano da un passato agrodolce, pieno di gioie e dolori (questi ultimi preponderanti, ultimamente). Mesut Ozil, il 15 agosto 2020, è ufficialmente passato all’Istanbul Basaksehir, squadra turca in rampa di lancio meglio nota per dei contatti non meglio specificati con Erdogan, amico personale dell’ex 10 del Real “bile e transizione” di Josè Mourinho.

A proposito dello Special One, l’altra squadra del North London non se la passa certo meglio: al portoghese è stata concessa un’altra chance, nonostante l’annata nel complesso deludente appena finita, più per mancanza di alternative che per altro. C’è stata una rivoluzione in difesa: fuori Alderweireld (tornato all’Ajax), Vertonghen (sotituto del Flaco Godin all’Inter), ad affiancare Sanchez (in crescita sul finire di campionato) sarà Eder Militao, prelevato dal Real Madrid dopo una prima stagione flop per circa 40 milioni di sterline. Resta invariato il resto della rosa, dal momento che gli sforzi più consistenti sono stati fatti per mantenere i pochi fuoriclasse della squadra, Kane e Son: El Coco Lamela, colpo di scena, è tornato a disegnare calcio in Serie A, e sono tutti convinti che con Gasperini tornerà a fare faville; a sostituirlo Exequiel Palacios, a cui è stata promessa una intera piantagione di yerba mate in patria assieme, ovviamente, a tante sterline, già confuso con Giovani Lo Celso dai media asiatici durante la consueta tournée in Singapore e Cina (quando ha letto questo, Sandro Sabatini ha tirato un sospiro di sollievo ed è subito corso ad inviare la news su Whatsapp all’amico Stefano Borghi). L’obiettivo è la Champions, ma non è così facile perché sta prepotentemente emergendo una nuova candidata alla corsa…

QUI LIVERPOOL- Ebbene sì amici, è proprio l’Everton di Carletto Ancelotti! Il mercato è straordinario: oltre alla conferma importantissima del faraone Richarlison (che ha già dichiarato di volere la 10 della nazionale verdeoro anche a costo di prendere a pugni il nemico del popolo Neymar, secondo quanto riporta O Globo), il maiale che non può allenare riesce a portare tre suoi ex pupilli tra le file dei Toffees, e i nomi sono decisamente da prima pagina. James Rodriguez, innanzitutto, a cui affida le chiavi della squadra, la diez e la posizione di trequartista al posto di Sigurdsson, volato in un altro TIRMB; Allan, chiamato a far legna in un reparto non privo di talenti come André Gomes e Gbamin; dulcis in fundo Gareth Bale, convinto dal patron Farhad Moshiri dopo che questi gli ha promesso un intero campo da golf in Galles. Occhio alla banda di Carletto…

Dall’altra parte della città, i Reds campioni d’Inghilterra accolgono il figliol prodigo Raheem Sterling dopo aver festeggiato a lungo il titolo atteso trent’anni: per Klopp serviva ancora qualcosa dopo la cocente uscita contro l’Atletico Madrid, e il ritorno a casa del nazionale inglese altro non fa che aumentare la pericolosità dei Reds sulla fascia sinistra. I rumors di un Mané via (direzione Madrid?) alla fine del 2021 hanno solo accelerato le trattative per il giocatore di origini giamaicane, strappato per una cifra vicina ai 100 milioni, prima che il City potesse essere riammesso nelle competizioni europee: nel Merseyside Raheem non ritroverà nessun ex compagno, ma numerosi figli ancora da riconoscere e il tripudio dei proprietari dei tanti night club frequentati ai tempi delle serate con il grande amico Mario Balotelli . Il titolo, come tutti ormai sanno, è arrivato tre giornate dopo la ripresa del campionato, con la grande festa proprio all’Etihad: si vocifera che la lunga conversazione tra Klopp e Sterling a fine match sia stato il primo tassello per uno dei trasferimenti simbolo di questo pazzo, pazzo mercato. Situazione portieri: Adrian è stato mandato via e dal City è stato acquistato anche Claudio Bravo, che sulla carta dovrebbe offrire più garanzie rispetto al principale artefice dell’uscita dalla Champions nella sciagurata partita di Anfield contro l’Atletico Madrid, come tutti ormai sanno la principale sorpresa della stranissima edizione della massima competizione continentale tenutasi lo scorso anno…

QUI MADRID- E spostiamoci dunque in una delle capitali europee più colpite dal coronavirus per rispondere alla domanda che i pochi disattenti si saranno posti leggendo i precedenti recap: dopo aver fatto fuori Liverpool, Manchester City e Barcellona, che ne è stato dell’Atletico nella finale di Istanbul? Incredibile ma vero, anche questa volta il destino non ha sorriso alla banda del Cholo proprio all’ultima curva, e i rigori sbagliati da Saul prima e Renan Lodi poi hanno causato nel pubblico colchoneros una ferita pari all’incornata di Sergio Ramos nel 2014 e all’errore dal dischetto del mai dimenticato Juanfran. Ancora riecheggiano nei loro cuori le parole del condottiero e lider maximo di questa squadra, che nella conferenza stampa poco dopo la finale si è tolto la fedele giacca nera, si è aperto il colletto della camicia color pece e, con gli occhi ancora umidi, si è limitato a sillabare: “Volveremos más fuertes que nunca”. Confermati in blocco porta, difesa e centrocampo, vera anima di questo Atletico, vanno via solamente Diego Costa, ormai non più adatto a questi livelli, e Lemar, passato al Real Sociedad e bollato come delusione dopo aver fallito anche gli ultimi incontri stagionali. Simeone non sembra voler tornare indietro di un solo passo rispetto al proprio credo: dentro intanto un giocatore duttile e carismatico come Rodrigo De Paul, in grande spolvero ad Udine negli ultimi mesi, e soprattutto il nuovo centravanti di peso della squadra. Pare che ancora il Cholo stesso stenti a crederci, ma Luis Suarez sarà il nueve dell’Atletico per le prossime tre stagioni: in seguito alle incredibili scuse di Bartomeu per la gestione della grana Griezmann i rapporti tra blaugrana e colchoneros si sono riammorbiditi, e per circa 70 milioni di euro el pistolero si è accasato a Madrid nonostante le parole al miele dette al popolo blaugrana nella sua incredibile conferenza di addio all’aeroporto di El Prat. Il Cholo sembra avere finalmente la rosa dei suoi sogni, e le prime amichevoli stanno dimostrando che l’umore della piazza sia già alle stelle: sarà questa la volta buona, finalmente?

Nella parte blanca della capitale (non prenderemo in considerazione l’unica vera squadra di Madrid, il Rayo Vallecano, dal momento che tutti sapete che sta preparando il rientro in Liga sotto la guida del loco Bielsa, già eroe a Vallejas) le cose vanno all’opposto: è ancora aperta la ferita inflitta da Zidane al popolo madridista, e non sembra che Mauricio Pochettino possa risanarla né, tantomeno, tamponare tutto il sangue che sta fuoriuscendo. Non è stato fatto alcun colpo “galactico” fino ad ora, sebbene Florentino avesse promesso fuoco e fiamme all’indomani dell’assunzione dell’allenatore argentino: sembra che ormai i top player vogliano andare altrove per un motivo o per un altro, e il “campione” promesso da Raiola si è rivelato essere giusto Marco Verratti, ritenuto responsabile a Parigi di aver portato sfiga da quando è arrivato dopo aver condiviso una storia su Instagram relativa ai puffi agli inizi di marzo. Gli esuberi non mancano: Marcelo, finito al Lipsia; James e Bale, tornati alla corte di Re Carlo; Modric, la cui moglie può finalmente frequentare la Galleria Vittorio Emanuele a cadenza giornaliera; Jovic, partito tra i fischi in direzione Cobham, e Militao, spedito senza troppi rimpianti dal vecchio amico-nemico Mourinho. Come tutti già sanno, Gosens è stato acquistato per sostituire Marcelo e Depay per offrire una soluzione ulteriore davanti nonostante il reparto sia già pieno (Vinicius, Rodrygo, Isco, Brahim Diaz, Hazard, Asensio, Lucas Vazquez), ma oltre a loro e Verratti il mercato blanco non ha registrato altri colpi di spessore: a niente sono valsi i tentativi per Sané (almeno per adesso), Mbappé, Haaland e Werner, tanto che manca ancora un vice-Benzema (diventato idolo incontrastato dei tifosi dopo essersi rifiutato di farsi una foto con un bambino con la maglia blaugrana di Messi incontrato in un ospedale pediatrico durante un evento benefico) degno di questo nome. I tifosi sono già spazientiti dopo le prime sconfitte nei tornei estivi, e la situazione non sembra destinata a migliorare nonostante il trio di centrocampo Valverde-Casemiro-Kroos sia stato votato il preferito degli utenti di UltimoUomo nei recenti UU Awards…

QUI BARCELLONA- dopo l’epica conquista della Liga avvenuta all’ultima giornata, nessuno si sarebbe aspettato di vedere un Quique Setien dimissionario: vero che la sconfitta patita in semifinale di Champions contro l’Atletico è stata dura da digerire, ma il rinnovo di Messi e le parole al miele di capitan Piqué nei suoi confronti sembravano sufficienti per fare dell’ex allenatore del Betis il tecnico del presente e del futuro blaugrana. A quanto pare, il classe ’58 pare non aver apprezzato le molte voci di corridoio che volevano Xavi Hernandez pronto a fargli le scarpe in un futuro più o meno prossimo, e con grande dignità ha preferito recedere il contratto che lo legava alla società: è proprio l’ex numero 6 il nuovo allenatore del Barça, forte del supporto di tutto l’ambiente e dell’anno di esperienza sulla panchina dell’Al-Sadd, a suo dire “estremamente formativo”. L’estate ha portato numerosi cambiamenti in casa blaugrana: come già menzionato hanno lasciato Griezmann e Suarez, al loro posto il tanto desiderato Lautaro Martinez e il ritorno in pompa magna di Neymar Jr. Proprio il brasiliano è il colpo più costoso di questa pazza, pazza sessione di calciomercato, almeno finora: 160 i milioni spesi dal Barcellona per il ritorno di O Ney, che ha celebrato il rientro in Catalogna con una festa esclusiva sul suo yacht personale in zona porto olimpico finita su tutti i principali rotocalchi del globo, principalmente per il gancio destro tirato da Jimmy Butler, famosissimo giocatore di basket in forza ai Miami Heat e grande amico personale di NJR, a Michel Telò, cantante brasiliano autore della hit “Ai Se Eu Te Pego”. Secondo quanto riporta TMZ, Butler non avrebbe digerito alcuni commenti sarcastici del cantante riguardo alla stagione NBA appena conclusa, dal momento che Telò, visibilmente ubriaco, continuava a mostrargli il tiro allo scadere di Giannis Antetokounmpo che aveva condannato gli Heat ad una uscita 4-2 contro i futuri campioni Milwaukee Bucks pochi mesi prima; Neymar comunque non si è fatto troppo coinvolgere da questo alterco, anzi: a fine serata pare che i due si siano chiariti, e che Butler sia stato invitato da Telò come suo ospite di onore sul palco dell’attesissimo Rock in Rio 2020. Insomma, O Ney se la sta godendo in quella che finalmente potrà tornare a chiamare “casa”, ma come l’avranno presa a Parigi?
Immagino che adesso i pochi che hanno vissuto sotto un sasso gli ultimi tre mesi si stiano chiedendo chi possa mai aver vinto la Champions: ebbene, la risposta è solo una…

QUI MONACO DI BAVIERA- Chi l’avrebbe mai detto? È stato proprio il Bayern a trionfare nella Champions 2020, sigillando così un altro triplete a distanza di sette anni dall’ultimo: Bundesliga e DFB-Pokal sono state sicuramente meno sudate rispetto alla vittoria della massima competizione europea, che sembrava decisamente compromessa dopo il 3-1 subito a San Siro contro l’Atalante, ribaltato con il roboante 5-2 dell’Allianz grazie all’incredibile thunderbastard di Joshua Kimmich all’85esimo dopo una delle partite più belle dell’intera stagione di calcio europeo. Anche la finale con l’Atletico ad Istanbul è stata una battaglia, decisa ai calci di rigore grazie alle parate di Neuer (sempre il numero uno dei numeri 1 per i bavaresi, con buona pace di Ter Stegen) nonostante Oblak avesse ipnotizzato Thiago Alcantara al secondo rigore: lo spagnolo, in scadenza nel 2021, è intanto volato a Torino per fare cassa, inoltre si registrano le dipartite di Boateng, Tolisso (Lipsia per entrambi) e il mancato riscatto di Coutinho (TIRMB), a differenza di Perisic che si è reinventato mezzala ordinata con buona pace di Conte. La difesa, già fortissima con Pavard, Lucas, Sule, Davies e il duttilissimo Alaba, registra un colpaccio: alla corte di Flick, già nel gotha degli allenatori bavaresi, arriva infatti Dayot Upamecano, ma non è l’unico botto proveniente da Lipsia. A fare lo stesso percorso è proprio il tanto vociferato Timo Werner, presente e futuro di un Bayern che dovrà emanciparsi dall’ormai 32enne Lewandowski. È inoltre questione di giorni anche l’ufficialità per Kai Havertz, il giovane tedesco dal futuro più radioso, strappato dal Bayer per “soli” 65 milioni: i più maliziosi ci vedono la mano della Lagarde e della BCE, dal momento che il Bayern come l’Europa sembra volersi arricchire sulle spalle dei dirimpettai, sarà vero? Intanto, loro continuano a festeggiare il triplete diventando più forti, e sembra solo che l’Oktoberfest possa fermarli…

QUI PARIGI- Giovedì 30 giugno, giorno in cui Nasser Al-Khelaïfi aveva fissato una conferenza sul prato del Parco dei Principi, sembrava l’inizio della fine: sembrava ormai certo il ritorno di Neymar al Barcellona dopo la controversa foto su Snapchat alla Rambla di notte da lui definita “la miglior via del mondo”, le sirene blancos per Mbappé sembravano sempre più insistenti e ben pochi allenatori di livello avrebbero accettato il circo mediatico visto negli ultimi anni, specialmente dopo il duro sfogo dell’esonerato Tuchel ai danni del troppo esigente pubblico parigino in seguito all’uscita ai quarti di Champions e dopo gli addi di Cavani e Thiago Silva, finiti rispettivamente al Boca Juniors e al Santos. Alle 21 ore locali, tutta la rosa del PSG si è presentata in giacca e cravatta nel cerchio di centrocampo: il primo a fare un passo salendo sul podio che guarda verso la tribuna è Neymar, accompagnato dai roboanti fischi del pubblico e dallo sguardo di disprezzo di alcuni compagni, su tutti Marquinhos e Paredes. In una scena che tanto ricorda il ritiro di JBL conseguente alla sconfitta patita in pochi secondi contro Rey Mysterio a WrestleMania 25, il brasiliano prende il microfono, ansimante si gira intorno come in preda al panico e finalmente urla: “JE M’EN VAIS!”, a cui risponde il boato del pubblico francese. O Ney, però, non fa in tempo a girarsi che viene attaccato da una figura mascherata: riceve prima un potente calcio (sferrato con il sinistro) nello stomaco, per poi essere sollevato in aria e schiantato al suolo con una Chokeslam! Il podio va in mille pezzi, Neymar sembra essersi fatto male [2] e tutti i 50.000 del Parco dei Principi sono in delirio: a questo punto l’uomo mascherato si gira verso il resto della rosa parigina, fa’ loro un cenno con la testa e tutti loro, all’unisono, si siedono con le gambe incrociate, il pollice e l’indice delle loro mani che si unisce a fare la popolare emoticon “OK”! A questo punto l’uomo si leva la maschera, ma i più attenti avranno già capito: si tratta nientepopodimeno che di ERLING HAALAND, il nuovo centravanti del Paris Saint German, che strappa il microfono dalle mani di un apparentemente [2] malconcio Neymar, già diretto strisciando verso gli spogliatoi, e urla a pieni polmoni “ICI C’EST PARIS!”! Mbappé corre ad abbracciarlo lasciando intendere che il suo futuro è a Parigi, mentre Al- Khelaïfi conferma che la trattativa fosse già finita a febbraio per 120 milioni di euro, che lo snapchat di Haaland fosse giusto un indizio sul suo futuro e che in realtà la controversa esultanza dei giocatori al termine del ritorno col Borussia fosse solo un messaggio di benvenuto per il talento norvegese: la gente sugli spalti inizia a perdere conoscenza, c’è chi non crede ai suoi occhi e ogni dove si sente qualcuno mormorare “Sacre bleu!”, ma le sorprese non sono certo finite qui! Un elicottero infatti plana all’improvviso sul manto ben curato dello stadio, mentre dagli speaker riecheggia “Il cielo in una stanza” cantata da Gino Paoli: dall’elicottero spunta fuori un tappeto rosso che viene steso fino al centro del campo, e brevemente due figure in smoking escono e percorrono il red carpet. Sembrano padre e figlio, appaiono molto affiatati: ad una seconda e più attenta occhiata i francesi si rendono conto che sono Mattia De Sciglio, nuovo terzino tuttofare della squadra, e il suo padre putativo, Massimiliano Allegri! CLAMOROSO: ALLEGRI È IL NUOVO ALLENATORE DEL PSG! Acciughina si fa passare il microfono dal presidente e, con lo stesso sorriso che ha steso Ambra Angiolini e Barbara D’urso, si presenta ai suoi nuovi tifosi: “Bonaser… Volevo dir… BONSUAR A TOUS!”. Non sarà comunque l’unica gioia dell’estate parigina: salutati anche Draxler e compagna, la bellissima Sethanie Taing [3], approdano nella capitale francese Bernardo Silva e, soprattutto, Paul Pogba, convinto da Raiola a tornare con Allegri e raggiungere l’altro suo assistito Haaland piuttosto che il connazionale Zidane a Torino: in Francia Paul è sempre molto amato, ed è chiamato a spiccare finalmente il volo in una squadra che sembra molto meno disfunzionale del Manchester United. Riuscirà Pogba a raggiungere il gotha del calcio mondiale? Riuscirà il Paris a fare finalmente bene in quella maledetta coppa? Riuscirà Max Allegri a zittire per una buona volta Lele Adani? Non possiamo ancora saperlo, ma in ogni caso è questa la storia più intrigante di questo pazzo, pazzo, calciomercato 2020.

[1]TIRMB: acronimo per Team Inglese Random Medio Borghese, ovvero qualsiasi squadra di Premier che non risponde al nome di Chelsea, le due di Manchester, Liverpool, Tottenham ed Arsenal, sebbene queste due appaiano più come nobili decadute che come reali minacce per cambiare l’equilibrio geopolitico del calcio europeo che si affaccia, piuttosto malconcio, al nuovo decennio. Fanno parte di questo nutrito gruppo tutte quelle squadre con un patrimonio che farebbe impallidire la classe media di qualsiasi altro campionato, e che pertanto sono disposte a pagare prezzi fuori mercato per meteore, promesse o giocatori discontinui ma talentosi. Inutile specificare che i portoghesi finiranno tutti al Wolverhampton, campione indiscusso della scorsa Europa League poco prima della rifondazione di Aduriz.
[2]in realtà si scoprirà poi che O Ney stava simulando per avere una scusa per andare a casa e poi, da lì, al concerto dell’amico Justin Bieber a New Orleans.
[3]per chi non la conoscesse:
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deadman3:16
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Re: ***CALCIO ANNO ZERO - FANFICTION SUL MERCATO 2020***

Messaggio da deadman3:16 »

CAPOLAVORO :ave: :ave: :ave:

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KanyeWest
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Re: ***CALCIO ANNO ZERO - FANFICTION SUL MERCATO 2020***

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Pare che ancora il Cholo stesso stenti a crederci, ma Luis Suarez sarà il nueve dell’Atletico per le prossime tre stagioni
Avevo previsto tutto.

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