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Emperador Horace ha scritto: ↑19/03/2020, 19:18
In realtà leggo su wikipedia che da voi ci sono pochissimi casi ospedalizzati e pochi morti, capisco che al momento possano essere poco preoccupati.
Infatti e' per questo che per me e' ancora piu' importante che seguano le guidelines , se davvero siamo ancora in vantaggio sui tempi o davvero il virus arrivato qua e' in una versione piu' "light", bisogna aprofittarne per farlo fuori il rpima possibile.
Per come la vedo io , qua al momento ogni singola interazione evitata e' una preziosa chance in meno di contrarre o propagare il virus, fin che siamo in tempo. E il fatto che sia cosi' difficile da capire per queste capre mi fa davvero incazzare.
Ultima modifica di best4busine$$ il 19/03/2020, 19:33, modificato 1 volta in totale.
Delphi ha scritto: ↑19/03/2020, 17:34
Fossimo persone normali sì, ma siamo un pianeta che nega i cambiamenti climatici e che sfotte chi cerca di tenerli presenti, io credo che al contrario avremo ritmi di lavoro più intensi per recuperare il tempo e i soldi perduti nel frattempo. E temo che il modello Cina comincerà a farsi strada (già qua in Italia sono tantissimi i suoi nuovi sostenitori).
al netto di quante vette di coglioneria l'essere umano può raggiungere, anche solo con la forza dell'immaginazione.. faccio mio l'ottimismo di Mitrandir
Adieu ha scritto: ↑19/03/2020, 19:06
Intanto, banalmente, ogni persona fa storia a sé.
Secondo, tu magari lavori da casa? Convivi con una persona? Perché non tutti si trovano in questa posizione.
L'inattività da sola, che è assimilabile alla disoccupazione, è un forte fattore di rischio per lo sviluppo di depressione, tanto per dirne una
E' evidente che ho scritto un post per sdrammatizzare, ma se per risolvere sta minchia di situazione il prezzo da pagare è limitare la vita sociale anche fosse per un mese o due o tre si ci deve ingegnare per accettare la situazione, io visto che avevo un sacco di ferie arretrate mi son messo in ferie, e adesso più o meno convivo si. Ma l'inattività non so neanche cosa vuol dire, visto che il tempo lo permette mi sono messo a verniciare le pareti in casa per dire, chiaro che se ti attacchi ai mezzi di informazione a fare il body count del covid 19 vai in paranoia.
Per me sto cambio di vita così repentino sta diventando abbastanza traumatico, fatico a trovare qualcosa da fare a parte andare avanti d'inerzia. E qua è così solo da qualche giorno.
Se trovo quello che ha inventato il telelavoro..
Sto cercando spasmodicamente qualcosa da comprare ma quello che vorrei costa un po' troppo e al Toys hanno tolto dalla disponibilità i Lego che mi interessano, maledetti!!
Che ci sia un boom delle nascite fra 9 mesi?
Cinque casi così de botto nel mio piccolo stupido Paese, che fino al sabato prima della serrata ha frequentato in massa l'inaugurazione del locale più "trend" del Litorale... BOOM!
E io mi cago addosso ora. Naturalmente non per me ma per i più "deboli" che conosco.
Nel mio paese, che paese non è visto che si tratta di una cittadina di 100.000+ abitanti, oggi invece si sono registrati zero contagi e zero decessi (con qualche guarito). Forse frutto di qualche coincidenza, ma è un giorno che fa rifiatare dopo il brutto momento dei giorni scorsi.
La Cina la deve pagare. Non basta mandare medici e mascherine quando ormai il danno è fatto e migliaia di persone stanno morendo in Italia e nel resto del mondo, questa merda del Covid gira da fine 2019 e la Cina lo sapeva, lo sapevano e l'hanno tenuto nascosto fino a che hanno potuto, sperando di controllare la situazione senza allertare il resto del globo.
Hanno sulla coscienza un probabile genocidio, ma stavolta non basato sul colore della pelle o la fede religiosa, con la loro negligenza e falsità stanno uccidendo quella parte di mondo fragile ma che non per questo merita di morire isolata dalla famiglia in un letto di ospedale, senza nessuno accanto.
E quando leggo dei diecimila morti rido per non piangere...l'Italia è uno dei pochi paesi onesti nei numeri e puntiglioso nell'individuare le cause di morte, gli infetti saranno milioni e i morti collegabili al Covid decine di migliaia se non centinaia di migliaia, o vogliamo credere alla Russia che ha un morto di Covid o alla stessa Cina che festeggia gli zero casi?
E se il contagio colpisse in maniera analoga a noi l'Africa, o il Sud America....non ci voglio neanche pensare.
Zaia lancia le “mascherine made in Veneto” che però non sono state testate sul coronavirus e non sono nemmeno dispositivi di protezione individuale
Vengono pubblicizzate come la risposta veneta al coronavirus ma questi “schermi protettivi” (come li chiama la ditta) proteggono davvero dal contagio? Nel frattempo, la Regione li sta distribuendo gratuitamente ma sulla questione è dovuto intervenire anche il dipartimento della Protezione Civile: “Non sono per personale ospedaliero”
VERONA. È stato lo stesso presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a pubblicizzarla come “la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia – aggiungendo – tra pochissimo, le finora introvabili mascherine per la protezione della gente comune dal coronavirus, potrebbero non essere più così inarrivabili”.
In un comunicato ufficiale diffuso dalle Regione Veneto si afferma che Grafica Veneta Spa (l’azienda che le produce): “Ha sperimentato la realizzazione di una mascherina, che ha tutte le caratteristiche per fornire un’ottima protezione per circa l’80% della popolazione, ad esclusione dell’uso prettamente sanitario e chirurgico – e ancora, riferendosi alla stessa azienda – ha deciso di riconvertire una delle sue linee di produzione alla realizzazione di un innovativo dispositivo di protezione individuale”. Tutto messo nero su bianco in una serie di comunicati e sostenuto a più riprese dallo stesso presidente Zaia che ha sbandierato la trovata come espressione del genio veneto, aggiungendo: “Grazie al decreto approvato c’è una norma che prevedere la produzione di articoli di protezione individuale, non sono prodotti medicali, però è pure vero che questo funziona più di un foulard, di una sciarpa o di una mascherina di base”, dice il presidente del Veneto.
Purtroppo, fra le dichiarazioni rilasciate e i comunicati stampa, siamo di fronte a un groviglio di imprecisioni ed errori che potrebbero persino essere pericolo per la popolazione. Fermo restando che il gesto di Fabio Franceschi, proprietario di Grafica Veneta Spa, che ha deciso di donare 2 milioni di questi articoli alla Regione che a sua volta gli distribuirà gratuitamente, merita un plauso. Bisogna comunque ricordare che si tratta di un’operazione commerciale, questi prodotti infatti saranno presto messi in vendita.
Il fatto però è che nella foga di attestarsi un grande risultato la Regione Veneto, e lo stesso presidente, hanno diffuso una serie di informazioni sbagliate. Tanto per cominciare quelle prodotte da Grafica Veneta Spa non possono nemmeno essere chiamate mascherine, pertanto non è dimostrato che funzionano meglio delle mascherine chirurgiche. È la stessa azienda a sottolineare in un comunicato che si tratta di “schermi filtranti” che, pur avendo superato tutti i test previsti e ottenuto le certificazioni necessarie, ancora non si possono definire mascherine chirurgiche. Il secondo errore, ben più grave del precedente, lo commettono Zaia e la Regione quando parlano di “un’ottima protezione per circa l’80% della popolazione” e di “innovativo dispositivo di protezione individuale”: se la prima affermazione è vaga la seconda è del tutto sbagliata e potenzialmente nociva. Questi “schermi filtranti” non sono in alcun modo assimilabili a dei Dpi, tanto che sullo stesso prodotto è riportata la dicitura “non è un dispositivo di protezione individuale”.
A questo punto vale la pena spiegare la differenza che esiste fra le varie mascherine, innanzitutto ci sono quelle così dette chirurgiche (sono quelle più diffuse e meno costose) ma, come espone il segretario della Cisl Medici Nicola Paoli servono per chi è già malato “sono utili per trattenere le proprie secrezioni – provenienti da colpi di tosse o starnuti – alle quali può legarsi il virus, ma non proteggono adeguatamente dai rischi di contagio provenienti dall’esterno”. In buona sostanza servono per evitare di contagiare altre persone ma non mettono al sicuro dal coronavirus: “L’ordine di grandezza del virus è compreso tra gli 80 e i 160 nanometri, particelle infinitamente piccole che superano facilmente i micropori dei materiali di cui sono fatte le mascherine chirurgiche”. Inoltre dopo appena due ore di utilizzo queste mascherine tendono ad umidificarsi e andrebbero cambiate. Poi ci sono le Ffp1, o antipolvere, anche queste però, come quelle chirurgiche, non proteggono efficacemente dal coronavirus. Poi ci sono le Ffp2 e Ffp3, le uniche in grado di offrire una protezione dal contagio in quanto dotate di speciali filtri “queste servono ai sanitari che si trovano ad operare in luoghi dove la concentrazione del virus è talmente elevata che è necessario filtrare l’aria che respiriamo”, precisa Paoli. Ecco quindi che laddove la regione Veneto parla degli “schermi filtranti” come di Dpi sbaglia di grosso.
Ma quindi gli “schermi filtranti” prodotti da Grafica Veneta Spa cosa sono esattamente? Raggiunti al telefono l’ufficio stampa ci tiene a sottolineare di aver sempre parlato di “schermi filtranti” appunto e mai di mascherine, piuttosto si tratterebbe di “dispositivi che proteggono nello scambio di saliva, coprono naso e bocca quindi si offrono uno schermo protettivo a chi le indossa”. Per Grafica Veneta Spa si tratta di “una prima risposta all’esigenza della cittadinanza che chiede di essere meno in ansia quando va in giro perché a casa non ha la mascherina”. Quindi – domandiamo – l’effetto è più psicologico? “Sì perché poi comunque sei più schermato”. Alla domanda se il prodotto è stato testato specificatamente sul coronavirus, Grafica Veneta Spa risponde negativamente “siamo solo una stamperia, abbiamo risposto a un’esigenza, per essere più sicuri psicologicamente”.
Sulla questione è dovuto intervenire anche il dipartimento della Protezione Civile che ha fatto sapere: “Come già comunicato nei giorni scorsi alle Regioni, le mascherine due veli in tessuto non tessuto (lo stesso utilizzato per il confezionamento degli schermi filtranti di Grafica Veneta Spa) non sono dispositivi di protezione individuale, ma possono essere impiegate per le esigenze di enti ed amministrazioni nell’ambito locale, ad esclusione del personale ospedaliero”.
Nonostante tutte queste considerazioni siano ben note ai vertici della regione veneto l’Assessore alla Protezione Civile, Giampaolo Bottacin, e l’Assessore alla Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin, hanno comunque inviato diverse lettere ai comuni veneti e a centri servizi per anziani, residenze sanitarie assistite e case alloggio per disabili, contenenti le indicazioni pratiche per la distribuzione di questi dispositivi, invitando i sindaci a favorirne “la distribuzione il più capillare possibile”. Certo però sarebbe bene specificare le caratteristiche di questi “schermi filtranti”. Zaia si è spinto addirittura oltre parlando di “un dono è di vitale importanza, se necessario – ha ribadito – prenderemo tutte quelle che serviranno, pagandole, com’è giusto che sia”.
Forse però lo stesso Zaia dovrebbe prima imparare come usarle infatti, durante la conferenza stampa di presentazione della “soluzione alla veneta”, il titolare di Grafica Veneta Spa, Franceschi, indossava una mascherina filtrante (sicuramente più efficace contro la protezione del virus), ad un certo punto alzandosi per presentare la sua invenzione e indossarla, abbandona la mascherina filtrante sul tavolo. Nel mentre Zaia, che ha invitato Franceschi a sedersi al suo posto, arriva e tocca con le mani la mascherina filtrante indossata da Franceschi, dando prova di non aver ben compreso le prassi per evitare il contagio. Ecco questa e la scena che meglio fotografa “soluzione alla veneta” al problema del coronavirus: tanta propaganda e poca sostanza.
Saimas ha scritto: ↑19/03/2020, 19:22
La mia regione, FVG, ha fatto un "giro di vite" ulteriore: con l'ultima ordinanza vietate passeggiate e la domenica chiuse tutte le attività tranne farmacie, parafarmacie ed edicole.
Idem qui in Sicilia. Da ieri chiusi parchi, aree verdi e ulteriori restrizioni per mezzi pubblici, passeggiate per i cani e spesa. Si può andare a farla massimo una volta al giorno (secondo me difficile da dimostrare, ma tant'è). Sarebbe stato meglio "obbligare" a comprare un certo numero di prodotti o raggiungere un tetto minimo di spesa. Comunque, è qualcosa.
Fare una cosa simile anche in Lombardia no? O è già attiva?
chrisy2j ha scritto: ↑20/03/2020, 14:57
De Luca: <<Ho sentito che qualche laureando voglia organizzare le feste della propria laurea, andremo a fermarli con i lanciafiamme>>