La RANDOMENICA di Jeffo
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
Puntata speciale oggi per la RANDOMENICA.
Dato che questa settimana c'è stato l'anniversario della morte, il 9 febbraio, quindi due settimane fa? Circa, vabbè, il concetto era quello.
Quindi nelle settimane del 17esimo anniversario, oggi celebriamo Mr. Perfect Curt Hennig.
Ho cercato un match che fosse epico, ma al contempo fosse un match veloce, perchè la roba con Bockwinkel è figa, ma dura 1 ora, pure con Bret è figo, ma dure 30 minuti, qui invece andiamo al 25 gennaio del 1993, quasi dieci anni prima la morte, ultimo match televisivo di Ric Flair in WWE fino al 2002, Loser Leaves WWE match, due parole.
Nel 1991 sappiamo che Flair lascia la WCW per accasarsi in WWF con il titolo NWA, doveva esserci un sacco di cose, un match di unificazione tra WWF e NWA, con Hogan/Flair, ovviamente vinto da Hogan, ma saltò tutto per colpa della minaccia di causa, con Flair che spedisce via posta la cintura indietro.
Nel 1992 lo scandalo steroidi distrugge la WWF, gente come Hogan, Warrior o i Road Warrior se ne vanno, si pone dunque l'accento su nomi come Bret, Shawn e prorpio Hennig, perchè puliti e che giocavano sul lottato, motivo per cui Flair avrebbe potuto essere il trait-d'union, mentre Hennig era in dirittura d'arrivo verso il top, ma anche qui vari problemi colpiranno entrambi.
La storyline nello specifico avrebbe dovuto essere ben più lunga, ma Flair decise di tornare in WCW, quindi diciamo che fu velocizzato il tutto per dare un pay-off al pubblico, un peso a Raw alla terza puntata e soprattutto dare a Hennig una vittoria di prestigio, uno show-off che si sperava fosse come quello di Sting nell'88.
Il discorso di Warrior infatti aiutò molto Hennig, infacci dal ritorno dall'infortunio, assieme a Heenan faceva il manager di Flair, alle Series Savage e Warrior dovevano affrontare Flair e Ramon, Warrior viene licenziato, Savage chiede a Hennig di prenderne il posto, da lì il turn face e la rivalità con Flair, alimentata dalla Rumble.
Il dominio di Flair nel match è assolutamente interessante, si vede dal modo di comportarsi maniera arrogante, in questo primo dominio heel, con piedi sulle corde, socrrettezze mentre l'arbitro lo reguardisce.
Inoltre il solito over-acting nel selling di Hennig, ma che rende perfetto il tutto.
Ancora un dominio di Hennig, narrativamente perfetto, semplice ma efficace, in cui Flair subisce, perchè è heel, dunque è inferiore al face, con un Curt che prova a mandarlo giù, ma non riesce, perchè comunque si parla di Ric, con la sua stamina, nel mentre Flair usa il classico acting, in cui subisce e deve trovare un modo per.
Modo per che vuol dire tirapugni, tirapugni che interrompe il comeback di Hennig e permette a dare senso anche al bleeding di Curt.
L'hope spot, che sale, un crescendo che permette di giungere al Perfectplex, nel classico stile WWE, cioè di una finisher per chiudere, una costruzione alla mossa durante tutto il match, con alcuni Suplex, ma mai un perfectplex da parte sua.
Match che risulta essere classico, ma narrativamente impeccabile e assolutamente efficace, che avrebbe potuto mettere Pefect nel top del top, permettendo a Flair di salutare tutto e tutti.
Voto: 7
Dato che questa settimana c'è stato l'anniversario della morte, il 9 febbraio, quindi due settimane fa? Circa, vabbè, il concetto era quello.
Quindi nelle settimane del 17esimo anniversario, oggi celebriamo Mr. Perfect Curt Hennig.
Ho cercato un match che fosse epico, ma al contempo fosse un match veloce, perchè la roba con Bockwinkel è figa, ma dura 1 ora, pure con Bret è figo, ma dure 30 minuti, qui invece andiamo al 25 gennaio del 1993, quasi dieci anni prima la morte, ultimo match televisivo di Ric Flair in WWE fino al 2002, Loser Leaves WWE match, due parole.
Nel 1991 sappiamo che Flair lascia la WCW per accasarsi in WWF con il titolo NWA, doveva esserci un sacco di cose, un match di unificazione tra WWF e NWA, con Hogan/Flair, ovviamente vinto da Hogan, ma saltò tutto per colpa della minaccia di causa, con Flair che spedisce via posta la cintura indietro.
Nel 1992 lo scandalo steroidi distrugge la WWF, gente come Hogan, Warrior o i Road Warrior se ne vanno, si pone dunque l'accento su nomi come Bret, Shawn e prorpio Hennig, perchè puliti e che giocavano sul lottato, motivo per cui Flair avrebbe potuto essere il trait-d'union, mentre Hennig era in dirittura d'arrivo verso il top, ma anche qui vari problemi colpiranno entrambi.
La storyline nello specifico avrebbe dovuto essere ben più lunga, ma Flair decise di tornare in WCW, quindi diciamo che fu velocizzato il tutto per dare un pay-off al pubblico, un peso a Raw alla terza puntata e soprattutto dare a Hennig una vittoria di prestigio, uno show-off che si sperava fosse come quello di Sting nell'88.
Il discorso di Warrior infatti aiutò molto Hennig, infacci dal ritorno dall'infortunio, assieme a Heenan faceva il manager di Flair, alle Series Savage e Warrior dovevano affrontare Flair e Ramon, Warrior viene licenziato, Savage chiede a Hennig di prenderne il posto, da lì il turn face e la rivalità con Flair, alimentata dalla Rumble.
Il dominio di Flair nel match è assolutamente interessante, si vede dal modo di comportarsi maniera arrogante, in questo primo dominio heel, con piedi sulle corde, socrrettezze mentre l'arbitro lo reguardisce.
Inoltre il solito over-acting nel selling di Hennig, ma che rende perfetto il tutto.
Ancora un dominio di Hennig, narrativamente perfetto, semplice ma efficace, in cui Flair subisce, perchè è heel, dunque è inferiore al face, con un Curt che prova a mandarlo giù, ma non riesce, perchè comunque si parla di Ric, con la sua stamina, nel mentre Flair usa il classico acting, in cui subisce e deve trovare un modo per.
Modo per che vuol dire tirapugni, tirapugni che interrompe il comeback di Hennig e permette a dare senso anche al bleeding di Curt.
L'hope spot, che sale, un crescendo che permette di giungere al Perfectplex, nel classico stile WWE, cioè di una finisher per chiudere, una costruzione alla mossa durante tutto il match, con alcuni Suplex, ma mai un perfectplex da parte sua.
Match che risulta essere classico, ma narrativamente impeccabile e assolutamente efficace, che avrebbe potuto mettere Pefect nel top del top, permettendo a Flair di salutare tutto e tutti.
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
Per la RANDOMENICA, la rubrica più sexy di tutto il wrestling web mondiale.
Andiamo nel 1993, a WCW Worldwide, a fine maggio 1993, dove Vader, campione WCW, sfida Ricky Steamboat.
Un match che onestamente non ricordo di aver mai visto, perciò, data la curiosità dell'unione di questi due nomi, eccoci pronti a vederlo.
Molto interessante il selling di Steamboat nella prima fase di dominio di Vader, vedi come sembra davvero che Vader lo distrugga in ogni movimento, in ogni singola mossa. Questo è costruito benissimo e si vede una psicologia classica, ma che dovrebbe essere legge anche oggi, cioè uno grande e grosso, perchè non dovrebbe mettere in difficoltà così uno più piccolo? Non a caso si parla qui pure di Steamboat, mica il primo Ricky Zane che passava.
Pop per Harley Race manager. E per il feeding di Vader.
Ed è proprio la forza fisica che segna il cambio di ritmo, nel senso che Steamboat ci mostra di essere comunque forte e soprattutto agile con certe sequenze molto interessanti, in cui manda Vader fuori ring, dimensione più consona, lo tiene fuori con una Baseball Slide, poi lo conitnua ad assalire con Dive dalla terza corda e dal paletto.
Pop per il bump di Harley Race.
Interessante come Race sia il focus della potenza di Vader se ci fate caso, il che sottolinea l'ottimo lavoro di entrambi gli heel.
Questo ci porta al secondo dominio di Vader che, come vuole la psicologia, è quello più "tattico", non a caso inizia a lavorar epesanetemente la gambe di Ricky, per indebolire un suo punto forte.
Oltre a questo la fase di rest con Vader che si mette a colpire la schiena con prese di sottomissione, con lo scopo proprio di danneggiare e mostrare la sua tecnica.
Anche l'hope spot di Steamboat è di classe, mostra chiaramente l'equilibrio tra i due, si fisico che di forza. Solo l'agilità di Vader non viene del tutto mostrata, perchè è un aspetto troppo face per un monster heel del genere.
Finale che si ricollega a quanto narrato prima. La figure four di Steamboat, quindi si ricollega a Vader che cerca di distruggergli le gambe e Race che diventa essenziale per interrompere la sub.
Non a caso ancora sono i calci a mettere in difficoltà Vader, ma si rivelano un'arma a doppio taglio, con Rocky che porta Vader fuori e subisce, ancora, il peso, per prendersi una sconfitta per Count Out.
Che dire, per essere un match televisivo è di ottima fattura. Entrambi ben caratterizzati, entrambi mostrnano bene quello che sanno fare.
Voto: 7
Andiamo nel 1993, a WCW Worldwide, a fine maggio 1993, dove Vader, campione WCW, sfida Ricky Steamboat.
Un match che onestamente non ricordo di aver mai visto, perciò, data la curiosità dell'unione di questi due nomi, eccoci pronti a vederlo.
Molto interessante il selling di Steamboat nella prima fase di dominio di Vader, vedi come sembra davvero che Vader lo distrugga in ogni movimento, in ogni singola mossa. Questo è costruito benissimo e si vede una psicologia classica, ma che dovrebbe essere legge anche oggi, cioè uno grande e grosso, perchè non dovrebbe mettere in difficoltà così uno più piccolo? Non a caso si parla qui pure di Steamboat, mica il primo Ricky Zane che passava.
Pop per Harley Race manager. E per il feeding di Vader.
Ed è proprio la forza fisica che segna il cambio di ritmo, nel senso che Steamboat ci mostra di essere comunque forte e soprattutto agile con certe sequenze molto interessanti, in cui manda Vader fuori ring, dimensione più consona, lo tiene fuori con una Baseball Slide, poi lo conitnua ad assalire con Dive dalla terza corda e dal paletto.
Pop per il bump di Harley Race.
Interessante come Race sia il focus della potenza di Vader se ci fate caso, il che sottolinea l'ottimo lavoro di entrambi gli heel.
Questo ci porta al secondo dominio di Vader che, come vuole la psicologia, è quello più "tattico", non a caso inizia a lavorar epesanetemente la gambe di Ricky, per indebolire un suo punto forte.
Oltre a questo la fase di rest con Vader che si mette a colpire la schiena con prese di sottomissione, con lo scopo proprio di danneggiare e mostrare la sua tecnica.
Anche l'hope spot di Steamboat è di classe, mostra chiaramente l'equilibrio tra i due, si fisico che di forza. Solo l'agilità di Vader non viene del tutto mostrata, perchè è un aspetto troppo face per un monster heel del genere.
Finale che si ricollega a quanto narrato prima. La figure four di Steamboat, quindi si ricollega a Vader che cerca di distruggergli le gambe e Race che diventa essenziale per interrompere la sub.
Non a caso ancora sono i calci a mettere in difficoltà Vader, ma si rivelano un'arma a doppio taglio, con Rocky che porta Vader fuori e subisce, ancora, il peso, per prendersi una sconfitta per Count Out.
Che dire, per essere un match televisivo è di ottima fattura. Entrambi ben caratterizzati, entrambi mostrnano bene quello che sanno fare.
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
RANDOMENICA per celebrare la brillante idea araba di dare il titolo al giovine Goldberg, ecco un match recente, in cui il nostro eore senza macchia e senza paura, affronta un altro supereroe senza macchia e senza paura, cioè non quello nuovo, non quest'anno dico, ma il 6 luglio 1998, a Nitro, il momento in cui Goldberg campione US affronta Hogan, World champion.
Certo che tutta sta gente per uno show settimanale. Tra l'altro questo è lo show WCW con il numero più alto di spettatori della storia. Il gate più alto fu fatto il 4 gennaio '99, il famigerato Fingerpoke of Doom.
Inizio molto classico, con una head lock di Goldberg e un acting di Hogan heelissimo.
Interessante una cosa, come il dominio iniziale del face, in questo caso Goldberg, sia molto più lungo, quasi a coprire lo spazio che solitamente viene dato alla prima fase di dominio heel, quella arrogante.
Fase che avviene dopo, con un overacting di Hogan altissimo, con una durata invertita, solitamente è il face a dominare poco.
Nota per Hogan che è già al secondo tecnicismo in 4 minuti, sono commosso quasi. Il primo per combattere il possibile Suplex, con la side headlock, il secondo adesso, per riprendere il dominio pre Full Nelson.
Seconda fase del match che assume tematiche più classiche. Il mule kick di Hogan per riprendere il controllo, nella fase di dominio heel "arrabbiato", dove infatti mette in atto varie scorrettezze.
L'hope spot interrotto da Hogan che esce dal ring. Tra l'altro, come la side head lock di prima per evitare il Suplex, qui per evitare la Spear. Ottima narrazione.
Come dicevo il discorso dei ruoli narrativi invertiti. Alla fine hai Hogan distratto, dopo uno spot face, BodySlam e due Legdrop, molto contro Andrè. Distratto da Rodman e DDP su Hennig, questo apre il finale del match.
Che dire sul match in sè. Diciamo che non ricordavo questo modo di Hogan di condurre i match da heel, dovrei rivedere qualcosa perchè se ha usato questo stile da heel sempre, è un ulteriore prova di quanto sul ring sia un cane.
Per il resto, ottimo lavoro narrativo su Goldberg, poco da fare, ben costruito il tutto, con Hogan che detona i tentativi di trademark e crolla poi sotto una Jackhammer sola.
Protezione per lui, momento storico.
Voto: 6/7
Certo che tutta sta gente per uno show settimanale. Tra l'altro questo è lo show WCW con il numero più alto di spettatori della storia. Il gate più alto fu fatto il 4 gennaio '99, il famigerato Fingerpoke of Doom.
Inizio molto classico, con una head lock di Goldberg e un acting di Hogan heelissimo.
Interessante una cosa, come il dominio iniziale del face, in questo caso Goldberg, sia molto più lungo, quasi a coprire lo spazio che solitamente viene dato alla prima fase di dominio heel, quella arrogante.
Fase che avviene dopo, con un overacting di Hogan altissimo, con una durata invertita, solitamente è il face a dominare poco.
Nota per Hogan che è già al secondo tecnicismo in 4 minuti, sono commosso quasi. Il primo per combattere il possibile Suplex, con la side headlock, il secondo adesso, per riprendere il dominio pre Full Nelson.
Seconda fase del match che assume tematiche più classiche. Il mule kick di Hogan per riprendere il controllo, nella fase di dominio heel "arrabbiato", dove infatti mette in atto varie scorrettezze.
L'hope spot interrotto da Hogan che esce dal ring. Tra l'altro, come la side head lock di prima per evitare il Suplex, qui per evitare la Spear. Ottima narrazione.
Come dicevo il discorso dei ruoli narrativi invertiti. Alla fine hai Hogan distratto, dopo uno spot face, BodySlam e due Legdrop, molto contro Andrè. Distratto da Rodman e DDP su Hennig, questo apre il finale del match.
Che dire sul match in sè. Diciamo che non ricordavo questo modo di Hogan di condurre i match da heel, dovrei rivedere qualcosa perchè se ha usato questo stile da heel sempre, è un ulteriore prova di quanto sul ring sia un cane.
Per il resto, ottimo lavoro narrativo su Goldberg, poco da fare, ben costruito il tutto, con Hogan che detona i tentativi di trademark e crolla poi sotto una Jackhammer sola.
Protezione per lui, momento storico.
Voto: 6/7
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
Ma vabbè in questo caso ci sta il loro business plan. Nel senso la tua proprietà è la stessa che possiede la TV, mentre i PPV non erano del gruppo Turner/AOL Time Warner, non ricordo se nel '98 ci fosse già stata la fusione o meno.PuroIndyLove ha scritto: ↑01/03/2020, 12:09 Vintage WCW.
Match da PPV a Nitro.
#perqualcheratingsinpiù#
Non a caso gli HS vennero aboliti quasi subito, cioè ne facevano ben pochi negli anni '90, giusto nel periodo d'oro, quindi '97-'99 ne sfornavano parecchi.
I PPV erano più uno status symbol, per dire PWI considerava i PPV un plus necessario per renderti major, quindi aveva senso farli.
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
Oggi poco tempo causa Virus. Dunque un Ted DiBiase Vs. Sean Waltman
Trovo fantastico come Kid lotti da jobber pieno, cioè oversellando le mosse, stando sdraiato secoli, ma al contempo, abbia una rivalsa continua, tanto che DiBiase non lotta come lotterebbe contro un jobber qualunque.
Una piccola gemma di psicologia, fa capire davvero tanto di come raccontare un match.
Oltre a questo, mi incuriosisce il paragone, su cui non avevo mai riflettuto, tra Waltman/Whipwreck/Kobashi, il periodo dei primi due è simile, '93-'94, il primo da cui probabilmente origina il tutto, fu nell'88-'90.
Cioè di gente che di fatto è jobber, ma che ha quel qualcosa in più, che li fa apparire ocme se fossero qualcosa di pià.
Trovo fantastico come Kid lotti da jobber pieno, cioè oversellando le mosse, stando sdraiato secoli, ma al contempo, abbia una rivalsa continua, tanto che DiBiase non lotta come lotterebbe contro un jobber qualunque.
Una piccola gemma di psicologia, fa capire davvero tanto di come raccontare un match.
Oltre a questo, mi incuriosisce il paragone, su cui non avevo mai riflettuto, tra Waltman/Whipwreck/Kobashi, il periodo dei primi due è simile, '93-'94, il primo da cui probabilmente origina il tutto, fu nell'88-'90.
Cioè di gente che di fatto è jobber, ma che ha quel qualcosa in più, che li fa apparire ocme se fossero qualcosa di pià.
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
Visto che oggi è il 3:16, colgo l'occasione per vedere qualcosa di Austin che non ho visto da secoli, quindi niente classiconi.
Cercando su YouTube. Che poi è il principio della RanDOMENICA, cioè match Random, poco conosciuti, visti poco da me e da tutti.
Perciò siamo a Raw, la sera dopo le Series del 1998, dunque, The Rock è appena diventato campione vincendo il torneo, Steve Austin è l'ex campione, mega incazzatissimo, assieme a Taker e Kane.
Siamo in piena Attitude, Jim Cornette ci ha salutati da qualche mese, King Of The Ring 1998 è l'inizio dell'era di Vince Russo ed Ed Ferrara al booking, cioè eliminando del tutto "il passato". Quindi via:
Madonna, in due minuti mi esplode il cervello. Cioè il carisma. Cosa cazzo fa.
A parte il casino, che cazzo di casino la gente sta facendo? Ok che magari hai mixato l'audio in modo da alzare il pubblico, ma vuol dire che si partiva già con una bella base sotto.
La prima fase di controllo heel, è Rock che tenta di scappare, il che di suo dice tantissimo, dice come sia un campione "farlocco", nel senso che non è diventato campione per merito, ma soprattutto grazie alla Corporation.
Un Austin incazzatissimo che nel suo comeback se ne esce con una marea di trademark.
Il ricontrollo heel dopo una swinging neckbreaker.
Ah il tizio che salta la sicurezza top.
Subito si arriva alla fase aggressiva di The Rock, che qui a suon di Clothsline fa capire a Austin che ha pane per i suoi denti.
Gli scambi fuori ring tra i due, sono una brawlerata fantastica, continuano a cambiare fronte, scorrettezza di Austin porta a scorrettezza di Rocky. Tentativo di Piledriver, che porta al ricontrollo e a tornare sul ring.
Parte finale, il pre-Mankind, che è furibondo, con un lavoro di psicologia di entrambi ottimo, con The Rock che colpisce solo al collo, con tanto di rest hold, tutto per l'infortunio ovviamente.
Il finale che rispetta il più classico dell'up up down up, con tanto di near fall.
UN match modernissimo, ma al contempo sia legato alla contemporaneità che, legato fortemente alla tradizione del sud degli US, da cui provengono quasi tutti i nomi coinvolti, sia nel che attorno al ring.
UN piccolo grande match, che davvero non ricordavo, ma che è fenomenale nella sua dimensione.
Voto: 7
Cercando su YouTube. Che poi è il principio della RanDOMENICA, cioè match Random, poco conosciuti, visti poco da me e da tutti.
Perciò siamo a Raw, la sera dopo le Series del 1998, dunque, The Rock è appena diventato campione vincendo il torneo, Steve Austin è l'ex campione, mega incazzatissimo, assieme a Taker e Kane.
Siamo in piena Attitude, Jim Cornette ci ha salutati da qualche mese, King Of The Ring 1998 è l'inizio dell'era di Vince Russo ed Ed Ferrara al booking, cioè eliminando del tutto "il passato". Quindi via:
Madonna, in due minuti mi esplode il cervello. Cioè il carisma. Cosa cazzo fa.
A parte il casino, che cazzo di casino la gente sta facendo? Ok che magari hai mixato l'audio in modo da alzare il pubblico, ma vuol dire che si partiva già con una bella base sotto.
La prima fase di controllo heel, è Rock che tenta di scappare, il che di suo dice tantissimo, dice come sia un campione "farlocco", nel senso che non è diventato campione per merito, ma soprattutto grazie alla Corporation.
Un Austin incazzatissimo che nel suo comeback se ne esce con una marea di trademark.
Il ricontrollo heel dopo una swinging neckbreaker.
Ah il tizio che salta la sicurezza top.
Subito si arriva alla fase aggressiva di The Rock, che qui a suon di Clothsline fa capire a Austin che ha pane per i suoi denti.
Gli scambi fuori ring tra i due, sono una brawlerata fantastica, continuano a cambiare fronte, scorrettezza di Austin porta a scorrettezza di Rocky. Tentativo di Piledriver, che porta al ricontrollo e a tornare sul ring.
Parte finale, il pre-Mankind, che è furibondo, con un lavoro di psicologia di entrambi ottimo, con The Rock che colpisce solo al collo, con tanto di rest hold, tutto per l'infortunio ovviamente.
Il finale che rispetta il più classico dell'up up down up, con tanto di near fall.
UN match modernissimo, ma al contempo sia legato alla contemporaneità che, legato fortemente alla tradizione del sud degli US, da cui provengono quasi tutti i nomi coinvolti, sia nel che attorno al ring.
UN piccolo grande match, che davvero non ricordavo, ma che è fenomenale nella sua dimensione.
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
Per l'episodio di oggi della RANDOMENICA (tutto in Caplock), ci spostiamo in Giappone, mi è venuto in mente di riprendere un nome, quello di Misawa. Tutti conosciamo bene, si spera, il periodo dal giugno del 1990, ovvero quando come Misawa ebbe il feud con Kawada, Taue e Kobashi. Ma oggi torniamo indietro, non alla seconda fase, quella '85-'87, ma alla terza della sua carriera.
Dopo essere stato un rookie, dopo il rientro post-excursion come Tiger Mask II, fa il passaggio agli heavy.
Entrando con forza nel feud cardine del puroresu. Tsuruta/Tenryu. Come secondo di Tsuruta. In questo contesto, questo incontro, dal 2 gennaio 1988, dove va all'assalto di Curt Hennig per il titolo mondiale AWA.
Molto interessante ricordare come Hennig in questo punto di carriera, sia più legato al suo background da amateur, lo si vede dalla prima sequenza, che è legata proprio a questo.
Al contempo Misawa inseriva ancora (e lo manterrà per tutta la carriera) delle movenze e dei modi di rispondere, con l'International e in risposta all'hip-toss to armbar molto più da junior che da heavy.
Sembrerebbe qualcosa di superficiale, ma ci sono tantissime cose da dire nella wristlock di Hennig su Misawa che dura addirittura due minuti. Sottolinea il domino e la supremazia di Curt su un più inesperto Mitsuharu, con lui che piano, piano ridiscende fino ad andare totalmente al tappeto e, soltanto quello che potrebbe sembrare un errore di positioning, si risolve con la chiusura della sequenza, con l'arbitro che stoppa Curt per il piede sotto la prima corda.
Non a caso il primo comeback per Misawa avvenga riusando la stessa struttura.
Anche quello che segue, necessiterebbe di parole e parole. La struttura classica viene rispettata anche in questo match. Ovvero l'heel che prima è arrogante, tanto da utilizzare la wristlock praticamente allo stesso modo e, dopo che Misawa lo mette in difficoltà, passa a una fase aggressiva, dove vuole capitalizzare la vittoria in fretta perchè teme il suo avversario.
E questo mettere in difficoltà lo vediamo dalle piccolezze, Il lavoro di Misawa sulla schiena, prima una Camel Clutch, poi abbiamo una Boston Crab, in cui per far peso, costringendo Hennig a ricorrere alle corde, si mette il ginocchio per aumentarne la pressione.
Poi è l'inesperienza a giocare il ruolo chiave, perchè nel suo false comeback, che ci conduce al finale, abbiamo Misawa che continua a lavorare la schiena e, al momento opportuno, in cui chiudere, con Hennig sul palo, un Dropkick lo porta a uscire e qui, essendo lui heel, il vantaggio si ribalta e diventa a quel punto praticamente impossibile per il Tigrotto riprendere in mano la situazione.
Un match molto buono, intenso, ricco di spunti per quanto spesso possa risultare base. Un match che mostra il potenziale di Misawa e la tecnica sopraffina di uno come Hennig.
Voto: 7
Dopo essere stato un rookie, dopo il rientro post-excursion come Tiger Mask II, fa il passaggio agli heavy.
Entrando con forza nel feud cardine del puroresu. Tsuruta/Tenryu. Come secondo di Tsuruta. In questo contesto, questo incontro, dal 2 gennaio 1988, dove va all'assalto di Curt Hennig per il titolo mondiale AWA.
Molto interessante ricordare come Hennig in questo punto di carriera, sia più legato al suo background da amateur, lo si vede dalla prima sequenza, che è legata proprio a questo.
Al contempo Misawa inseriva ancora (e lo manterrà per tutta la carriera) delle movenze e dei modi di rispondere, con l'International e in risposta all'hip-toss to armbar molto più da junior che da heavy.
Sembrerebbe qualcosa di superficiale, ma ci sono tantissime cose da dire nella wristlock di Hennig su Misawa che dura addirittura due minuti. Sottolinea il domino e la supremazia di Curt su un più inesperto Mitsuharu, con lui che piano, piano ridiscende fino ad andare totalmente al tappeto e, soltanto quello che potrebbe sembrare un errore di positioning, si risolve con la chiusura della sequenza, con l'arbitro che stoppa Curt per il piede sotto la prima corda.
Non a caso il primo comeback per Misawa avvenga riusando la stessa struttura.
Anche quello che segue, necessiterebbe di parole e parole. La struttura classica viene rispettata anche in questo match. Ovvero l'heel che prima è arrogante, tanto da utilizzare la wristlock praticamente allo stesso modo e, dopo che Misawa lo mette in difficoltà, passa a una fase aggressiva, dove vuole capitalizzare la vittoria in fretta perchè teme il suo avversario.
E questo mettere in difficoltà lo vediamo dalle piccolezze, Il lavoro di Misawa sulla schiena, prima una Camel Clutch, poi abbiamo una Boston Crab, in cui per far peso, costringendo Hennig a ricorrere alle corde, si mette il ginocchio per aumentarne la pressione.
Poi è l'inesperienza a giocare il ruolo chiave, perchè nel suo false comeback, che ci conduce al finale, abbiamo Misawa che continua a lavorare la schiena e, al momento opportuno, in cui chiudere, con Hennig sul palo, un Dropkick lo porta a uscire e qui, essendo lui heel, il vantaggio si ribalta e diventa a quel punto praticamente impossibile per il Tigrotto riprendere in mano la situazione.
Un match molto buono, intenso, ricco di spunti per quanto spesso possa risultare base. Un match che mostra il potenziale di Misawa e la tecnica sopraffina di uno come Hennig.
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Re: La RANDOMENICA di Jeffo
Sostanzialmente il face fa tre cose durante il match.
Hope Spot, False Comeback, Comeback. Il primo è quando si carica a palla e riesce a fare una mossona sull'avversario che lo stava dominando. Il false comeback è quando sembra prendere il controllo della contesa, ma poi l'heel, solitamente con una scorrettezza, lo rimette sotto. Il comeback è la fase in cui, dopo il secondo dominio heel, riesce a prende il controllo e portare sul finale del match, con la sequenza di up up down up. Cioè le fasi up sono le mosse messe a segno dal face, trademark nel wrestling occidentale, il down è l'heel che stoppa questo momentum del face con una trademark, poi ci sarà l'ultima mossa del face pre-finisher/finale del match.

