Quoto il messaggio di Aaron Kirk nonostante sia uno snowflake per riattivare la discussione
Aaron Kirk ha scritto:Personalmente sono diventato fan del wrestling quando misero SmackDown su Italia 1, ero alle medie e stravedevo per il mitico Rey Mysterio.
E ho smesso di seguire con costanza oltre 10 anni fa.
Questo per dire: in Italia i fan del wrestling da un po' si attorcigliano su loro stessi, non so se questo abbia a che fare col prodotto o con l'esposizione ma provo a ragionarci un po'.
Punto primo: chi fa il wrestler?
Questo è un punto secondo me molto importante ma che viene spesso tralasciato, anche perché per imbastire un discorso del genere devi fare molti salti logici e ci sono migliaia di migliaia di eccezioni. Ci provo lo stesso.
Seguii qualche tempo fa un'intervista ad Alberto Del Rio in cui gli chiesero se era vero che in WWE nel backstage i ragazzi giocassero ai videogiochi e leggessero fumetti, Alberto ha confermato con la faccetta mezza schifata perché lui ovviamente nel backstage sta a chiavare 24/7.
Ne concludiamo che almeno una fettina del roster sia vicino a certe fonti di intrattenimento, vedi i fumetti, che di solito la gente associa ai nerd. Quindi? Non mi sembra questo enorme salto logico pensare che essi stessi, i wrestler, un tempo fossero i fan del wrestling, quelli fidelizzati che si comprano le action figure e tutta quella munnezza là. Ovviamente il discorso non si può estendere a tutti, ma secondo me ci dice qualcosa sul prodotto che questi vogliono offrire alle persone.
Da ormai quasi vent'anni, dalla morte della WCW, la WWE si è indirizzata sempre di più su un tipo di prodotto che prescindesse dai protagonisti e mettesse in primo piano il marchio stesso, come manovra forse protettiva, che ha l'effetto però di restringere molto le possibilità di un'espansione importante, la sensazione di "imperdibilità" è legata a una persona/attore o a un certo tipo di narrazione che si ripete, la WWE sceglie invece di non legare il marchio a nient'altro.
Il wrestling diventa fenomeno di costume quando riesce a mettere in scena un conflitto in cui la maggior parte delle persone riesce a schierarsi. Però abbiamo detto prima che ad oggi molti wrestler sono fan di wrestling cresciuti col wrestling e che sono portati a mettere in scena roba che piace a loro in primis. Il wrestling WWE attuale infatti è attraversato da una contraddizione interna: i wrestler cercano di produrre wrestling che, per prima cosa, possa piacere agli appassionati. Mentre la compagnia si sforza al contrario di mettere in scena momenti che abbiano esclusivamente significato a sé, per il concetto stesso che rappresentano, esempio la streak di Undertaker che viene interrotta.
Con queste basi diventa difficile se non impossibile ricreare un conflitto su vasta scala come può essere quello Dipendente vs Boss con Stone Cold, il prodotto si esaurisce nel momento stesso in cui lo consumi.
E anche la volontà di fare wrestling "elevato" per appassionati si aliena una grossa parte di possibili nuovi fan. I fan cercano un prodotto che riesca a offrire una stessa cosa continuamente ma che segua una linea evolutiva: hai un Hulk Hogan che si strappa la maglietta e fa tutte quelle mossettine lì, hai SCSA che beve birra, alza il medio e fa Stunner a random: un tipo di comportamento permanente abbastanza da sapere cosa aspettarsi quando accendo la TV ed elastico abbastanza da non farmi vedere sempre la stessa cosa, che dettà così sembra complicato ma lo è solo fino a un certo punto.
Il wrestling attuale per quello che riesco a coglierne (ripeto: non sto seguendo) invece cerca di proteggersi, piuttosto che espandersi.
Non escludo che da qui a 5 anni possa esplodere di nuovo perché di doman non c'è certezza, ma la risposta è che sì, lo vedo come un business decadente e autoreferenziale che si sta piegando su se stesso, spreme tutto quello che può dagli appassionati e rifiuta di espandersi.
Non so se chiamarlo tramonto perché boh, si può ripigliare da un momento all'altro, basta una buona idea.
Il punto primo, incredibilmente, non è legato alla scrittura (invenzione degli anni 90) ma ai wrestler :O. E dice quel che dice sempre Russo: i mark sono entrati sul ring. Ovvero, quel che dicevo i giorni scorsi, si vende sempre e solo al proprio pubblico, si gioca a fare wrestling, si fanno mosse non perchè funzionino o abbiano senso ma perchè paiono fiche, ecc.
Il punto secondo espone la visione del bagnino obeso riguardo la comparazione tra la federazione e un club sportivo come una narrazione della federazione stessa per vendere il proprio brand. Questo ci dice anche che il bagnino obeso è un mark, cioè crede alle narrazioni della federazioni. In realtà il wrestling è un prodotto seriale. Insomma, i fan sono dei mark che non lascerebbero per alcun motivo la federazione. Che motivo avrebbe la WWE per non cagargli in bocca continuamente? Volete che la WWE vi caghi? Agite da spettatori normali, se siete intrattenuti da ciò che guardate bene, se no lasciate. Questo è quello che fa un fruitore normale davanti a ogni prodotto seriale. Il prodotto seriale dipende anche dalla ricezione col pubblico, ma se un pubblico guarda "no matter what" perchè dovrebbe influenzare la scrittura? Il prodotto seriale deve vendere, in televisione deve venderti la pubblicità, per venderti la pubblicità deve venderti l'esperienza live, più gente si fa il live più pubblicità vendi, devi convincere chi non ti ha mai visto e cagare in bocca a chi ti vede "no matter what". Il momento in cui chi ti vede "no matter what" lascia inizia a essere rilevante. Ora, il mark è colui che vede "no matter what" ed è l'unico che ormai va ai live event. Se li si istiga, se ci si cura di loro, si finisce con il tramonto del wrestling: la notte post-WM, gli insulti a Reigns. Tutto ciò non è normale. Lo spettatore televisivo guarda quella roba e può solo pensare a quanto teste di cazzo siano i mark. I mark sono coloro che pensano di capirne di business, che Reigns sia effettivamente una merda, che insultano un attore mentre è in scena, ecc. Non sono spettatori televisivi, sono degli ultras malati che sputano giudizi che credono oggettivi senza neanche concepire da dove derivano i propri giudizi. Non è che voi non potete avere giudizi se non siete dentro, semplicemente smettetela di agire da mark, agite da spettatori. Non volete essere spettatori? Allora ascoltate chi è nel business, non altri mark, non Meltzer, ascoltate Pritchard, Russo, Bischoff, Tazz, Snow, Disco Inferno, Bubba, ecc. Gente che sa di quel che parla e può analizzare la situazione.
Jeff Hardy 18 ha scritto:Aggiungo. La prova concreta degli ascolti altalenanti che seguono la stagione dimostra che il prodotto sia percepito dal grande pubblico come evento sportivo. Se hai i playoff NBA, il Monday Night Football,... lo spettatore preferisce altro.
Poi rimane per le storie, i personaggi, il concetto di soap opera espresso da Linda, ma il pubblico vuole la parte sportiva, vuole il payoff.
Uno dei grandi successi fino agli anni '80 è stato usare gli show per costruire i personaggi e les torie e dare il grande match all'arena locale, al PPV,... oggi invece il payoff non è più una cosa che vuoi vedere, un PPV in cosa si discosta da una puntata TV?
Ha ancora senso avere i PPV quando tu non hai rientro economico reale da essi?
Il rientro economico è l'OTT, cioè il WWE Network, se no come lo vendi? A nessuno interessa il wrestling come evento sportivo, è inutile pensare al payoff, chiunque sa che i match sono finti, gli unici a interessarsi ai payoff sono i mark, cioè quelli che comprano l'OTT. E' giusto così, manca l'intrattenimento, non certo i match importanti.
E il rapporto scrittura/ricezione c'è in ogni prodotto seriale, dipende ovviamente dalla tipologia seriale, e infatti la WWE è tipo la soap, ma non è che è un'esclusiva.
Poi la parte sul guidare e il seguire il desiderio è una supercazzola. Di che pubblico si parla? Una scelta è sempre imposta, lo spettatore è sempre creato dalla narrazione, d'altra parte la sua ricezione può modificare, ma ci sono tante ricezioni che non modificano la narrazione e soprattutto nei monopoli la narrazione è conchiusa per cercare di vendere il più possibile. Quindi, ripeto, seguire il pubblico, ma quello che non hai settimanalmente. Se Mankind fosse stato seguito solo dai mark sarebbe rimasto un jobber.