Il format non sarà più settimanale e non cercherà più di demolire ogni recensione punto su punto, piuttosto cercherà di essere un catalogo delle maggiori stronzate del Settis, di discernere l'estetica settisiana e di chiarire la sua pericolosità.
Sono ovviamente graditi contributi anche di altri recensori che filosofeggiano a cazzo, i Grosoli, i Genna, ecc.
Episodi precedenti:
Dawson City: Frozen Time
Amadeus
Song to Song
Twin Peaks 03x01-02
Blow Up
The 7th Voyage of Sinbad
Twin Peaks 03x08
Partiamo coll'estetica 2k17 secondo Settis
Grazie al cazzo non ritorno, uno è morto e gli altri stanno in demenza senileIl 2017 ci ha regalato una triade di punti di non ritorno nel cinema mondiale:
Twin Peaks: Il ritorno ha messo in discussione le linee di separazione tra il medium del cinema e quello della TV, con un flusso autoriale e surreale complessissimo, atto a unire le Upaniṣad, il Manifesto Surrealista di Breton e le esperienze personali di Lynch in un gioco drammatico dai continui riferimenti culturali che mette in discussione il rapporto con i simboli del passato e la fallacità della mente umana;
24 Frames ha messo in scena l’addio al cinema e alla vita di uno dei più grandi autori del cinema mondiale, consacrando in un atto d’amore per la settima arte degli attimi espansi attraverso il tempo, dilatati, mettendo un punto alla fine di una f(r)ase eterna, bloccando in istanti poetici (e politici) il reale e ponendosi come consacrazione del digitale come arte del movimento, studiando Henri Cartier-Bresson e, sotto sotto, anche la storia dell’Iran;
e dulcis in fundo, First Reformed ha dilaniato le aspettative e i preconcetti sia sul cinema spirituale del nuovo millennio sia sul cinema americano, distruggendo certezze, connettendo la dolcezza del rapporto umano con la disperazione derivata dal nulla, mettendo in discussione il mondo in cui viviamo in un drastico e visionario collegamento tra l’estetica del cinema della trascendenza novecentesco, il De rerum natura di Lucrezio e il terrorismo nell’epoca di Trump.
In quest’ottica, World of Tomorrow Episode Two è probabilmente la cosa che di più, in quest’annata particolarissima, si può minimamente avvicinare a questo podio di oggetti alieni e assoluti, insieme a Mrs. Fang, Coco, La telenovela errante, Outrage Coda, Mektoub my Love e Visages Villages. E tutti e 4 questi lavori, tra i quali uno solo è un tradizionale lungometraggio di finzione (First Reformed), sono, in fondo, dei profondi atti sentimentali. Verso la finzione (e il sogno) per Lynch, verso il cinema (e la vita) per Kiarostami, verso l’uomo (e la sua imperfezione) per Schrader, verso i ricordi (e le aspirazioni, il futuro, la tecnologia) per Hertzfeldt. Emily Prime, cresciuta, riceve una visita da un’altra Emily futura, una degenerazione deteriorata, una “Emily n.6” che non riesce a controllare le proprie emozioni e il proprio rapporto con se stessa e con le altre versioni di sé. In un rapporto extratemporale fuori dagli schemi, si assiste a un confronto costante tra diversi tipi di serietà e di assenza di serietà, diversi tipi di mentalità, di temporalità, di approccio nei confronti del mondo. È un perpetuo specchiarsi e riflettersi di passato nel futuro e viceversa, come in Twin Peaks. Ogni immagine sprizza vita e vuole essere vita, per superare il blocco in fotogrammi, per trascendere l’irreale e andare oltre il timore del nulla, dell’assenza di direzione, riconnettendosi con l’esperienza personale, in un testamento, in una vita, e qua ci viene in mente 24 Frames. Mentre la tecnologia che crea e forse distrugge, in un confronto col passato che diventa sempre più invadente e superficiale, si riavvicina ai discorsi pseudo-ecologisti di First Reformed ma soprattutto al bisogno di Schrader di accatastare sopra al peso del caos del mondo il ricordo dell’importanza dell’amore, che sconfigge qualsiasi paura. E tutto ciò in un cartone animato di 20 minuti, in cui la crescita di una bambina causa mille coincidenze e mille convergenze in uno stesso spazio, in cui l’immaginazione prima condanna l’uomo e poi lo salva, con forme geometriche che invece di essere pulsioni matematiche chiuse in se stesse sono espressioni massime di una vitalità interiore, che nasce, cresce ed esplode.
(notare come "film che gli sono piaciuti" = oggetti assoluti)
Questa invece la polemica contro Logan Paul in cui per l'ennesima volta dimostra di credere troppo a ciò che vede https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 711&type=3
Ovviamente distrutto appena uno gli ha citato Wang Bing