E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminkia
E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminkia
Ora sono diventati un fenomeno di intervento politico sul web:
L'esercito Usa disporrà di pupazzi virtuali per manipolare il consenso online
In quel territorio ancora in formazione che è il cyber spazio, le differenze fra i comportamenti dei regimi autoritari e quelle dei governi democratici tendono spesso a diluirsi. Così, se il governo cinese stipendia migliaia di blogger, il cosiddetto “esercito dei 50 cent”, per intasare la blogosfera di commenti nazionalisti e sovrastare le voci dei dissidenti, l'esercito americano, tramite il Comando Centrale (CentCom) situato in California, sta lavorando a qualcosa di molto simile.
In questo caso, non si tratta però di individui in carne e ossa, pagati un tot a commento, ma di “personas”, un termine per cui l'inglese conserva il senso latino di “maschere”; nient'altro che pupazzi virtuali operanti su Internet, guidati a distanza via Web da un militare del CentCom. Ciascun soldato, grazie a un particolare software, potrà gestire fino a dieci identità fittizie, ciascuna dotata di un background anagrafico credibile e appartenente a una persona situata in una diversa località del globo. Queste "persone" diffonderanno in blog e social network messaggi in linea con la propaganda Usa.
Non è fantascienza o una semplice ipotesi di lavoro: esiste già un contratto da 2 milioni e 760mila dollari, assegnato all'azienda Ntrepid, una società piuttosto misteriosa, il cui sito web si riduce a una sola schermata e a un indirizzo mail, ma il cui responsabile per lo sviluppo tecnologico, Lance Cottrell, è un nome piuttosto noto online: nel 1995 è stato il fondatore di Anonymizer, uno dei maggiori servizi per navigare in incognito su Internet. La Ntrepid, come ha rivelato la rivista americana online The Raw Story - la prima a divulgare la vicenda - si è aggiudicata il contratto pur senza apparire ufficialmente fra i concorrenti al bando per la creazione di un “Online Persona Management Service”, pubblicato nel sito FedBizOpps.gov.
Secondo il portavoce del CentCom, Bill Speaks, il software servirà a “contrastare la propaganda violenta ed estremista del nemico al di fuori degli Usa”. I pupazzi telecomandati non parleranno inglese: “sarebbe illegale – ha affermato Speaks – rivolgersi a un'audience statunitense”. Sono molte infatti le condanne comminate dai tribunali Usa per “furto di identità” e “impersonificazione fraudolenta”. Fra le lingue adoperate ci saranno sicuramente l'arabo, il persiano, l'urdu e l'afgano, non è escluso però che i militari si dedichino a fabbricare consenso in altri idiomi, meno esotici.
In base a quanto desumibile dal bando di concorso, la Ntrepid dovrà fornire al governo 50 licenze, ciascuna delle quali darà ai soldati la possibilità di manovrare una decina di pupazzetti virtuali. La sede centrale delle operazioni sarà la base dell'aeronautica Mac Dill, situata vicino a Tampa, in Florida, ma un sistema di mascheramento dell'indirizzo Ip consentirà ai militari di localizzare il loro alter ego fittizio in una qualsiasi parte del globo a scelta. Il traffico in uscita dal CentCom verrà inoltre mescolato a quello di altri navigatori della Rete, in modo da rendere quasi impossibile risalire alla fonte originale.
Il servizio di gestione delle false identità online, stando a quanto ipotizza il giornale britannico Guardian, farebbe parte di un più ampio programma da 200 milioni di dollari, chiamato “Operation Earnest Voice”, sviluppato in prima istanza in Iraq e impiegato poi in Pakistan, Afghanistan e Medio Oriente per ribattere alla propaganda jihadista su temi cruciali quali le ricompensa ultraterrena per i terroristi suicidi. Preoccupano però le possibili applicazioni di un tale progetto per quanto riguarda la fabbricazione del consenso anche di fuori delle zone di guerra.
Non si tratta del resto di un'idea nuova: la società di sicurezza informatica HB Gary, scoperta a complottare assieme alla Bank of America per screditare Wikileaks, aveva in cantiere qualcosa di simile: la creazione di un esercito di “maschere” fittizie per contrastare le idee di blogger progressisti e perfino inscenare finte proteste collettive online volte a influenzare l'opinione pubblica su particolari questioni.
L'esercito Usa disporrà di pupazzi virtuali per manipolare il consenso online
In quel territorio ancora in formazione che è il cyber spazio, le differenze fra i comportamenti dei regimi autoritari e quelle dei governi democratici tendono spesso a diluirsi. Così, se il governo cinese stipendia migliaia di blogger, il cosiddetto “esercito dei 50 cent”, per intasare la blogosfera di commenti nazionalisti e sovrastare le voci dei dissidenti, l'esercito americano, tramite il Comando Centrale (CentCom) situato in California, sta lavorando a qualcosa di molto simile.
In questo caso, non si tratta però di individui in carne e ossa, pagati un tot a commento, ma di “personas”, un termine per cui l'inglese conserva il senso latino di “maschere”; nient'altro che pupazzi virtuali operanti su Internet, guidati a distanza via Web da un militare del CentCom. Ciascun soldato, grazie a un particolare software, potrà gestire fino a dieci identità fittizie, ciascuna dotata di un background anagrafico credibile e appartenente a una persona situata in una diversa località del globo. Queste "persone" diffonderanno in blog e social network messaggi in linea con la propaganda Usa.
Non è fantascienza o una semplice ipotesi di lavoro: esiste già un contratto da 2 milioni e 760mila dollari, assegnato all'azienda Ntrepid, una società piuttosto misteriosa, il cui sito web si riduce a una sola schermata e a un indirizzo mail, ma il cui responsabile per lo sviluppo tecnologico, Lance Cottrell, è un nome piuttosto noto online: nel 1995 è stato il fondatore di Anonymizer, uno dei maggiori servizi per navigare in incognito su Internet. La Ntrepid, come ha rivelato la rivista americana online The Raw Story - la prima a divulgare la vicenda - si è aggiudicata il contratto pur senza apparire ufficialmente fra i concorrenti al bando per la creazione di un “Online Persona Management Service”, pubblicato nel sito FedBizOpps.gov.
Secondo il portavoce del CentCom, Bill Speaks, il software servirà a “contrastare la propaganda violenta ed estremista del nemico al di fuori degli Usa”. I pupazzi telecomandati non parleranno inglese: “sarebbe illegale – ha affermato Speaks – rivolgersi a un'audience statunitense”. Sono molte infatti le condanne comminate dai tribunali Usa per “furto di identità” e “impersonificazione fraudolenta”. Fra le lingue adoperate ci saranno sicuramente l'arabo, il persiano, l'urdu e l'afgano, non è escluso però che i militari si dedichino a fabbricare consenso in altri idiomi, meno esotici.
In base a quanto desumibile dal bando di concorso, la Ntrepid dovrà fornire al governo 50 licenze, ciascuna delle quali darà ai soldati la possibilità di manovrare una decina di pupazzetti virtuali. La sede centrale delle operazioni sarà la base dell'aeronautica Mac Dill, situata vicino a Tampa, in Florida, ma un sistema di mascheramento dell'indirizzo Ip consentirà ai militari di localizzare il loro alter ego fittizio in una qualsiasi parte del globo a scelta. Il traffico in uscita dal CentCom verrà inoltre mescolato a quello di altri navigatori della Rete, in modo da rendere quasi impossibile risalire alla fonte originale.
Il servizio di gestione delle false identità online, stando a quanto ipotizza il giornale britannico Guardian, farebbe parte di un più ampio programma da 200 milioni di dollari, chiamato “Operation Earnest Voice”, sviluppato in prima istanza in Iraq e impiegato poi in Pakistan, Afghanistan e Medio Oriente per ribattere alla propaganda jihadista su temi cruciali quali le ricompensa ultraterrena per i terroristi suicidi. Preoccupano però le possibili applicazioni di un tale progetto per quanto riguarda la fabbricazione del consenso anche di fuori delle zone di guerra.
Non si tratta del resto di un'idea nuova: la società di sicurezza informatica HB Gary, scoperta a complottare assieme alla Bank of America per screditare Wikileaks, aveva in cantiere qualcosa di simile: la creazione di un esercito di “maschere” fittizie per contrastare le idee di blogger progressisti e perfino inscenare finte proteste collettive online volte a influenzare l'opinione pubblica su particolari questioni.
- TheFinalCurtain_85
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Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
Non me ne frega niente se sono pensieri alla SubZero/Kadmon, per me esiste già da tempo. Non solo in Cina.
- Capitan Ovvio
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Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
Capirai, mi sembra la scoperta dell'acqua calda. Penso che da anni esistono cose del genere, pure qua in Italia.
- francy_777
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Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
tu ancora non mi dici di chi sei fakeCapitan Ovvio ha scritto:Capirai, mi sembra la scoperta dell'acqua calda. Penso che da anni esistono cose del genere, pure qua in Italia.

- Agent Of Chaos
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Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
Hah, cambiano i metodi... ma è una storia vecchia quanto il mondo.
Opportunisti... che cercano di controllare i loro piccoli mondi. È... patetico.
Che si sbranino per le loro propagande ancora per un pò... tra non molto spariranno, tutti. E prevarrà soltanto una cosa... il Caos.
Opportunisti... che cercano di controllare i loro piccoli mondi. È... patetico.
Che si sbranino per le loro propagande ancora per un pò... tra non molto spariranno, tutti. E prevarrà soltanto una cosa... il Caos.
- Tyler Durdɵn
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Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
Agent Of Chaos ha scritto:Hah, cambiano i metodi... ma è una storia vecchia quanto il mondo.
Opportunisti... che cercano di controllare i loro piccoli mondi. È... patetico.
Che si sbranino per le loro propagande ancora per un pò... tra non molto spariranno, tutti. E prevarrà soltanto una cosa... il Caos.
Best fake evah.
- MassiveMolecule
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- Iscritto il: 22/12/2010, 21:57
Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
Qui c'è l'articolo del Guardian, che è apparentemente la fonte primaria.
http://www.guardian.co.uk/technology/20 ... CMP=twt_gu
Ad ogni modo, la gente che cambia idea su internet riguardo qualche cosa è una percentuale infinitesima, tanto più che è facilissimo trovare siti che la pensino come te, non importa quanto fuori di testa siano le tue idee.
Magari sarà anche efficace come cosa, però non è certamente efficiente.
http://www.guardian.co.uk/technology/20 ... CMP=twt_gu
Ad ogni modo, la gente che cambia idea su internet riguardo qualche cosa è una percentuale infinitesima, tanto più che è facilissimo trovare siti che la pensino come te, non importa quanto fuori di testa siano le tue idee.
Magari sarà anche efficace come cosa, però non è certamente efficiente.
- $Alemania$
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Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
Agent Of Chaos ha scritto:Hah, cambiano i metodi... ma è una storia vecchia quanto il mondo.
Opportunisti... che cercano di controllare i loro piccoli mondi. È... patetico.
Che si sbranino per le loro propagande ancora per un pò... tra non molto spariranno, tutti. E prevarrà soltanto una cosa... il Caos.
Certo, certo....

Re: E pensare che una volta i fake erano roba per bimbiminki
basta saper controbattere con le armi giuste...una faccinaverde qui, un baboden lì, un rude valderrama di là e i fake governativi sarebbero sistemati 
non passa il fake straniero...zanzan!


non passa il fake straniero...zanzan!
