Io sono piuttosto divertito dall'idea che si dia per assodata questa svolta come se fosse un prodromo del
revival di JeriKO, premessa su cui si basa la denigrazioni a priori. Qual è la base di questa affermazione?
Escluso il finale del segmento con la vicendevole celebrazione, non riesco a trovare somiglianze.
Denigrazione gratuita a parte, l'argomento è
RobLP ha scritto:Una storia in cui un tipo ha sempre lottato contro un altro e ne è stato la nemesi, cercando anche di salvare altri da questa nemesi, e poi si allea con lui per gli stessi esatti motivi per cui lo stava combattendo, è una storia che implode su se stessa e non ha più motivo di esistere.
Ovvero:
«Il turn di Sami Zayn non ha senso perché
1 - contraddice tutto ciò che è stato il personaggio fino ad ora,
2 - è motivato dalle istanze di cui il personaggio fino a quel momento era l'oppositore per antonomasia».
Insomma, il senso dell'evoluzione del personaggio è determinato da cos'era il personaggio prima del turn in un rapporto di mera continuità di atti e ragioni. Ma da quale turn potremmo attenderci che un personaggio rimanga coerente con tutto ciò che è stato fino a quel momento? E' questa una contraddizione in termini. Quest'idea è incomprensibile, proviene dall'assioma che il turn di Sami Zayn non ha senso in assoluto e che, in quanto face "definitivo" (ma sempre in potenza e mai di fatto, underdog e tutto quello che volete...), non può cadere in contraddizione. Ma il senso della storia è il riconoscimento del fallimento su tutta la linea, in atti e ragioni. La contraddizione ne è il motore.
La scrittura in cosa difetta? Nel mettere in evidenza esattamente ciò che si propone?
Da una storia in cui il protagonista sembrava Shane McMahon e l'antagonista KO, emerge uno Zayn che (ricostruendo retroattivamente, si capisce, ma grazie a spazi lasciati sapientemente e scovati con insolito acume) si rende conto che il cavallo su cui aveva puntato, Shane, quello che gli aveva promesso di dargli modo di mostrare che aveva ragione a porsi contro tutto quello che KO rappresentava, quello da cui aveva aspettato pazientemente la propria opportunità, in realtà non era spinto dalle sue stesse motivazioni, ma motivazioni in ultimo identiche a quelle di KO. Prevaricazione gratuita di cui Sami era stato per primo la vittima silente, ora Shane si mostrava anteponendo alla vittoria e alla rivalsa per merito la cruda vendetta finalizzata a fare del male attraverso gesti egomaniacali. Bene, se perfino Shane, che si era posto come il protettore delle istanze meritocratiche di Sami senza averle mai concretizzate, lui che aveva il potere di farlo in realtà si mostra orientato dalla stessa logica di Owens, che senso può aver avuto per Sami perseverare così a lungo sulla propria linea?
Sono tutte cose che ha spiegato con una semplicità, ribadisco, disarmante che non può essere tacciata di mancanza di credibilità. I singoli episodi si mettevano in fila tratteggiando un quadro assolutamente consistente.
A questo s'intreccia il tema dell'insopprimibile sentimento fraterno nonostante tutto, che magari scopriremo essere un pretesto per scavalcare Owens con le sue stessi armi, o per rientrare in una dimensione più vicina a quella iniziale mettendo l'eterno fratello e nemico fuori gioco "sotto copertura" (come dice MACHKA, seguendo piuttosto la linea di Orton-Wyatt).
E' un gioco di contraddizioni reali e apparenti, di dissonanze, che si concentrano sulla sfera del personaggio, non nella dinamica della storia. E' un gioco che continueranno a proporre, perché è difficile pensare che Zayn non dovrà convivere con ciò che è stato fino a quel momento, vivrà della contraddizione. A noi interessa poco o nulla che Sami abbia ragione a credere che Shane si sia dimostrato la sua antitesi esattamente come Owens, a noi interessa come è arrivato a questa conclusione e cosa questa conclusione abbia determinato in termini di narrazione.
Dire che non ha senso è insostenibile.
Il suo senso è esattamente il controsenso di quello che abbiamo visto finora di Sami Zayn, il senso è acquistato dalla contraddizione di ciò che era prima. Può piacervi o meno la soluzione, si può certamente criticare sul come ci si sia arrivati, ma il senso rimane. Ed è tutto meno che fragile.