Giant92 ha scritto:
Ma anche se avesse creduto totalmente nel suo operato senza doppi fini, era comunque un fottuto inquisitore estremista, ultra reazionario e capo di una setta di esaltati, non si può minimamente considerare positivo un personaggio del genere, ed infatti è stato odiato dal pubblico praticamente all'unanimità(mentre gente che ha fatto cose ben peggiori come Ramsey, Ditocorto e Cersei hanno una buona fetta di fan, me compreso per gli ultimi due).
Concordo ovviamente con l'ultima frase comunque.
Veramente ho detto l'opposto, lui davvero operava in modo "disinteressato", non aveva mire politiche, viziose, economiche o altro, credeva in ciò che faceva come un padre magari schiaffeggia il figlio (facendogli in apparenza un torto) non perchè abbia piacere sadico nel farlo (tanti erroneamente pensano che l'a.p goda nell'elargire le sue "punizioni") ma perchè pensa che con quegli schiaffi il figlio diventi, in futuro, una persona migliore.
Il pubblico lo avversa perchè il pubblico in genere si identifica più con i "cattivi" che con i buoni o meglio, accetta un cattivo che faccia "cose cattive" per perseguire il male ma non il buono che talvolta deve sporcarsi le mani facendo "cose cattive" sebbene lo faccia per perseguire il bene.
Mi spiego meglio: l'alto passero di certo rappresenta un tipo di fede cieca e "violenta" ma ci sono dei gran distinguo da fare e per farlo bisogna partire dal fatto che noi giudichiamo conoscendo i fatti in quanto lettori/spettatori del telefilm.
Si parte dal concetto di bene e male: talvolta il bene si manifesta tramite azioni che a livello teorico di buono non hanno nulla, prendiamo ad esempio le condanne a morte.
Uccidere è qualcosa che tecnicamente appartiene alla sfera delle "brutte azioni" ma il contesto fa si che un'uccisione possa essere considerata "gesto di giustizia, pertanto di bene" o il suo contrario.
La morte di Ned è una morte ingiusta perchè noi sappiamo che il condannato è un buono ingiustamente incriminato di colpe non commesse mentre il "boia" (tecnicamente l'esecutore non è Jeoffrey) è la quint'essenza della malvagità.
Se invece prendiamo ad esempio la morte di Janos Slynt, il boia (Jon) incarna la giustizia ed il bene mentre il condannato è effettivamente un uomo abietto e colpevole.
L'Alto Passero umilia tutti senza distinzioni, basti pensare che il suo "biglietto da visita", la prima cosa eclatante con cui fa il suo ingresso in scena è "condannare" un altro septon...un suo pari che ha perso la retta via e pertanto viene spogliato ed umiliato.
Questo dimostra che lui realmente non guarda in faccia a nessuno.
Contestualizzando tutto alla morale "medievale" (da cui trae ispirazione Martin) ci sta che ad esempio le inclinazioni sessuali non inclini alla loro natura procreatrice fossero visti come peccaminosi ma lui condanna anche rapporti eterosessuali se di matrice "malata e/o immorale" (l'incesto o i rapporti extraconiugali).
L'errore secondo me è giudicare con la morale "libera" e spesso e volentieri "poco incline alla disciplina ed alla moderazione" dei giorni nostri qualcosa che va visto con gli occhi (e la morale e le convinzioni vigenti) dell'epoca narrata.
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La cosa indicativa (ma ci sarebbe da aprire un enorme dibatitto) è proprio questa, come mai la persona comune al giorno d'oggi, per estremizzare, empatizzi più con peronaggi totalmente cattivi che vogliono perseguire il male rispetto a personaggi magari estremi che però in cuor loro sono certi di operare per il bene (a modo suo un altro esempio simile all'alto passero è Stannis, capace di grandi atrocità ma per un fine superiore e non per le sue mire personali, grette e meschine, a differenza di una Cersei o un Ditocorto).
L'Alto Passero è equo con tutti (i cattivi in genere vessano il popolo, gli ultimi, i deboli, per lui sono tutti uguali, non applica la legge a seconda del ceto sociale dell'imputato), il suo "non applicare 2 pesi e 2 misure" a seconda del ceto sociale dei condannati, lo pone su un piano di giustizia superiore a tutti gli altri, amministrare la giustizia (sempre veicolata, ricordiamolo nuovamente, alle convinzioni etico/morali dell'epoca) su ogni essere umano allo stesso modo, il camminare nudi, senza abiti (che tradiscono il ceto sociale di appartenenza) significa proprio questo, ricondurre ogni persona a ciò che realmente è: un individuo come tutti gli altri senza alcun elemento che possa identificarlo come "migliore" o "peggiore".
Poi sta a noi spettatori/lettori (a conoscenza delle azioni dei personaggi in questione) decidere se la "brutale giustizia" (che sia un'umiliante camminata nudi o un'esecuzione) sia applicata verso un innocente o un colpevole.
Chiarisco, non sto assolutamente dicendo che l'alto passero perseguisse il bene nel modo più pio e caritatevole possibile ma la vita moderna (che ci fa guardare con orrore, giustamente, agli estremismi religiosi che sfociano nella più cieca violenza e di cui esempio più immediato sono i kamikaze arabi) ha distorto, forse, la nostra capacità di soppesare in modo giusto vizi e virtù della gente e, in presenza di azioni sbagliate, considerare più gravi quelle fatte per interesse personale perseguendo un tornaconto personale rispetto a quelle fatte per un ideale ben amministrato (nel senso di non fare sconti e preferenze a nessuno) religioso...perchè alla fine, con "i passeri", se conducevi una vita morigerata, tranquilla, senza nuocere a nessuno e senza macchiarti di empietà varie potevi campare sereno 1000 anni che non ti sarebbe stato fatto alcun male...il tuo vivere una vita morigerata, tranquilla e senza nuocere al prossimo ti terrebbe automaticamente al sicuro dalla folle malvagità di una Cersei? Io non credo proprio.
Ecco, questo è secondo me il ragionamento da fare, la cosa "triste", ripeto, è che si guarda con più simpatia ad un padre sadico che picchia il figlio perchè semplicemente gode ad infliggere dolore, prova piacere nel sentirsi "potente" nel mettere sotto qualcuno più debole ecc. rispetto ad un padre che, senza divertimento alcuno ma a malincuore, picchia anch'egli il figlio ma solo perchè convinto di impartirgli qualcosa di buono e virtuoso (l'educazione).
Spesso sono i fini a conferire (o meno) la nobiltà alle azioni.
*Tu parli di inquisizione medievale e il culto dei 7 in parte penso tragga ispirazione proprio da quella istituzione.
Ai tempi dell'inquisizione c'erano di sicuro dei sadici e violenti uomini di Chiesa che godevano nell'infliggere dolore, torture e morte nascondendosi dietro la motivazione religiosa ma ce n'erano anche altri che erano convinti che ciò che facevano era qualcosa di giusto e non traevano piacere nell'applicare torture, pene ed affini ai peccatori.
Io non equiparerei mai, da un punto di vista morale, l'inquisitore sadico (che magari nemmeno crede al Dio che dice di servire applicando le norme del Sant'Uffizio ma che in quel Dio ha trovato un'ottima scusa per saziare la sua malata vena sadica) con quello che, pur applicando le stesse norme, non ne traeva alcun piacere ma lo faceva seriamente convinto nell'animo di fare una cosa non bella ma necessaria.
La storia tende a fare di tutta l'erba un fascio (ed il fascio, in questo caso, è quello di vedere tutto in chiave negativa) ma dal momento che non abbiamo l'anello al naso possiamo da noi aprire quel fascio e separare l'erba marcia da quella sana.