Greg Valentine ha scritto:
ma a contribuire a quell'influenza dal basso Bryan non fu certo il solo, Joe, Punk, AJ, Daniels, Ki, Nigel, Aries, Briscoes, gli stessi attuali Rollins, Cesaro e Zayn dove li mettiamo? Bryan fu solo il simbolo (e gli stessi AJ e Joe non furono certo da meno), ma dire che il suo avvento in WWE ha cambiato sostanzialmente le cose è una verità moooolto pompata. Anzi, in un certo senso in WWE Punk è stato un apripista anche maggiore.
E su Thesz, per quanto abbia capito cosa volessi intendere, non riesco sinceramente a trovarci dei punti in comune anche dinanzi alla considerazione (già fatta) che Bryan non ha sostanzialmente inventato nulla (come praticamente il 99% dei wrestler, forse escluso proprio l'ungherese) ma ne è semplicemente stato uno straordinario interprete.
Be', ma che ci siano altri che hanno contribuito è palese. Altrettanto palese che siano tutti comprimari di un Bryan colonna portante. Meno forse Joe, Nigel (comunque successivo e affermato) e Punk, che sono comunque un gradino sotto in quanto a iconicità, un po' perché Bryan è rimasto otto anni in ROH, un po' perché si è sempre espresso al massimo livello in maniera costante. Joe, Punk e Nigel, soprattutto, dopo aver dimostrato di avere l'"it factor" sono stati subito presi all'amo da WWE e TNA; diversamente da Bryan che veniva osannato dalla critica e restava "il" ROH.
Ciò detto, è facile inquadrare il Bryan in ROH come letteralmente la ROH stessa: incarna un messaggio, una tipologia di prodotto, una bandiera. Ecco perché è l'elemento cardine del movimento indipendente, ecco perché non puoi dire "Era of Honor" senza dire Bryan.
Hai letteralmente il modello di quel tipo di wrestling che rifiuta ciò che ha reso il wrestling popolare per le masse e vira in tutt'altra direzione (Punk aveva, inutile dirlo, elementi che si prestavano bene al panorama major - al contrario di Bryan - e difatti ha raccolto molto di più).
Comunque, Bryan Danielson è sicuramente l'elemento cardine, il modello più puro di una nuova ondata creativa nata dalle macerie delle major non WWF/E. Questo si limita alla scena indipendente, che non vorrebbe essere "popolare" nell'accezione major-populista e che dovrebbe essere quindi, in pura teoria, una realtà circoscritta a sé.
Poi però non lo è nemmeno volendolo.
Come dico spesso, trovo più importante il fatto che la WWE abbia cercato di riproporre un "modello ROH" (nella natura di palcoscenico semi-indipendente quale NXT: wrestler talentuosi non WWE, spesso non brutalmente "reimpacchettati" dalla WWE) - rispetto alla carriera di Bryan in sé e per sé, che in WWE è praticamente senza guizzi a parte lo "Yes Movement" e i tre mesi del 2014... ciò senza stare a puntualizzare che lo "Yes Movement" era nato, appunto, perché la carriera di Bryan era sempre rimasta in stallo.
Il paragone con Thesz è un sincretismo di "iconicità più stile": la NWA è stata fondata nel '48 e Thesz ne è stato sia l'uomo-simbolo fino ai '60, sia uno che ha apportato innovazioni di stile (a proposito, consiglio
vivamente a tutti di leggere "Hooker", è la storia di Thesz e un bellissimo spaccato della storia dell'evoluzione del wrestling nord-americano).