Ti riporto le mie impressioni dal vecchio topic:TessFlockers ha scritto:Durante le vacanze ho giocato e finito The Evil Within. A me è piaciuto, ma ho letto in giro tanti commenti negativi riguardo alla poca chiarezza del finale, e in generale anche dell'intera storia. Chi di voi l'ha giocato, cosa ne pensa??
Comunque, dovrebbe uscire tra poco un DLC dove si utilizza Julie Kidman, che dovrebbe chiarire alcuni punti oscuri della trama.Backbone Crusher ha scritto:Finito The Evil Within, dopo ben 16 ore di gioco.
In molti annusavano il fallimento dopo i primi video, beh, c'è da dire che Mikami ha buttato giù materiale più che sufficiente per prenderli a schiaffi in faccia.
Sembra cominciare come un classico horror action, ma più si avanza e più si entra in un mondo surreale e, per certi versi onirico, dove tutto si annulla e perde la connotazione di vero o finto. Mikami si diverte a citare e omaggiare, mischiando tra loro non solo elementi del survival horror degli ultimi 15 anni, ma anche richiami a situazioni e immagini emblematiche che hanno caratterizzato l'horror cinematografico sia occidentale che orientale.
Intendiamoci: il gioco non fa paura, onestamente non credo fosse nemmeno questo l'obiettivo ultimo. Ma ci sono elementi e accorgimenti che creano nel giocatore un senso di inquietudine, di abbandono a se stessi, di presa coscienza che ogni momento e ogni singola situazione possono risultare fatali se non si compiono le scelte giuste. Le munizioni sono risicate, diversi nemici mostrano una resistenza notevole, segno che la scelta della strategia è vitale per poterli eliminare, cercando al contempo di risparmiare risorse e proiettili. Alcune di queste situazioni, purtroppo, risultano essere troppo vicine l'una all'altra, costringendo a ripetere la sezione per poter avere successo e questo fattore potrebbe far montare una certa frustrazione.
Dal punto di vista del gameplay in se, niente di nuovo o innovativo: per certi versi, siamo molto vicini ad un The Last Of Us, con la differenza che qui l'aspetto stealth gioca un ruolo di minore importanza rispetto al titolo Naughty Dog. Ci sono però alcuni spunti che contribuiscono ad alimentare la già citata inquietudine nel giocatore, oltre ai pochi proiettili e nemici resistenti, menzione per la barra dello scatto la quale, una volta esaurita, costringe il protagonista a fermarsi per riprendere fiato, lasciandolo al tempo stesso vulnerabile all'attacco dei nemici. Considerando che diverse volte si è costretti alla fuga e che i nemici non sono affatto lenti, questo fattore a mio avviso da quel qualcosa in più al gioco. Oltre a ciò, qualche piccolo enigma qua e la, ma niente degno di nota o da ricordare.
La trama regge, pur inciampando in alcuni punti tiene incollati fino alla fine per scoprire la verità su questo bizzarro e malato viaggio intrapreso da Castellanos e dai suoi colleghi. Il finale è quanto di più ambiguo ci possa essere, su internet stanno emergendo decine di teorie su cosa possa significare, sintomo di come la storia abbia colpito e sia aperta a qualsiasi interpretazione.
Visivamente è superbo, non parlo di grafica (chiaramente cross gen), ma di quel gioco di luci ed ombre, dell'aspetto dei mostri altamente disturbato, del cambio di inquadrature azzeccatissimo e di ambienti che creano un senso costante di contorto e corrotto: l'ospedale psichiatrico, il villaggio, la metropolitana, la città in rovina, la stanza degli esperimenti dove Castellanos fa spesso ritorno, la villa, la fattoria. Strutture e ambienti che non fanno paura, ma generano strane sensazioni, permeate da un'iniezione di desolazione e pazzia.
In conclusione, non stiamo parlando di un gioco rivoluzionario, Mikami probabilmente non ci ha dato il nuovo "gold standard" del survival horror, ma è senza dubbio un ottimo punto di partenza per riportare alla ribalta un genere che ha subito un ridimensionamento sempre più evidente, con qualche titolo ogni tanto in grado di riportarlo un attimo a galla. Se avete giocato a tutti i classici del genere e siete appassionati di horror, vi consiglio di darci un'occhiata e/o di giocarlo: le chicche contenute nel gioco vi faranno sicuramente sorridere.
Lungo, impegnativo e ispirato, The Evil Within è un gioco che merita attenzione, pur non essendo il top ha tutte le carte in regola per poter dire la sua e spiccare grazie alla sua insolita e malsana vena di follia.