purtroppo Ribery e C.Ronaldo non possiedono tv, giornali e uno stuolo di servi pronti ad influenzare l'opinione pubblicaHollywood83 ha scritto:ah beh....con Ribery che è successo alla fine? lo hanno sputtanato e massacrato mediaticamente, forse pure qualche giorno in galera? comunque si tempo qualche giorno se il rumor prende piede andrà così
Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minorile
Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
- james_mcfadden
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Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
era solo invidioso di quel comunistaccio di chavez che con la campbell ha avuto una relazionedead man drinking ha scritto:MILANO - «Silvio Berlusconi durante una cena ufficiale tra leader mondiali ha chiesto a Naomi Campbell il suo cellulare». Lo dice Sarah Brown, moglie dell'ex premier britannico Gordon Brown, nell'anticipazione, pubblicata oggi dal quotidiano «Daily Mail», della sua autobiografia di prossima uscita in Gran Bretagna. La signora Brown riferisce di aver raccontato l'episodio alla scrittrice J. K. Rowling (l'autrice di Harry Potter) ma di non ricordare precisamente quando l'episodio è avvenuto. Naomi Campbell occorre ricordare partecipò ad una cena con tutti i leader del G-20, nel 2009 a Londra.
naomi first lady!!!! alla faccia di carla bruni

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Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
KaiserSp ha scritto:
purtroppo Ribery e C.Ronaldo non possiedono tv, giornali e uno stuolo di servi pronti ad influenzare l'opinione pubblica
ah quindi lo condanniamo solo x questo..mentre ribery e cr no... ah ok

Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
scusa, piccolo genio, non mi pare che i due suddetti calciatori siano importanti politici. sono due tizi che fanno i soldi calciando un pallone (nobilissima arte, eh), non influenzano le nostre vite. cmq ti saluto con un bel w la fica umida.Mizar the game ha scritto:
ah quindi lo condanniamo solo x questo..mentre ribery e cr no... ah ok
Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
Mizar the game ha scritto:
ah quindi lo condanniamo solo x questo..mentre ribery e cr no... ah ok
solo.....
interessante il tuo livello di moralità.
comunque una parola che a te non dirà nulla si aggiunge a "solo questo"... concussione.
Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
Intanto la signorina Ruby fa cariera internazionale.... sara l'ospite d'onore al annuale Wiener Opernball al posto di Bo Derek..... 

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Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
expo puttane + 4.9% ottimo+T-REX+ ha scritto:Intanto la signorina Ruby fa cariera internazionale.... sara l'ospite d'onore al annuale Wiener Opernball al posto di Bo Derek.....

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Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
ROMA - Fare (o sfuggire) il processo Rubygate. Di questo, per lunghe ore, si è ragionato ad Arcore. Berlusconi, spinto da Ghedini, è tentato dalla "guerra totale", dallo scontro "nel processo", dalla voglia di trasformare le udienze milanesi in una ribalta, soprattutto in vista delle amministrative di maggio, in cui ricostruire la sua versione dei fatti - "Per me Ruby era maggiorenne", "Non mi sono macchiato di alcuna concussione facendo quella telefonata" - sfruttando i media per dimostrare che i giudici "sono solo dei comunisti" e che questo nuovo processo "è un complotto". Contemporaneamente, scatenare la guerra ai giudici con la riforma della giustizia, la legge bavaglio sulle intercettazioni, il processo breve con dentro la prescrizione breve. Le toghe faranno sciopero? "E noi andremo avanti lo stesso".
È tentato il Cavaliere. E Niccolò Ghedini, l'avvocato che è sempre accanto a lui tra Roma e Arcore, che ha un cellulare dove chiama e riceve solo le chiamate di Berlusconi, sponsorizza la linea. In queste ore sta scorrendo velocemente i 22 faldoni dell'inchiesta e chi ha parlato con lui gli ha sentito dire che "fare quel processo è conveniente perché dalle carte emerge una posizione del premier del tutto robusta". La sua idea è che si debba arrivare al 6 aprile, il primo giorno dell'udienza, si debba far partire il dibattimento, si debba sollevare lì, in aula, una questione di competenza "grande come una casa",
perché la procura di Milano non era competente a fare questo processo, che invece doveva essere trasferire "almeno per un giorno" al tribunale dei ministri. "La procura non l'ha fatto? Si porterà dietro questa nullità fino alla fine. E alla fine avremo ragione noi".
La via giuridica è questa. Discussa anche nel vertice tra i legali del premier. "Tutto il resto è politica". Le mosse devono essere funzionali al disegno di fare il processo. Su questo si deciderà se optare per il conflitto di attribuzione alla Consulta o la delibera votata dalla Camera sull'improcedibilità. Le due strade sono tuttora in piedi. Anche se ieri, dopo i contatti con Arcore, tornavano a salire le chance del conflitto di attribuzione, a scapito di quell'ibrido giuridico che è la delibera di improcedibilità. Sulla quale però Ghedini non ha dubbi, forte, dal suo punto di vista, di quello che è accaduto per Roberto Castelli e per Altero Matteoli, i "suoi" due precedenti. Il Senato per Castelli (di cui lui era avvocato), la Camera per Matteoli (difeso da Giuseppe Consolo, quello del lodo Consolo) hanno votato due delibere in cui hanno imposto ai magistrati di chiudere il processo, stabilendo che non concedevano l'autorizzazione per un reato di natura ministeriale.
In questi giorni, Ghedini porta sempre con sé nella borsa la sentenza di Giuseppe Frigo - il giudice della Consulta che lui stesso ha suggerito come componente della Corte, ma poi eletto con voto bipartisan - in cui a proposito di Matteoli si legge: "All'organo parlamentare non può essere sottratta una propria, autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine, né tantomeno, ove non condivida la conclusione negativa espressa dal tribunale dei ministri, la possibilità di sollevare un conflitto di attribuzione, assumendo di essere stata menomata della potestà riconosciuta dall'articolo 96 della Costituzione". Ghedini la interpreta in modo secco, le Camere decidono sulla ministerialità dei reati, anche nel caso di Berlusconi. I giuristi non sono d'accordo, lasciando al Parlamento "solo" il potere del conflitto.
Come muoversi allora, se prevale la voglia di fare i processi? Il quesito è determinante perché nei conciliaboli di Arcore ci si è convinti che il conflitto di attribuzione lascerebbe i giudici liberi di proseguire col processo fino alla sentenza. Mentre la delibera di improcedibilità lo bloccherebbe. Col rischio di vedere poi ricongiunto il dibattimento di Berlusconi con quello Minetti-Mora-Fede e gettare il Cavaliere nel tritacarne delle testimonianze delle ragazze dell'Olgettina. Ghedini è attendista. Vuole andare in udienza. E poi, se le cose dovessero mettersi male, chiedere che le vie si perseguano entrambe. Prima la delibera e poi il conflitto.
(22 febbraio 2011)
È tentato il Cavaliere. E Niccolò Ghedini, l'avvocato che è sempre accanto a lui tra Roma e Arcore, che ha un cellulare dove chiama e riceve solo le chiamate di Berlusconi, sponsorizza la linea. In queste ore sta scorrendo velocemente i 22 faldoni dell'inchiesta e chi ha parlato con lui gli ha sentito dire che "fare quel processo è conveniente perché dalle carte emerge una posizione del premier del tutto robusta". La sua idea è che si debba arrivare al 6 aprile, il primo giorno dell'udienza, si debba far partire il dibattimento, si debba sollevare lì, in aula, una questione di competenza "grande come una casa",
perché la procura di Milano non era competente a fare questo processo, che invece doveva essere trasferire "almeno per un giorno" al tribunale dei ministri. "La procura non l'ha fatto? Si porterà dietro questa nullità fino alla fine. E alla fine avremo ragione noi".
La via giuridica è questa. Discussa anche nel vertice tra i legali del premier. "Tutto il resto è politica". Le mosse devono essere funzionali al disegno di fare il processo. Su questo si deciderà se optare per il conflitto di attribuzione alla Consulta o la delibera votata dalla Camera sull'improcedibilità. Le due strade sono tuttora in piedi. Anche se ieri, dopo i contatti con Arcore, tornavano a salire le chance del conflitto di attribuzione, a scapito di quell'ibrido giuridico che è la delibera di improcedibilità. Sulla quale però Ghedini non ha dubbi, forte, dal suo punto di vista, di quello che è accaduto per Roberto Castelli e per Altero Matteoli, i "suoi" due precedenti. Il Senato per Castelli (di cui lui era avvocato), la Camera per Matteoli (difeso da Giuseppe Consolo, quello del lodo Consolo) hanno votato due delibere in cui hanno imposto ai magistrati di chiudere il processo, stabilendo che non concedevano l'autorizzazione per un reato di natura ministeriale.
In questi giorni, Ghedini porta sempre con sé nella borsa la sentenza di Giuseppe Frigo - il giudice della Consulta che lui stesso ha suggerito come componente della Corte, ma poi eletto con voto bipartisan - in cui a proposito di Matteoli si legge: "All'organo parlamentare non può essere sottratta una propria, autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine, né tantomeno, ove non condivida la conclusione negativa espressa dal tribunale dei ministri, la possibilità di sollevare un conflitto di attribuzione, assumendo di essere stata menomata della potestà riconosciuta dall'articolo 96 della Costituzione". Ghedini la interpreta in modo secco, le Camere decidono sulla ministerialità dei reati, anche nel caso di Berlusconi. I giuristi non sono d'accordo, lasciando al Parlamento "solo" il potere del conflitto.
Come muoversi allora, se prevale la voglia di fare i processi? Il quesito è determinante perché nei conciliaboli di Arcore ci si è convinti che il conflitto di attribuzione lascerebbe i giudici liberi di proseguire col processo fino alla sentenza. Mentre la delibera di improcedibilità lo bloccherebbe. Col rischio di vedere poi ricongiunto il dibattimento di Berlusconi con quello Minetti-Mora-Fede e gettare il Cavaliere nel tritacarne delle testimonianze delle ragazze dell'Olgettina. Ghedini è attendista. Vuole andare in udienza. E poi, se le cose dovessero mettersi male, chiedere che le vie si perseguano entrambe. Prima la delibera e poi il conflitto.
(22 febbraio 2011)
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Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
il primo paragrafo sa di film già visto ed in passato quell'atteggiamento ha funzionato e pure alla grande.....che roba tristedead man drinking ha scritto:ROMA - Fare (o sfuggire) il processo Rubygate. Di questo, per lunghe ore, si è ragionato ad Arcore. Berlusconi, spinto da Ghedini, è tentato dalla "guerra totale", dallo scontro "nel processo", dalla voglia di trasformare le udienze milanesi in una ribalta, soprattutto in vista delle amministrative di maggio, in cui ricostruire la sua versione dei fatti - "Per me Ruby era maggiorenne", "Non mi sono macchiato di alcuna concussione facendo quella telefonata" - sfruttando i media per dimostrare che i giudici "sono solo dei comunisti" e che questo nuovo processo "è un complotto". Contemporaneamente, scatenare la guerra ai giudici con la riforma della giustizia, la legge bavaglio sulle intercettazioni, il processo breve con dentro la prescrizione breve. Le toghe faranno sciopero? "E noi andremo avanti lo stesso".
È tentato il Cavaliere. E Niccolò Ghedini, l'avvocato che è sempre accanto a lui tra Roma e Arcore, che ha un cellulare dove chiama e riceve solo le chiamate di Berlusconi, sponsorizza la linea. In queste ore sta scorrendo velocemente i 22 faldoni dell'inchiesta e chi ha parlato con lui gli ha sentito dire che "fare quel processo è conveniente perché dalle carte emerge una posizione del premier del tutto robusta". La sua idea è che si debba arrivare al 6 aprile, il primo giorno dell'udienza, si debba far partire il dibattimento, si debba sollevare lì, in aula, una questione di competenza "grande come una casa",
perché la procura di Milano non era competente a fare questo processo, che invece doveva essere trasferire "almeno per un giorno" al tribunale dei ministri. "La procura non l'ha fatto? Si porterà dietro questa nullità fino alla fine. E alla fine avremo ragione noi".
La via giuridica è questa. Discussa anche nel vertice tra i legali del premier. "Tutto il resto è politica". Le mosse devono essere funzionali al disegno di fare il processo. Su questo si deciderà se optare per il conflitto di attribuzione alla Consulta o la delibera votata dalla Camera sull'improcedibilità. Le due strade sono tuttora in piedi. Anche se ieri, dopo i contatti con Arcore, tornavano a salire le chance del conflitto di attribuzione, a scapito di quell'ibrido giuridico che è la delibera di improcedibilità. Sulla quale però Ghedini non ha dubbi, forte, dal suo punto di vista, di quello che è accaduto per Roberto Castelli e per Altero Matteoli, i "suoi" due precedenti. Il Senato per Castelli (di cui lui era avvocato), la Camera per Matteoli (difeso da Giuseppe Consolo, quello del lodo Consolo) hanno votato due delibere in cui hanno imposto ai magistrati di chiudere il processo, stabilendo che non concedevano l'autorizzazione per un reato di natura ministeriale.
In questi giorni, Ghedini porta sempre con sé nella borsa la sentenza di Giuseppe Frigo - il giudice della Consulta che lui stesso ha suggerito come componente della Corte, ma poi eletto con voto bipartisan - in cui a proposito di Matteoli si legge: "All'organo parlamentare non può essere sottratta una propria, autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine, né tantomeno, ove non condivida la conclusione negativa espressa dal tribunale dei ministri, la possibilità di sollevare un conflitto di attribuzione, assumendo di essere stata menomata della potestà riconosciuta dall'articolo 96 della Costituzione". Ghedini la interpreta in modo secco, le Camere decidono sulla ministerialità dei reati, anche nel caso di Berlusconi. I giuristi non sono d'accordo, lasciando al Parlamento "solo" il potere del conflitto.
Come muoversi allora, se prevale la voglia di fare i processi? Il quesito è determinante perché nei conciliaboli di Arcore ci si è convinti che il conflitto di attribuzione lascerebbe i giudici liberi di proseguire col processo fino alla sentenza. Mentre la delibera di improcedibilità lo bloccherebbe. Col rischio di vedere poi ricongiunto il dibattimento di Berlusconi con quello Minetti-Mora-Fede e gettare il Cavaliere nel tritacarne delle testimonianze delle ragazze dell'Olgettina. Ghedini è attendista. Vuole andare in udienza. E poi, se le cose dovessero mettersi male, chiedere che le vie si perseguano entrambe. Prima la delibera e poi il conflitto.
(22 febbraio 2011)
Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
Si parla moltissimo di Libia ovviamente ma oggi son successe queste cose:
Milleproroghe, ira di Napolitano "Eluso il controllo del Quirinale il dl non diventi una Finanziaria" Napolitano: "Vizi d'incostituzionalità"
Immunità, il no della Lega "Siamo contrari a farla tornare"
Milleproroghe, ira di Napolitano "Eluso il controllo del Quirinale il dl non diventi una Finanziaria" Napolitano: "Vizi d'incostituzionalità"
Immunità, il no della Lega "Siamo contrari a farla tornare"
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Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
MILANO - Oltre 280.000 euro spesi dal presidente del Consiglio per regalare almeno 13 automobili ad altrettante ragazze, alcune delle quali indicate dalla Procura come prostituitesi con il premier nella sua residenza di Arcore. «Meno male che Silvio c'è», o meglio che ci sono i suoi bonifici e gli assegni circolari emessi dall'amministratore del suo patrimonio personale, Giuseppe Spinelli: meno male non solo per le beneficiate, ma paradossalmente anche per i pm, perché, se dovessero invece basarsi solo sull'attendibilità intrinseca di Ruby, avrebbero non pochi problemi. Ma poco alla volta le indicazioni della ragazza marocchina - ospite di Arcore da minorenne almeno 7 notti nel 2010 e al telefono con il premier 67 volte in due mesi e mezzo, come testimoniano i muti tabulati telefonici -, stanno trovando, in mezzo a non poche smentite, una qualche indiretta conferma anche quando in partenza non sono proprio oro zecchino. Così, ad esempio, in uno dei suoi confusi verbali estivi, Ruby aveva attribuito al premier la «promessa di una Audi R8 in regalo che aveva già acquistato per me e mi fece vedere nella terza serata» ad Arcore.
Adesso, dalle verifiche degli inquirenti che dalle intercettazioni già avevano afferrato l'esistenza di qualche auto regalata a ragazze già retribuite con contanti e gioielli e affitti di appartamenti, emerge una prassi ricorrente. Due vetture, comprate in una concessionaria di Monza, entrambe Mini One intestate ad altrettante ragazze, risultano acquistate direttamente da bonifici aventi «Silvio Berlusconi» come ordinante presso il Monte dei Paschi di Siena. Altre quattro Mini, cinque Mercedes Smart Fortwo e una cabriolet Volkswagen New Beetle appaiono intestate a ragazze ma sono state pagate con assegni circolari emessi con soldi provenienti da conti della Banca Popolare di Sondrio nella disponibilità del «tesoriere» del portafoglio del premier, Spinelli.
Quasi sempre si tratta di valori intorno ai 20-24.000 euro, talvolta «solo» 12.000 euro. Ma c'è anche una Land Rover da 70.000 euro, intestata a una ragazza, sebbene pagata da Spinelli. Totale: intorno ai 280.000 euro. Più altre due auto, una Honda Jazz e una Mini, pagate in contanti dalle ragazze. E una Mini di cui mancano le carte per una sfortunata coincidenza: i titolari della concessionaria cagliaritana che la vendettero sono stati nel frattempo arrestati per un traffico di auto di lusso vendute senza Iva a vip e sportivi.
Adesso, dalle verifiche degli inquirenti che dalle intercettazioni già avevano afferrato l'esistenza di qualche auto regalata a ragazze già retribuite con contanti e gioielli e affitti di appartamenti, emerge una prassi ricorrente. Due vetture, comprate in una concessionaria di Monza, entrambe Mini One intestate ad altrettante ragazze, risultano acquistate direttamente da bonifici aventi «Silvio Berlusconi» come ordinante presso il Monte dei Paschi di Siena. Altre quattro Mini, cinque Mercedes Smart Fortwo e una cabriolet Volkswagen New Beetle appaiono intestate a ragazze ma sono state pagate con assegni circolari emessi con soldi provenienti da conti della Banca Popolare di Sondrio nella disponibilità del «tesoriere» del portafoglio del premier, Spinelli.
Quasi sempre si tratta di valori intorno ai 20-24.000 euro, talvolta «solo» 12.000 euro. Ma c'è anche una Land Rover da 70.000 euro, intestata a una ragazza, sebbene pagata da Spinelli. Totale: intorno ai 280.000 euro. Più altre due auto, una Honda Jazz e una Mini, pagate in contanti dalle ragazze. E una Mini di cui mancano le carte per una sfortunata coincidenza: i titolari della concessionaria cagliaritana che la vendettero sono stati nel frattempo arrestati per un traffico di auto di lusso vendute senza Iva a vip e sportivi.
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Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
MILANO - Silvio Berlusconi non ha un telefonino. A rivelarlo è stato proprio il premier, parlando a un incontro del Pdl per la presentazione dello sportello per gli Italiani a Palazzo Reale a Milano. «Dovete sapere - ha spiegato - che il presidente del consiglio non ha alcun tipo di telefonino, perché è esposto a qualsiasi tipo di intercettazione».
«UNA LEGGE CHE TUTTI ASPETTANO» - A Milano Berlusconi ha ribadito che ci sono difficoltà a legiferare «perché i nostri padri fondatori - ha detto - giustamente avevano paura che si potesse creare altro regime, allora hanno diviso potere fra Parlamento, capo di Stato e Corte costituzionale, imbrigliando il presidente del Consiglio che può solo suggerire». A causa del sistema legislativo in essere, ha affermato il premier, «abbiamo leggi come quella sulle intercettazioni che tutti italiani stanno aspettando». «Tutti - ha aggiunto - sono ormai convinti che è una questione di libertà il fatto di non poter parlare liberamente al telefono. Per questo io sono tornato indietro e non uso più il telefonino». A questo punto la rivelazione sul cellulare.

«UNA LEGGE CHE TUTTI ASPETTANO» - A Milano Berlusconi ha ribadito che ci sono difficoltà a legiferare «perché i nostri padri fondatori - ha detto - giustamente avevano paura che si potesse creare altro regime, allora hanno diviso potere fra Parlamento, capo di Stato e Corte costituzionale, imbrigliando il presidente del Consiglio che può solo suggerire». A causa del sistema legislativo in essere, ha affermato il premier, «abbiamo leggi come quella sulle intercettazioni che tutti italiani stanno aspettando». «Tutti - ha aggiunto - sono ormai convinti che è una questione di libertà il fatto di non poter parlare liberamente al telefono. Per questo io sono tornato indietro e non uso più il telefonino». A questo punto la rivelazione sul cellulare.

Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
Ma non ha un telefonino in questo momento? O intende dire che il Presidente del consiglio non usa mai cellulari? No perchè potrei giurare di averlo visto mentre lo usava in pubblico più di un paio di volte.
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- Città: Bologna
Re: Caso Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minoril
[youtube][/youtube]Colt.45 ha scritto:Ma non ha un telefonino in questo momento? O intende dire che il Presidente del consiglio non usa mai cellulari? No perchè potrei giurare di averlo visto mentre lo usava in pubblico più di un paio di volte.