Top 10 per una serie straordinaria di eventi, come la finale ad Indian Wells. Però Isner è pressapoco nella sua dimensione ideale, la top 20. Per come gioca (anche al top) difficilmente è un giocatore da top 10 fissa, anche quando gioca mediamente al suo meglio. Ed il problema è sempre lo stesso: se lo spingi oltre l'uno-due, è spacciato. A differenza di, chessò, un Del Potro che sullo scambio non sarà il miglior giocatore di sempre, ma se la gioca con i Fab 4 (grazie anche ad uno straordinario dritto in corsa, un'arma micidiale nel circuito ad oggi).pippoinzaghi ha scritto:Vabbè, Isner è in un periodaccio ma lo scorso anno era Top 10.
Il problema in se stesso è che di americani in se buoni prospetti ce ne sono pochissimi, Querrey sta lì e ha evidenti limiti che non potranno mai farlo diventare un top 10, Isner invece è inconstante e anche fragile a livello di condizione fisica ma ha dimostrato di avere talento e anche tanto.
Allo stato attuale delle cose, pur riconoscendo un discreto talento ad entrambi gli Harrison, nessun americano ha il gioco e le capacità per stare nei top 15. Che sarà tanta roba per, chessò, l'Estonia o il Sud Africa, non certamente per gli Stati Uniti, abituati a fior fior di campioni.