Ma è ovvio che non ha pensato a niente, è un governo che ha fatto dell'imbecillità la principale regola di vita.Delphi ha scritto:Il problema del sovraffollamento rimane il principale perché è il più immediato e pratico, e non va sottovalutato. E non riguarda solo la costruzione (o il recupero) di nuove aule, ma anche la disponibilità fisica, materiale, di docenti che possano assumersi un carico non so quante volte più grande rispetto a prima, tra lezioni, ricevimenti, esami, lauree. Non puoi abolire il numero chiuso senza al contempo prepararti adeguatamente dal punto di vista prettamente pratico e materiale. E no, non sembra che questo governo abbia pensato né a questo né ad una probabile soluzione. Né sono confidente che possa trovarla.
Preso ad uno ad uno, nessun provvedimento di quelli contenuti nella manovra ha senso: o nel principio o nell'attuazione.
In questo caso, credo che il problema non sia il principio ma l'attuazione (anzi, la "non attuazione": un trafiletto nella Legge di Bilancio poi smentito nei fatti poche ore dopo).
Io concordo al 100% con te che non ci siano speranze che questo Governo affronti i risvolti pratici dell'abolizione del numero chiuso. Per il semplice fatto che non lo abolirà. Così come non abolirà la povertà, così come non fermerà TAP e TAV.
Però sono contento che il tema del numero chiuso universitario sia tornato in agenda, per quanto riportato in auge dalla gente più sbagliata possibile.
Ma infatti (l'ho detto fin dal primo messaggio) i pochi posti disponibili per le specializzazioni sono uno dei problemi principali attuali.Delphi ha scritto:In secondo luogo, già adesso siamo pieni di laureati in medicina che non possono fare nulla per assenza di specializzazioni, e le poche che esistono sono disponibili per pochi posti. La mia ex si specializzava in chirurgia, ed ebbe culo a dover aspettare "solo" un anno per poter sperare di entrarci, e con lei c'erano persone che aspettavano da molti anni di poterci accedere. Chi è rimasto fuori cazzi suoi. E intanto è un laureato in medicina che non combina un cazzo e vive nel precariato. Con un aumento considerevole di laureati in medicina a seguito dell'abolizione del numero chiuso, questo problema aumenterebbe a dismisura. Anche qui, sembra che il problema non sia stato affrontato, e forse nemmeno tenuto presente.
E rincarerei il carico aggiungendo che i criteri di formazione delle graduatorie nazionali sono pura follia, con fior fior di specializzandi che a 25 anni, magari con una famiglia in divenire, devono scegliere tra un ristretto pool di specializzazioni per diminuire il rischio di dover frequentare il corso a 1000 chilometri di distanza da casa.
Con il viavai di gente che da Napoli viene a Torino e nel contempo la gente che da Torino va a Napoli: un nonsense totale.
Però ribadisco il mio pensiero: i problemi vanno affrontati nel merito da esecutivi seri, non "troncati alla base" impedendo a persone motivate e preparate di studiare ciò che preferiscono studiare.
Comunque chi studia Giurisprudenza per fare, che so, Avvocato o Magistrato, incontra sul suo percorso una serie di sbarramenti mica da ridere, rischiando di perdere anni e anni tra specializzazioni, master, tirocini, esami di Stato, ecc ecc.
Chi aspira a fare l'insegnante spesso fa i conti con anni, se non decenni di precariato.
Fermo restando che bisogna risolvere i problemi di tutti e non crearne di nuovi, non ho mai capito perchè l'aspirante medico disoccupato (che se non sbaglio spesso e volentieri fa "sostituzioni", ad esempio nella Guardia Medica) è un problema nazionale mentre non lo sono l'insegnante disoccupato, l'aspirante magistrato disoccupato, ecc ecc.
Ma è proprio il quiz il problema, indipendentemente dalle materie.Delphi ha scritto:Sui test "in itinere", ritengo sia meglio farli il prima possibile, al fine di evitare che un sacco di persone perdano tempo inutilmente. Io sono un ignorante e non me ne intendo, però avrei pensato a studiare qualche alternativa rispetto al "quiz della patente". Che so, un quiz pertinente alle materie più legate alla medicina, un quiz basato su un manuale preparatorio sempre sulle materie più legate alla medicina, un corso propedeutico magari già negli ultimi anni delle superiori...
Se selezione deve essere, deve essere fatta con criterio. Affiancando il potenziale studente. Capendo le sue motivazioni. Analizzando la sua capacità di apprendere. Cercando di capire quale sia la sua propensione all'impegno. Perchè no, valutando alcune sue qualità umane ritenute indispensabili per esercitare un domani la professione.
L'esame di terza media te lo fanno alla fine dei tre anni, non ad agosto prima di iniziare prima "per vedere se sei preparato per le medie". Siete una scuola, preparatemi, poi vengo a fare l'esame. Non che mi fate l'esame, e dopo mi spiegate le cose.
Il corso propedeutico può essere affascinante, invece. Coi suoi pro e i suoi contro (non sto a dire il mio parere anche su questo perchè come avrai visto la materia mi appassiona tantissimo e già così faccio i wallpost).
Secondo me, perculate (più o meno) giustificate.Però quello dell'inaccessibilità di alcuni rami di studi, o quantomeno dell'iniquità dei criteri di accesso, è l'ennesimo tema di cui certa "sinistra" o "centrosinistra" avrebbe dovuto occuparsi a tempo debito, al posto di farselo scippare da quattro propagandisti. - Oh, quando Grasso ha lanciato l'ipotesi di fornire l'Università gratuita tutti a percularlo.
La cosa dello Stato che deve sostituirsi alla spesa privata su determinati fronti è affascinante, ma molto molto costosa e comunque foriera di iniquità e problematiche.
Nello specifico, già adesso le Università sono piene di perdigiorno, figuriamoci se fosse gratis.
Detto ciò, sono invece favorevole a uno Stato che si fa carico anche integralmente delle spese di istruzione, a qualsiasi livello, di studenti meritevoli e in condizioni di disagio economico. E che si fa carico anche di piccoli riconoscimenti di vario genere agli studenti molto meritevoli e non poveri.