Prichard parla della propensione di John Cena di “chiamare” i match sul ring

Durante l’ultimo episodio del suo podcast Something To Wrestle, Bruce Prichard ha parlato in maniera approfondita dell’abilità di John Cena nel “chiamare” i match direttamente sul ring invece che memorizzarli a memoria e costruirli nel backstage.


La pratica del chiamare le mosse durante un incontro era tipica dei lottatori old school e Cena sarebbe stato, secondo Prichard, uno dei migliori a metterla in pratica anche in tempi recenti. Era una sorta di improvvisazione guidata le cui difficoltà maggiori, oltre che chiamare le mosse puntuali, erano quelle di farsi sentire chiaramente dall’altro lottatore ma allo stesso tempo di non farsi scoprire dal pubblico. In quest’ultimo caso, la critica principale mossa spessa a Cena è stata di chiamare le mosse in maniera troppo rumorosa. Prichard sottolinea, però, come ai giorni nostri il chiamare le mosse sul ring sia diventato ancora più difficile, in quanto la tecnologia audio e i microfoni più potenti hanno apportato miglioramenti tali da captare tutto ciò che accade effettivamente sul ring.

Ecco l’estratto in questione, tratto dal podcast di Prichard.

Ci sono diverse scuole di pensiero a riguardo. Prima di tutto, i miglioramenti dell’audio portato dai microfoni a bordo ring e le migliorie tecniche hanno contribuito a far sentire tutto ciò che accade durante un match molto più chiaramente. Ecco la differenza. A Cena piaceva chiamare un sacco di mosse sul ring. Non era uno di quelli che andava in scena dopo aver memorizzato l’intero incontro e riuscendo poi a riprodurlo perfettamente. Gli piaceva, al contrario, entrare, sentire l’atmosfera e costruirlo al volo, e gli ho sempre fatto i complimenti per questo. Poteva farlo in maniera più discreta e silenziosa? Certo. Ma se anche i wrestler del passato fossero stati circondati da microfoni così sensibili nella loro epoca? I wrestler della vecchia generazione chiamavano le mosse molto più rumorosamente di come faceva lui [Cena]. L’unica differenza è che non riuscivamo a sentirli. Nessuno era così sveglio come adesso, al tempo non si sapeva che cosa sul ring stessero facendo in ogni caso. Se sentivi qualcuno urlare “Hip Toss” era perché eri in prima fila e comunque il primo pensiero sarebbe stato che il lottatore che l’aveva urlato stava per eseguire quella mossa sull’avversario, ma non collegavi tutto il procedimento di fondo.

Vale la pena sottolineare come la pratica di chiamare le mosse sul ring sia ancora più complicata in questo periodo di emergenza sanitaria, in quanto le arene vuote (per quanto riempite di persone per colmare i vuoti sonori) amplificano ancora di più i rumori sul quadrato e le interazioni tra i wrestler. Caso emblematico è stato la gestione della quarantena della WWE che ha registrato i suoi show nel Performance Center vuoto, con i suoni dei match resi ancora più nitidi dal silenzio di sottofondo. È anche da notare, in riferimento al soggetto di questa notizia, come Cena non abbia partecipato ad un effettivo incontro sul ring e quindi non abbia dovuto modificare il proprio iter di costruzione dei match: il Firefly Fun House Match di WrestleMania va considerato come un prodotto interamente editato e di stampo cinematografico, provvisto di copione e di montaggio in post produzione.

Marco Ghironi
Marco Ghironi
Rimasi estasiato quando, da bambino, girai per caso canale e mi imbattei in questo tizio con la maschera strana che sconfiggeva un energumeno esageratamente più grosso di lui. Almeno 15 anni più tardi, cerco settimanalmente di seguire anche lo show secondario di una qualsiasi federazione di wrestling polacca. Nel mentre, condivido pensieri, opinioni e notizie qui su Tuttowrestling, fondendo le mie anime di giornalista e fan sfegatato.
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