Keith Lee parla della forzatura della sua gimmick “Bearcat” in WWE

Keith Lee ha fatto un’apparizione a Talk Is Jericho per discutere di una vasta gamma di argomenti, tra cui ila sua partenza dalla WWE e la gimmick “Bearcat” che la Compagnia gli aveva dato nel suo ultimo periodo con loro.


Lee ha potuto precisare quello che già aveva dichiarato in passato, ovvero che l’idea fosse stata della WWE e non sua. Ha anche fornito tutti i dettagli di come sia arrivata la decisione, quanto sia stata sostenuta da Vince e soprattutto come il tutto gli sia sembrato assolutamente forzato e ben poco realistico.

Le parole di Keith Lee

(Alla domanda sui motivi dietro la gimmick)


“Vorrei avere una risposta per te. La realtà è che quando stavo per tornare, mi hanno assegnato questa gimmick di Bearcat. In quel periodo, mi dicevo, non riuscivo a capire cosa fosse. Non ero sicuro di “sentirla”, e allora mi hanno riportato indietro come me stesso. E dopo.. non so, il mio secondo match, penso, sì.. allora, il primo match l’ho perso contro Lashley. Nel secondo match ho perso contro Kross. Nel bel mezzo dello spettacolo, Vince mi trascina in una stanza e vuole sedersi e parlare. Sì, nel bel mezzo di RAW, con tipo il semi-main event in arrivo. Lui dice: “Andiamo a chiacchierare. ‘ Io dico: Wow, amico, tu sei il ragazzo che sta facendo girare lo show. Cosa stai facendo? Ma è stato in quella conversazione che ha praticamente detto: ‘Ascolta, ho bisogno che tu lo faccia. Ho bisogno che tu sia questo. ‘ E io: ‘Senti, io lavoro per te. Quindi se è questo che vuoi, allora è quello che faremo.’


Quindi la cosa strana, e questa è una cosa di cui ho parlato di recente è, ovviamente quella che hai menzionato, il modo in cui parlo la mia cadenza, il modo in cui sembro molto premuroso su come porto avanti le cose, la mia scelta di dizione, tutte queste cose; è qualcosa di cui Vince non era un fan, al punto in cui mi ha letteralmente detto: ‘Sembri too smart for your own good’ (modo di dire traducibile come troppo confidente, o troppo intelligente fino al punto che la cosa possa ritorcersi contro -ndr). Non capisco cosa volesse dire. Cioè, che cosa intende? Voleva solo qualcosa di più ‘sporco’. Non lo so. Non credo di essere riuscito ad accontentarlo. Voleva un ragazzo intenso. Penso di poter essere intenso, ma ho bisogno di un motivo per esserlo. È facile per me premere un interruttore, ma se non ha senso, allora per me diventa difficile farlo. Quindi non voglio dire di non averci provato, ma non penso di esserci riuscito bene. Penso che sia qualcosa che ha facilitato tutto (la sua uscita dalla Compagnia -ndr) . Ma io non sono un ragazzo grosso, arrabbiato, scontroso e urlante. Non lo sono finché qualcuno non mi fa diventare così, e di solito è una causa che provoca questo, o una storia che causa questo. Ma quando non c’è un incontro competitivo che mi spinga, o quando non c’è una storia che mi dia una ragione affinchè il mio personaggio sia così, allora per me diventa illogico; forse è questo che intende quando dice che sono troppo intelligente. Per me è illogico. Vorrei fare del mio meglio per dare un senso a quello che stiamo facendo. “

Andrea De Angelis
Andrea De Angelis
Appassionato di Wrestling da diversi anni, tra i suoi preferiti Undertaker, The Rock e Kurt Angle. Cura la sezione notizie del sito
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