Durante la puntata di SmackDown 1000, Booker T e Jerry “The King” Lawler si sono uniti a bordo ring al commento tradizionale durante il match valevole per gli SmackDown Tag Team Championship tra New Day e The Bar, nel tavolo utilizzato in qualche occasione proprio dal New Day.
Non sono sfuggite a molti, però, alcune difficoltà nella loro performance di commento: come fatto in passato da Kofi Kingston, Xavier Woods e Big E., il commento avrebbe dovuto essere utilizzato come intermezzo a quello “normale” di Phillips, Graves e Saxton ma con dei collegamenti random, in modo da dare l'illusione di un commento comunque integrale. Invece martedì scorso la cosa è stata difficile fin dall'inizio, con i due che davano l'impressione di non essere pronti ai collegamenti e di partire in ritardo.
Nel suo Heated Conversations With Booker T, il 6 volte Campione del Mondo, ha spiegato l'accaduto, causato dal fatto che fossero stati avvisati all'ultimo e che si fossero verificato alcuni problemi tecnici:
“Quando faccio cose del genere mi piace essere preparato a farle in anticipo. Mi piacerebbe saperlo almeno un paio di giorni prima, specialmente se sarò al tavolo. Anche se è solo un match, mi piace ancora essere preparato. Poi sono entrato in quella cosa totalmente impreparato – a freddo, non sapendo, lavorando con King […] ed è la prima volta che facevamo qualcosa del genere”.
“È stato pazzesco quando abbiamo iniziato a dire che l'auricolare di King non era acceso, lo sai. È stato folle perché ero proprio accanto a lui e parte dicendo «King, cosa ne pensi di questo?» E lui va … .. [con la bocca «Non riesco a sentirti»] “
“Lo guardo e gli dico «Ma sono seduto proprio qui», lo sai, e [parlare ad alta voce] era l'unico modo in cui poteva sentirmi è come se avesse bisogno di un apparecchio acustico o qualcosa del genere indipendentemente dal fatto che il microfono fosse acceso o no e quindi qualcosa poteva ancora arrivare in onda. Quindi ero seduto lì e impazzivo a causa della difficoltà tecnica. Era pazzesco – non ci sentivamo ed eravamo comunque live. I ragazzi continuavano a fare le loro cose e bastava seguirli e per me essere in quella situazione era una situazione bellissima. Ero felice di essere lì, amico.”