WWE Planet #951 – Due regine per un trono

Un altro PPV in terra araba è passato, lasciandosi alle spalle due incoronazioni abbastanza inutili, delle magliette orribili. Perché se gli USA è la terra della libertà gli stessi statunitensi della libertà delle proprie donne se ne fregano. In compenso abbiamo avuto un evento migliore di quanto ci si aspettasse.Non che ci volesse molto dopo aver assistito negli anni precedenti a tentati omicidi da parte di due cinquantenni e whisper in the wind con la forza di mille monsoni.


Ciò che non viene lasciato alle spalle invece è la schizofrenia all’interno del reparto creativo della federazione. Zelina Vega è infatti passata in pochi mesi dal nulla cosmico al battere Duodrop, un’atleta che da quando è stata buttata nella mischia del main roster non ha mai avuto dei piani intorno.

Un Queen’s Crown Tournament che avrebbe dovuto dare risalto alla divisione femminile lontano dalla scena titolata ed essere la controparte del King of the Ring. Uno strano concetto di controparte dal momento che l’intero torneo femminile è durato poco di più di Finn Balor vs Cesaro svoltosi ai quarti di finale del King of the Ring. L’intero torneo ripeto.

Ottimo anche il trattamento riservato a Toni Storm, appena giunta nel main roster da oltreoceano per essere sconfitta pulita in due minuti dalla stessa Zelina Vega, non proprio una delle wrestler più ostiche da affrontare. Decisamente uno dei modi peggiori di presentare una debuttante al grande pubblico, ma non ci stupisce, l’avevano già fatto con Killer Kross, né di gestire emotivamente una ragazza della sua età alla prima esperienza su un palcoscenico di livello.

Ma mentre di Toni Storm non abbiamo letto alcuna lamentela né altro, lo stesso non si può dire per la regina, quella trattata come tale dalla WWE, Charlotte. I rumors ci dicono che sia uscita fuori dallo script perché, secondo lei, lo scambio di titoli avrebbe minato la sua posizione. Un comportamento egoistico e da bambina viziata.

Egoistico perché così facendo ha messo in difficoltà due sue colleghe. E se Becky Lynch non avrebbe avuto ripercussioni se non fosse stata in grado di reagire prontamente alla situazione lo stesso non si può dire di Sonya Deville. Quest’ultima si è vista dover gestire una situazione inaspettata e che andava risolta all’istante, cosa in cui è riuscita benissimo con una notevole prova di improvvisazione.

Da bambina viziata, direi da principessina, perché mentre il resto del roster femminile si limita ad apparire col solo scopo di essere un riempitivo in una programmazione di quasi sei ore lei si preoccupa unicamente di come viene percepita. Questo nonostante abbia vinto dodici titoli mondiali ( a cui si aggiungono due titoli NXT e uno Divas), abbia sempre l’ultima parola in PPV (un saluto a Sasha Banks e alla sua infinita serie di sconfitte nel 2016) e abbia vinto una Royal Rumble unicamente perché doveva vincere una Royal Rumble perché Becky l’ha vinta l’anno prima e quindi ora la deve vincere lei, chi se ne frega se non ci sono piani dietro.

Mentre gente come Bayley, Shayna Baszler e Asuka lavorano come appendicintura, quando va bene, e si beccano le briciole la queen le guarda dall’alto, e alle proteste dai fan che vorrebbero più considerazione per le proprie beniamine lei si limita a dire “se hanno voglia di attenzioni che lottino a Main Event”

Davide Procopio
Davide Procopio
Scrive per TuttoWrestling dal 2016. Laureato in sociologia dei processi culturali e comunicativi, analizza criticamente i vari tipi di media presenti nel mondo, wrestling compreso.
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