WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #17

Ditemi pure la verità: non stavate aspettando altro, vero? Ogni fan della WWE che si rispetti lo conosce, ne ha sentito parlare e/o l’ha vista da qualche parte. È il migliore esempio di quello che tutti si aspettano di vivere e di vedere. È la prova che, a volte, esistono anche i miracoli. Sto parlando di WrestleMania 17, che qualche genio ha voluto chiamare X-Seven perché non gli piaceva scrivere XVII. Questo è, senza pensarci due volte, il miglior PPV/PLE di tutti i tempi. Avete presente come, nella vita lavorativa, il credo è che si possa fare sempre di meglio? Ecco: meglio di così non si può fare. Poi, lieto di sbagliarmi, eh!


Il 2001 seguiva un grandissimo anno 2000, che aveva visto crescere un grande numero di futuri campioni mondiali, e sarà un anno carico di show e match grandiosi, già a partire dalla Royal Rumble, passando per No Way Out e poi andando a completare con questa magnifica edizione. Nel frattempo, la WWF annunciò di avere acquistato la WCW, ormai incapace di riprendersi. Di lì a poco, la compagnia di Atlanta chiuse i battenti, ma ci vollero ancora molti mesi perché arrivassero tutte le stelle di primo ordine, una in particolare ci mise addirittura 13 anni. In questo periodo di furore, la compagnia di Vince McMahon riuscì a costruire storyline altamente avvincenti attorno a pressoché tutti i personaggi. Basti pensare che fu proprio in questo periodo che Kaientai (Taka Michinoku e Funaki) diventarono un cult con i loro promo “doppiati” in inglese e Funaki che scandiva “Indeeeeeeeeeeeeeeeeeeed!” mentre il suo labiale sembrava recitare la Divina Commedia. Beh, loro due erano a livello undercard, se non addirittura dei jobber.

Ebbene, quasi tutti i match erano stati costruiti alla grande, tanto da non volerne perdere nemmeno uno. Per non parlare della qualità del lottato, anche quando si trattava di stile brawl: era di un’intensità che da molto non si vedeva al di fuori dei main event. Si sentiva già nell’aria che questa non era una WrestleMania come le altre.

Naturalmente, a darci quella sorta di big time feeling, era anche il ritorno all’interno di un’arena più grande, che non succedeva dal 1992. Andarono alla grande anche gli acquisti, che arrivarono a 1.040.000, mentre le vendite dei biglietti totalizzarono 3,5 millioni di dollari di entrate. Ora, chi non ha mai visto lo show si chiederà: ma è stata davvero così bella? Adesso lo scopriremo. Dal Reliant Astrodome di Houston, Texas…

WrestleMania X-Seven

Se ancora dopo questo intro non siete convinti che sarà una bella serata, lo sarete di certo quando risuona “My Way” dei Limp Bizkit, che calza a pennello per questo evento. Ed è così che inizia lo show che si tiene il 1° aprile 2001 dinnanzi a 67.925 spettatori. Al tavolo di commento ci sono Jim Ross e Paul Heyman (che subentra a Jerry Lawler, licenziatosi alcune settimane prima), mentre Hugo Savinovich e Carlos Cabrera commentano in spagnolo.

Nella puntata di Sunday Night Heat che precedeva l’evento, X-Factor (X-Pac e Justin Credible) hanno sconfitto Steve Blackman e Grand Master Sexay. Chi ha mai sentito parlare della X-Pac Heat, sa bene perché non si trovava nel main show.

Apriamo in bellezza con Chris Jericho che se la vede con William Regal, che ricopre anche il ruolo di Commissioner. Durante la faida che ha portato a questo match, è rimasta memorabile la scena in cui Y2J urinò nella tazza di William Regal poco prima del suo agognato Tea Time. Il match è buono per la breve durata e basta a scaldare il pubblico. Jericho batte Regal e la faida continuerà.

Il secondo match vede gli APA (Faarooq e Bradshaw, quest’ultimo beniamino di casa in quanto texano) e Tazz affrontare (e sconfiggere) la stable Right To Censor (Bull Buchanan, Val Venis e The Goodfather, con due “o”). Anche questo match è breve e serve solo a far guadagnare ai partecipanti il bonus apparizione a WrestleMania, e poi è perfetto perché tutti volevano vedere l’RTC prendere calci nel culo, e gli APA avevano appunto la gimmick dei picchiatori. Ora, c’è gente che dice che per via di questo match, non si tratta del miglior evento mai visto, ma siamo onesti: è assolutamente impossibile avere solamente match grandiosi. Ci sono sempre i match che servono a calmare i tifosi o anche a dar loro la possibilità di andare a smaltire le bibite.

È il momento del titolo Hardcore. Ad affrontarsi sono il campione Raven, Big Show e Kane. Sembrerebbe un match da quattro soldi, ma ne viene fuori un match divertente, tra le scene migliori ricordiamo l’arbitro che non riesce a fermarsi dopo una spinta e continua a correre fino a finire fuori dalla portata della telecamera (quasi da sembrare un cartone animato), e l’inseguimento con i golf car mentre l’arbitro sta seduto sul retro per non essere costretto a seguirli a piedi. Il match lo vince Kane dopo uno Splash spettacolare dallo stage, ed è il nuovo campione Hardcore, anche se di prestigioso, c’è ben poco.

È la volta di Eddie Guerrero detentore della European Championship. Lo sfidante è Test. Il match è decente, anche se sappiamo tutti che Eddie sapeva fare anche meglio. Vince Eddie in maniera sporca (con l’aiuto di Perry Saturn), ma in cuor nostro, sapevamo già in partenza che Test non ha abbastanza starpower da poter battere Latino Heat. Ma non togliamogli il merito di un match sopra i suoi standard. Certo, è anche giusto dire che Eddie, di sicuro, avrebbe meritato un avversario migliore.

Dopo, è ora di ingranare la quarta. Scendono in campo Kurt Angle e colui che non è mai esistito. Prima del match, Angle insulta il pubblico, intimandogli di buttare via “quei maledetti cappelli da cowboy, che non avete più sette anni, per favore!” Il match è un’esplosione di wrestling nello stile più puro che si possa desiderare. Lo scopo è quello di vincere e basta, dimostrare all’altro di essere più forte. Ricorda un po’ il classico tra Randy Savage e Ricky Steamboat, e va molto vicino alle cinque stelle, ma manca quel tantino di nonsoché per rendere la contesa immortale. L’Olympic Hero, dopo aver ceduto nella Crippler Crossface (senza essere visto dall’arbitro) vince con un roll-up mentre afferra Benoit (cavolo, l’ho nominato) per i pantaloni. Peccato, il finale sporco macchia quest’incontro, che era stato ineccepibile. Pochi minuti dopo, mentre Angle sta per essere intervistato, viene attaccato di nuovo dal Canadian Crippler, che lo chiude di nuovo nella Crippler Crossface.

Il prossimo match è il culmine di una faida che andava avanti da molti mesi, creando peraltro un hype incredibile perché tutti volevano vedere il grande ritorno di Chyna, ma soprattutto, tutti volevano vedere Ivory prenderle di santa ragione, anche perché faceva parte del RTC. Chyna ritorna in pompa magna dopo l’infortunio, ma per prendersi la vittoria, ci mette poco più di due minuti in quello che è, di fatto, uno squash ai danni di Ivory. Sarà pure un incontro brutto (l’unico veramente brutto), ma cosa ci si aspetta da un match di due minuti? E onestamente, non poteva andare altrimenti. Chyna aveva lottato con gli uomini da due anni a questa parte, quindi era ovvio che doveva essere in grado di sbarazzarsi di una donna senza troppi complimenti. Poi, se davvero serviva “premiarla” con la Women’s Championship, è tutta un’altra cosa.

È il momento dei McMahon. Shane affronta il padre Vince in una faida con vari intrecci. Vince McMahon mette sotto farmaci la moglie Linda per poterla tradire con Trish Stratus. La cosa non sta bene a Stephanie McMahon, che affronta Trish in un match a No Way Out. A uscire vittoriosa è proprio la Million Dollar Princess, e Vince sembra contrariato, ma la sera dopo, a Raw, si riconcilia con la figlia e insieme umiliano la povera Trish in un segmento vergognoso in qui la usano come mocio. Trish, impossibilitata a difendersi da un boss potente come Vince, continua quindi a stare al gioco, baciando il Chairman davanti agli della moglie, in stato vegetativo. Shane è indignato da come Vince tratti Linda e lo sfida per WrestleMania, ma nel frattempo, acquista la WCW, anticipando il padre. Nel giro delle settimane precedenti a ‘Mania, Mick Foley viene nominato arbitro speciale. Mick era stato licenziato in malo modo, per cui si presumeva che sarebbe stato parziale nel match.

L’incontro è un vero e proprio “Showcase of Overbooking”, essendo uno Street Fight. La cosa pazzesca è che la folla è altamente coinvolta. Il primo colpo di scena è Trish che, dopo aver portato Linda McMahon (in sedia a rotelle) come prestabilito da Vince, rifila uno schiaffone al suo malfattore, venendo poi attaccata da Stephanie. Le due continuano a darsele e lasciano l’arena. Vince vorrebbe quindi prendersela con Linda, ma Mick Foley lo impedisce, per cui il Boss attacca anche la Hardcore Legend. Poi tira Linda fuori dalla sedia a rotelle e la siede su una sedia all’angolo del ring per farle osservare come punisce il figlio. E qui arriva l’altro colpo di scena: Linda si alza dalla sedia e il pubblico esplode come non lo vedrete mai più esplodere per una donna che si stava “solo” alzando in piedi. Linda tira un calcio nei maroni al marito, poi infierisce Mick Foley con la sua combo di pugni e Running Knee Attack. Shane-O-Mac vince poi il match grazie ad una mossa mai vista prima, che da subito diventerà uno dei suoi trademark: il Coast-to-Coast. Si conclude così un match tra due non-wrestler che è stata una montagna russa di emozioni. Dal punto di vista del lottato, non era di certo un buon match, ma per quel che riguarda lo storytelling, è stato veramente magnifico.

Adesso inseriamo la sesta. È il momento del TLC Match tra Edge & Christian, gli Hardy Boyz e i Dudley Boyz, che sono i Tag Team Champions. Che dire? Questi tre team erano garanti per un classico, e questa volta si sono anche superati. Assistiamo ad un altro 5 Star Classic di una spettacolarità altissima, con altri colpi di scena, come la Spear di Edge contro Jeff Hardy che pendeva dal gancio con le cinture, o come il volo che prendono Matt Hardy e Bubba Ray Dudley (e ora si scrive proprio Bubba) per andare a sfondare quattro tavoli. C’è chi storce il naso per il coinvolgimento di una persona per ogni team: Spike Dudley, Lita e Rhyno. Ma hanno contribuito anche loro alla buona riuscita di questa cannonata. Una piccola macchietta divertente è che JR, al commento, nel vedere Lita scaraventare Edge giù dalla scala con una Swinging Headscissors, esclama: “Lita jerking Edge off the ladder!” Chi sa cosa è successo qualche anno dopo tra Lita e Edge, sa cosa c’è di buffo. Tornando al match, è assolutamente da vedere perché ha stabilito l’asticella per questa tipologia.

Dopo una cannonata come questa, è necessario un cooler, ed eccolo che arriva. È il momento della Gimmick Battle Royal. Per l’occasione, arrivano anche Bobby “The Brain” Heenan e “Mean” Gene Okerlund che si accomodano al tavolo di commento. Le entrate dei partecipanti durano di più della Battle Royal in sé. A spuntarla è Iron Sheik, presumibilmente perché impossibilitato a subire bump di qualsiasi tipo. L’ultima parola, tuttavia, l’ha Sgt. Slaughter, che chiude Sheik nel Cobra Clutch. Nel caso vi interessasse quali fossero le gimmick coinvolte: i Bushwhackers Luke & Butch, Duke “The Dumpster” Droese, Iron Sheik, Earthquake, The Goon, Doink the Clown, Kamala, Kim Chee, Repo Man, Jim Cornette, Nikolai Volkoff, Michael PS Hayes, One Man Gang, Gobbly Gooker, Hillbilly Jim, Brother Love e Sgt. Slaughter. Perfino adesso, lo show non perde in qualità: l’unico motivo per il quale questo match è esistito, era tanto per divertirsi qualche minuto, e dare allo stesso tempo la possibilità al pubblico di prendere fiato.

Prima del penultimo match, la band Motörhead si esibisce nel brano “Time to play the game”, che è, da poco, la musica d’entrata di Triple H. Dopo di lui, arriva “The American Bad Ass” Undertaker in motocicletta, accompagnato dalla canzone dei Limp Bizkit, “Rollin’”. La loro faida nasce in modo classico: HHH dice “ho battuto tutti”, Taker risponde “sì, ma non hai mai battuto me”. A volte è semplice iniziare una storyline. I due si esibiscono in un incontro che polarizza ancora oggi: alcuni lo credono un classico, altri ancora una delusione. La verità sta nel mezzo. È vero che è un incontro memorabile, degno come minimo di 4 stelle, già solo per l’intensità. Ma è pure vero che un ref bump che mette l’arbitro fuori combattimento per 8 minuti, rende il tutto poco credibile. Inoltre, l’arbitro Mike Chioda era stato messo fuori gioco da un attacco bello e buono, cioè calci e un Elbow Drop. Quindi per prima cosa, appena rinviene, dovrebbe scattare la squalifica, e invece il match va avanti come se niente fosse. Sta però di fatto che il match è assolutamente da vedere in quanto è uno dei primi match davvero piacevoli del Phenom. Undertaker vince l’incontro con il Last Ride dall’angolo del ring e si porta sul 9-0. Da notare ancora una volta JR, che è il primo a menzionare il fatto che Taker sia imbattuto a WrestleMania, annunciando anche il nuovo “punteggio”. È da qui, dunque, che nasce l’idea della Streak.

E finalmente, è ora del main event, il cui video package è il migliore che io abbia mai visto.

Prima di iniziare il match, viene annunciato che l’incontro è stato cambiato in un No DQ Match, la cosa crea stupore. Arriva prima Stone Cold Steve Austin, poi il campione The Rock. Il pubblico esplode appena i due si sfiorano, quindi sappiamo a cosa andiamo incontro. I due sfornano un 5 Star Classic che non perde mai il ritmo nonostante la lunga durata. Nessuno dei due intende mollare ed entrambi vengono incitati moltissimo dal pubblico. Questo match supera di gran lunga il loro primo incontro di due anni prima, con i due che dimostrano un alchimia come pochi hanno mai dimostrato. Tra i momenti più belli spiccano le mosse finali reciproche rubate dall’avversario. Grandissimo storytelling di Austin che aveva annunciato in precedenza di essere disposto a fare qualsiasi cosa pur di riconquistare il titolo dopo quasi due anni. Stone Cold ricorre anche a tattiche da heel, ma essendo in Texas, i fan non possono che amarlo e incitarlo. Lo sguardo di Austin quando fallisce un tentativo di schienamento la dice tutta e dimostra le capacità interpretative del texano. Nei minuti finali, dal nulla arriva Vince McMahon, da anni ormai arcinemico di 3:16. Grandissimo è il sospiro d’incredulità quando il Chairman attacca The Rock e passa una sedia a Stone Cold. The Rock però si ostina a non voler stare giù, quindi Austin si mette a imprecare. Dopo ventotto minuti, Steve massacra Rocky a suon di sediate, riuscendo finalmente a schienarlo ed è il nuovo campione WWF, mentre JR urla per l’indignazione “I don’t believe this. What the hell!?! Son of a bitch! Son of a bitch I don’t believe this! Stone Cold has sold his soul to Satan himself to win the WWF Title. Why Steve? Why this way?”

Il pubblico si rifiuta dapprima di fischiare il loro eroe che ha appena vinto un match sensazionale, ma poi assistiamo tutti a quella che il mio amico e collega Dario Rondanini definisce “la stretta di mano del secolo”, quella tra Steve Austin e Vince McMahon. Rocky cerca di rialzarsi, ma Austin lo colpisce con la cintura ed è così che si conclude una storica notte, mentre JR urla “Things will never be the same!” Con questa frase, potrebbe anche avere ragione in quanto molti considerano questo show quello che siglò la fine dell’Attitude Era. Può starci, visto che il protagonista era proprio Austin. Con il suo turn heel, le cose sarebbero cambiate per sempre.

L’edizione numero 17 ci ha regalato 2:06:50 di wrestling in uno show durato 3:45:22, quindi per una totalità di 56,3%. Se poi andiamo a vedere quanto duravano le entrate dei vari lottatori, non ci si meraviglia che siamo tornati a poco più della metà dello show.

È stata una mossa giusta a far turnare heel la star più grande in circolazione? La WCW lo aveva fatto anni prima con Hulk Hogan, che, come face, non aveva più nulla da dare. La stessa cosa valeva per Bret Hart nel 1997, che aveva stancato, visto che i fan non volevano più vedere gli eroi con grandi valori morali, ma quelli cazzuti come Austin, come The Rock o altri. Il turn di Austin, invece, sembra essere stata una scelta di booking del tipo “perché sì!” 3:16 era stato costretto ai box per quasi un anno e aveva ancora moltissimo da dare come face. In più, anche nei mesi a venire, i fan si rifiutavano di odiarlo, spingendo la WWF a ricorrere a misure drastiche, tant’è che, durante un episodio di Raw, Austin prese Lita a sediate. Quando si resero conto che così non andavano da nessuna parte, Austin si reinventò e creò quel personaggio cattivo, ma buffo, che suonava la chitarra e cercava l’affetto del boss. Quando però fu terminata la storia dell’Invasion, fecero presto a farlo tornare face. The Rock, invece, saltò alcuni mesi per andare a girare il suo primo film “La mummia – Il ritorno”, per poi tornare a sfidare Booker T per la WCW Championship.

Lo show è quindi stato così grande come lo si descrive? Risposta semplice: sì! Come dice il mio amico e collega Mattia Borsani, questa è “la WrestleMania che tentò di sovvertire l’ordine naturale delle cose”. Vale a dire che, di solito, lo Showcase of the Immortals risulta spesso essere tutto fumo e niente arrosto, ma questa edizione, è stata semplicemente una cannonata. Quale altro show ti sforna così tanti match grandiosi (ognuno a modo suo) in una sola notte? Due 5 Star Classic, due che ci sono andati molto vicino, uno Street Fight emozionante sotto ogni aspetto, un hardcore match innovativo, qualche minuto di risate con la Gimmick Battle Royal e due-tre match come minimo decenti e uno squash che mirava solo a dare il lieto fine alla diretta interessata. Non si poteva, onestamente, chiedere e pretendere di più da uno show di wrestling. È senza ombra di dubbio il migliore evento mai messo in piedi dalla WWF/WWE, che si porta a casa il massimo dei voti: 10/10. Non c’è altro da aggiungere. La dice tutta il fatto che, a distanza di 22 anni, quasi tutti conoscono quest’edizione. Voi, invece, cosa ne pensate? Quali sono le cose che vi vengono in mente quando sentite dire “WrestleMania 17”?

Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via FacebookTwitterInstagram oppure via E-Mail scrivendo a [email protected]. L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.

Domani torneremo insieme in Canada con WrestleMania X8!

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings (su 10):


WrestleMania 17 – 10

WrestleMania 10 – 7

WrestleMania 3 – 7

WrestleMania 14 – 6,75

WrestleMania 8 – 6,5

WrestleMania 7 – 6

WrestleMania 12 – 6

WrestleMania 16 – 5,5

WrestleMania 6 – 5,5

WrestleMania 15 – 5,25

WrestleMania 1 – 5

WrestleMania 11 – 5

WrestleMania 13 – 4

WrestleMania 5 – 3,25

WrestleMania 2 – 3

WrestleMania 4 – 2

WrestleMania 9 – 1,5

Fabio Barbuscia
Fabio Barbuscia
Da quando vidi The Undertaker chiudere Ultimate Warrior in una bara, sono rimasto legato a vita a questo mondo magico. Sono quello che accompagna i nostalgici sia in italiano che in tedesco. Sono il WWE Vintage Critic e viaggio nel tempo al posto vostro.
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