WWE Vintage Critic #8 – WrestleMania IV

Se fossi costretto a presentarmi di nuovo, non potrei biasimare nessuno. Mancavo all’appello da settimane ormai, per obblighi di studio che mi impedivano di dedicarmi al mio secondo grande amore nella vita: il wrestling. Senza perdermi troppo in chiacchiere, chiedo scusa a tutti coloro che avevano iniziato ad apprezzare queste righe, scrivendomi regolarmente chiedendo che fine avesse fatto la DeLorean targata WWE. Vi sento, ragazzi, e vi ringrazio per il supporto! Tornando a noi, ho terminato gli esami finali, adesso vediamo di alimentare Mr. Fusion e continuare con il viaggio nel tempo.


Oggi andiamo a vedere un’edizione unica del “Granddaddy of them all”. Possiamo dire a questo punto che WrestleMania – anche e soprattutto dopo l’enorme successo dell’edizione precedentesi era ormai affermata come il Superbowl del wrestling. Per rincarare la dose, Vince e amici stretti decisero che il “Money Maker” Hogan vs. André andava ripetuto, ma in un contesto diverso: in un torneo ad eliminazione per il titolo WWF, reso vacante alcune settimane prima dopo il Twin Referee Scandal che coinvolse i gemelli Earl e Dave Hebner. Questo perché Hulk Hogan non perdeva mai pulito, ma il titolo doveva passare di mano. Se non altro, così facendo, si potè aggiungere un regno titolato al palmares di André The Giant – l’unico regno da singolo in casa WWE.

Fu così che si allestì questo torneo a 14 partecipanti con all’interno cani e porci, cosí per dire – con Hogan ed André già qualificati d’ufficio in qualità di ultimi detentori della cintura. Chiunque ricordi ancora il primo torneo a eliminazione diretta del 1985 saprà già che un torneo a 14 uomini è già di per sé troppo lungo per disputarsi in una sola sera, ma a qualcuno sembrò una buona idea proporre altri cinque match all’infuori del torneo, per un totale di 16 match. Proprio non vedo l’ora, e voi?

A proposito, la “Trump Plaza” è la “Convention Hall” o “Boardwalk Hall” di Atlantic City, ma la WWF vi si riferiva sempre chiamandola Trump Plaza perché apparteneva a Donald Stramb, scusate, Trump, che è tuttora molto amico di Vince McMahon, in più lo sponsor dell’evento era proprio il famoso casinò. Per la prima volta, un evento WWF superò le tre ore di durata, quindi non me ne muoiate se non userò il play-by-play.

E come sempre vi ricordo: Dato che mi servo della versione del WWE Network, alcune cose potrebbero essere state censurate, rimosse o modificate. Quindi, se scoprite degli errori di completezza, prendetevela con la WWE. Chi trova errori di ortografia, è autorizzato a tenerseli come ricordo. Qualora invece foste di un parere diverso dal mio, non esitate a farmelo sapere. Mi fa piacere discuterne, inoltre nessuna opinione è quella “giusta” o “sbagliata” quando si parla di wrestling. Ed ora buona lettura e ricordate: Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro.

WrestleMania 4 – 27 marzo 1988 – Trump Plaza ad Atlantic City, NJ

Lo show inizia con l’animazione di una slot machine che sputa fuori la vincita: il logo “WrestleMania IV”. Una moneta poi ci “getta” nell’arena. Sul ring c’è “Mean” Gene Okerlund, che ci accoglie con entusiasmo a WrestleMania 4. Annuncia subito la guest star di quest’anno per l’inno nazionale: si tratta della “Empress of Soul”, Gladys Knight, che canta “America the beautiful”, accompagnata dalla regia che accarezza il patriottismo americano. Come quasi sempre, un eccellente esibizione.

Senza perdere tempo, alcuni arbitri portano un grande trofeo sul ring, mentre i commentatori Jesse “The Body” Ventura e Gorilla Monsoon ci danno il benvenuto mentre arrivano i partecipanti del primo match. Al team di commento si aggiunge Bob Uecker. Partono i battibecchi tra i commentatori.

Invitational Battle Royal

The Hart Foundation (Bret “Hitman” Hart & Jim “The Anvil” Neidhart) vs. The Young Stallions (Paul Roma & Jim Powers) vs. Sika vs. “Dangerous” Danny Davis vs. Killer Bees (B. Brian Blair & Jim Brunzell) vs. Bad News Brown vs. Sam Houston vs. The Rougeau Brothers (Jacques & Raymond) vs. Ken Patera vs. “The Outlaw” Ron Bass vs. Junkyard Dog vs. The Bolsheviks (Nikolai Volkoff & Boris Zhukov) vs. Hillbilly Jim vs. “King” Harley Race vs. George “The Animal” Steele

VC: Li ho elencati per ordine di introduzione da parte di Howard Finkel. Non penso importi molto chi sia face o heel. I pop di lunga più rumorosi sono andati a JYD e George Steele. Sika è il padre di Roman Reigns, per chi non lo sapesse. A questo punto un saluto al mio collega “The Myth” Michele Ippolito: ECCO dov’è Sika, come vedi manca Afa.

Tipicamente per una Battle Royal, si parte con spintoni a tutta carica.  Dopo nemmeno mezzo minuto, tornano sotto la doccia Sika, Houston e Steele. Gran rumore quando cercano di buttare fuori Danny Davis. Oltre a questo, il pubblico si sente a malapena, anche se George Steele riesce a strappare una breve reazione tirando fuori Jim Neidhart, pur essendo già eliminato.

Nel giro di pochi secondi, almeno altri 4-5 prendono il volo oltre la terza corda. I fan applaudono qua e là, ma non più di tanto. Ma l’eliminazione di Danny Davis scatena un pop gigantesco. Harley Race considera una buona idea attaccare JYD con degli Headbutt, ma quello, come sappiamo, ha il teschio a prova di bomba. In pochissimo tempo avvengono un gran numero di eliminazioni, arrivando agli ultimi tre in un battere d’occhio: JYD, Bad News Brown e Bret Hart. BNB e Bret sono gli heel, quindi si alleano contro JYD. La collaborazione funziona bene, ma JYD non molla. Si ribella, ma alla fine la spuntano i due heel, che rimangono quindi gli ultimi due: Bret Hart e BNB. Dapprima si congratulano l’uno con l’altro e celebrano una presunta vittoria, ma improvvisamente Brown attacca Bret con un Enziguiri, poi mette in atto la sua forza fisica. Bret finisce con il petto contro il paletto, un bump che ripeterà spesso in carriera e che fa parte del suo parco mosse tanto quanto lo Sharpshooter. “The Hitman” nulla può contro la potenza di Brown, che finisce per lanciare il canadese fuori dal ring.

Vincitore per stipulazione: Bad News Brown (9:44 minuti)

VC: * ½ – Come match, non era male, ma niente di degno di nota. La fase finale con Bret e Brown che uniscono le forze era interessante. Oltre a questo, è stato un match palesemente affrettato, tanto da chiedersi perché bookarlo per una serata già stracolma come questa. Perfino il pubblico non era da WrestleMania, per i miei gusti.

Gli arbitri consegnano il trofeo a BNB, ma Bret Hart torna sul ring e attacca Brown con un Dropkick alla schiena che lo scaraventa fuori. Bret distrugge il trofeo e lo getta fuori dal ring, cosa per la quale viene applaudito dal pubblico.

VC: Il pubblico stava lentamente iniziando a notare Bret Hart, a vederlo per quello che era e sempre sarà: un talento naturale, capace di fare grandi cose. Non è ancora un turn a face, ma è degno di nota, questo momento.  

I commentatori prevedono che questa sarà la più grande WrestleMania di tutti i tempi. E si sbagliano. Sul ring, Howard Finkel annuncia il giornalista e conduttore televisivo Robin Leach. Questi legge da una pergamena il regolamento dell’imminente torneo. Poi, tra gli applausi, arriva HOOOOOOOOOOOOO… “Hacksaw” Jim Duggan. Segue, subito dopo, “Million Dollar Man” Ted DiBiase, con il suo servo Virgil ed André The Giant al seguito. Non ha ancora la sua mitica musica d’ingresso, cosa che mi tocca constatare con grande sgomento.

First Round Tournament Match

“Hacksaw” Jim Duggan vs. “Million Dollar Man” Ted DiBiase (con Virgil & André The Giant)

VC: DiBiase e la sua squadra sono gli heel, Duggan è il face che ha vinto la prima Royal Rumble alcune settimane fa.

DiBiase è l’apoteosi degli heel codardi che evita il più possibile gli scontri fisici, ma Duggan non ci mette molto a prendere il controllo. DiBiase approfitta di un errore tattico da parte di Duggan per prendere il controllo a sua volta. Duggan evita un Vertical Suplex, poi mette DiBiase con le spalle al muro. Si prepara per la sua finisher, il Patriot Lariat, ma André lo afferra per le gambe. DiBiase mette a segno una ginocchiata alla schiena (mentre André colpisce Duggan con un pugno) e chiude il match con un Fist Drop.

Vincitore per schienamento e passa ai quarti di finale: “Million Dollar Man” Ted DiBiase (5:02 minuti)

VC: ** – Match breve senza infamia né lode, chiuso in maniera sporca dopo un’interferenza da fuori, cosa molto comune nei match dove gli heel escono vittoriosi.

Non c’è tempo per festeggiare, che “Hacksaw” prende tutti quanti a bastonate, costringendoli alla fuga.

Vediamo adesso “Mean” Gene Okerlund che è pronto ad intervistare Brutus Beefcake, mentre costui è intento a tagliare i capelli inesistenti di Gene. Beefcake promette di vincere il titolo stasera, dopodiché taglierà i capelli a Jimmy Hart.

First Round Tournament Match

“The Rock” Don Muraco (con Superstar Billy Graham) vs. Dino Bravo (con Frenchy Martin)

VC: Dino Bravo è l’heel, Muraco è il face. Billy Graham è già una leggenda a questo punto.

Già da subito è uno scambio di mosse d’impatto. Muraco botcha una Vader Bomb, cosa che anche i commentatori notano, dicendo che è scivolato. Il fisico di Muraco è ancora notevole, ma in un certo senso sembra diverso. Bravo approfitta del botch e va a segno con un Gutwrench Suplex. Muraco insiste e prende di mira la gamba del canadese. Bravo lo scaraventa via, Muraco si impiglia con la testa nelle corde dopo che Frenchy Martin le ha tirate giù. Piledriver di Bravo, ma Muraco si ostina a non stare giù. Flying Forearm di “The Rock”, ma Dino usa l’arbitro come scudo. Bravo termina quindi il match con la sua finisher, il Sidewalk Slam (che i commentatori chiamano “Side Suplex”), o almeno crede. L’arbitro non conta lo schienamento, ma batte la spalla di Bravo e chiama la squalifica. Dino pensa di aver vinto e festeggia la presunta vittoria, venendo fischiato dal pubblico. Solo dopo l’annuncio di Finkel, Dino Bravo capisce di aver perso. 

Vincitore per squalifica e passa ai quarti di finale: “The Rock” Don Muraco (4:53 minuti)

VC: * Breve ed è servito al suo scopo. Booking che protegge Bravo da una sconfitta pulita perché la compagnia cercava di puntare su di lui. Muraco è più piacevole nel ruolo di face, si addice di più al personaggio da lui interpretato: uno sportivo con lo scopo di essere il migliore.

Si continua con Bob Uecker che intervista il campione intercontinentale, Honky Tonk Man. Insieme al suo manager Jimmy Hart, promette di tornarsene a casa con il titolo.

Per il prossimo match, Greg “The Hammer” Valentine è già sul ring. Arriva Ricky Steamboat con una musica palesemente modificata per la versione WWE Network. Porta in braccio il suo pargoletto di soli 8 mesi. Il team di commento lo chiama “Little Dragon”.

First Round Tournament Match

Ricky “The Dragon” Steamboat (con Little Dragon) vs. Greg “The Hammer” Valentine (con Jimmy Hart)

VC: Ricky mostra il figlioletto al pubblico, con il bambino visibilmente intimidito di fronte a questa grande folla. Per chi non conoscesse il figlio, è Richie Steamboat, che calcò a sua volta il ring tra il 2008 e il 2013, maggiormente a NXT. Un infortunio alla schiena con successivo intervento chirurgico pose fine alla carriera dell’allora venticinquenne. Per quanto riguarda il match: Ricky face, Valentine heel, come sempre.

Steamboat non è più vestito di bianco, ma di rosso. Ricky è l’uomo con tecnica e velocità, Valentine è quello aggressivo e forzuto. Gorilla: “Excellence of Execution is the name of the game for Ricky Steamboat.” Questo sarà in seguito attribuito a Bret Hart. Steamboat mette in atto la formula di perfezione che portò al suo match da cinque stelle dell’anno precedente, ovvero i ripetuti tentativi di schienamento, che si addicono perfettamente alla storia che lui racconta sul ring. Valentine cerca di gettare Ricky fuori dal ring, ma fallisce grazie allo “Skin the cat” di Ricky che torna alla carica con un Dropkick. Greg con una serie di Elbow, poi tenta un Suplex, ma Ricky scaglia The Hammer contro l’angolo. Steamboat prende di mira il braccio del suo avversario, ma Valentine risponde con un Atomic Drop. Valentine continua con degli Elbow “right in the kisser” (Cit. Gorilla Monsoon) e una serie di Chop, ma Steamboat è tenace e risponde con dei Chop a sua volta.  Valentine tenta la Figure Four Leglock, ma Ricky evita anche questo. Valentine insiste con altri Elbow e con mosse d’impatto di ogni tipo. Steamboat torna alla carica dopo un altro tentativo di Figure Four Leglock fallito e mette a segno i suoi Signatures: Chop dalla terza corda e Flying Crossbody. Greg riesce a rotolarsi e ribaltare lo schienamento. Afferra Ricky per i pantaloni e si aggiudica il match.

Vincitore per schienamento e passa ai quarti di finale: Greg “The Hammer” Valentine (9:12 minuti)

VC: *** – Buon match, e non avevo dubbi. Entrambi erano molto capaci sul ring. La storia che hanno raccontato era quella di voler vincere il match a tutti i costi. Non c’era nessuna rivalità, era una tradizionale contesa guidata da un solo obiettivo: andare avanti nel torneo. Ecco perché, in un match come questo, 800 tentativi di schienamento fanno parte della storia.

Ricky Steamboat prima discute con l’arbitro, ma finisce per accettare la decisione e saluta il pubblico. Poco tempo dopo, Steamboat avrebbe lasciato la WWF e firmato un contratto con la NWA nel 1989.

Primo piano di un giovanissimo Donald Trump tra il pubblico. Se non sapessi che è lui, non lo riconoscerei. I suoi capelli sono ancora di colore biondo scuro e non ha l’acconciatura inguardabile come oggi.

Tempo di intervista con i British Bulldogs e Koko B. Ware. I Bulldogs dicono che il loro (vero) bulldog Matilda è un cacciatore di donnole certificato. Quindi darà la caccia a Bobby “The Brain” Heenan, noto appunto come “The Weasel” (ingl. donnola).

Butch Reed è già sul ring con il suo manager Slick. Quando risuona “Pomp and Circumstance”, il pubblico esplode. “Macho Man” Randy Savage arriva con Miss Elizabeth tra applausi frenetici.

First Round Tounament Match

“Macho Man” Randy Savage (con Miss Elizabeth) vs. “Natural” Butch Reed (con Slick)

VC: Randy Savage è il face e ormai popolarissimo, secondo solo ad Hulk Hogan. Reed è l’heel.

Il pubblico non reagisce per nulla all’offensiva di Butch Reed, ma applaude ogni azione di Randy. Reed lancia Savage fuori dal ring e prende successivamente il controllo con un Fist Drop dalla terza corda. Il match segue la formula del face che subisce per la maggior parte del match. Reed sale sul paletto, ma Savage lo lancia improvvisamente a centro ring e chiude la questione con il suo Flying Elbow Drop.

Vincitore per schienamento e passa ai quarti di finale: “Macho Man” Randy Savage (5:07 minuti)

VC: * – Uno squash esteso, come si suol dire. Nessuno ha mai creduto nemmeno per un secondo che Reed potesse vincere, ma almeno hanno provato a propinarcelo come una minaccia per Savage. Savage vince d’astuzia, e va bene così, perché sa bene che per vincere l’intero torneo, deve evitare di affannarsi troppo.

Altra intervista, stavolta con gli Islanders e il loro manager, Bobby Heenan. Io premo “FF”.

Mancano ancora due match prima di entrare in fase d’eliminazione diretta. Per il prossimo match, One Man Gang è già sul ring. Tra gli applausi, arriva il suo avversario: Bam Bam Bigelow, che viene dal New Jersey ed è quindi l’eroe di casa. Il suo manager Oliver Humperdink lo segue.

First Round Tournament Match

One Man Gang (con Slick) vs. Bam Bam Bigelow (con Oliver Humperdink)  

VC: OMG è l’heel, BBB è il face. Bigelow è uno dei big men più agili nella storia del wrestling, OMG era solo un omone grande e grosso come piace a Vince, per cui venne pushato come una “forza inarrestabile” e dato per favoritissimo a vincere tornei e battle royals. Il personaggio può andare, ma il lottatore è piuttosto limitato.

OMG è da subito aggressivo, ma vista la stazza dell’avversario, non gli resta che prenderlo a pugni e Irish Whip. Bigelow mette in mostra la sua agilità, che però non dà molto all’occhio perché in confronto a OMG, lui sembra quasi un Cruiserweight – peccato. Bam Bam mette a segno alcuni Splash e degli Headbutt, ma quando prende la rincorsa, Slick tira giù la corda e Bam Bam finisce sul pavimento. Si rialza e sale sull’apron, dove ad aspettarlo c’è OMG che lo corca di botte. Bam Bam riesce a liberarsene e rientra nel ring, ma è troppo tardi, perché l’arbitro lo ha contato fuori.

Vincitore via Countout e passa ai quarti di finale: One Man Gang (2:56 minuti)

VC: DUD – Che brutto finale. Cioè, se proprio Bam Bam non doveva perdere in maniera pulita, perché non fargli prendere a calci Jimmy Hart per poi non tornare in tempo sul ring? Da quando si viene contati sull’apron?  Questo è un esempio di come la WWE si raggira i regolamenti alla bisogna. Dal punto di vista del lottato, inutile dire che non c’era niente di piacevole a parte l’agilità di Bam Bam, che come già detto, non fa la differenza. Lo spot del manager che tira giù la corda lo avevano già fatto nel match Duggan vs. DiBiase. Un po’ di creatività no, eh?

È ora di promo per Hulk Hogan, che promette che sconfiggerà di nuovo André, poi parla di un terremoto che costringerà Donald Trump a remare attraverso l’oceano per salvare la sua famiglia. Non mento. Vi lascio questo promo per poterlo ascoltare voi stessi. E qual è la morale della favola, bambini? Giù le mani dagli steroidi.

Dopo un breve replay del match precedente, siamo quasi pronti per l’ultimo match di qualificazione. Vale a dire: la prima ora dello show è quasi passata e ancora non siamo nemmeno giunti alla fase finale del torneo. Rick Rude si dirige verso il ring insieme a Bobby Heenan. Una volta sul ring, chiede di fare silenzio e mette in mostra il suo corpo. Dopodiché, arriva Jake Roberts, tra gli applausi del pubblico.

First Round Tournament Match

Jake “The Snake” Roberts vs. “Ravishing” Rick Rude (con Bobby “The Brain” Heenan)

VC: Roberts è il face, Rude è l’heel. Rude aveva un fisico davvero impressionante, nel senso buono della parola. Questi due avrebbero meritato almeno un regno titolato, ma in fin dei conti, la loro nemesi fu la lotta contro la dipendenza dalla droga e dall’alcol.

Vi dico già da subito che, soprattutto questo match, sono felice di non raccontarvelo in play-by-play. Basandoci sui soli nomi, questo match dovrebbe diventare un classico (con il giusto minutaggio), e invece è la prova che non è questione di bravura sul ring, ma di alchimia. E questi due non l’avevano. Il match inizia con buona offensiva coinvolgente. Roberts prende di mira il braccio del Ravishing One, ma invece di ingranare la prossima marcia, opta per un Resthold. Rude ne esce e attacca Jake nell’angolo. Roberts tenta la sua DDT ouf of nowhere, ma Rude scappa fuori dal ring.

Roberts continua ad attaccare il braccio, Rude però fa uso della sua agilità per controllare il match, poi connette con una Chinlock. Roberts combatte coraggiosamente, ma Rude ha una salda presa su di lui. Heenan distrae l’arbitro e Rude ne approfitta per strozzare Roberts, ma poi riaggancia la Chinlock. Invece di incitare Jake, il pubblico comincia ad estinguere i cori. Roberts si libera, ma Rude ha abbastanza energia da bloccare il comeback. Ancora Chinlock di Rude. Tutto sommato, il Chinlock è il riassunto perfetto del match finora. Ogni tanto sembra cambiare musica, ma Rude si affida costantemente alla Chinlock, mentre Heenan chiede al timekeeper di suonare la campana. Anche con un Side Suplex, Roberts non riesce a rompere la presa. Rude prende Roberts a calci e lo richiude… esattamente, nella Chinlock. Tempo totale della Chinlock finora circa 6-7 minuti. Roberts riesce finalmente a liberarsi con un Jawbreaker e inizia il suo comeback con un Back Body Drop e la sua Pulling Clothesline.  Anche il pubblico si risveglia. Rude interrompe la fase. Jake insiste e va a segno con un Gutbuster, ma Rude risponde con un Back Suplex. Con una Double Clothesline si ritorna allo stallo. Rude mette Jake al tappeto e lo schiena con i piedi appoggiati sulla corda, ma suona la campana poco prima del conto di 3. Rude festeggia la sua presunta vittoria, ma Howard Finkel annuncia che il limite di tempo di 15 minuti è scaduto e non c’è nessun vincitore.

Time Limit Draw (15:00 minuti)

VC: * Ci sono lottatori che vanno là fuori e cercano di disputare il miglior match della serata, non importa che si tratti dell’opener, del main event o di un insignificante match da undercard. E poi ci sono questi due. Sono andati là fuori, ben sapendo che il match doveva finire in un Draw, e non hanno fatto altro che ammazzare il tempo. Con un risultato miserabile. I Resthold possono benissimo far parte del match e della storia raccontata, ma non se costituiscono PIÙ DELLA METÀ del match. Rude e Roberts non hanno provato minimamente a mettere insieme una contesa decente. E questo nonostante il fatto che entrambi sarebbero stati perfettamente in grado di farlo. In più, la fine è arrivata “dal nulla”, poiché nessuno sapeva che ci fosse un limite di tempo e nessuno ha avuto la saggezza di sovrapporre un cronometro, almeno così ci sarebbe stata la suspence di sapere se Jake avesse fatto in tempo a vincere, cosa che avrebbe coinvolto il pubblico. Voto con una stella solo perché, nelle brevi fasi senza Resthold, almeno il wrestling era decente.

Per non lasciare il pubblico completamente deluso, Roberts tira fuori Damien costringendo gli heel alla fuga.

Ora siamo nel backstage con “Mean” Gene Okerlund, che presenta il tabellone del torneo. Ecco gli accoppiamenti dei quarti di finale:

  • Hulk Hogan vs. André The Giant
  • “Million Dollar Man” Ted DiBiase vs. “The Rock” Don Muraco
  • Greg “The Hammer” Valentine vs.”Macho Man” Randy Savage

Grazie al risultato appena visto, One Man Gang passa direttamente in semifinale e affronterà il vincitore del match tra Savage e Valentine.

VC: Perché mai Hogan e André si incontrino direttamente nei quarti di finale non è comprensibile da un punto di vista realistico. Chi di dovere, avrebbe progettato il torneo in modo da farli incontrare non prima della finale. Con il senno di poi, però, è comprensibile che lo abbiano proposto già da subito. Bacio i piedi al booking team che ha deciso di far disputare a One Man Gang un match di meno.

“Mean” Gene dà il benvenuto a Vanna White. È la conduttrice della versione americana della Ruota della Fortuna. Lo è tuttora. Ci dice i suoi pronostici per l’andamento del torneo. Considera tutti i face “formidabili” ed è anche sicura che i rispettivi face andranno in semifinale: Hogan, Muraco e Savage.

Si torna in arena, sul ring c’è Hercules insieme al suo manager, Bobby Heenan. Gran boato quando arriva Ultimate Warrior, naturalmente di corsa. È gasato come lo sarà ancora molte altre volte. Scuote le corde e scatta selvaggiamente in tutte le direzioni. Non è una sensazione che si può descrivere, bambini. Bisogna vedere per provare l’energia. Warrior era l’eroe di molti bambini degli anni ’80 e ’90. Anche il mio. È stato uno dei primi tre lottatori che ho visto in TV. Gli altri due erano Bret Hart e Undertaker. 

Singles Match

The Ultimate Warrior vs. Hercules (con Bobby “The Brain” Heenan)

VC: Warrior è il face, Hercules l’heel. Warrior non era ancora un main eventer, quindi a questo punto (nel backstage) non era ancora fuori di testa come alcuni anni dopo. A vederlo, non c’è da meravigliarsi del gran successo che ha riscosso.

Il fisico di Warrior, per quanto imponente, sembra ancora “normale” rispetto a pochi anni dopo. Warrior risponde col No Selling agli attacchi di Hercules, prima di finire brevemente in difficoltà. Guillotine Slam di Warrior. Continuano a lottare fuori dal ring. Warrior domina l’avversario a suo piacimento. Hercules riprende il controllo con un Eye Poke, va però detto che finora il passo dell’incontro è piuttosto lento. Warrior risveglia il pubblico con la 10 Punch Combo all’angolo, ma Hercules non sta giù. Hercules connette con la Full Nelson, ma Warrior con la gamba si spinge via dall’angolo e ribalta la presa in un Bridging Leverage Pin. L’arbitro conta, Warrior alza le spalle, Hercules no. Uno spot simile a quello che presto vedremo nei match di Bret Hart, ma assai più goffo per i miei gusti. 

Vincitore per schienamento: The Ultimate Warrior (4:29 minuti)

VC: 3/4 * – Finale creativo, ma poco degno di Warrior che avrebbe dovuto vincere pulito, così invece ci fa la figura del pivellino fortunato che rischia grosso: Cosa sarebbe successo se Warrior non avesse sollevato le spalle? Avrebbe perso? Sarebbe un doppio schienamento? In tal caso nessun arbitro con del buon senso avrebbe iniziato a contare. Del lottato non ne parliamo proprio, che era di una lentezza mortale. Nota positiva del match: il fatto che Warrior era incredibilmente over con il pubblico benché questo fosse il suo debutto in PPV.

Dopo il match, Hercules attacca Warrior e lo strangola con la sua catena, ma Warrior si libera con facilità e fa l’atto di lanciare la catena mentre Hercules batte in ritirata.

Fabio Barbuscia
Fabio Barbuscia
Da quando vidi The Undertaker chiudere Ultimate Warrior in una bara, sono rimasto legato a vita a questo mondo magico. Sono quello che accompagna i nostalgici sia in italiano che in tedesco. Sono il WWE Vintage Critic e viaggio nel tempo al posto vostro.
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