WWE Planet #990 – In attesa di qualcuno

C’è sempre un qualcosa che caratterizza gli show della WWE quando tra il pubblico c’è un’ampia fetta di pubblico europeo, che sia WrestleMania o uno special event come quello avuto la scorsa settimana a Londra. Ovviamente ci stiamo riferendo all’atmosfera infiammata che caratterizza il pubblico d’oltreoceano.


E in una disciplina come il wrestling avere un pubblico partecipe è una delle caratteristiche che può innalzare il livello dello show. O in caso contrario affossarlo totalmente. Ma di fronte a quanto abbiamo visto a Clash at the Castle stiamo parlando ovviamente della prima situazione.

Indubbiamente anche il livello medio del lottato a tenere caldo il pubblico, cosa che ha fatto protendere la WWE per attuare proprio nel Regno Unito un paio di scelte.

La prima scelta è ovviamente il turn di Dominik nei confronti di suo padre ed Edge. Forse un turn un po’ anti climatico, ma che il pubblico ha apprezzato comunque. Il tutto ora è capire dove sarà in grado di arrivare Dominik con le proprie sole gambe.

La vicinanza al padre fino a questo momento ha, in parte, nascosto le lacune del ragazzo. Ma il rischio concreto è che possano apparire fin troppo evidenti mandandolo subito contro gente del calibro di Mysterio ed Edge. E in questo caso l’unica cosa imputabile alla WWE forse è il non aver voluto attuare lo split alla Royal Rumble, che avrebbe portato anche a uno scenario di maggior lustro per la resa dei conti padre-figlio. Ma senza alcun dubbio la possibilità per risaltare ora c’è per Dominik e buona parte del suo successo dipenderà da lui.

La seconda scelta, quella di cui si è parlato di più, è invece, ovviamente, il finale del main event. Partiamo dal presupposto che hai il paladino di casa in rampa di (ri)lancio e che è over come poche cose da diverso tempo in WWE. In una situazione simile c’è un’unica scelta da fare: far vincere il beniamino del pubblico.

Nel momento in cui però decidi di farlo perdere però non puoi farlo perdere nel modo in cui è avvenuto. Se l’intromissione di Killer Kross era nell’aria e sarebbe quantomeno stata coerente, l’apparizione di un terzo cugino dal nulla ha lo stesso sapore di un Great Khali che torna per aiutare Jinder Mahal contro Randy Orton.

In questo caso c’è però l’aggravante di un campione, che dovrebbe essere la punta di diamante della divisione, assente alla maggior parte degli show televisivi e con i suoi avversari che passano più tempo in feud con i suoi scagnozzi piuttosto che con Reigns stesso.

E il continuare un regno titolato che non ha più nulla da dire da diverso tempo non fa bene a nessuno. Non fa bene agli sfidanti che pur perdendo sporco risultano comunque dei perdenti e tornano nel loro anonimo midcarding senza scrittura. E non fa bene al campione che non avendo più nulla da dire si trova costretto a riciclare sempre le solite cose.

Una situazione che risulta già portata per le lunghe da tempo e che ha sempre meno l’approvazione del pubblico. E se è vero che il regno titolato di Reigns andrà avanti fino a WrestleMania c’è il rischio concreto di far perdere il momentum non soltanto ai wrestler coinvolti nella rincorsa al titolo, ma anche al quello che pare essere un nuovo corso per la WWE.

Davide Procopio
Davide Procopio
Scrive per TuttoWrestling dal 2016. Laureato in sociologia dei processi culturali e comunicativi, analizza criticamente i vari tipi di media presenti nel mondo, wrestling compreso.
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