WWE Planet #986 – Il profumo d’aria fresca

Ascolti record, entusiasmo diffuso, ottimismo nel backstage. La nuova direzione creativa della WWE, firmata Paul Michael Levesque, è nata sotto una buona stella e sta raccogliendo consensi e proseliti. C’entrano l’irresistibile fascino della novità e l’innegabile situazione di partenza, dalla quale risalire era estremamente più facile che scendere ancora. Ma sicuramente qualcosa sta cambiando.


Dakota Kai e Io Shirai in una stable rilevante e coinvolte in storyline di alto profilo con le altre top women della divisione femminile. Tommaso Ciampa che non viene limitato a matchini di 5’ ma combatte contro Styles e lotta per i Titoli. Karrion Kross coinvolto nel giro Titolato massimo. Quello descritto è il panorama che era lecito aspettarsi 18 mesi fa: l’NXT che funzionava e aveva successo trasportato nel main roster per avviare un nuovo corso. Un innovamento organico e che s’innestasse con quanto era già esistente: la muta insita in ogni macchina eterna come uno show di wrestling settimanale. Ma sappiamo bene quanto amaro fu il boccone – boccone tra i bocconi amari per chi amava lo show giallonero – e di come il sistematico smantellamento di ciò che avveniva al piano di sotto fosse quasi automatico nel main roster. Tanti, troppi i nomi gettati al vento, al punto da diventare una regola e non un’eccezione, vittime designate anziché casuali. Logico dunque immaginare che le prime mosse di Triple H potessero essere in questo senso; nessun generale è disposto a scendere in campo senza i suoi luogotenenti, qualsiasi allenatore è felice di schierare in campo i propri pupilli. Si riparte da qui, si riparte da sé: dal proprio credo. La visione di Triple H del wrestling è sempre stata diversa da quella di Vince McMahon e il genero più famoso del wrestling non ha aspettato per far ripartire la sua declinazione. Non si parla certo già di successo, ci vuole tempo. Ma almeno ora ci troveremo davanti alla prova del nove che non ci è stata mai concessa: capire se questo wrestling funziona anche al piano superiore. Un lusso inedito ma che dà una chance a chi in fondo non l’ha mai ottenuta davvero, pur meritandolo a parere univoco di giuria popolare e di qualità.

Guai appunto a bollare già come successo il tutto. La nuova era è appena cominciata e se, come detto, l’entusiasmo è comprensibile e anche condivisibile, i risultati arriveranno sulla lunga distanza, come sempre. Tempo galantuomo o meno, il più importante banco di prova per The Game sarà la lunga gittata. L’innovazione che porta ha un impatto quasi inevitabilmente positivo, ma per affrancare i cambiamenti con il timbro del successo servirà produrre risultati con costanza. I nuovi numeri e il nuovo entusiasmo saranno inevitabilmente seguiti da una flessione, fisiologica, e sarà altrettanto presto per parlare di fallimento e di passo indietro. Ma l’obiettivo, nel giro di qualche mese, è riportare soprattutto l’ordine. Da mesi in WWE regna il caos, creativo e organizzativo, e l’arduo compito di far tornare due show sensati, coerenti e fedeli a loro stessi è ben più complesso dell’aizzare il pubblico dandogli finalmente ciò che chiedeva a gran voce da tempo. Di certo, c’è, che è un ottimo modo di iniziare: un desiderio rimasto insoddisfatto da tempo non può che essere gustato e digerito bene dai fan, come la liberazione che è. E se il buongiorno si vede dal mattino, partire col piede giusto in una situazione del genere non può che condurre a buoni spunti, che andranno poi capitalizzati. Una matassa da sbrogliare su cui HHH ha appena iniziato a mettere mano e dalla quale dovrà poi salvare i fili ancora buoni, per legarvi quelli del futuro.

Una responsabilità importante ma che, nel tourbillon degli scandali e delle nomine WWE, non poteva finire in mani più sagge. Se spesso ci siamo dati il tempo per provare a decifrare con chiavi nuove le idee stantie di Vince, fondamentale sarà valutare col tempo le idee finalmente attinenti del nuovo che avanza. Con la fiducia e la limpidezza di chi sta provando a portare la lingua che ormai parla il resto del wrestling all’interno di quello che è sempre stato il dizionario universale. Se poi gli errori arriveranno, ci sarà anche il tempo per riparare. Ma per farlo, come per osare, per trasformare e per portare nuove idee serve soprattutto il margine, lo spazio: quello sì, ora c’è e quantomeno si respira tutti meglio.

Daniele La Spina
Daniele La Spina
Una mattina ho visto The Undertaker lanciare Brock Lesnar contro la scenografia dello stage. Difficile non rimanere incollato. Per Tuttowrestling: SmackDown reporter, co-redattore del WWE Planet, co-presentatore del TW2Night!. Altrove telecronista di volley, calcio, pallacanestro, pallavolo e motori.
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