WWE Planet #950 – Tempi bugiardi

Nella pantomima annunciata e, ormai, anche canonica di Crew Jewel, la WWE ha voluto avere la certezza di poter incastonare un fallimento: il Queen’s Crown. Come al solito, però, sono solamente punti di vista. Umiliare, non portare il minimo rispetto e mettere in secondo piano le donne è forse più vicino ad un trionfo, quantomeno una splendida mossa di mercato in Arabia Saudita.


Al di là delle facili battute, facile quanto il diventare un meme da parte dello stesso CJ, che ci ha messo appena tre edizioni, in terra saudita ci saranno le finali dei due tornei indetti dalla WWE. Tante volte, in occasione praticamente di tutte le edizioni dal 2006 in poi, ci si è interrogati sul senso e il bisogno di fare un revival del KOTR senza effettivamente riuscire a provi l’enfasi e l’importanza che questo torneo aveva una volta. Colpa della costruzione, colpa dei calendari fitti o solo anche dei tempi che cambiano; in realtà un torneo e pur sempre un torneo e non dovrebbe essere difficile tirarne fuori qualcosa di interessante (inutile perdersi in questa ovvietà ma vi appoggio qui l’ultimo numero del The Other Side). In altre occasioni, come l’ultima edizione prima di questa ci si è chiesto se i tempi non fossero maturi per un Queen Of The Ring, al di là delle difficoltà storiche e intrinseche della versione maschile. A cose fatte sembrava una buona idea, o quantomeno capace di portarsi dietro tutte le cose buone del torneo originale pur conservando anche le problematiche: una copia carbone del glorioso KOTR non tanto in nome dell’uguaglianza di genere a tutti i costi, quanto della necessita di un accostamento resosi necessari dalla fetta concreta di show che ormai il roster femminile sorregge. Può piacere o non piacere ma è così, è un dato di fatto e non è nemmeno più secondario e dunque un QOTR – un Queen’s Crown insomma – non andava fatto, era semplicemente normale farlo.

Certo, forse ci si sarebbe potuti sprecare di più a farlo. Si può lecitamente non essere fan del KOTR e quindi ancor meno fan della sua versione femminile. Ma diciamo che far durare 5 dei suoi 7 incontri per un totale di 11 minuti e 40 secondi difficilmente aiuta ad ingraziarsi qualcuno, forse solo quelli costantemente di fretta. 11’ 40”, mancando ancora una semifinale e una finale: praticamente lo stesso tempo concesso a Cesaro vs Finn Bálor al primo turno del torneo tra uomini. Che non ha nulla a che vedere con la parità di trattamento: forse 11 minuti per Bálor-Cesaro sono persino pochi, ma certo in 11 minuti non si può sperare di condensare il senso di un torneo. Un fastidio, un’interferenza, una piccola ma obbligata deviazione. Un torneo annunciato in pompa magna che sottrae circa un quarto d’ora (in proiezione) su 10 ore di programmazione è solo una pratica da sbrigare, certo non una vetrina e nemmeno parte dello show. Ancor più del KOTR ma tanto quanto esso, il QC è stato visto, vissuto e progettato come un impiccio da togliersi in fretta, anziché un motore per storyline e intrecci che sarebbero potuti diventare centrali. Una barzelletta mal raccontata, oltretutto, visto che tutti siamo testimoni di quanto ci sarebbe bisogno di storie interessanti a SD e soprattutto a Raw. Invece si è optato per degli una tantum, che hanno tenuto impegnate le seconde linee senza scalfire o interessare minimamente chi lotta per i Titoli e che, per giunta, come esito otterrà l’oblio o, se andasse male, una gimmick stupida e ritrita con la corona in testa. Il torneo non ha aiutato gli show e chiaramente non può essere ritenuto prestigioso vincerlo, se lo si liquida nel minor tempo possibile e con nessun effetto.

Non è questione di tempi, insomma, né quelli intesi come durata degli incontri, né intesi come epoche. È stata questione di intenzionalità. L’unico tempo che non è mai esistito è stato quello della volontà: nella stanza dei bottoni nessuno si è mai sognato, nemmeno per un’istante, che fosse non solo necessario scrivere questo torneo. Bensì, che fosse deleterio dedicargli del tempo, così come lo è per noi e per chi ci lotta.

Daniele La Spina
Daniele La Spina
Una mattina ho visto The Undertaker lanciare Brock Lesnar contro la scenografia dello stage. Difficile non rimanere incollato. Per Tuttowrestling: SmackDown reporter, co-redattore del WWE Planet, co-presentatore del TW2Night!. Altrove telecronista di volley, calcio, pallacanestro, pallavolo e motori.
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