Quindici anni dalla scomparsa di Eddie Guerrero

Le polemiche

Non mancherà anche qualche immancabile polemica sul solito ruolo diseducativo del wrestling, commenti che purtroppo si riproporranno più avangti, e molto più ferocemente, in occasione dell’omicidio suicidio metto in atto da Chris Benoit. Non sempre, infatti, la reazione dei media italiani fu avulsa da qualche spiacevole luogo comune e/o qualche elemento di disinformazione (e sembrerebbe quasi un paradosso visto che parliamo proprio di chi informazione dovrebbe farla). A tal proposito ci piace ricordare l’editoriale dedicato proprio a questo che fu scritto per l’occasione da di “Titan Morgan” Manuele Poli, ospite più volte sulle pagine di questo sito:


E’ stato un attacco di cuore. Viene dal suo passato, dall’abuso di droga e alcool. Hanno trovato segni di ciò con l’autopsia. Il medico ha riscontrato che le vene sono risultate rovinate ed anguste, segno del “lavoro sporco” fatto da quegli agenti nel suo organismo.

Eddie ha lavorato come un pazzo, specie in quest’ultimo periodo, e per questo il suo cuore è cresciuto sempre di più, mentre le vene si stringevano e ciò ha causato l’attacco.
Appena hanno visto la parte esterna del suo cuore, hanno subito capito cos’era successo. Eddie non si è fatto del male in alcun modo. Questo spiega molte cose, ora; Eddie non mi era parso in forma la scorsa settimana. Era a casa nostra e continuava a ripetere che non si sentiva troppo bene, attribuendo la colpa ai continui viaggi. Pensavamo bastasse soltanto un po’ di riposo. Il medico mi ha tolto tanti dubbi quindi, col cuore in quelle condizioni era logico fosse così stanco.
Quando non mi ha chiamata la scorsa notte, e la notte prima del decesso, ho cominciato a realizzare il tutto. Mi chiamava ogni sera e ora quelle telefonate mi mancano così tanto. Ho pianto tutta la notte, ieri, vedendo lo spettacolo.  Amavo la sua risata, la sua risata era davvero il massimo.
Avevamo appena celebrato i suoi quattro anni di sobrietà, giovedì scorso. Pensavamo che la nostra vita fosse finalmente sui binari giusti, pensavamo di aver risolto tutto, aveva lavorato così tanto per dare a tutti noi una vita migliore. Sono così commossa dalla risposta della gente, è inaspettata e mi tocca nel più profondo. Abbiamo visto tutti con grande commozione lo show ieri, è stato tutto davvero perfetto.
Tutta la mia vita era il wrestling. Tutto ciò che faceva Eddie era prendersi cura di noi e amare il suo lavoro; non so davvero cosa fare, ora.

(Vickie Guerrero, moglie di Eddie)

Di solito, quando un uomo muore, si tende a decantare le lodi di tutto ciò che è stato in vita. Che questi sia un politico, un attore famoso, uno sportivo od un cantante, poco importa.

Anche se costui fosse stato un poco di buono, avesse trascorso la propria esistenza a riscuotere tangenti, a collaborare con organizzazioni criminali od a riciclare denaro sporco, sentiremo sempre dire “Era una brava persona“, “E’ stato un buon esempio per i suoi figli” o semplicemente “Ci mancherà tanto“.

Eddie Guerrero non ha avuto tale privilegio e la sua unica colpa è stata quella di essere un lottatore professionista, una categoria di individui che l’opinione pubblica italiana, evidentemente, considera ancora più disprezzabile di assassini, criminali o terroristi.

Già, perchè in fondo, gli assassini, i criminali ed i terroristi vengono comunque dipinti come persone dalla stampa italiana; persone spregevoli, ma pur sempre persone.

Eddie Guerrero ed i suoi colleghi invece sono per lo più identificati come animali da circo, fenomeni da baraccone sui quali si può sparlare quanto ci pare, tanto non hanno un’anima, nessuno li ama come uomini, ma soltanto come personaggi.

Ed è così che dal 14 novembre scorso, ovvero il giorno seguente al ritrovamento del corpo senza vita di Eddie Guerrero nella propria camera di albergo, i telegiornali, i notiziari della radio ed i quotidiani italiani hanno dato vita ad un triste teatrino di chi era a conoscenza dei particolari più sconcertanti sulla vita privata di quest’uomo, informazioni che tutti gli appassionati di wrestling conoscevano ormai da cinque anni, ma che i sempre più pecorecci “media” di casa nostra hanno deciso di diffondere a proprio comodo come notizie esclusive o “scoop”.

Ridicole, infamanti e vergognose, ad esempio, le illazioni riportate sulla prima pagina de La Gazzetta dello Sport, che ha addirittura ipotizzato un suicidio da parte di Eddie Guerrero, il cui corpo è stato ritrovato accasciato per terra sul pavimento con lo spazzolino da denti in mano ed il dentifricio in bocca. Forse un maniaco dell’igene orale potrebbe decidere di suicidarsi in questo modo o più semplicemente i celebri signori de La Gazzetta scrivono così, tanto per sgranchirsi un po’ le dita.

Seguo con passione questo sport da diciannove anni ed ho sentito parlare per la prima volta di Eddie Guerrero su una rivista nel 1990, ovvero quando ancora si esibiva in Messico, sua terra nativa.

Ho coninciato a vedere i suoi incontri sulla televisione via satellite intorno alla metà degli anni novanta, dopo che era stato messo sotto contratto dalla World Championship Wrestling, all’epoca seconda federazione americana per importanza. Non ho mai apprezzato particolarmente il suo stile di lotta veloce, tecnico ed acrobatico, anche perchè chi mi conosce sa bene che io prediligo la potenza e la stazza dei pesi massimi. Ma ho sempre ammirato la passione e la dedizione di Eddie Guerrero per la disciplina ed il suo continuo mettere a rischio la propria incolumità per regalare un istante indimenticabile agli spettatori paganti.

Non ci sono giustificazioni per chi intraprende una strada sbagliata ed infatti Eddie Guerrero non le ha mai cercate. La vita del lottatore professionista è tutto meno che facile, ma di questo i “media” italiani sanno poco o niente, vuoi per ignoranza e disinformazione, vuoi perchè non gli interessa saperlo.

Per guadagnarsi da vivere, un lottatore professionista combatte praticamente quasi ogni giorno dell’anno. Non c’ è tempo per recuperare, nè per riprendersi dai numerosi infortuni, bisogna stringere i denti ed andare avanti se si vuole portare il pane sulle tavole delle proprie famiglie. Lunedì combatti a New York ed una brutta caduta dal paletto ti provoca lo schiacciamento di una vertebra. Ma il giorno seguente c’è da esibirsi a Boston, la gente ha pagato fior di quattrini per vederti, non puoi rinunciare o rischi di essere licenziato. Ti rimetti in viaggio, c’è a malapena il tempo per riposare, ma il dolore alla schiena ti impedisce di dormire. Prendi allora un paio di sonniferi convinto che ti faranno trascorrere qualche ora di sonno, ma il giorno dopo siamo da capo, come farai a combattere? Ci vuole un antidolorifico, di quelli belli tosti. Questo se hai appena iniziato la carriera, perchè a lungo andare, sonniferi ed antidolorifici non avranno più alcun effetto sul tuo organismo e ti ci vorrà qualcosa di più pesante che ti influisca anche sul piano psicofisico. Ed è così che arrivi alle droghe, ai cosiddetti “stupefacenti” ed agli alcolici. Ma un attimo, mercoledì, il giorno dopo lo “show” a Boston (dove nel frattempo ti sei lussato una spalla in seguito ad una tecnica non eseguita a regola d’arte da parte del tuo avversario) c’è da prendere l’aereo per partecipare ad una registrazione televisiva a Los Angeles e giovedì ci sarà da fare tappa a Dallas per prendere parte ad una conferenza stampa, ad una sessione di autografi in un centro commerciale e nel tardo pomeriggio, insieme ad un paio di colleghi, c’è da fare visita ad alcuni bambini malati terminali ricoverati in ospedale. Venerdì si parte per il “tour” europeo, ogni giorno combatterai in una città diversa, Londra, Manchester, Berlino, Dresda, Milano e Roma. Non puoi mancare. Inglesi, tedeschi e italiani hanno la possibilità di vederti una o due volte l’anno, non puoi deluderli, hanno speso i loro risparmi per comprare il biglietto. La vertebra schiacciata e la spalla lussata non saranno un problema, hai dovuto sopportare ben altri dolori in passato. Basterà prendere un paio di pillole e ce la farai. Però il pubblico vuole vederti in grande forma, la gente vuole ammirare i tuoi muscoli, anche se il tempo materiale per allenarti non c’è perchè sei sempre in viaggio per il mondo. Alcuni colleghi si presentano sempre con un fisico eccezionale nonostante abbiano pochissimo tempo per frequentare una palestra, quindi chiedi a loro quale segreto nascondano e ti consigliano di prendere alcuni farmaci. Non si tratta di steroidi anabolizzanti, ma di GH, l’ormone della crescita ed altri farmaci che si acquistano tranquillamente sui banchi delle farmacie. Grazie a questi, avrai la possibilità di  ottenere comunque degli ottimi risultati pur trascorrendo poco tempo ad allenarti in palestra. Pillole, farmaci, antidolorifici, droghe, prima o poi non potrai più farne a meno, ma è l’unico modo per andare avanti, per guadagnarti da vivere e mantenere la tua famiglia con la professione che hai scelto di fare. Ma ben presto anche tua moglie ed i tuoi figli si accorgono che sei dipendente dalle droghe, cercano di redarguirti, ma tu non sai come spiegare che non puoi rinunciare, che lo stai facendo per loro. Ed anche i rapporti con la famiglia diventano difficili ed avendo poco tempo da trascorrere in loro compagnia, non riesci a parlarci. Bevici su, non pensarci. Lo sai benissimo che non è questa la strada giusta, ma non trovi altra soluzione, il tempo per rimettere le cose a posto arriverà, presto o tardi.

Questo è esattamente quello che è successo qualche anno fa a Eddie Guerrero e come a lui, a tanti altri lottatori professionisti (consiglio di leggere l’autobiografia dell’ex campione intercontinentale William Regal, intitolata Walking a Golden Mile, nella quale racconta con sincerità la sua terribile esperienza nel “tunnel” della droga).

Già, è una bella fregatura. Ma tutto questo i giornalisti italiani lo sanno? O forse per loro il wrestling è soltanto un programma televisivo che va in onda il sabato sera su Italia 1? Se si prendessero la briga di informarsi un po’ meglio, scoprirebbero che SmackDown! è soltanto una trasmissione di wrestling che negli Stati Uniti viene registrata ogni martedì e trasmessa il venerdì, ma in tutti i restanti giorni della settimana i lottatori sono in giro per il mondo ad esibirsi in altri spettacoli televisivi ed eventi non ripresi dalle telecamere.

Quattro anni fa, Eddie Guerrero ha toccato il fondo. Il 9 novembre 2001 viene arrestato in quanto trovato in possesso di sostanze stupefacenti. In seguito a questa imbarazzante scoperta, Eddie viene allontanato dalla World Wrestling Entertainment, federazione che lo aveva già sospeso in precedenza per permettergli di disintossicarsi dall’abuso di antidolorifici.

Quando si tocca il fondo ci sono soltanto due strade da scegliere: la vita o la morte.

Eddie Guerrero aveva scelto la vita! Gli ci sono voluti parecchi mesi per uscire da quel labirinto, ma la vita gli ha concesso una seconda possibilità. Nonostante fosse stato allontanato dalla World Wrestling Entertainment, Eddie non si è perso d’animo. Ha ricucito i rapporti con sua moglie, dalla quale ha avuto la terza figlia, è entrato in un centro di recupero e disintossicazione e con non poche difficoltà è stato capace di cambiare radicalmente la propria esistenza. Tutto ciò è avvenuto grazie soprattutto al ritrovato amore della famiglia. Dopo aver vissuto questa terribile esperienza, Eddie Guerrero ha deciso che per tutti i giorni che gli sarebbero rimasti da vivere, non avrebbe mai finito di ringraziare Dio abbastanza per questa seconda opportunità che gli era stata concessa.

Sarebbe già di per se una favola bellissima, se non fosse che dopo aver girovagato per il mondo lavorando in piccole federazioni di wrestling indipendenti, osservata la sua ritrovata determinazione e riconoscendone la forza di volontà, i responsabili della World Wrestling Entertainment decidono di riassumere Eddie Guerrero nell’aprile del 2002  e circa due anni più tardi, il 15 febbraio 2004, Eddie conquisterà il titolo di campione del mondo dei pesi massimi WWE sconfiggendo Brock Lesnar, considerato all’unanimità come il fenomeno del momento!

Una storia incredibile, una favola a lieto fine, ma non per i “mass media” italiani purtroppo.

Per loro, se hai avuto problemi di dipendenza da alcool e droghe in passato, resterai un drogato per tutta la vita. Per loro, Eddie Guerrero non è un modello da seguire perché secodo la logica mediatica di casa nostra, i modelli cui devono fare riferimento gli italiani sono i calciatori che vendono le partite e sposano le veline, i ciclisti che a furia di assumere eritropoietina hanno il sangue denso come la marmellata, i “tronisti” di Uomini & Donne di Maria De Filippi, i reclusi del Grande Fratello, i naufraghi dell’Isola dei Famosi e gli “eroici” mangiatori di scarafaggi e bevitori di sangue e latte de La Talpa.

Questi sono i nuovi eroi italiani secondo la nostra stampa, sono loro gli eredi di Giuseppe Garibaldi e Giovanni Giolitti!

Eddie Guerrero non sarà certo un esempio da seguire per una persona che non è mai incorsa nei suoi problemi, ma non vedo perché la sua esperienza non possa essere d’aiuto a chi è entrato nel “tunnel” della droga o della dipendenza da sostanze di vario genere. No, per i telegiornali nostrani Eddie Guerrero era e rimane un animale da circo e la sua scomparsa non merita neanche compassione, ma deve servire soltanto a scagliare l’ennesima pietra contro l’ignobile spettacolo del wrestling, una disciplina alla quale troppi giovani, probabilmente disgustati da un campionato di calcio che anzichè sui campi da gioco viene disputato nei Tribunali e nelle Corti di Cassazione, si stanno avvicinando. 

I giovani hanno smesso di collezionare le figurine dei calciatori, al loro posto si scambiano quelle dei lottatori di wrestling! Dobbiamo fare qualcosa!”. Questo è l’allarme lanciato poco tempo fa dal sindaco di Roma Walter Veltroni e dal tecnico della nazionale italiana di calcio Marcello Lippi. E come si potrebbe ovviare a questo cambio di rotta? La scelta più logica ed onesta apparirebbe quella di cercare di fare in modo che il Campionato di Calcio possa offrire un prodotto migliore, più divertente ed avvincente e soprattutto pulito. In questo modo i giovani sarebbero liberi di scegliere cosa seguire. Invece no, siamo in Italia, meglio cercare le soluzioni più semplici, drastiche e rapide. Occorre vietare il wrestling dai palinsesti delle televisioni, in questo modo i giovani non avranno più la possibilità di seguirlo e torneranno ad appassionarsi al calcio anche se questo fa schifo, perché avranno solo quello quando la concorrenza sarà stata cancellata. E’ la logica del “panem et circenses”. Il popolo non deve essere libero di scegliere, deve prendere ciò che gli si da. Il calcio, la Formula 1, il Grande Fratello, L’Isola dei Famosi, Buona Domenica, questo è quello che devono seguire gli italiani; il wrestling no, perchè viene dall’America e deve essere boicottato, anche se nel frattempo è nato un movimento tutto italiano della disciplina.

Per questo Eddie Guerrero è stato preso da capro espiatorio in un simile contesto. 

E’ stato triste, molto triste, ascoltare i telegiornali della Rai affermare che il lottatore Eddie Guerrero era morto in seguito all’assunzione di un “cocktail” di sostanze stupefacenti ed alcool, quando ancora nessuno, nemmeno i medici erano a conoscenza della cause del decesso. Soltanto chi frequenta “internet” ha potuto sapere la verità in tempo reale, tutti gli altri si sono visti “imbacuccare”dalle cretinate da parte della televisione, dalla stampa ed in particolare dalla radio, dove qualche ben noto Disk Jockey-Imprenditore, evidentemente incoraggiato dal vantaggio di non poter essere visti in volto, si è lasciato andare a commenti fin troppo spinti sulla vicenda, adducendo alla stessa riflessioni personali vergognose, infamanti e maturate sulla base di semplici illazioni prive di alcun fondamento.

Il problema fondamentale che sta alla base di tutto questo è l’ignoranza, la disinformazione ed il voler dare lo “scoop” a tutti i costi prima degli altri, perchè che questo sia vero o falso poco importa, l’importante è darlo per primi.

Tutti hanno voluto raccontare i precedenti di Eddie Guerrero nel labirinto dell’alcool e della droga, quasi avessero scoperto l’acqua calda. In realtà, ogni singolo appassionato di wrestling con un po’ di esperienza alle spalle conosce a memoria il passato burrascoso di Eddie! La stessa World Wrestling Entertainment, qualche anno fa, ha rilasciato sul mercato un documentario in DVD intitolato “Eddie Guerrero: Cheating Death, Stealing Life”, nel quale si racconta per filo e per segno la vicenda che ha voluto il campione prima affossato dai suoi problemi di dipendenza per poi risollevarsi grazie all’aiuto della famiglia e della sua fede. Già, questi sono i motivi per cui Eddie Guerrero è stato così ammirato ed amato da tutti i suoi “fans” e l’inettitudine dei giornalisti di casa nostra ha voluto utilizzare certe informazioni per fornire una sorta di “scoop” ai poveri sprovveduti che si bevono tutto quello che dice la televisione, per di più infarcendo il tutto con menzogne e supposizioni. Se la famiglia di Eddie Guerrero avesse risieduto in Italia, anzichè in un paese lontano, ci sarebbero stati tutti gli estremi per una bella serie di querele. 

Io non vado in televisione a parlare di ippica o di pattinaggio artistico. Non conosco questi sport, meglio che siano gli esperti ad occuparsene. Invece quando si parla di wrestling tutti sembrano voler dire la loro: giornalisti di quarta categoria, opinionisti della domenica, pagliacci dell’etere, buffoni di corte ed ogni sorta di tristi fenomeni del meretricio mediatico. Ne parlano ignorando completamente la storia secolare di questo sport, che per loro è soltanto un fenomeno di costume lanciato dall’emittenza privata un paio di anni fa. Quei pochi che di questo sport se ne intendono, coloro che, come me, hanno speso la loro vita a studiarlo ed a seguirlo in tutte le sue decine di sfaccettature, non vengono neanche interpellati, perchè non se ne avverte la necessità. Che bisogno c’è di chiamare in causa un esperto, se l’unico scopo che si ricerca è quello di affossare ogni credibilità ed il seguito di una disciplina cavalcando l’ondata di popolarità che sta attualmente attraversando? Quando eravamo quattro gatti a seguire il wrestling in Italia, nessuno ne parlava. Adesso che è diventato un fenomeno cultural-popolare di massa, tutti vogliono prenderne parte e dire la loro, anche se ne sanno poco o niente.

Lo sanno bene i responsabili dei telegiornali della Rai, che con una sapiente opera di sciacallaggio degna dei migliori briganti, hanno volutamente spacciato per verità le loro illazioni sulla notizia della morte di Eddie Guerrero inventandosi addirittura le ragioni del decesso, naturalmente allo scopo di danneggiare un prodotto che sta regalando successo alla concorrenza. Poco importa se la ragione del dibattito era la morte di un uomo, sono i soldi a far girare il mondo e se qualche “sponsor”, temendo che la propria azienda venga messa in cattiva luce dalla vicenda, deciderà di non pagare più il proprio spazio pubblicitario durante la trasmissione WWE SmackDown! su Italia 1, per la Rai ci sarà tutto da guadagnare. 

Ma anche Mediaset non ha fatto certo di meglio, in quanto nessuno, nonostante non se ne sapesse assolutamente niente, ha provato ad ipotizzare che la morte di Eddie Guerrero possa essere sopraggiunta in seguito alle conseguenze di un qualche trauma causato da un colpo o da una caduta subiti sul ring. La morte del campione drogato fa assai più notizia di quella dell’atleta ferito.

Gli unici a salvarsi in questo schifosissimo teatrino di sciacalli, sono quelli del Corriere dello Sport – Stadio, che hanno affidato il compito di parlare della morte di Eddie Guerrero a Carlo Di Bella, un giovane esperto di wrestling, direttore del sito TuttoWrestling.com e del mensile TuttoWrestling Magazine. Conosco personalmente Carlo da quattro anni e non avevo dubbi che avrebbe svolto un ottimo lavoro. Nessuna illazione nel suo articolo, nessuna supposizione, ma soltanto la verità, una verità che Eddie Guerrero non ha mai nascosto ai suoi ammiratori, ai quali l’ha pure raccontata in un documentario, ma che questi parassiti mediatici della stampa e della radiotelevisione italiana volevano trasformare nel loro “scoop” personale. 

Peccato signori, non ci siete riusciti. Qualcuno avrà sicuramente abboccato alle vostre menzogne, in fondo non esistono mezzi più potenti della radio, della stampa e della televisione per convincere la gente. Ma coloro che amano il wrestling non sono neanche stati scalfiti dalle vostre false testimonianze, per il semplice fatto che la verità la conoscevano da molto tempo prima che venisse inquinata dalle vostre viscide mani. 

Ritornatevene a rifugiarvi in quelle sudicie tane nelle quali vi nascondete in attesa della prossima occasione, tanto lo sappiamo che non aspettate altro. Chissà, magari la prossima volta vi andrà meglio, l’importante è che continuiate ad evitare di fare i conti con le vostre coscienze sporche, altrimenti potreste anche provare un minimo di disgusto per voi stessi e per quello che state facendo. Ma per quanto ancora riuscirete a farlo? Già, mi auguro che i miei figli non debbano mai prendere la vicenda di Eddie Guerrero come modello, ma sarà anche mia premura quella di evitare accuratamente che facciano riferimento a degli individui come voi nella loro crescita.

E per quanto riguarda Eddie Guerrero, riposa in pace grande campione, chi ti ha amato davvero non ti dimenticherà mai e nelle arene di tutto il mondo, milioni di voci scandiranno per sempre il tuo nome, da qui all’eternità: Eddie! Eddie! Eddie!

Perchè le leggende, non muoiono mai.

“Titan Morgan” Manuele Poli

Giovanni Pantalone
Giovanni Pantalone
Super appassionato di wresting dagli inizi degli anni 90, al punto da vedersi, tra WWE e Impact, una trentina di Pay Per View e show televisivi dal vivo in giro per il mondo. Si occupa da sempre di tutta la parte tecnica del sito, compresa la App e la gestione del Forum, ma non disegna sporadici editoriali e comparsate nei podcast.
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