Bentornati al Piper’s Pit! Oggi vogliamo celebrare i nove anni di vita di una delle stable più famose della storia del wrestling, vale a dire il Bullet Club.
Correva l’anno 2013 e nella NJPW Prince Devitt (che ora conosciamo come Finn Balor)tradì Ryusuke Taguchi per allearsi con Bad Luck Falè. Ben presto a loro si unirono Karl Anderson e Tama Tonga ed ecco pronta l’idea: un gruppo di soli stranieri (gaijin) pronti a sfidare l’egemonia dei giapponesi. Il nome scelto fu quello di Bullet Club ed il saluto tra i membri il celebre “Too Sweet”, in omaggio al New World Order. Quella che poteva sembrare una storyline come un’altra invece sarebbe stata destinata a durare nel tempo ed a trascendere la stessa federazione in cui venne creata.
Durante la guida di Prince Devitt si unirono al gruppo anche gli Young Bucks e Doc Gallows, oltre ad alcuni lottatori latinoamericani, che formarono la fazione Latinoamerica, portando così la stable in Messico nel CMLL. Quando nel 2014 Devitt abbandonò la NJPW il suo posto venne preso da AJ Styles, che iniziò a comparire anche nella ROH, dando così ulteriore visibilità al gruppo, che nel frattempo si vide aprire anche ai wrestler giapponesi e, soprattutto, a Kenny Omega, arrivando a conquistare tutti i titoli della federazione giapponese.
Nel 2016 Styles lasciò la federazione e in storyline venne cacciato dal gruppo, rimpiazzato da Omega, il quale, con gli Young Bucks, formò la sezione The Elite. Arrivarono nel gruppo poi altri nomi di spicco come Adam Cole, Cody, Tanga Loa, Adam Page e Marty Scurll. Come in tutte le storie ben raccontate che si rispettino nel 2017 è il tempo della Civil War all’interno del gruppo: il tutto ha inizio tra Omega e Cody (che poi si riappacificheranno), ma la faida poi si sposta tra l’Elite e la Firing Squad degli atleti samoani. Ad essi si aggiunge poi Jay White, mentre l’Elite abbandona il Bullet Club. Purtroppo questo feud non venne gestito al meglio delle sue potenzialità, non avendo di fatto avuto una vera conclusione.
La cosa positiva però della vicenda è però la presa del comando da parte di White che dà nuova linfa al gruppo, nel quale avviene anche l’importante innesto di Evil, che, in tempo di pandemia che costringe Jay White ad un’assenza forzata dal Giappone, guida provvisoriamente il gruppo. Nel 2021 la NJPW stringe una partnership con Impact Wrestling che regala altra popolarità alla stable, con il ritorno al comando di White e l’estromissione di Tama Tonga e Tanga Loa in favore dei Good Brothers, oltre all’innesto di Juice Robinson. Il resto è storia recente, con presenza del gruppo anche in AEW.
E qui, a mio avviso, è la forza del Bullet Club: la sua trasversalità nel mondo. Oltre alle federazioni già citate ha vinto titoli nella NWA e nella Revolution Pro Wrestling, tra le altre, oltre al fatto che il suo merchandising è tra i più venduti. La sua popolarità è talmente alta che anche la WWE non ha potuto non tenerne conto. Inizialmente cercò ovviamente di ostacolare il Bullet Club, registrando il marchio del “Too Sweet”, che per qualche tempo non potè essere più usato, salvo poi far cadere la cosa. Successivamente però di fatto ammiccò alla stable in diverse occasioni, sia ingaggiando diversi lottatori di punta del Club, sia facendoli interagire in modo esplicito in nome di esso, come quando recentemente si sono salutati Balor e Styles. La popolarità della stable quindi è ancora assolutamente solida e chissà cosa ci potrà riservare il decimo compleanno. Non ci resta che aspettare.
PS: a proposito di NJPW, non posso che fare i complimenti a Francesco Akira, che ha conquistato, insieme a TJP, gli IWJP Junior Heavyweight Tag Team Championship, primo italiano a conquistare un titolo nella federazione giapponese.
“I have wined and dined with kings and queens and I’ve slept in alleys and dined on pork and beans”.
