THE OTHER SIDE #98 – SOMETHING TO BE PROUD OF

SOMETHING TO BE PROUD OF


Nello scorso numero avevo criticato duramente la NJPW dal punto di vista del booking, della sua reticenza nel provare a dare un certo ricambio alla zona del Main Event piuttosto che affidarsi sempre e comunque all’usato sicuro. Metto già le mani avanti, mi rendo conto che non potrai mai vendere un Wrestle Kingdom con Sanada e Tama Tonga nel Main Event, questo è scontato, come però deve essere scontato che Okada, Tanahashi, Naito non possono essere eterni.

E non è che la NJPW non ci stia provando a crearsi nuovi main eventer, però permane quella sensazione che o la dirigenza perda fiducia oppure ci sia un fattore esterno che blocchi la definitiva consacrazione. Prendiamo ad esempio Jay White, il neozelandese è l’esempio del talento fatto in casa, push consistente, feud importanti, alcuni lo amano, alcuni lo odiano, ha battuto i top guys della federazione, è un legittimo main eventer.

Poi si può discutere sul fatto del chiudere Wrestle Kingdom al Tokyo Dome sia la prova finale che attesti l’effettiva importanza del wrestler, di come sia quasi impossibile che un gajin heel possa chiudere lo show più importante della federazione, rimane il fatto che per considerazione che gode King Switch sia un main eventer fatto e finito.

Neanche Kenny Omega ha mai avuto l’onore di vincere nel Main Event al Tokyo Dome, vi ha partecipato certo, ma non ha vinto e il legame del canadese con la cultura giapponese è cosa nota a tutti. La compagnia ci ha provato con Shingo e Kota, ma la pandemia ha frenato il regno del primo, pandemia e problemi personali hanno bloccato l’ascesa del secondo. La volontà c’è ma manca quella decisione di arrivare comunque in fondo.

JONAH ad esempio sta godendo di un ottimo trattamento tra NJPW e NJPW STRONG, nel Climax è stato l’unico a battere Okada e sembra aver preso il posto di Cobb che ormai è più occupato nella divisione tag team e sappiamo tutti quanto la compagnia abbia bisogno di forze fresche in quella direzione. United Empire, Aussie Open, TMDK servono come il pane, i dubbi rimangono su quanto in alto della card possono arrivare.

Il 25 settembre ci sarà Burning Spirit a Kobe, la serata conclusiva del tour che ha preso la maggior parte di questo mese e si può notare il discorso fatto prima su quanto il focus sia su volti che quasi mai hanno occupato le zone alte della card.

I tre match più importanti vedono …

Ospreay Vs David Finlay per lo US Title: La storia gira tutto attorno alla cintura, rubata prima da Juice Robinson e poi recuperata da David sconfiggendo il suo ex partner prima e poi lo stesso Ospreay durante il Climax. Questo ha fatto schizzare “The Rebel” in cima alla lista dei pretendenti e se riuscisse in un clamoroso back to back, il Kingpin si ritroverebbe senza titoli in direzione Wrestle Kingdom.

Tanahashi Vs Karl Anderson per il NEVER OPENWEIGHT Title: Non sono volti nuovi, ma una run in singolo Anderson non la faceva da tempo immemore. Ci sono enormi parallelismi con Tama Tonga, da cui ha strappato il titolo e che nella stessa sera affronterà White e Ishimori in coppia con Kushida. Tama Tonga ha preso l’eredità del Machine Gun quando quest’ultimo ha lasciato la NJPW anni fa, ora che ne è uscito si sta imponendo come lottatore singolo dopo anni spesi a lottare in coppia.

Lo stesso rapporto che c’è fra Karl e Tanahashi. Mentore ed allievo prima che Karl entrasse nella prima formazione del Bullet Club di Prince Devitt/a.k.a Finn Balor.

Taguchi e Master Wato VS TJP e Francesco Akira per gli IWGP Junior Tag Team Titles:

Un match che si basa tutto sulla numerologia per gli ex campioni, specie per Taguchi il quale sta cercando di seguire le orme di Masahiro Chrono seppur in una categoria differente. Dall’altra parte ci sono gli United Empire con il nostro Francesco Akira che puntano a mantenere ancora duraturo il loro regno.

I pezzi grossi come Okada e White saranno impegnati in tag team match che andranno poi a costruire i loro match singoli di Declaration of Power.

Altra nota di merito e di speranza personale per la NJPW è l’introduzione di un titolo femminile proprio. Ora, a meno che non ci sia un’acquisizione in massa della Stardom, il fatto che la NJPW si apra al wrestling femminile è una grande conquista. Permettere alle ragazze della STARDOM o di altre compagnie con poca esposizione di potersi esibire in una grande piattaforma è un sicuro guadagno per entrambi.

Per ora la situazione è abbastanza calma, aspettiamoci una decisa accelerata tra pochi mesi quando Wrestle Kingdom sarà più vicino. Per il momento è tutto, il numero di questo mese termina qui. Grazie per averlo letto, appuntamento al mese prossimo con l’Other Side. Ciao!!

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