THE OTHER SIDE #89 – RIPARTIRE DALLE CERTEZZE

RIPARTIRE DALLE CERTEZZE


Nell’ultimo numero del 2021 avevo auspicato che la NJPW potesse rinascere proprio da Wrestle Kingdom, l’evento ha un valore simbolico: è la Wrestlemania d’Oriente, si svolge i primi giorni dell’anno e incarna il crocevia perfetto per un grosso reset dopo un anno travagliato.

Prima di addentrarmi come sempre in qualche pensiero sparso è giusto avvertirvi che parlerò in maniera marginale della terza notte di Wrestle Kingdom, uno perché non conosco gli atleti della NOAH così bene da potervene parlare e due, banalmente perché la terza parte dell’evento andrà in scena l’8 Gennaio.

Iniziamo col rispondere subito alla domanda in questione: Wrestle Kingdom 16 ha rappresentato la rinascita della compagnia? Risposta secca no, risposta ponderata: è ancora presto per dirlo. E’ impossibile recuperare un anno di infortuni, di piani cambiati solo in una notte, servirebbe davvero che la sfortuna non attanagliasse la compagnia per diverso tempo.

Capisco poi che, probabilmente per un fatto organizzativo, spalmare l’evento su più notti sia la scelta migliore ma, mai come quest’anno, è mancata l’atmosfera del grande evento se non in pochi e rari match sembrava di essere in uno show normale. Francamente è un peccato perché magari si potevano concentrare le due notti in una unica e mantenere lo speciale con la NOAH per la seconda.

In questo modo avresti avuto una notte di Wrestle Kingdom con tutti i match più interessanti risparmiando match noiosi e con poco appeal, nello specifico la sfilza infinita di tag team match. Questo complicava la questione attorno al titolo massimo sicuramente ma il match con Ospreay avrebbe potuto chiudere la seconda nottata in maniera egregia come ha comunque fatto.

Passiamo ora allo show vero e proprio partendo dal BC. Non ho mai gradito più di tanto da quando il Bullet Club ha iniziato a dividersi in svariate sotto fazioni, la vera natura del gruppo si è andata perdendo ed aveva senso solo in un’ottica di guerra interna. La House of Terror non valorizza né Evil, ne SHO, li limita solamente a match fotocopia per colpa del canovaccio castrante dei match del Bullet Club: face in dominio, interferenza, vittoria del heel.

Con White, la cui assenza da WK è preoccupante, o Kenta queste interferenze sono presenti ma non in maniera preponderante come con la House of Terror. Il feud tra i due ex Roppongi 3K ha potenziale e spero vivamente possa proseguire dopo il match avuto nella night 1. YOH vince,ma un match tra i due che si svolga in maniera pulita sarebbe molto più piacevole da seguire della versione andata in scena ieri.

Cobb, Zack Sabre Jr e Will Ospreay sono i gajin del futuro. Ora, se andiamo a guardare le statistiche tutti e tre hanno perso ma non è questo il punto. Per qualcuno quello che sto per dire è un’ovvietà, ma per chi non lo sapesse, è molto difficile che uno straniero vinca a Wrestle Kingdom. Neanche ad Omega è toccato un onore simile e lui era estremamente calato nella cultura giapponese. Chiamatelo patriottismo, chiamatelo andare sull’usato sicuro, il concetto è questo.

Ciò non toglie che il contributo dato da questi tre nell’ultimo periodo è stato grandioso e Ospreay è stato bloccato comunque a lungo da un infortunio. Nonostante l’inglese non sia riuscito a battere la sua nemesi ha ricevuto un elogio dal Rainmaker a fine match, magra consolazione direte voi, ma raccogliere l’eredità lasciata da Omega non è qualcosa da poco.

Quello che è sembrato chiaro da questo evento è che più che mai la compagnia, per ripartire ha bisogno dei suoi uomini simbolo. Okada ha unificato i titoli ed ha “accettato” la nuova cintura, probabilmente usando il Rainmaker la compagnia spera che anche il pubblico dimentichi più facilmente la vecchia cintura dei pesi massimi. Naito ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per battere Cobb e alla fine della Night 2 ha lanciato la sua sfida ad Okada.

Lasciando per un attimo da parte la loro storia pregressa, Naito non sfida Okada da due anni ed inoltre è stato il primo lottatore a detenere due cinture. Ha senso, la qualità dei due non si discute e il match non dovrebbe deludere affatto. Tanahashi stesso ha conquistato nuovamente l’IWGP US Title in un NO DQ match contro Kenta.

Si sono visti tutti i limiti dell’ACE in una stipulazione poco affine a lui e poco affine alla mentalità giapponese ma la vittoria sua è un testamento di come sia chiaro che la compagnia è in un periodo difficile e per uscirne fuori si stia aggrappando ai suoi nomi più riconosciuti. E’ una mossa giusta, forse la più giusta in questo caso considerato che il futuro rimane un’incognita.

Per concludere, Wrestle Kingdom merita? Si, non come show in generale ma come numero ristretto di match tra cui posso includere senza dubbio i due main event: Naito Vs Cobb e il NO Dq tra Tanahashi e Kenta. Tutto il resto è roba estremamente poco importante. E’ vero che i Wrestle Kingdom hanno sempre abituato i fan piuttosto bene per la qualità di lottato dall’inizio alla fine, quest’edizione magari rappresenta una delusione.

Non vedetela come una delusione, quanto come una speranza. Sia questo evento la luce in fondo al tunnel. La vera rinascita della compagnia deve avvenire durante l’anno col roster in salute sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista strettamente di contagio del Covid. Le basi ci sono, guardate il lavoro fatto con Cobb, ZSJ, Ospreay che vi ho menzionato prima, come dimenticare poi The Dragon Shingo Takagi.

L’unica sfortuna di Shingo è stata di essere campione in un periodo come questo. Mi ricorda tanto McIntyre: finalmente ha l’occasione di essere valorizzato, succede, ma il Covid si mette di mezzo e condiziona in maniera pesante il suo regno. Poteva Shingo fare di più di quello che ha fatto? Non credo. Rimane il fatto che Shingo ora non è più solo un componente degli LIJ, è qualcuno che ha dimostrato di poter reggere la responsabilità di essere campione e di non sfigurare in scenari importanti.

Questo numero termina qui. Vi ringrazio per la lettura e spero che vi abbia interessato almeno un minimo. Da Captain Phenomenal 1 è tutto, appuntamento al prossimo numero. Ciao!!

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