Doveva essere il pay per view più importante dell'anno per la federazione di Orlando, un ottimo show se non addirittura un punto di arrivo. Lo sarà stato? Siamo ovviamente qui per scoprirlo e dunque senza ulteriori indugi partiamo subito con i giudizi ai singoli incontri, a cominciare dal match di apertura, ovvero:
Ultimate X – LAX vs Triple X: 8
La tipologia di incontro prometteva bene, i partecipanti anche, ma quando ho capito che era questo il match di apertura onestamente ho temuto la prima delusione della serata. Fortunatamente sono rimasto maledettamente smentito da un incontro assolutamente a cinque stelle, con dei numeri pazzeschi di tutti e quattro gli atleti (una menzione particolare però Hernandez se la merita, poiché per la sua taglia ha un'agilità assolutamente pazzesca) inseriti magistralmente in un contesto senza pause e tremendamente coinvolgente. Un match così sarebbe valso già da solo un pay per view intero
Fight for the right tournament: 7-
Le diverse stipulazioni per questo torneo avevano fatto scattare immediatamente l'allarme rosso anti-overbooking, ed il segmento iniziale, la battle royal al contrario, stava per avvalorare in pieno il pericolo di un incontro scialbo e privo di qualunque interesse. Kaz prova a ravvivare il tutto con un gran bel volo insieme a Robert Roode, ma obiettivamente non poteva bastare. Fortunatamente a risollevare il tutto ci ha pensato la battle royal successiva, costruita benissimo e che soprattutto ha avuto dalla sua un fattore di imprevedibilità molto alto, con eliminazioni arrivate a sorpresa ed altre che sembravano scontate che in realtà non si sono verificate. Come non parlare poi di Chris Sabin ed Alex Shelley, sulla cui superba prestazione si è retto gran parte dell'incontro? La vittoria a sorpresa di Eric Young è un ulteriore elemento di un incontro che sicuramente non sarà stato da urlo, ma che rispecchia ampiamente le aspettative richieste ad un undercard di qualità.
AJ Styles & Tomko vs Team Pacman: 7-
E meno male che doveva essere il punto debole della card.. Pacman Jones veste dei panni a lui un minimo più consoni, ovvero quelli che lo vedono protagonista fuori del ring e non dentro, lasciando il posto ad un clone di Apollo Creed, onestissimo taglialegna che non sarà certo il nuovo fenomeno del wrestling, ma che le mani per tirare la carretta se le può assolutamente sporcare. A questa saggia (e tardiva, ma pazienza) scelta si aggiunge – e non c'era da dubitarne – un AJ che è un lusso per qualunque incontro, peraltro ben supportato da un convincente Tomko, e dunque il risultato va oltre, e non di poco, oltre ogni più rosea aspettativa.
Jay Lethal vs Christopher Daniels: 7+
Dopo un inizio sottotono, la contesa per il titolo della X Division si ravviva decisamente nella fase finale, garantendo un spettacolo di buon livello che contribuisce in modo decisivo ad un giudizio globale assolutamente positivo. Ho ancora qualche perplessità su entrambi i contendenti, il campione ha bisogno di un minimo di carisma in più, mentre Daniels proprio non riesce in questi panni a meritare qualcosa di più importante della collocazione attuale. Per entrambi i casi ci sarà comunque modo di riparlarne in futuro.. stasera il loro contributo non è mancato.
Team 3D vs Steiner Brothers: 6-
A volte può essere importante anche in che punto della card si va a collocare un incontro.. sia gli Steiners che Devon e Bubba Ray il loro impegno ce lo hanno messo, unendo all'indiscutibile carisma quello che sul ring sono attualmente in grado di dare (ed anche qualcosa in più per Scott Steiner, la cui frankensteiner è comunque notevole), ma dopo aver visto gli LAX, i Triple X, i Motor City Machine Guns diventi un attimino più esigente con chiunque, e dunque a conti fatti possiamo parlare di un incontro dalla sufficienza stiracchiata, o poco più; lo stile brawl e l'impiego dei tavoli non hanno contribuito come speravo a migliorarne la resa, così come non è esente da pecche il booking finale, probabilmente dettato dalla fama troppo grande di entrambe le compagini, al punto da non poter determinar eun vincitore pulito al 100%
Knockout Gauntlet: 6,5
E finalmente si arriva ad una mia previsione azzeccata, ovvero che questo gimmick match avrebbe penalizzato più che favorito le ragazze. E così è stato.. certo da queste parti han fatto capire che Jilian Hall e Micelle McCool non ci sono, dunque per essere eliminate si passa dalla terza corda e solo da quella, ma resto più che convinto che con un fatal four way il tempo sarebbe stato utilizzato molto, ma molto meglio. Così non è stato, e non a caso il match ha guadagnato tantissimo quando è entrata Amazing Kong (ma si chiama così o Awesome Kong? Boh..), ne ha perso molto quando è uscita e si è ripreso solo con la sfida finale che ha visto prevalere Gail Kim. Abbastanza per andare oltre la sufficienza, ma la sensazione è che non abbiamo ancora visto tutte le immense potenzialità di questa nuova divisione femminile. Nota di colore per la sfiga di tutti noi telespettatori, visto che con tante belle ragazze l'unica che involontariamente si è spogliata è stata proprio Amazing Kong
orrore
Samoa Joe vs Christian Cage: 9
A prova di terzo incontro in poco tempo, a prova di scarso interesse di partenza, a prova di mancato main event, a prova di overbooking, a prova di Matt Morgan.. a prova di tutto! Joe e Christian hanno dato vita ad un incontro semplicemente stupendo, eccezionale sotto ogni punto di vista: frenesia dell'azione (praticamente i due per i primi minuti non si sono assolutamente mai fermati!) , coinvolgimento degli spettatori, qualità espressa sul ring.. tutto. Lo spessore dell'incontro è stato tale da assorbire in modo del tutto indolore anche il finale overbookato: in qualunque altro match sarebbe stato un elemento negativo che avrebbe inciso sul giudizio finale, qui fra fantastici colpi stiff, numeri di ogni genere, mosse vendute semplicemente alla perfezione, il pelo dell'uovo nel finale si riesce a notare a stento, talmente presi da un incontro che da solo di pay per view ne varrebbe due o tre. E sarà pure scontato dirlo, ma ora Joe sant..ehm campione subito!!
Monsters Ball Match: 7-
L'incontro era sparito dalla card ufficiale sul sito della TNA, al punto che avevo addirittura ipotizzato un suo accantonamento per mancanza di tempo; la cosa non si è rivelata tale come sappiamo, eppure paradossalmente ero stato un buon profeta: probabilmente, infatti, questo è stato l'incontro che ha patito più di tutti una card lunga e ricca da disputare in sole tre ore, e dunque le inevitabili necessità di contingentare il tutto in un determinato minutaggio. Minutaggio che, almeno in questa circostanza, si è rivelato non sufficiente per permettere al match di rendere al meglio. Certo il mix fra la tipologia cruenta e degli atleti assai adatti come Abyss, Raven e Rhyno (e magari anche Rhodes, seppur meno) ha garantito comunque un livello del match discreto, facendoci vedere del buon hardcore e qualche idea interessante, come il carrello della spesa, la distruzione del muro da parte di Rhyno o ancora la miscela chiodi più puntine con cui Abyss ha portato a casa la vittoria (peccato che la regia e Raven non abbiano fatto assolutamente nulla per darci una minima idea degli effetti di tutto ciò), ma è indubbio come siano stati altri gli showstealer del pay per view.
Sting vs Kurt Angle: 8,5
Pazienza se l'incontro non è stato costruito nelle settimane scorse con la solennità e l'enfasi degna di un main event dello show più importante dell'anno, perché queste prerogative i due atleti se le sono guadagnate all'interno dell'esagono. L'incontro, infatti, ha goduto di un inizio fatto di puro carisma, con fasi di studio assolutamente perfette per far capire che l'occasione era di quelle importanti, e di fronte c'erano davvero due pezzi non grossi, di più. Nessun incontro tuttavia può interessare a lungo se si basa solo su questo, ed infatti finiti i preamboli è arrivato il momento dell'azione, del dimostrare perché i nomi di Kurt Angle e Sting sono così famosi, e perché le loro imprese sono nel passato ma anche assolutamente nel presente. E poiché tutto questo è sufficiente per un buon incontro ma non per un grande incontro, allora mettiamoci anche la ciliegina sulla torta, ovvero quel quid in più che si tira fuori solo peri grandissimi eventi, come ad esempio il folle, non saprei come chiamarlo altrimenti, 450° di Angle, che è solo il manifesto più eloquente di tutta una serie di meraviglie. Purtroppo l'incubo dell'overbooking si è puntualmente materializzato, con un finale un po' esagerato ed evitabile almeno in parte (c'era proprio così bisogno di vedere Nash interferire non una, ma due volte?) , che però nulla toglie ad un giudizio di assoluta eccellenza. E', in sintesi, il main event che volevamo vedere dello show che volevamo vedere, non c'è bisogno di aggiungere altro.
PPV: Ottimo
Potrebbero bastare i voti dei singoli match per capire tante cose… i punti forti si sono dimostrati tali, con uno, se non due candidati a match dell'anno.. i punti deboli sono diventati piacevoli sorprese e di delusioni nemmeno a parlarne.. il quadro ideale per un pay per view che merita di essere visto dall'inizio alla fine. E non è tutto.. aggiungete pure un pubblico caldo come non mai, che in tutti, ma proprio tutti gli incontri ha dato un ulteriore contributo a creare l'atmosfera dei grandi eventi, non dei “semplici” pay per view ben riusciti, ed avrete la ricetta che ha reso Bound for Glory a mani basse e senza discussione alcuna il pay per view dell'anno. Per la TNA è un grandissimo colpo, perchè viene messo a segno proprio nel momento in cui lo si aspetta di più, e quindi con il più alto audience, garantendo la miglior pubblicità possibile per un prodotto che ha dimostrato davvero il meglio di se, ovvero un livello elevatissimo anche e soprattutto riferendosi all'intero panorama del wrestling. Concludo consigliandone vivamente la visione anche a chi non si è mai approcciato a questa federazione e dunque vi si avvicina senza conoscerne personaggi e storyline, perchè mai come stavolta ne vale veramente la pena