Impact Planet #186

Con una sola parola si può descrivere quello che è lo stato d'animo del sottoscritto dopo la visione di Hardcore Justice: disappunto.
Molte volte la TNA ci ha portato in situazioni simili, dove i Pay per View presentavano costruzioni approssimative e si basavano su scelte quantomeno discutibili, e la situazione alle porte dello show di agosto era la medesima. Anche l'hype per il ppv, ecezion fatta forse solo per il main event, era davvero basso. Ma a discapito delle discutibili scelte della federazione, ad Orlando ci sono quasi sempre state prove abbastanza positive, che salvavano capra e cavoli dando perlomeno un buon spettacolo da gustare allo spettatore pagante. Questa volta, purtroppo, non è andata così.
Sono d'accordo totalmente con quanto scritto da Lino nel suo Orlando Report: Hardcore Justice non si salva nemmeno per il rotto della cuffia. E non è solo il peggior PPV dell'anno, ma rischia anche di essere il peggior modo per dirigersi verso lo show più importante dell'anno, ovvero Bound for Glory. Ma andiamo per ordine.
Hardcore Justice prese il suo nome l'anno scorso, cambiandolo da Hard Justice, proprio a testimonianza della ben riuscita celebrazione degli ex ECW che avevano”invaso” la TNA. Quella scelta, ai tempi ben presa, sarebbe stata ancora più apprezzata se ripresa nella direzione opposta quest'anno, visto e considerato che di “hardcore” lo show non ha offerto nemmeno i titoli di coda.
Ma tutti quanti saremmo stati ben felici di passare sopra a questo puro formalismo lessicale se il ppv avesse proposto qualcosa che valeva la pena di vedere. Ma così non è stato.
La decisione di dare il titolo a Kurt Angle è la prima cosa da considerare discutibile. Le premesse di un match buono c'erano, ma la realtà dei fatti le ha smentite tutte. Non solo il finale macchiato dall'overbooking ha rovinato la scelta presa, ma ci siamo ritrovati anche uno Stinger in pessime condizioni, incapace per quasi tutta la contesa di mantenersi su livelli qualitativi che per lui dovrebbero essere appena sufficienti. E se pensiamo che ci attende con molta probabilità un match tra lui ed Hogan a Bound for Glory, allora la preoccupazione sale a dismisura (ma avremo tempo e modo per preoccuparcene maggiormente quando il match sarà ufficiale e non solo una sfida lanciata nell'aria).
Il risultato è un Angle che batte Sting di nuovo in modo sporco e si riprende il World Title, cintura che passa di mano per l'ennesima volta in un 2011 che, dal punto di vista del cambio dei titoli, è perlomeno bizzarro. Angle non aveva e non ha bisogno del titolo, ne per fare match a cinque stelle ne per tirare fuori rivalità da 10 e lode. Ma, alla luce dei fatti, possiamo solo supporre che sia la TNA a pensare di avere bisogno assolutamente di uno come Kurt campione in vista dello show più importante dell'anno. Forse ciò che ad Orlando sperano di ottenere dando ad Angle il titolo è l'effetto calamita che un personaggio come lui può creare stando sulla locandina di uno show o nei titolo che lo presentano. Di certo proporre l'ex Olympic Hero come uomo della federazione giova di più che mettere una faccia sconosciuta o quasi. Ma ciò che in TNA non hanno valutato è quanto una scelta come questa può invece portare all'esatto opposto di ciò che si voleva fare prendendola.
L'unica verità , alla data attuale, è che in TNA ci sono gli uomini ma mancano le idee. O meglio, ci sono tanti uomini, forse troppi, supportati però da poche idee, forse troppo poche. Trasformando Sting in Joker erano riusciti a ravvivare e non poco gli show, e forse con questa idea continueranno a farlo anche da qui al termine della sua rivalità con gli Immortal. L'altra buona trovata è quella delle Bound For Glory Series, ma pessimo è il modo in cui si sta direzionando il torneo. Buoni match, alcune discrete idee per tirare fuori le rivalità , pessima gestione dei talenti. Samoa Joe, AJ Styles e molti altri relegati al ruolo di comprimari schiacciati, per ora, dal push che sta ricevendo Crimson. Ma in TNA forse non hanno capito, anche se Bischoff dovrebbe saperlo bene, che per fare un Goldberg non basta una winning streak. Le vittorie in sé, per quanto grande possa essere il rivale, non trasformeranno il silenzio delle sue entrate nei cori inneggianti il suo nome, non cambieranno la sua faccia da bravo ragazzo che gioca a fare il duro in un'espressione terrificante ed assetata di vittorie, non gli daranno il carisma necessario a costruire un personaggio pronunciando solo le parole “Who's Next”. Insomma, Crimson è Crimson, e ad Orlando farebbero meglio a trovare un personaggio al ragazzo prima di mandarlo in pasto al main event d Bound For Glory (e di qualsiasi alto show), dal quale uscirebbe a dir poco con le ossa rotte.
E con le ossa rotte rischia di finire anche la TNA: Impact Wrestling è ormai un rincorrersi di mezze idee e mezze storie mai portate a termine, con uno sfondo di grandi possibilità mancate. La lista dei peccati è ormai lunga come quella della spesa: Mr Anderson dalle stelle alle stalle in meno di un mese è solo un piccolo esempio. Per non parlare poi della categoria Tag Team letteralmente distrutta e smembrata, per la quale temo che non basti un pay per view dedicato come Destination-X per risollevarsi, una pochezza di idee per il mid-carding quasi disarmante ed il titolo Television ridotto ad un comedy che non fa nemmeno poi così ridere. Si salvano, per ora, soltanto la X-Division e le Knockouts, uscite però da un lungo tunnel simile a quello in cui il resto del roster si trova.
Non è mai troppo tardi per accorgersi di avere un potenziale enorme ma inespresso, come non è mai troppo tardi per riscattare un periodo nero con una rinascita. La speranza è l'ultima a morire, si sa, ma questa conclusione è la stessa a cui arriviamo da troppo, troppo tempo.
(nonostante tutto) ..buona TNA a tutti!