GPOrder #4 – Perchè tanta fretta?

Non è colpa mia, è il calendario che si accanisce contro di me! Avrei voluto davvero che toccasse a me uscire la settimana scorsa, ovvero avrei voluto poter esprimere tutto il mio entusiasmo verso una delle migliori settimane di wrestling che si sono viste negli ultimi anni, se non una delle migliori in assoluto. Avrei cercato con le mie scarse capacità di tradurre in semplici parole un incredibile coinvolgimento, una voglia di vedere la prossima puntata forte come non mai, per meriti acquisiti sul campo.


Avrei, insomma, dimostrato che anche un tifoso veterano ed esigente non è incontentabile, né pretende in assoluto che i personaggi, le storyline e anche solo i match del passato siano in ogni caso migliori di quelli che qualunque presente sarà in grado di creare.

Non è successo, e purtroppo al sottoscritto toccherà ancora una volta il ruolo del distruttore, colui che dopo nemmeno una settimana deve già ricredersi, certo per fortuna solo parzialmente, ma comunque ricredersi.

Ricordate la fantastica storyline su cui è stato costruito Money in The Bank, con tanto di finale a cinque stelle? Come dimenticarlo… e purtroppo non solo perché è stato un momento davvero speciale, ma perché è successo solo pochi giorni fa! A distanza di due, dico due puntate di Raw, CM Punk non solo riappare, e questo ci potrebbe anche stare, ma di fatto ritorna in pianta stabile, e questo purtroppo ci sta molto, molto meno.

Che lo stesso Punk a la federazione avessero raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto onestamente era una cosa che immaginavo, altrimenti ben difficilmente non soltanto all'atleta sarebbe stato permesso di dire e fare tutto quello che ha fatto prima del pay per view, ma soprattutto l'intera storyline non sarebbe nemmeno stata presa lontanamente in considerazione: un wrestler che lascia veramente la compagnia, anche solo temporaneamente, portandosi dietro la cintura più importante della federazione? Impossibile. La bontà dell'idea poi è apparsa davvero in tutto il suo splendore.. pay per view dell'anno con uno dei match più emozionanti che mi sia capitato di vedere, specialmente grazie al miglior pubblico dai tempi di Wrestlemania 18, scoppiettante puntata di Raw con l'avvicendamento fra Vince e Triple H alla guida della giostra, e CM Punk che va a pestargli i piedi addirittura nel corso di una conferenza, ovviamente sotto gli occhi delle telecamere WWE… tutti gli ingredienti, insomma, per rendere questa storyline assolutamente vincente, offrire esattamente ciò a cui il prodotto dovrebbe puntare: la voglia di accendere la tv e vedere il seguito, e poi il seguito del seguito, e così via fino ad un epilogo sufficientemente d'impatto (e non ad esempio una morte silenziosa, vedi l'attuale situazione del GM anonimo). Vi sembra poco? Ricordate che se oggi esiste la WWE e non la WCW il motivo è esattamente questo.. la voglia della gente di vedere Steve Austin e Vince un'altra settimana!

Ecco perché francamente mi aspettavo qualche apparizione di Punk, un modo sia per delegittimare il nuovo campione che per mettere i bastoni a Triple H, insomma una sua presenza saltuaria, improvvisa, ma tale da sconvolgere e soprattutto intrigare. Invece? Prima Triple H annuncia di guardare al futuro e subito dopo riassume Jim Ross- ma per lui possiamo tranquillamente chiudere un occhio o anche tutti e due e fregarcene della coerenza – poi si scopre che praticamente da subito il lottatore di Chicago sarà di nuovo membro effettivo del roster di Raw, a tempi più che pieno, fino ad un probabile nuovo incontro con John Cena a Summerslam, con il tema delle due cinture necessariamente da unificare. Quello che mi fa rabbia è che la potenzialità della storyline era così alta, che perfino in questa versione frettolosa riesce a funzionare! Perfino dopo un abbandono-farsa, infatti, CM Punk che alza la cintura davanti a John Cena (rubandogli anche un bel po' di pubblico fra l'altro) resta una scena eccellente, carica di adrenalina e sicuro biglietto da visita per un nuovo brillante match fra i due. E c'è da scommetterlo, magari non in modo schiacciante come a Chicago, ma sicuramente almeno metà pubblico sarà pronto a rompere la tradizionale visione heel face e tifare per Punk.

Eppure resta un forte interrogativo malinconico.. perché tanta fretta? Perché accontentarsi di pochi, maledetti e subito? Cosa c'è nel wrestling moderno che impone così tanta fretta, che poi viene inevitabilmente pagata, spesso ad un prezzo carissimo? Prendiamo ad esempio i nomi nuovi, i cosiddetti emergenti. Oggi un emergente può tranquillamente vincere il titolo in meno di un anno… ma non può, né potrà mai diventare un atleta in grado di reggerlo quel titolo in così poco tempo, salvo rarissime eccezioni. Ricordate il primo regno titolato di Sheamus? E di Jack Swagger? E perché no di Randy Orton? Dov'è Drew McIntyre ora? E Ted DiBiase? Wade Barrett? Ma potrei citare dozzine di esempi.. di contro, il primo regno di Triple H dopo quanta gavetta è arrivato? Sarebbe stata la stessa cosa a Wrestlemania XIV se Austin fosse diventato campione coi tempi di oggi? Edge per diventare una Superstar con la S maiuscola quanto ci ha messo? Nossignore, così come non tutti possono essere Undertaker e dominare da subito, non tutte le storyline possono dare il loro meglio in un mese o poco più, anzi così facendo si rischia di rinunciare ad una gran bella idea senza riceverne nulla in cambio!

E non mi si venga a dire che l'alternativa non c'era.. c'è un Alberto Del Rio in rampa di lancio da mesi, lui sì capace di diventare campione così presto.. eppure è di nuovo lì, fermo con una valigetta che rimanderà le cose a data da destinarsi. E che dire di The Miz? Due settimane di lotta con un ginocchio fuori uso, quasi un primo passo verso il turn face.. e via, tutto cancellato con un bel job ed un successivo assalto degno del più cattivo degli heel.

Ecco perché, francamente, la mia impressione è che da un lato sia stata sottovalutata un bel po' la potenzialità di questa idea vincente, dall'altro ci sia ancora molta, troppa indecisione, paura, incapacità di prendersi dei rischi. Non potrebbe essere una prova migliore il regno titolato di Rey Mysterio, durato meno di due ore. Del resto era anche giusto che uno come lui aggiungesse al già ricco palmares la cintura WWE.. come dite? No? Beh sono pienamente d'accordo! Ed il motivo è sempre il solito.. un campione che nell'esultanza successiva alla vittoria viene fisicamente sovrastato da Beth Phoenix – Beth Phoenix – o lo porti fino al top con una storyline magistrale oppure hai delegittimato una cintura che se si chiama dei pesi massimi un motivo ci sarà pure. Figuriamoci poi per un regno di due ore.. coswtava così tanto cambiare i piani ed evitare questa pagliacciata? Certo John Cena era fuori dal torneo, ma un torneo deciso da Vimce, e dunque tranquillamente modificabile dalla nuova gestione. Invece no.. piani cambiati di colpo, obiettivo primario vendere bene Summerslam, e pazienza se questo significa accelerare drammaticamente tutto.

Se però la conclusione di tutto il mio ragionamento è certamente una sensazione di malinconia ma non di rabbia, allora c'è davvero da togliersi il cappello di fronte a CM Punk, capace di fare quello che solo ai grandissimi di questa disciplina è concesso, ovvero trasformare il suo carisma o nella ciliegina sulla torta o nell'elemento che sopperisce errori e carenze altrui. Non potrò mai dimenticare la sua reazione al coro “you can't wrestle” del pubblico di Chicago.. in pochi e apparentemente scontati gesti si racchiude la capacità di cogliere le sensazioni del pubblico, amplificarle, fare esattamente ciò che il pubblico vuole, al momento giusto e nel modo giusto. Magari anche i grandi personaggi e non solo i fuoriclasse sono in grado di produrre oro per la WWE, ma solo i grandissimo riescono a conservare l'oro pure quando chi scrive i copioni è andato a svuotare i forzieri per far cassa.

[RIQUADRO8]

Giovanni Pantalone
Giovanni Pantalone
Super appassionato di wresting dagli inizi degli anni 90, al punto da vedersi, tra WWE e Impact, una trentina di Pay Per View e show televisivi dal vivo in giro per il mondo. Si occupa da sempre di tutta la parte tecnica del sito, compresa la App e la gestione del Forum, ma non disegna sporadici editoriali e comparsate nei podcast.
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