GPOrder #112 – Make the right way wrong

Una premessa fondamentale e doverosa: la WWE sta per chiudere i contratti televisivi più remunerativi ed importanti della sua storia, gode di una salute finanziaria a dir poco granitica ed a dimostrazione del suo momento d'oro ha un titolo in borsa che è schizzato verso l'alto. Niente di quello che leggerete oggi e tantomeno domani, dunque, può minimamente essere collegato anche alla lontana a dei fattori economici. Frasi del tipo “eh se facessero così guadagnerebbero ancora di più” o peggio ancora “di questo passo se continueranno con queste scelte scellerate andranno in rovina” non lasciano più solo il tempo che trovano, fanno semplicemente ridere.


Detto e ribadito tutto ciò, fortunatamente per noi appassionati e per un sito che si rivolge ai suddetti, possono trovare spazio anche altre chiavi di lettura, non direttamente legate al portafoglio; tutto ciò che secondo noi renderebbero il prodotto non più ricco, ma magari (e sempre a parer nostro, ci mancherebbe) migliore. E sotto questo aspetto, le ultime settimane della WWE sembrano quelle di chi abbia provato ad intraprendere una gran bella strada, salvo poi inspiegabilmente tornare indietro sui propri passi.

A Wrestlemania ci aspettavamo, a voler essere gentili con rassegnazione, il trionfo di Roman Reigns e l'ennesimo tentativo di consacrazione forzata: risultato a dir poco a sorpresa, Lesnar conserva il titolo. “Sarà per evitare i fischi del pubblico e rimandare il tutto davanti all'assai più benevolo pubblico in Arabia Saudita”, abbiamo pensato praticamente tutti. Altra sorpresa non da poco, Lesnar non perde nemmeno questa volta, e soprattutto per Reigns si intravedono davvero segnali per una possibile svolta. Che sia davvero il momento per un deciso intervento creativo su di lui? Che la WWE abbia davvero sacrificato mesi di costruzione per rendersi conto di non poter andare avanti così con lui e smettere di provare a imporlo? Lo abbiamo pensato, e mai così concretamente, considerando appunto come i due finali di Wrestlemania e Greatest Royal Rumble abbiano davvero smantellato una costruzione precedente davvero lunga.

Detto e fatt… no, detto e rimangiato. Rapida retromarcia, per riabbracciare un “proviamo con Jinder Mahal, vuoi che almeno contro di lui non inizieranno finalmente a tifarlo?” che ha dell'indecente. Provate a mettere insieme tutti gli ingredienti: proseguire ad oltranza ed anzi insistere su un concetto pluribocciato dia tifosi, mettere in rivalità i due atleti più forzatamente imposti della storia recente, con ciliegina finale del considerare che si tratta sempre di Jinder Mahal, un jobber il cui talento consiste semplicemente nella nazione che si vuole cercare di aggredire da un punto di vista commerciale. Disarmante, a dir poco. Ed in tutto questo, l'ultimo atleta capace di mettere al tappeto Brock Lesnar per strappargli un titolo è stato Eddie Guerrero. Diciamo che non è accaduto proprio ieri..

Capito Ronda: debutto oltre ogni più rosea aspettativa, sotto ogni punto di vista. Fenomenale a Wrestlemania, attitudine e rapporti con il roster perfetti, umiltà fuori dal comune… ci sono tutte le carte per fare la storia, ovvero rendere lei la protagonista del prossimo main event di Wrestlemania. Tutto sta nel saper gestire bene la sua costruzione, coniugare un solido build up creativo ad un progressivo raffinamento e perfezionamento della tecnica sul ring. Detto e fatt…no, meglio mandarla subito per il titolo, costruendo al volo una storyline praticamente dal nulla, peraltro tra due face e dopo aver turnato la Jax da pochissimo. Lo scopo? Probabilmente quello di turnare Nathalya e magari farle incassare un ipotetico Money in The Bank? Contenti loro..

Infine, per decenza, mi astengo dal commentare la fine del povero Lashley, con il segmento delle sorelle andato in onda a Raw che è uno dei più raccapriccianti della storia recente, e forse non solo. Anzi no, una sola, granitica parola la merita: perché? Perché provare a battere il record del gelo totale raggiunto dal pubblico arabo, con la differenza che quello di Albany aveva fondatissimi motivi per restare in un silenzio agghiacciante? Perché mortificare due atleti che possono tornare più che utili alla causa con questa porcheria? Perché anche solo ipotizzare che una cosa del genere possa far ridere chiccessia? Domande alle quali nessuno, assolutamente nessuno è in grado di rispondere.

Passando da uno show all'altro, spenderei due parole anche su Daniel Bryan. Anche qui, infatti, la strada che era stata tracciata almeno in apparenza sembrava davvero eccellente. Il suo ritorno tutt'altro che aspettato, i suoi primi colpi a Smackdown contro Owens e Zayn nel tripudio del pubblico, un match a Wrestlemania non memorabile ma che comunque ha fatto capire, in termini anche qui di reazione della folla, come Bryan sia ancora una risorsa chiave a disposizione della WWE. Subito dopo uno step ulteriore, draftare un The Miz non soltanto in grande forma, ma anche in grado di dar vita a quella rivalità con Bryan tanto attesa che purtroppo avevamo solo potuto immaginare fino a poco tempo fa. Tutto pronto, insomma, per quello che può tranquillamente essere il feud dell'anno. Detto e fatt… no, meglio coinvolgere Big Cass, piazzarlo lì in un contesto dove c'entra come i cavoli a merenda. Per mera fortuna forse il buon Cassidy l'ha davvero fatta fuori dal vaso (a quanto pare ignorando delle indicazioni dirette del booking team per portare avanti una sua idea precedentemente bocciata), dunque la punizione potrebbe estrometterlo assai prima del previsto da questo feud, vedasi la batosta subita due puntate fa a Smackdown. Non di meno, tuttavia, si tratta anche qui di una possibile e soprattutto incomprensibile sterzata rispetto a quelli che sembravano essere gli – ottimi – piani originari.

In sintesi, se dal punto di vista economico la strada non è soltanto una e dritta, ma anche assolutamente fruttifera, da un punto di vista creativo la sensazione è quella di una strada quantomeno tracciata, e rispetto a poco tempo fa non è un salto in avanti da poco, ma ancora soggetta a deviazioni, modifiche, cambi di rotta non proprio graditi che sembrano ancorare zavorrare il prodotto finale. Poco male per loro, come detto, ma lasciatecelo almeno dire, non sia mai qualcuno si accorga che il prodotto si può migliorare perfino quando si vende come non mai!

Giovanni Pantalone
Giovanni Pantalone
Super appassionato di wresting dagli inizi degli anni 90, al punto da vedersi, tra WWE e Impact, una trentina di Pay Per View e show televisivi dal vivo in giro per il mondo. Si occupa da sempre di tutta la parte tecnica del sito, compresa la App e la gestione del Forum, ma non disegna sporadici editoriali e comparsate nei podcast.
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